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Realizzazione di una sistema museale orbetellano: prime volontà e aspetti general

Sui Musei di Ravenna si rimanda al sito ufficiale:

4.2 Realizzazione di una sistema museale orbetellano: prime volontà e aspetti general

Il Sistema Museale che proponiamo ha per proprio bacino un territorio gestito dal Comune di Orbetello e dal Comune di Monte Argentario. Alcuni siti presenti nel Comune di Capalbio rientreranno tra gli itinerari che dovrebbero partire e/o arrivare ai Musei del Sistema, presso il Comune di Capalbio attualmente non sono presenti Musei di nostro interesse.

84 L’idea di creare un sistema museale in questo territorio si è affacciata già molti anni fa quando alla fine degli anni ’70 dello scorso secolo infatti venne stilato un documento dal titolo ‘progetto per la tutela e la

valorizzazione dei beni culturali del comprensorio di Capalbio, Isola del Giglio, Magliano in Toscana, Monte Argentario e Orbetello’75 in cui vennero presentate alcune proposte di recupero e valorizzazione dei beni culturali (beni archeologici, etno-antropologici, storici e artistici, archivistici e bibliotecari, naturalistici) qui presenti per divulgarne la loro conoscenza (si veda l’Allegato B).

Il problema primario era quello di passare da forme spontanee o episodiche di tutela dei beni culturali a forme sociali, pluralistiche e coordinate che consentivano un legame con tutte le associazioni e gruppi culturali, con le università e la scuola, e i vari enti presenti nel territorio.

In quegli anni proseguivano le ricerche archeologiche presso la Villa di Settefinestre e nel territorio dell’agro cosano che, come abbiamo detto nei precedenti capitoli, erano dirette dall’Archeologo Andrea Carandini e fu proprio Carandini a stipulare un documento di approfondimento (Allegato A) a quello precedentemente descritto nel quale proponeva delle ipotesi di gestione dei beni archeologici76.

Nel documento Andrea Carandini proponeva diverse strade da percorre per poter rendere produttivo quel serbatoio di energie culturali che caratterizza da sempre il territorio in questione, per far ciò si doveva procedere in diverse direzioni e a più livelli, primo tra tutti il bisogno di studiare in modo più

approfondito il variare delle condizioni ambientali nel corso del tempo così da comprendere più approfonditamente le dinamiche insediative che hanno interessato questo comprensorio. In questo

75 Il documento mi è stato consegnato da Giovanni Damiani, ex Sindaco del Comune di Capalbio e associato al

Circolo Culturale Gastone Mariotti di Orbetello che da ventun anni si occupa della promozione e della divulgazione del patrimonio cultural di Orbetello.

76 Il documento non porta la dara e quindi è impossibile stabilire l’anno preciso in cui è stato redatto, grazie

all’aiuto e alla memoria di Giovanni Damiani è stato però possibile stabilire il periodo che approssimativamente si colloca tra il 1975 e il 1977.

85 obiettivo rientrava anche l’intervento del Professor Riccardo Francovich il quale si sarebbe occupato del periodo post-classico concentrandosi in particolar modo sul centro storico di Orbetello ricco di

testimonianze monumentali d’età moderna (Allegato C).

Il Prof. Andrea Carandini intravedeva inoltre la necessità di recensire tutti gli insediamenti, coinvolgendo le scuole e l’associazionismo locale, l’Università di Siena, gli organismi di tutela, il CNR ecc. Per

procedere in questa direzione serviva una carta topografica e un database in cui riversare i dati che si andavano gradualmente raccogliendo, occorreva raccogliere le informazioni riguardanti l’archeologia, contenute negli archivi locali.

L’obiettivo che però emerge al fine di questa ricerca è quello in cui il Prof. Andrea Carandini propone di creare delle strutture museali locali, riferendosi a Cosa (Ansedonia), Porto Santo Stefano e Orbetello; egli intravede inoltre per il Museo di Orbetello (che specifica dovrebbe essere un museo del territorio) la possibilità di divenire centro di un sistema museale della Maremma meridionale marittima.

E’ evidente quindi come la prima vocazione del Museo di Orbetello (che all’epoca era in uno stato ‘embrionale’) era quella di divenire centro di un sistema museale, così come la vocazione degli altri Musei locali i quali dovevano rientrare sin da subito in un Sistema che li coordinasse; in questo circuito che si andava a creare risultava certa la funzione delle strutture museali quali centri di collegamento tra organizzatori, insegnanti, operatori culturali e studenti, che dovevano programmare insieme le ricerche e le attività secondo le diverse disponibilità e interessi. In tal modo, queste attività non costituivano solo delle esercitazioni di tipo accademico, ma andavano a costituire un apporto indispensabile al costante arricchimento della documentazione della stessa struttura museale

L’attività dei musei doveva poi dedicare particolare attenzione alle scuole elementari, in cui gli studenti si trovano in quel periodo della prima età scolare che è fondamentale per la sensibilizzazione al rispetto dei beni culturali, nel documento si affermava che per far ciò non bastava una mera visita ai musei ma serviva di dotare di aule didattiche ogni Museo, in questi spazi gli studenti potevano fotografare o toccare oggetti analoghi a quelli originari esposti in vetrina, confrontandoli con essi; qui potevano trovare un luogo che offriva loro la possibilità di descrivere, anche attraverso schede e disegni, i materiali che avevano appena visto e che potevano, nel corso di questa attività pratica, tornare liberamente a controllare.

Dovevano poi essere messi a disposizione degli insegnanti una serie di documenti utili sia per introdurre i bambini agli aspetti del Museo che in quel momento ritenevano opportuno prendere in esame, sia per proseguire e approfondire il problema affrontato.

Questo complesso di attività didattiche però risultava possibile solo se esisteva una collaborazione tra responsabili delle strutture museali, solo in questo modo si poteva raggiungere un coordinamento tra i programmi educativi proposti dalla struttura museale e le esigenze didattiche e pedagogiche della scuola. Inoltre, alla fine del documento si ricorda che per poter realizzare tutto ciò era essenziale il collegamento tra Musei e i ‘gruppi spontanei’ come ad esempio l’Archeo Club, che da anni operava nel territorio. In questo modo si poteva creare una struttura ‘mobile’ ed aperta anziché un museo che aspetta ‘immobile’ un occasionale visitatore.

86 Gli obiettivi presentati in questo documento non si limitavano alla sola salvaguardia e valorizzazione dei beni archeologici ma comprendevano anche i beni naturalistici, le biblioteche, i beni etnoantropologici e tutto ciò che rientrava nella definizione di beni ‘culturali’, si trattava quindi di un grande progetto che si muoveva tra gli anni ’70 e ’80 del Novecento, un periodo ‘fecondo’ di idee, oltre agli scavi di

Settefinestre, infatti ricordiamo che la legislazione in materia di beni culturali andava mutando passando la loro gestione alle singole Regioni, come i progetti presentati dalla Regione Toscana che abbiamo analizzato precedentemente nel capitolo dedicato al ‘Progetto Etruschi’.

Molti progetti presentati in questo documento furono realizzati negli anni successivi, come ad esempio la nascita dei Musei prima citati anche se in tempi e con ruoli diversi, il Sistema museale che doveva costituire la naturale vocazione dei musei nascenti non fu mai costituito, non conosciamo precisamente il motivo, forse le tempistiche diverse nella nascita dei musei hanno giocato un ruolo fondamentale. Si trattava comunque di un progetto all’avanguardia per il periodo in cui fu redatto, forse i tempi non erano ancora maturi o forse entrarono in gioco problemi economici o amministrativi.

Attualmente i comuni di Orbetello, Monte Argentario e Capalbio fanno parte della rete dei Musei della

Maremma, si tratta di un sistema provinciale (Provincia di Grosseto) nel quale rientrano tutti i Musei

esistenti in questa giurisdizione. I Musei della Maremma sono nati nel 2004 dopo la stipulazione di una convenzione tra i Comuni interessati, tra gli obiettivi del progetto c’era la creazione di un biglietto unico, la volontà di incrementare i flussi turistici e l’organizzazione delle singole istituzioni portate ad un livello comune77.

I Musei furono suddivisi per aree e comprensori geografici: le colline metallifere, il Monte Amiata, Grosseto e Castiglione della Pescaia, le colline del Fiora e dell’Albegna e la Costa d’Argento. Al centro della rete venne collocato il Sistema Museale di Massa Marittima affidando il compito di gestione e raccordo tra Centro e Musei ad un Comitato tecnico-scientifico; si crearono quindi intersezioni tra vari tipi di sistemi: un museo o un sistema di musei può infatti appartenere a più reti78.

Nell’area geografica della Costa d’Argento rientrarono l’Acquario del Mediterraneo, il Museo delle Memorie Sommerse nella Fortezza Spagnola, l’Acquario della Laguna di Orbetello, il Museo

Archeologico nella Polveriera Guzman e il Museo della Cultura Contadina, si tratta quindi di alcuni dei Musei che potrebbero interessare il nostro sistema, da questo circuito rimane fuori il Museo e Parco Archeologico di Cosa e il Forte Stella.

La rete dei Musei di Maremma è però rimasta solo sulla carta, non si è mai assistito infatti ad alcun elemento che potesse permetterci di parlare di un’appartenenza ad una rete, si nota al contrario il

persistere di una autonomia gestionale dei singoli musei che non hanno mai applicato neanche un biglietto unico (uno dei progetti iniziali che doveva essere da subito realizzato).

77 BORGIOLI C., PELLEGRINI E., Analisi della Politica della regione Toscana in materia di sistemi museali, P.50 78 Nella delibera del Consiglio regionale n.185 allegato A del 18 Giugno del 1996, in occasione della progettazione

del sistema museale toscano si sottolinea come un museo poteva partecipare a più reti in base alle proprie caratteristiche, nella prospettiva di facilitare l’integrazione dei musei locali con quelli statali, ecclesiastici, universitari e privati.

87 Vediamo adesso alcuni aspetti generali su cui potrebbe fondarsi il Sistema, le proposte amministrative le vaglieremo successivamente, prima infatti intendiamo presentare nell’aspetto più generico le

collaborazioni che potrebbero crearsi in questo sistema e definire quali sono i Musei interessati. Nel progetto per la realizzazione di un sistema museale abbiamo optato per la gestione centralizzata, la scelta è ricaduta nel Museo archeologico di Orbetello per la sua forte caratterizzazione territoriale: sono qui infatti esposti tutti i materiali provenienti dalla zona, è stata poi fatta una scelta di tipo logistico, infatti il Museo Archeologico di Orbetello è collocato al centro dell’area interessata al Sistema (nella fig. 28 corrisponde al cerchio azzurro su Orbetello).

Figura 28. Musei e siti di interesse archeologico e naturalistico nel Sistema museale orbetellano.

Un altro elemento importante che ha influenzato la scelta di collocare il centro del sistema presso il Museo di Orbetello è quello della movimentazione turistica.

88 La Provincia di Grosseto ha recentemente reso pubblici dei documenti che riguardano il numero di arrivi dei turisti in ogni Comune del grossetano per l’anno 201479, analizzando i dati relativi ai comuni di Orbetello, Monte Argentario e Capalbio (che abbiamo inserito per avere un panorama più definito di quello che è il turismo in questo territorio) abbiamo realizzato un grafico:

Orbetello è chiaramente la principale meta turistica di questo comprensorio geografico, il numero di turisti per l’anno 2014 ha raggiunto la quota di 194.576 arrivi, molti di più rispetto al Monte Argentario (51.572) e a Capalbio (29.041).

Il Museo Archeologico di Orbetello che, tra le altre cose, si trova in quest’area estremamente soggetta a flussi turistici, potrebbe assolvere la funzione di ‘centro di servizi e di coordinamento’ che aprirebbe al Museo nuove prospettive e nuove funzioni.

Nello specifico il ‘centro di servizi e di coordinamento’ avrebbe il compito di coordinare le attività di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale locale e le varie iniziative rivolte al pubblico. In particolare potrebbe gestire tutte le attività che si svolgerebbero nei Musei locali organizzando visite guidate e laboratori didattici per gli studenti delle scuole e per gli adulti, sarebbe infatti interessante sviluppare un’offerta formativa da indirizzare alle scuole locali dove i Musei del sistema diventerebbero

79 Sul sito della Provincia di Grosseto sono consultabili tutti i documenti riguardanti ogni Comune, questo il link:

www.provincia.grosseto.it/index.ph.?id=40&no_cache=1&tx_ttnews%5Btt_news%5D=426320&tx_ttnews%5Bback Pid%5D=30

89 le sedi di queste attività; un altro tipo di offerta per le scuole potrebbe essere la creazione di sussidi didattici da mettere a disposizione dell’utenza. In tal modo il Sistema Museale diverrebbe un luogo di coordinamento di tutte le iniziative organizzate nel campo della didattica museale raccordandosi con le scuole, in quest’ottica potrebbero rientrare anche le biblioteche presenti nei comuni che potrebbero offrire un servizio di consultazione e prestito agli studenti e creare una sezioni specifiche sulla didattica

museale80.

Nel Museo Archeologico di Orbetello potrebbe essere venduto un biglietto cumulativo che permetterebbe di visitare l’intero sistema museale, aspetto da specificare nella convenzione tra i Comuni che

amministrano i Musei (nello specifico dei Musei i comuni interessati sarebbero quello di Orbetello e quello del Monte Argentario, il Comune di Capalbio rientrerebbe solo nel progetto per la realizzazione di itinerari di visita e, se verrà realizzato, nel Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle d’Oro), se decidiamo di usare questo metodo oppure, in un eventuale statuto. Rimandiamo all’analisi di questo aspetto nel paragrafo successivo.

Il Museo archeologico di Orbetello possiede già un bookshop che potrebbe essere integrato con la vendita o distribuzione gratuita di dépliant informativi, cartine illustrate, shopper e tutto il materiale utile che permetta la promozione del sistema; le attività promozionali dovrebbero infatti rientrare tra le principali attività, a tale scopo potrebbero essere sfruttati anche i mezzi informatici creando ad esempio un sito web. Il Museo centrale potrebbe inoltre funzionare da ente capofila nella presentazione di eventuali domande per i finanziamenti esterni.81

Attorno al Museo Archeologico di Orbetello graviterebbero quindi tutti gli altri Musei del territorio, non solo di tipo archeologico, ma anche quelli naturalistici e antropologici: nel territorio in questione sono infatti presenti tre Musei Archeologici (Fortezza spagnola di Porto Santo Stefano con la mostra

permanente sulle Memorie sommerse, il Museo e Parco Archeologico di Cosa e il Museo Archeologico di Orbetello), un Museo antropologico (il Museo della Cultura Contadina all’Albinia) una sede per mostre temporanee (Forte Stella) e due acquari (Acquario del Mediterraneo di Porto Santo Stefano e Acquario della Laguna-Museo della Pesca e delle tradizioni lagunari di Talamone). Questi Musei possono rientrare nella definizione di ‘musei di piccole dimensioni’ sia da un punto di vista della quantità di materiale esposto che delle dimensioni dell’edificio espositivo; le difficoltà gestionali a cui vanno incontro sono soprattutto di tipo economico, una conseguenza a questi problemi sta nella scarsità delle attività che vengono offerte e nelle aperture al pubblico limitate al solo fine settimana. A tal proposito tra i requisiti minimi di appartenenza al sistema dovrebbe rientrare anche un’apertura regolare e continuata delle

80 Ricordiamo ad esempio il Laboratorio Provinciale per la didattica museale offerto dal Sistema Museale

Provinciale di Ravenna dove tra le tante attività la biblioteca di Ravenna accoglie e cataloga il materiale

didattico "minore" (quaderni, schede, fascicoli ecc...) prodotto perlopiù dalle realtà museali emiliano romagnole.

81 Tra i vantaggi di appartenere ad un sistema museale rientra anche l’accrescimento delle capacità di raccolta di

finanziamenti. A tal proposito si veda JALLA D., ‘Il Museo contemporaneo. Introduzione al nuovo sistema museale

90 strutture che non si limitino a due giorni a settimana ma ad esempio ad un minimo di cinque

(comprendenti anche il sabato e la domenica)82.

Il progetto inoltre potrebbe prevedere di inserire all’interno di itinerari alcune realtà archeologiche presenti nel territorio, mi riferisco all’area archeologica sul Poggio di Talamonaccio, alla villa dei Domizi Enobarbi a Santa Liberata (Porto Santo Stefano) e a alcune ville romane site tra il Comune di Orbetello e di Capalbio. Stessa possibilità per i siti di interesse naturalistico, ovvero la riserva naturale della Feniglia, la laguna di Orbetello e l’Oasi di Burano, per queste aree i percorsi già esistono, si tratterebbe solo di inserirli all’interno del Sistema. Sarebbe inoltre interessante far partire i percorsi (sia quelli di carattere storico-archeologico che quelli di carattere naturalistico) dai Musei locali o ad essi ricondurli83 (si veda schema nella pagina successiva).

La contiguità territoriale di questa area con altre di interesse culturale che perseguono analoghi obiettivi di tutela, gestione e valorizzazione delle risorse culturali potrebbe portare a forme di collaborazione ed integrazione, è quindi importante sottolineare la possibilità di apertura di un tale sistema verso altre realtà84.

Analizziamo adesso i Musei che potrebbero entrare nel Sistema Museale prima in modo descrittivo, spiegando quindi la tipologia e, molto brevemente, in cosa consiste l’esposizione, successivamente analizzeremo le modalità di gestione attuali.

Questa analisi ci servirà per stilare un possibile modello gestionale e amministrativo dell’intero Sistema che analizzeremo successivamente.

82 A tal proposito si rimanda al Regolamento del Sistema Provinciale dei Musei e dei beni culturali Mantovani dove

nell’art. 3 si specifica che i Musei e le raccolte museali devono avere tra i requisiti minimi per appartenere al sistema un’apertura di 25 ore settimanali con l’obbligo di accesso al sabato.

83 Le ipotesi di percorsi sono analizzati nel capitolo successivo.

84 Ad esempio poco più a nord di Orbetello c’è il centro dell’Alberese fulcro del Parco Regionale della Maremma

che prevede degli itinerari di visita che interessano anche l’Acquario della Laguna di Talamone, la collaborazione tra un sistema orbetellano e il Parco Regionale della Maremma costituirebbe un elemento di forza nell’interesse di promuovere il proprio territorio e i propri beni culturali.

Un altro esempio potrebbe essere quello di creare dei collegamenti con il Parco Naturalistico Archeologico di Vulci dove delle visite a questo Parco integrerebbero sicuramente le conoscenze storiche dell’area.

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4.2.1 I Musei del sistema: aspetti generali