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Restaurazione e Monarchia di luglio

Dopo un’apnea durata quindici anni, nel 1830 esplose la rivoluzione di luglio, che partorì un nuovo re.7 Ma dovettero passare altri otto anni prima che la trasformazione

di Parigi avviata dalla Rivoluzione e sospesa dalla Restaurazione si rimettesse veramente in moto.

Con un’ordinanza del 5 marzo 18388 Luigi-Filippo autorizzò il Comune di Parigi ad

aprire una strada che era già stata tracciata dal Plan des Artistes. Avrebbe preso il nome del nuovo prefetto della Senna: Rambuteau (fig. 30). La strada servì per collegare l’area del mercato delle Halles al quartiere del Marais, attraverso il centro medievale della città: quel dedalo di stradine in cui nel 1832 la popolazione era stata decimata dalla più grave epidemia di colera della storia di Parigi9. Rue Rambuteau fu quindi aperta

innanzitutto per questioni pratiche: da un lato collegare il centro nevralgico del traffico cittadino – il mercato delle Halles – ad un quartiere densamente popolato; dall’altro risanare una delle parti più malsane della città. Per queste ragioni rue Rambuteau fu salutata come “la più utile tra tutte le strade realizzate nell’ultimo mezzo secolo”10.

Ma dalle parole dello stesso prefetto si capisce che, oltre alle intenzioni pratiche, c’era dell’altro: “Ho cercato soprattutto delle aperture che creassero delle belle piazze da realizzare dove le facciate avevano un gran valore:come la rue Rambuteau, che è costata nove milioni di franchi e le i cui edifici dovevano valerne cinquanta.”11

Dopo quasi cinquant’anni veniva ripresa l’idea nata con la Rivoluzione e formalizzata dal Plan des Artistes: l’idea della valorizzazione della città, cioè della città intesa come strumento per produrre denaro. D’altronde, la Monarchia di luglio fu il regime che più si pose in continuità con i valori borghesi e liberali della Rivoluzione. Ma mentre, come abbiamo visto, nel Plan des Artistes la capacità di generare plus-valore era limitata alle aree confiscate e divenute Beni Nazionali, rue Rambuteau fece intravedere la possibilità di estendere questa capacità a tutta la città. Come vedremo, proprio questa idea, abbandonata da Napoleone e dalla Restaurazione, divenne la guida dell’azione di Haussmann durante il II Impero.

Notre-Dame-de-Lorette; 1826: quartiere de l’Europe (consorzio Hagermann); 1827: quartiere Saint-Vincent-de-Paul (banchiere André, prestanome di Lafitte). Vedi P. Lavedan, Histoire de

Paris, Presses Universitaires de France, Parigi 1967, p. 75.

7 “Nossignore, non c’è stata nessuna rivoluzione; la sola cosa che è accaduta è un semplice cambio alla testa dello Stato.” Da un dialogo tra Casimir Périer – banchiere, oppositore durante la restaurazione e ministro di Luigi-Filippo – e Gaspard de Chabrol – prefetto della Senna – citato in J. Willms, cit., p. 197. Traduzione nostra.

8 Vedi: A. Alphand (dir.), Recueil des Lettres Patentes, Ordonnances royales, Décrets et arrêtés

préfectoraux concernant les voies publiques, Imprimerie nouvelle (association ouvriére), Parigi,

1886, p. 149.

9 J. Willms, cit., pp. 208-212.

10 “La plus utile de toutes ceux dont la réalisation a été effectuée depuis un demi-siècle.” (Louis e Félix Lazare sulla “Revue Municipale”, citati da: P. Pinon, Atlas du Paris haussmannienne, Parigramme, Paris 2002, p. 17).

11 “J’ai recherché surtout les percements qui créaient des belles places à bâtir où les façades atteignaient un grand prix: telle la rue Rambuteau, qui a coûté neuf millions de francs et dont les constructions en bordure doivent en valoir cinquante.” Rambuteau, Memoires, citato in ivi, p. 17. Traduzione nostra.

Rue Rambuteau fu realizzata tra il 1839 e il 1845, espropriando e demolendo settantasette edifici.12 Le demolizioni vennero eseguite in forza della legge del 7 luglio

1833 “sur l’expropriation pour cause d’utilité publique”.13 Questa legge stabiliva che

il confine tra i rispettivi diritti della municipalità e dei proprietari fosse rappresentato dalle due linee degli allineamenti dei nuovi edifici affacciati sulla nuova strada. In altre parole, consentiva al Comune di espropriare solo le aree comprese tra i due

alignements, cioè quelle aree strettamente necessarie per realizzare il sedime della

strada. Al di fuori dello spazio della strada, sarebbero rimaste delle porzioni di proprietà private, sulle quali i rispettivi proprietari avrebbero dovuto demolire e ricostruire dei nuovi edifici – o almeno le nuove facciate dei vecchi edifici. Tra queste porzioni di proprietà rimaste all’esterno del sedime, la legge del 1833 imponeva al Comune di espropriare14 quelle troppo piccole o troppo irregolari per ospitare nuovi

edifici.15 I problemi architettonici relativi all’edificazione in queste aree scomode

avrebbero dovuto essere risolti dall’amministrazione pubblica nei singoli progetti per la realizzazione dei nuovi edifici. Per risolvere quei problemi, la legge attribuiva al Comune la facoltà di accorpare i ritagli di proprietà.

Rue Rambuteau fu aperta nel tessuto medievale della città e il suo sedime fu stabilito in modo da minimizzare le aree scomode, cioè i ritagli delle proprietà che il Comune sarebbe stato costretto ad espropriare. La nuova strada è composta da due tronchi rettilinei, con due orientamenti leggermente diversi (figg. 31 e 32). Il tronco occidentale – dalla chiesa di Saint-Eustache alla attuale rue Beaubourg – è ortogonale a rue Saint- Denis e rue Saint-Martin e quindi la sua giacitura è geometricamente compatibile con la città esistente. Il tronco orientale piega verso sud, per seguire il più possibile la rotazione dell’orientamento della città esistente. Oltre all’orientamento, anche la posizione fu scelta in modo da ridurre al minimo gli espropri: il sedime della nuova strada fu posizionato all’interno del Vieux Paris in modo da inglobare due strade già esistenti.

Grazie a questi sforzi progettuali relativi all’orientamento e al posizionamento della nuova strada, fu necessario ricorrere all’esproprio di poche aree esterne al sedime16.

Ma è importante sottolineare che, da un punto di vista strettamente economico, quegli sforzi produssero degli effetti negativi per il Comune. Infatti, la realizzazione di rue

12 Ivi, p. 17.

13 Parleremo in dettaglio di questa legge nel paragrafo “Normativa e demolizione”.

14 La legge prevedeva l’obbligo di esproprio solo nel caso in cui i proprietari delle aree adiacenti non intendessero acquisire i ritagli piccoli e scomodi.

15 La legge stabiliva dei criteri oggettivi per determinare i ritagli delle aree troppo piccoli e scomodi: esse erano quelle ridotte ad un quarto della loro estensione originale o comunque inferiori a 10 are (1000 mq).

16 In ogni caso Charles Merruau, futuro segretario generale della Prefettura della Senna, nelle sue memorie scrisse che “de là, sortirent, dans cette rue, d’étranges constructions pour la mise en valeur des rognures délaissées par la Ville.” (C. Merruau, cit., p. 77). Per stabilire con precisione quante e quali proprietà furono effettivamente espropriate dal Comune al di fuori del sedime della strada e per sapere come furono costruiti i nuovi edifici, bisognerebbe ritrovare e consultare il relativo plan parcellaire.

Rambuteau generò del plus-valore, che si manifestò in un notevole aumento del valore delle aree affacciate sulla nuova strada17: proprio quelle aree che con tanti sforzi il

Comune aveva cercato di non acquisire. Come scrive Merruau: “La città, all'epoca, temeva di più di prendere troppo terreno che di prenderne a sufficienza”18. Questa

contraddizione era destinata ad esplodere: la lotta per il plus-valore caratterizzò tutte le fasi successive della trasformazione di Parigi e il disegno del perimetro delle aree da espropriare (e demolire) diventò lo strumento per risolvere quel conflitto.

La generazione del plus-valore fu un positivo effetto collaterale dell’originario obiettivo che aveva spinto all’apertura di rue Rambuteau nel tessuto medievale della città: la nuova strada fu presto fiancheggiata dai nuovi edifici costruiti dai vecchi proprietari e le loro facciate nuove e tutte diverse splendevano nel tessuto medievale degradato del Vieux Paris.

Rambuteau passò alla storia per la sua proverbiale parsimonia, che fu spesso scambiata per una prudenza eccessiva; il prefetto era talmente fiero di questo tratto del proprio carattere che nelle sue Mémoires si attribuì specialmente il merito di aver lasciato il Comune senza debiti.19 Ma nonostante la sua prudenza, forte del successo anche

economico della strada che portava il suo nome, il 24 febbraio 1847 – esattamente un anno prima della caduta della monarchia che lo sosteneva – il prefetto chiese e ottenne dal Conseil municipale l’autorizzazione a accendere un mutuo di sessanta milioni di franchi per intraprendere un programma di lavori di embellissement,20 cioè

quel piano unitario di trasformazione della città che era atteso da decenni.

Il fiore all’occhiello di quel piano di embellissement avrebbe dovuto essere il completamento di rue de Rivoli: Rambuteau tentò di riprendere quel fil rouge che il Plan des Artistes aveva steso sulla pianta di Parigi, Napoleone aveva preso e poi lasciato cadere, e i Borbone non avevano raccolto. Come già sappiamo, l’attraversamento est- ovest della città immaginato dagli artisti e iniziato da Napoleone era composto da due tratti: quello occidentale che trovava la sua ragion d’essere nella valorizzazione delle aree confiscate a nord dei Jardins des Tuileries e nel desiderio di fondere in un unico palazzo quelli delle Tuileries e del Louvre; quello orientale, che aveva invece l’obiettivo più schiettamente formale di connettere direttamente il Louvre, l’Hôtel de Ville e place de la Bastille, ponendo i simboli del potere nazionale, comunale e della Rivoluzione in un’unica prospettiva. Fatto non secondario, il tratto orientale

17 Il successo economico di rue Rambuteau è attestato dall’Ordonnance royale relative à la

plus-value del 3 settembre 1843, con cui, prendendo atto del plus-valore generato dall’apertura

della nuova strada, il re stabilì che i proprietari delle aree che si affacciavano su rue de la Chanverriere (la continuazione di rue Rambuteau) dovessero spartire il plus-valore con il Comune, pagando una tassa. Su questi temi, vedi il paragrafo “Normativa e demolizione”. 18 “La Ville, à cette époque, craignat beaucoup plus de prendre trop de terrain que de n’en prendre assez.” C. Merruau, cit., p. 77. Traduzione nostra.

19 Commission d’extension de Paris, cit., p. 110. 20 Ivi, p. 110.

prevedeva la demolizione della chiesa di Saint-Germain l’Auxerroise.21 Ma quando, nel

1846, Rambuteau si decise a riprendere il progetto di rue de Rivoli, la demolizione di quella chiesa non era più concepibile. Allora il prefetto decise di spostare leggermente verso nord il tratto Louvre-Hôtel de Ville (quello che durante il II impero veniva chiamato rue Impériale e durante la Monarchia di luglio rue Louis-Philippe). Questo cambiamento del tracciato diede un significato del tutto nuovo a rue de Rivoli: la strada si spogliava delle relazioni formali con i monumenti e assumeva un valore in sé, in quanto via di comunicazione, in quanto strada. Con il nuovo tracciato di rue de Rivoli (e con rue Rambuteau) la strada perse buona parte del suo significato formale/ simbolico e divenne pronta ad accogliere quelli che nei cinquant’anni successivi sarebbero diventati i suoi obiettivi principali: facilitare le comunicazioni, risanare il tessuto urbano e, soprattutto, generare plus-valore.

Ma il tentativo di Rambuteau di prolungare rue de Rivoli era destinato a fallire. Il governo gli negò il permesso di avviare i lavori, adducendo ragioni economiche e, significativamente, manifestando il timore che il cantiere avrebbe attirato a Parigi “nuées d’ouvriers”22, cioè di potenziali rivoluzionari23. Il timore non era affatto

infondato, ma il governo si sbagliava su un punto: Parigi era già piena di operai, che nel febbraio del 1848 insorsero e posero fine alla Monarchia di luglio.

21 La chiesa di Saint-Germain l’Auxerrois fu teatro di alcuni importanti avvenimenti che la caricarono di significato. La notte del 23 agosto 1572 le campane della chiesa suonate a martello furono il segnale d’inizio del massacro della notte di San Bartolomeo. Durante la Rivoluzione la chiesa fu saccheggiata una prima volta e convertita in magazzino. Il 14 febbraio 1831 fu nuovamente saccheggiata durante un’insurrezione contro Luigi-Filippo.

22 “Nugolo di operai”.

23 Claude-Philibert Barthelot de Rambuteau, Mémoires du comte de Rambuteau publiés par

son petit-fils, Paris, Calmann-Lévy, 1905, pp. 371-372, citate in Commission d’extension de

Paris, Préfecture du Département de la Seine, Aperçu historique, Imprimerie Chaix, Parigi 1913, pp. 110-111.

La Seconda Repubblica fu proclamata una prima volta “a caldo” dal Governo provvisorio il 26 febbraio 1848 e poi una seconda volta a sangue freddo dall’Assemblea Costituente il 4 maggio dello stesso anno. Tra queste due date, il Governo Provvisorio decise di raccogliere il fil rouge: il 24 marzo furono emanati due decreti1 con i quali si stabilì di portare a compimento il complesso Louvre-Tuileries, ora significativamente chiamato Palais du Peuple; il 3 maggio, fu varato il decreto di utilità pubblica relativo al prolungamento di rue de Rivoli.2

Conviene soffermarsi sul tono del primo decreto sul Louvre. Nel preambolo si legge: “Il Governo provvisorio, ritiene che sia compito della Repubblica iniziare e portare a termine i grandi lavori della pace; che il concorso del popolo e la sua abnegazione danno al Governo provvisorio la forza di completare quello che la Monarchia non ha potuto fare; che è importante concentrare in un solo grande complesso tutti gli ideali che rappresentano lo splendore di un grande popolo”. Poi, l’art. 4 recita: “tutto il popolo dei lavoratori è chiamato a partecipare ai lavori e al completamento dei lavori del Louvre”3. Da un lato, il Governo provvisorio sottolineava la forza che gli derivava dal sostegno popolare, grazie al quale avrebbe potuto compiere l’impresa che la Monarchia aveva fallito; dall’altro, per raggiungere questo obiettivo, venivano chiamati all’appello tutti i

lavoratori. Questo passaggio è per noi estremamente significativo: in poche righe vennero

espressi due meccanismi attraverso i quali, sebbene sotto un regime politico di segno opposto, nei vent’anni successivi venne compiuta la trasformazione di Parigi. Il primo di questi meccanismi legava assieme i cittadini, le istituzioni e la città: quest’ultima poteva essere trasformata dalle seconde solo grazie al sostegno dei primi. Le istituzioni si sentirono chiamate (“il convient à la République”) a realizzare i simboli (“un seul et

1 Per i testi completi dei decreti, vedi l’appendice “leggi e decreti”. 2 Per il testo completo del decreto, vedi l’appendice “leggi e decreti”.

3 “Le Gouvernement provisoire, considérant qu'il convient à la République d'entreprendre et d'achever les grands travaux de la paix; que le concours du peuple et son dévouement donnent au Gouvernement provisoire la force d'accomplir ce que la monarchie n'a pas pu faire; qu'il importe de concentrer dans un seul et vaste palais tous les produits de la pensée, qui sont comme les splendeurs d'un grand peuple, décrète: […]”. “Le peuple des travailleurs est appelé tout entier à concourir aux travaux de l'achèvement du Louvre.” Traduzione nostra.