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Lo scopo dell’approfondimento qualitativo è di comprendere come entrano in relazione con le tecnologie gli infermieri, indagando in particolare la cartella informatizzata, cercando di comprendere questa relazione come una tecnologia-in-pratica cercando di coglierne le dimensioni sociomateriali (Orlikowski, 2007). Con una prospettiva il più possibile “dal di dentro”

Università di Bologna Dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale 2018 Vincenzo D’Angelo

171 (Gherardi, 2010) cioè dal punto di vista dell’attività e degli attori che la conducono, con la sua temporalità, la sua processualità, cosi come rispetto all’ordine che emerge dalle negoziazioni nel dipanarsi dell’azione e interazione, che in questo caso, ricordiamolo è un’azione di cura dunque coinvolge un terzo soggetto. In questa logica una questione non minimale è cercare di capire quali sono le aspettative più o meno magiche nei confronti dell’artefatto tecnologico o al contrario le preoccupazioni, se intravvedono delle contraddizioni con il lavoro di cura inteso come prendersi cura dell’utente in modo globale e personalizzato.

Per condurre la componente qualitativa della ricerca non mi sono avvalso di un approccio metodologico specifico, ma ho integrato gli sguardi di differenti elaborazioni teoriche congruenti, utilizzandone i contenuti fondamentali come guida per condurre la raccolta dei dati e l’analisi. Si tratta di contributi teorici su cui mi sono già soffermato precedentemente, la ANT (actor-network theory) (Latour, 2005), e l’approccio della teoria della strutturazione (Giddens, 1984). Dal punto di vista della lente con cui osservare il fenomeno dell’interazione tra il personale infermieristico e la tecnologia nel contesto organizzativo sanitario, ritengo appropriato avvalermi di una elaborazione di questi due approcci teorici, in cui gli stessi sono integrati in una schematizzazione che ne include gli elementi principali, in una elaborazione innovativa e che offre una visione complessa e forse anche completa dei processi, delle variabili e delle interazioni che caratterizzano l’introduzione dell’innovazione tecnologica nelle organizzazioni, in particolare, sanitarie. Come sostenuto dagli autori stessi la actor-network theory incontra la Strong Structuration Theory, che è una elaborazione che tende a radicalizzare le tesi di Giddens, ma ne mantiene la sostanza dell’impianto (Greenhalgh, Stones, 2010), i due autori propongono una struttura teorica che combina i due approcci, di cui lo schema nella fig. 8.

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172 Nella loro riflessione sviluppano un percorso in cui esplicitano, gli assunti che includono e gli aspetti dal loro punto di vista critici della ANT, che invece respingono. Per esempio respingono la tesi della simmetria generale tra umani e artefatti tecnologici, che è un caposaldo della ANT, (Latour,

1. Le strutture esterne

Le condizioni per l’azione, cioè il contesto strutturale in cui è

contemplata e si svolge l'azione, compresi i livelli meso e macro delle relazioni di position-pratice

2. Le strutture interne

L’attore-rete, incorpora conoscenze e capacità

3. Azione/attivazione dell’attore

Per particolari azioni in particolari situazioni a quali elementi delle strutture interne l’attore attinge?

4. Risultati

Quali sono gli impatti previsti e non previsti sulle strutture esterne ed interne, e come queste sono ri-prodotte o cambiate?

2b. Attore umano con il suo sapere situato

rilevante per la situazione specifica, inclusi i saperi 2c, e 2d.

2a. Attore umano con le sue conoscenze ed i suoi valori

2d. Le funzionalità contingenti della

tecnologia pertinenti alla situazione specifica 2c. Le proprietà materiali della tecnologia e le strutture sociali inscritte

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173 2005), sostenendo che sia le persone che gli oggetti tecnici sono soggetti agenti, ma lo fanno per strade differenti, (Greenhalgh, Stones, 2010). Si dicono concordi nell’accettare che determinati aspetti dell’ordine sociale possano essere “iscritti” nell’artefatto tecnologico, stabilizzando alcune forme di relazione nella rete d’interazioni tra persone, tecnologie e attività organizzativa, ma pongono il dubbio su quanto la generalità di questa nozione, possa permettere di spiegare cristallizzazione le variazioni che caratterizzano i casi particolari. Come terzo aspetto per un verso accolgono l’assunto, proprio della ANT, che interpreta il comportamento umano come modellato e limitato da complesse dinamiche nella rete socio-tecnica, e che in un certo senso possa essere considerato più un esito, piuttosto che una causa, respingono invece l’idea che il comportamento umano possa essere ridotto totalmente alle dinamiche della rete. Dunque in sintesi, propongono d’integrare l’enfasi data dalla ANT alle proprietà della dimensione materiale e dell’iscrizione di contenuti sociali negli artefatti tecnologici, con la concezione di “agency” della SST (strong structuration theory), (Stones, 2005). Gli stessi autori rilevano come la teoria della strutturazione nel suo complesso, discuta molto poco il tema della sociomaterialità (orlikowski, 2010) della tecnologia, per cui per colmare questa lacuna fanno riferimento ed includono la concezione di Dant, (Dant, 2004), che rilegge il campo di manipolazione e percezione all’interno del quale le persone attingono dalla tecnologia, come un’interazione materiale orientata alla situazionalità del compito, colmando così la lacuna ed avvicinando la SST agli sguardi fenomenologici. Il modello sviluppato in sintesi si articola, considerando nella dimensione macro le influenze storiche e sociali, di tipo istituzionale, politico, economico e tecnologico e che preesistono indipendentemente dagli attori organizzativi, al centro di una particolare situazione. In quanto forze esterne influenzano ogni specifica condizione contingente, gli attori organizzativi utilizzano le tecnologie con peculiari modalità, dando così vita a delle pratiche della tecnologia situate, ed attraverso il quale generano delle

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174 particolari forme di contesto e di significati sociali, (Greenhalgh, Stones, 2010). Il complesso modello sviluppato dagli autori, però non è seguito da una operazionalizzazione adeguata che permetta una sua agevole applicazione sul piano empirico ed è stato oggetto di discussione in letteratura sotto questo aspetto, (Cook et al., 2012). Per quanto concerne il presente lavoro, mi offre una base concettuale ampia e solida, nella quale sono in particolare interessato alla dimensione delle strutture interne in relazione alle relazioni sociomateriali degli infermieri come attori organizzativi, con il focus sui processi che Orlikowsky chiama tecnologie- in-pratica (Orlikowsky, 2010), e lo sguardo delle pratiche osservate dall’interno, (Gherardi, 2009).