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Rapporto tra le Politiche della scuola in riferimento alla selezione degli studenti e alla costruzione delle classi e performance degli student

IL CAMPIONE DELLA RICERCA

FRIULI VENEZIA GIULIA

4. Risorse investite per l’educazione

4.2.2 Rapporto tra le Politiche della scuola in riferimento alla selezione degli studenti e alla costruzione delle classi e performance degli student

Tra le “Politiche della scuola in riferimento alla selezione degli studenti e alla costruzione delle classi”12 (School’ policies on selecting and grouping students), in Italia, le due variabili per le quali si registra una relazione con i risultati degli studenti sono la percentuale di studenti che hanno ripetuto una o più classi (SC07Q02) e la probabilità che uno studente possa essere trasferito in un’altra scuola per basso rendimento scolastico, problemi comportamentali, speciali esigenze di apprendimento (SC20Q01, 03, 04). Nel primo caso, PISA mette in evidenza che i sistemi scolastici con un’alta percentuale di ripetenze sono quelli in cui si registra una performance degli studenti meno buona. Questo accade anche in Italia, dove la relazione negativa permane anche tenendo conto del background socio-economico e demografico degli studenti e delle scuole. Gli studenti italiani quindicenni che hanno ripetuto una o più classi sono il 16%, contro una media OCSE del 13%.13 Questa relazione si traduce in una differenza di punteggio in lettura, statisticamente significativa, di -1,8 punti e di -0,9 considerando il background socio-economico e demografico a livello studente e scuola. Nel secondo caso, al contrario, parliamo di relazione positiva, non più presente quando si tiene conto del background socio-economico e demografico degli studenti e delle scuole.

Esiste una relazione tra le politiche in riferimento alla selezione e alla costruzione delle classi e il background socio-economico e demografico degli studenti e delle scuole. Tra i paesi OCSE, il 9,6% della varianza tra scuole nei risultati degli studenti in lettura è spiegata dalle politiche delle scuole in riferimento alla selezione e alla costruzione delle classi e dal background socio- economico e demografico. Questo accade in maniera particolarmente evidente in alcuni paesi, tra cui l’Italia, sottolineando la relazione tra queste politiche e le disparità socio-economiche all’interno di un sistema scolastico.

12 Le altre variabili relative a questa area sono School with high academic selectivity for school admittance (scuole

in cui l’iscrizione è subordinata al conseguimento di alti risultati scolastici) e School with ability grouping for all subjects (scuole in cui gli studenti vengono raggruppati in funzione delle competenze nelle singole materie).

13 Le percentuali tengono conto delle eventuali ripetenze di una o più classi nella scuola primaria e in quella

92 a. Percentuale di studenti che hanno ripetuto una o più classi14

La relazione negativa tra percentuale di ripetenze e risultati degli studenti si riscontra in diverse scuole del campione della ricerca e, in modo particolare, all’interno di alcune regioni/province autonome (Tab. 4.4 in Appendice). Le scuole con una differenza di punteggio negativa in lettura delle province autonome di Bolzano e Trento e quelle di Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Toscana e Veneto presentano una percentuale di studenti che hanno ripetuto una o più classi superiore alla media della propria regione/provincia. I dati mettono in evidenza, al contempo, alcune situazioni che si discostano da quanto registrato nelle regioni sopra citate. In Basilicata, ad esempio, i due licei selezionati con una differenza di punteggio negativa, entrambi pubblici, presentano percentuali di ripetenze molto differenti tra loro: nella scuola A si registra il 5% di studenti che hanno ripetuto una o più classi, percentuale inferiore a quella media della regione (8,9%), mentre nella scuola B tale percentuale sale al 20%. Caso analogo nel Lazio, dove la scuola A (Diff. -), un liceo paritario, presenta il 20% di ripetenze, mentre nella scuola B, anch’essa liceo paritario con un differenza di punteggio negativa, tale percentuale scende al 3%; la percentuale media della regione è del 9%. Sempre nel Lazio, la terza scuola selezionata, un istituto tecnico paritario di piccole dimensioni (11 studenti iscritti) e con una differenza di punteggio positiva, presenta il 40% di studenti che hanno ripetuto uno o più classi.

Soltanto una delle scuole selezionate in Liguria presenta una percentuale di ripetenze superiore a quella media regionale: si tratta di un istituto professionale statale con una differenza di punteggio negativa (24,8%; 8,5% a livello regionale); gli altri istituti selezionati in questa regione presentano tutti percentuali inferiori a quella di riferimento, e questo indipendentemente dalle perfomance dei loro studenti. Caso singolare risulta essere quello della scuola A, il cui Dirigente dichiara che non ci sono studenti ripetenti all’interno del proprio istituto. In Emilia Romagna sono stati selezionati due istituti tecnici con una differenza di punteggio negativa: la scuola A, statale, presenta il 2,9% di studenti ripetenti; nella scuola B, paritaria, tale percentuale sale al 50%; 8,3% la percentuale di studenti che hanno ripetuto una o più classi a livello medio regionale. In Lombardia, in due delle tre scuole con una differenza di punteggio negativa si registra una percentuale di studenti ripetenti inferiore a quella media regionale, rispettivamente il 4,0% nella scuola A, un liceo paritario; il 4,6% nella scuola D, un professionale statale. Anche nell’istituto tecnico delle Marche (scuola B) tale percentuale (4,0%) è inferiore a quella media della regione (8,6%). Nelle scuole selezionate in Molise,

93 indipendentemente dal fatto che queste presentino una differenza di punteggio positiva o negativa, la percentuale di studenti che hanno ripetuto una o più classi è superiore a quella media regionale (8%); solo nella scuola A, un liceo statale, tale percentuale è inferiore (5%). Allo stesso modo, il liceo paritario del Piemonte, selezionato con una differenza di punteggio negativa, presenta il 3% di studenti ripetenti, contro il 9,3% a livello medio regionale. In Sicilia, il Dirigente della scuola A, un liceo paritario con una differenza di punteggio in lettura negativa, dichiara di non avere studenti ripetenti. Analoga situazione nella scuola A dell’Umbria. All’interno di questa regione, anche per la scuola C, istituto tecnico statale con una differenza in lettura negativa, si registra una percentuale inferiore a quella media regionale (5% contro 7,2%), mentre per la scuola D, un professionale statale con una differenza di punteggio positiva, tale percentuale sale al 15%.

Le differenze nelle percentuali di studenti ripetenti, tra scuole con una differenza di punteggio positiva e quelle con una differenza di punteggio negativa, ma anche le differenze, all’interno di una singola regione, tra scuole della stessa tipologia potrebbero trovare una spiegazione nelle politiche e nelle pratiche adottate all’interno delle singole scuole in riferimento ai risultati degli studenti, ossia al grado di importanza che a livello di istituto e a livello di insegnanti si accorda in generale al conseguimento di alti livelli di rendimento da parte degli studenti. Per poter indagare questo aspetto, all’interno del questionario della ricerca sono presenti domande specifiche, relative alle politiche e alle pratiche della scuola in riferimento ai risultati e, in modo particolare, all’attenzione posta all’acquisizione di conoscenze e competenze nelle materie fondamentali del curricolo, allo sviluppo di competenze di tipo personale e sociale e alla richiesta di alti livelli di rendimento.

b. Probabilità che uno studente possa essere trasferito in un’altra scuola per basso rendimento scolastico, problemi comportamentali, speciali esigenze di apprendimento

In Italia, la probabilità che uno studente possa essere trasferito in un’altra scuola per basso rendimento scolastico, problemi comportamentali, speciali esigenze di apprendimento (D20 a, c, d) presenta una relazione positiva con i livelli di rendimento in lettura degli studenti, con un cambiamento nel punteggio medio degli studenti di 23,4 punti15, relazione però che non è più

15 La domanda prevede tre possibilità di risposta: Improbabile, Probabile, Molto probabile. La differenza di

punteggio è riferita alle scuole in cui è Molto probabile che uno dei tre fattori elencati siano la causa del trasferimento degli studenti presso altra scuola.

94 presente se si tiene conto del background socio-economico e demografico a livello studente e a livello scuola: da 23,4 si passa a 13,4 punti e tale valore non è statisticamente significativo, contro una media OCSE di -4,9 punti.

Rispetto a questa domanda occorre fare una precisazione, il modo in cui è formulata la domanda potrebbe essere poco aderente alla realtà del contesto scolastico italiano. In Italia, infatti, a differenza di altri paesi, non è la scuola a decidere e a provvedere al trasferimento degli studenti presso altre scuole; sono piuttosto le famiglie degli studenti a chiederne il trasferimento, eventualmente anche su suggerimento della scuola stessa.

Poiché, a livello internazionale, la variazione di punteggio medio in lettura rispetto al trasferimento degli studenti per le condizioni citate è riferita alle scuole i cui Dirigenti indicano come “Molto probabile” tale pratica, i dati delle scuole del campione sono analizzati prendendo in considerazione questa modalità di risposta. Il primo dato che emerge è che, in tutte le regioni, la causa più probabile per il trasferimento di uno studente presso altra scuola è il basso rendimento scolastico, quella meno probabile le speciali esigenze di apprendimento di uno studente. Questo potrebbe trovare giustificazione nelle caratteristiche intrinseche del sistema scolastico italiano, che è un sistema volto all’inclusione degli alunni con disabilità16 e le cui finalità sono delineate nella Costituzione italiana17.

«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.» (Art.3 della Costituzione italiana).

«La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo formativo di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio» (MIUR, 2007, p. 16)).

Analizzando il dato per le singole scuole del campione della ricerca (Tab. 4.5 in Appendice), il trasferimento di uno studente per basso rendimento scolastico è “Molto probabile” in 8 scuole, solo in un caso si tratta di una scuola con una differenza di punteggio in lettura positiva: un istituto professionale statale del Molise (scuola E); in questa regione, circa l’11% degli studenti quindicenni frequenta scuole i cui Dirigenti dichiarano come molto probabile il trasferimento a causa del basso rendimento scolastico, per il 51,4% di loro è probabile. Per la scuola è molto

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La L. 517/77 rappresenta il primo intervento normativo per l’introduzione degli alunni disabili nelle classi normali. La L. 104/92 (art. 12, c. 3) stabilisce quale obiettivo dell’integrazione scolastica “lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione”.

95 probabile anche il trasferimento di uno studente per problemi comportamentali: a livello regionale la percentuale media è dell’1,5%, mentre il 64,5% degli studenti del Molise frequenta scuole i cui Dirigenti dichiarano come improbabile il trasferimento per questo tipo di problematica.

Il trasferimento per basso rendimento scolastico è molto probabile nell’istituto tecnico della provincia autonoma di Bolzano: circa il 22% degli studenti quindicenni frequenta scuole della provincia i cui Dirigenti dichiarano come molto probabile questo tipo di trasferimento; il 57% di loro frequenta scuole in cui questo è probabile.

Per il Dirigente scolastico dell’istituto professionale del Friuli Venezia Giulia è molto probabile sia il trasferimento per basso rendimento (16,7% la media regionale), sia per problemi comportamentali: l’1,3% dei quindicenni della regione frequenta scuole i cui Dirigenti dichiarano che il trasferimento per questa problematica è molto probabile, il 52,7% di loro frequenta scuole i cui dirigenti dichiarano come improbabile il trasferimento per problemi comportamentali.

Nelle Marche, il Dirigente della scuola B, un istituto professionale con una differenza di punteggio negativa, dichiara che nella sua scuola è molto probabile che uno studente possa essere trasferito per basso rendimento scolastico; il 30,5% degli studenti di questa regione frequenta scuole in cui il trasferimento per questo tipo di problematica è molto probabile e il 35% si trova in scuole in cui esso è probabile.

Nell’istituto tecnico della Sicilia (scuola B) e nel liceo della Toscana (scuola A), entrambi con una differenza di punteggio negativa, il basso rendimento scolastico e i problemi comportamentali sono indicati come cause molto probabili di trasferimento di uno studente presso altra scuola. Per quanto riguarda il trasferimento per basso rendimento scolastico, in Sicilia, in media, circa il 17% degli studenti frequenta scuole i cui Dirigenti scolastici scelgono questa modalità di risposta, in Toscana il 13%; sempre in Sicilia, in media, sono circa il 9% gli studenti i cui Dirigenti scolastici dichiarano che il trasferimento per problemi comportamentali è molto probabile; in Toscana, poco meno del 2%.

Due delle otto scuole in cui il trasferimento per basso rendimento scolastico è molto probabile si trovano in Veneto. Si tratta di un liceo paritario e di un istituto tecnico statale, entrambi con una differenza di punteggio negativa. A livello regionale, in media, sono circa il 26% gli studenti i cui Dirigenti scelgono questa modalità di risposta.

96 Il trasferimento per basso rendimento scolastico, per problemi comportamentali e per speciali esigenze di apprendimento è , per tutte e tre le cause, probabile in alcune scuole con una differenza di punteggio positiva di Lazio e Liguria e improbabile in alcuni degli istituti (Diff. +) di Calabria, Lombardia, Puglia, Sicilia e Umbria.

I dati delle scuole del campione della ricerca non sembrerebbe confermare la relazione positiva, presente solo se non si tiene conto del background socio-economico e demografico degli studenti e delle scuole, individuata per l’Italia tra probabilità di trasferimento di uno studente presso altra scuola e i risultati degli studenti. Questi risultati sembrerebbero essere in linea piuttosto con quanto si verifica a livello internazionale, dove la relazione assume un segno negativo.

A livello internazionale, nei sistemi scolastici con un basso tasso di trasferimenti, i Dirigenti scolastici dichiarano di avere maggiore responsabilità nello stabilire le politiche di valutazione, nel decidere quali corsi offrire e nel determinarne i contenuti e nella scelta dei libri di testo. Nei paesi OCSE, il 20% della variazione nel tasso di trasferimenti è in relazione con le differenze nell’indice Responsabilità delle scuole per il curricolo e la valutazione. Una possibile spiegazione di questa relazione è che in sistemi scolastici in cui si sceglie raramente di trasferire gli studenti vengono utilizzati altri strumenti per lavorare con gli studenti che presentano difficoltà e che si ha l’autonomia per farlo18. Sicuramente, cercare di ritrovare tale relazione a livello di singola scuola sarebbe una forzatura, tuttavia, uno sguardo al livello di autonomia nelle decisioni relative al curriculum e alla valutazione delle scuole che indicano come molto probabile il trasferimento degli studenti per uno dei motivi sopra elencati mette in evidenza che per tutte queste scuole si registrano valori negativi dell’indice, fatta eccezione per il tecnico della Sicilia e per il liceo della Toscana che presentano valori positivi e superiori a quelli medi di regione.

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4.2.3 Rapporto tra Gestione della scuola (Governance of schools) e performance degli