2. Come funziona FRONTEX?
2.1. Le sei missioni dell’Agenzia
2.1.4. Ricerca sul controllo e la sorveglianza delle frontiere esterne
“L'Agenzia segue gli sviluppi nel settore della ricerca pertinenti al controllo e alla sorveglianza delle frontiere esterne e trasmette tali informazioni alla Commissione e agli Stati membri”29
.
Per svolgere al meglio tale compito, definito dallo stesso Regolamento come il “follow-up della ricerca”, l’Agenzia si è dotata di un dipartimento apposito, definito come “Unità di Ricerca e Sviluppo” (o RDU, dall’acronimo inglese
Research and Development Unit). Come ricorda Erik Berglund, ex dirigente di
tale dipartimento, fino al 2007 l’Unità era composta da soli due membri in totale. Il processo di ampliamento, arrivato in un secondo momento, è stato possibile grazie all’inserimento dell’Unità nel framework di ricerca europeo30
. Ad oggi, infatti, la RDU fa parte di importanti centri di ricerca comunitari (in primis il Forum Europeo per la Ricerca e l’Innovazione); questo permette a FRONTEX sia di commissionare degli studi specifici, relativi a singole esigenze degli Stati membri, sia di beneficiare delle ricerche condotte dall’Unione Europea a più livelli. Inoltre accade spesso che gli studi condotti su indicazione dell’Agenzia vedano la collaborazione di ricercatori europei ed esperti esterni, provenienti sia
29 Regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio del 26 ottobre 2004 che istituisce un'Agenzia
europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea.
37
da Stati membri sia da paesi terzi; con questi ultimi in particolare si è instaurato un rapporto particolarmente produttivo, in quanto grazie a questa collaborazione entrambe le parti apprendono informazioni molto importanti e utili ai fini del proprio lavoro.
Di cosa si occupa la RDU nello specifico? Essa si concentra su particolari ambiti di analisi, quali:
Sorveglianza marittima, inclusi sensori radar ed elettro-ottici basati su piattaforme marine, terrestri, aeree o spaziali, così come sistemi di tracciamento delle navi;
Sorveglianza terrestre, inclusi radar e sensori elettroottici;
Sistemi di sensori volti all’identificazione di esseri umani e oggetti all’interno di compartimenti chiusi;
Documenti d’identità biometrici ed elettronici;
Sistemi per comandi, controlli, comunicazioni, computer e intelligence Metodologia per gli studi e la valutazione31
.
Di tutte queste tasks, alcune rientrano da sempre negli interessi di FRONTEX; mi riferisco ad esempio alla creazione di nuovi documenti d’identità biometrici ed elettronici, o al sistema di sorveglianza marittima e tracciamento delle navi. Altri punti sono stati invece potenziati di recente, grazie anche alle nuove tecnologie messe a disposizione agli Stati membri; in particolare, mi riferisco allo sviluppo del progetto EUROSUR, il quale è stato prima attentamente studiato e poi implementato proprio dall’Unità di Ricerca e Sviluppo in tempi molto recenti. Tuttavia, non sempre è possibile accedere alle informazioni che l’Agenzia ha ottenuto tramite gli studi condotti dalla RDU. Spesso i risultati delle ricerche vengono trasmessi solo agli Stati membri sotto forma di bollettini, i quali non sono destinati alla pubblicazione o alla diramazione al pubblico. Gli unici documenti tramite i quali si può seguire, a grandi linee, l’andamento dell’attività di ricerca condotta dall’Agenzia sono i rapporti generali che quest’ultima redige ogni anno. Essi esplicano le informazioni relative a tutti i settori di applicazione di FRONTEX, per cui solitamente contengono anche una sezione specifica
38
concentrata sugli studi effettuati nell’anno al quale il rapporto fa riferimento. Analizzando tali documenti dal 2006 ad oggi, emerge che i due progetti di ricerca più rilevanti condotti nell’ambito della gestione delle frontiere esterne riguardano i già citati studi MEDSEA e BORTEC, i quali hanno portato allo sviluppo di EUROSUR. Di essi, lo ricordiamo, solo il primo è stato parzialmente reso pubblico, mentre il secondo rimane tutt’ora completamente segreto. Per quanto riguarda invece gli altri progetti di ricerca condotti negli anni, essi hanno riguardato innanzitutto la gestione delle cosiddette “frontiere intelligenti”, quindi lo sviluppo di tutta una serie di tecniche atte ad un attraversamento delle frontiere più facile e più sicuro per i viaggiatori; a questo compito l’Agenzia lavora sin dal 2006, suo primo vero e proprio anno di attività. Emerge una differenza sostanziale tra gli studi condotti durante questi primi anni di lavoro e gli studi condotti in tempi più recenti. Inizialmente ci si occupava di effettuare delle ricerche sulle stesse modalità operative dell’Agenzia; ad esempio, nel 2006 è stata avviata una ricerca che si poneva l’obiettivo di calcolare i costi di esercizio giornalieri relativi ai diversi mezzi impiegati nelle operazioni congiunte. In seguito, una volta assestatosi il meccanismo di cooperazione tra gli Stati membri e l’Agenzia, ci si è concentrati sui reali obiettivi che questa si proponeva di raggiungere; sono stati quindi condotti degli studi sul coordinamento delle operazioni di rimpatrio (Progetto Pilota Attica, 2009), o sull’implementazione di tecnologie più innovative ed economiche da impiegare nella sorveglianza delle frontiere (Progetto All Eyes, 2012).
Altro compito fondamentale della RDU consiste infine nel rapportarsi all’industria: identificando i bisogni degli Stati a livello pratico, i ricercatori si occupano di riferire tali bisogni ai produttori e fornirgli quindi l’input che li spinga a creare gli strumenti adeguati al soddisfarli. In questo modo si evita la sensazione di spaesamento che i singoli Stati possono provare di fronte alle tante nuove tecnologie prodotte di anno in anno: grazie al supporto degli esperti dell’Agenzia, infatti, è più facile stabilire quali mezzi siano realmente necessari e quali no; inoltre, gli esperti sono in grado di discernere i meccanismi con più probabilità di successo da quelli che probabilmente perderanno di utilità in breve tempo. Spesso FRONTEX svolge questa funzione di tramite organizzando vere e
39
proprie conferenze alle quali partecipano sia rappresentanti del settore industriale, sia rappresentanti degli Stati membri; ciò permette alle parti interessate di trovare accordi migliori, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, con un risparmio di tempo notevole rispetto alla conduzione di trattative singole.
2.1.5. Assistenza tecnica e operativa agli stati membri alle frontiere esterne