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CAPITOLO III IL NUCLEO EPISCOPALE E IL COMPLESSO PALEOCRISTIANO

PRESSO SAN CLEMENTE

3.2. Il complesso tardoantico presso San Clemente

3.2.2. Il recinto cimiteriale

In apparente concomitanza alla costruzione del fonte – tra la seconda metà del V e la prima metà del VI secolo d.C. – si sviluppò, tra le murature dismesse del tiepidarium e dei calidaria delle terme (cap. II, figg. 35.7; 35.8-10), un recinto cimiteriale (figg. 38; 44; 45)412. Al suo interno, l’area si strutturò accogliendo un gran numero di sarcofagi in pietra del Finale del tipo con coperchio a doppio spiovente e acroteri angolari (fig. 44) e di tombe con cassa in muratura rivestite all’interno con intonaco in cocciopesto (fig. 45)413 . Queste due tipologie di sepolture di pregio, entrambe largamente diffuse tra V e VI secolo in Liguria, portano a supporre la destinazione del cimitero ad un ceto elevato414.

A tale proposito è opportuno sottolineare come “una delle aree funerarie più “pregiate” ad Albenga”415 in ragione della sua prossimità alla tomba del martire

Calocero, fosse caratterizzata dalla presenza di questi stessi tipi di

sepolture che abbondavano nel “criptoportico” della chiesa (cap. II, fig. 51); un ambiente, quest’ultimo, “certamente connesso all’organizzazione della gerarchia degli

411 Al momento del suo ritrovamento, la presenza di un frammento di parete di anfora orientale Late

Roman 1 nell’intonaco in cocciopesto del rivestimento permise di fissare la cronologia della vasca in un arco temporale compreso tra il V e il VII secolo MASSABÓ 2007, p. 500; i dati archeologici a cui ci si riferisce, oltre al frammento di ceramica sono: la data della dismissione delle terme (metà V-inizio VI secolo) sulle quali la vasca si impostò direttamente; la presenza di una sola fase d’uso del fonte.

412 Sulle indagini stratigrafiche del recinto funerario vedere MARTINI 2007, pp. 515-520; l’area del

cimitero tardoantico emersa è stata scavata pressoché integralmente fino allo strato di dismissione delle terme negli stessi anni in cui si svolsero gli scavi del complesso di San Clemente; gran parte dell’area scavata si trova oggi sommersa dai nuovi argini del fiume e per questa ragione non è stato possibile sottoporre la zona a ulteriori verifiche in concomitanza con le analisi del fonte battesimale.

413 FRONDONI 2010, p. 142.

414 MASSABÓ 2002c, p. 385; MASSABÓ 2004a, p. 112; MASSABÓ 2006, p. 9; MASSABÓ 2007, p.

501; sui sarcofagi con acroterii in pietra del Finale di vedano MARTINO 1988, pp. 254-268; MASSABÓ 2007, p. 501; FRONDONI 2010 con bibliografia.

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Fig. 44. Albenga. Scavi di San Clemente. Recinto cimiteriale. Al centro, due sarcofagi in pietra con coperchi a doppio spiovente e acroteri angolari (fonte: MASSABÓ 2007, p. 503, fig. 16).

Fig. 45. Albenga. Scavi di San Clemente. Lato esterno del muro meridionale. Tombe con cassa in muratura rivestita con intonaco in cocciopesto (fonte: MASSABÓ 2007, p. 503, fig. 17).

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spazi funerari sorto attorno al sepolcro del venerato martire locale”416. Un’ulteriore conferma della valenza esclusiva del cimitero, deriverebbe infine del rinvenimento in una delle sepolture con cassa in muratura di un raro reticulum aureo che ricopriva ancora la calotta cranica della defunta417.

Purtroppo, l’impossibilità di stabilire una cronologia relativa tra il recinto cimiteriale e la vasca battesimale, non consente di inquadrare con precisione il rapporto tra questi elementi architettonici e la chiesa paleocristiana da cui dipendevano418.

Per quanto riguarda i casi di battisteri legati al martyrium o al santuario di pellegrinaggio, il rapporto tra i due edifici appare molto antico – risale all’età costantiniana – ma assai più chiaro in Oriente; mentre per la Pars Occidentis dell’Impero la maggior parte dei casi a cui si può fare riferimento risale ai celebri

martyria romani, quali S. Agnese e S. Pietro in Vaticano419.

Interessante a questo proposito appare, tuttavia, il caso di Tarragona in cui nel suburbio, in relazione alle deposizioni del vescovo e di due diaconi, peraltro martirizzati nell’anfiteatro della città, si sviluppò un’area funeraria di grande importanza nel IV secolo d.C.; nel corso del secolo successivo i sepolcri vennero poi monumentalizzati con l’erezione di una basilica con battistero420. Allo stesso modo un riscontro interessante proviene da Venosa la cui interpretazione come complesso episcopale risulta però particolarmente problematica: datata verso la fine del V secolo- inizio del VI secolo, la chiesa con battistero annesso potrebbe essersi costituita in rapporto con reliquie venerate e dunque riconnettersi ai casi, non occasionali, ma scarsamente documentati archeologicamente di battisteri annessi ai santuari martiriali421.

416 FRONDONI 2010, p. 142. 417 MASSABÒ 2002c, p. 385.

418 Per le considerazioni sui materiali di scavo: D. GANDOLFI e B. MASSABÓ in MARCENARO

2007, pp. 968-969; MASSABÓ 2007; MASSABÓ 2013; sulle analisi stratigrafiche: MARTINI 2007;

419 FALLA CASTELFRANCHI 2001, p. 275; in questa sede si evidenzia anche come i casi di martyria

dotati di battisteri in ambito suburbano di Roma, dove il fenomeno appare proporzionato sia al ruolo che la città ricopre nel mondo cristiano sia in relazione alle sue dimensioni effettive,siano da porre in “relazione ai mutamenti delle strutture organizzative e delle istituzioni ecclesiastiche che si registrano soprattutto dal pieno V secolo: e si collegano al fenomeno del rapporto che lega il battistero alla città”.

420 CHAVARRIA ARNAU 2009, p. 149; la creazione di grandi complessi con strutture di vario tipo

annesse (terme, residenze episcopali ecc.) sorgono nei pressi dei santuari suburbani martiriali CHAVARRIA ARNAU 2009, pp. 145-154.

421 CANTINO WATAGHIN- CECCHELLI-PANI ERMINI 2001, pp. 232-233, in particolare nota 4

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Ad ogni modo, il caso di Roma, in cui il vasto numero di battisteri urbani e suburbani si ricollegava al suo ruolo di centro di pellegrinaggio per eccellenza potrebbe far pensare che Albenga, su scala ridotta, con il suo battistero “monumentale”, l’importante santuario martiriale extra moenia di San Calocero, della basilica cimiteriale di San Vittore e la basilica (martiriale ?) presso san Clemente sia stata la centro di percorsi di pellegrinaggio fin dall’età paleocristiana422.