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La produzione teorica in campo infermieristico è piuttosto variata e complessa, in linea di sintesi possiamo però sostenere che esistono quattro concetti che vengono universalmente riconosciuti come centrali nelle diverse produzioni teoriche, che sono, la persona, la salute, l’ambiente, l’attività infermieristica, (Alligood, Marriner-Tomey, 2005). La persona: che è il ricevente delle prestazioni infermieristiche, viene intesa in un’ottica sistemica e includente anche la rete familiare e sociale, viene messo in particolare risalto il carattere olistico della persona e la sua unicità, che mette in evidenza la tensione a prendere a carico la persona nel suo complesso e non solo gli aspetti patologici. L’ambiente: intendendo il contesto nel quale la persona è inserita e dal quale è influenzata, questo

Università di Bologna Dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale 2018 Vincenzo D’Angelo

100 termine può avere un’accezione in senso ristretto riferendosi al contesto di cura ospedaliero, altro servizio, la famiglia; oppure un’accezione più ampia in termini di salute pubblica, quindi pensando all’ambiente anche in senso ecologico, quindi come ambiente di lavoro, allo stile di vita ecc. proiettando quindi l’attività in modo più marcato in un’ottica preventivo-educativa. La salute: viene intesa in termini olistici con una forte caratterizzazione relazionale e processuale, ci si riferisce specificatamente alle risposte che la persona da a determinati problemi di salute ed ai processi vitali, attuali o potenziali. L’infermieristica: intesa, come precedentemente affermato, come l’insieme delle attività, delle caratteristiche e degli attributi di coloro che esercitano questa attività. In generale possiamo dire che lo sviluppo di teorie in campo infermieristico, è nutrito anche se piuttosto giovane, infatti ad eccezione della produzione di Florence Nigtingale che possiamo identificare come la prima infermiera della storia e che elaborò la sua produzione nel corso del 1800, per il resto le altre elaborazioni appartengono al ventesimo secolo (Motta, 2005). Per quanto mi riguarda rispetto alle teorie voglio in linea di sintesi delinearne alcune caratteristiche essenziali, seguendo una classificazione basata su tre livelli: le filosofie, i modelli concettuali (o grandi teorie), le teorie infermieristiche di media portata.

Le filosofie

Per le filosofie è importante segnalare quella di Nightingale che per prima sviluppa una concezione infermieristica della cura, tant’è vero che il suo operato rivoluzionò letteralmente il modello di sistema sanitario allora vigente, e che affidava l’assistenza a persone senza nessuna competenza, mentre con la Nightingale possiamo dire che nacque l’approccio scientifico e professionale al nursing; le sue principali intuizioni teoriche si riferivano all’identificazione di una relazione tra uomo e ambiente. Un’altra teorica ancora oggi attualissima fu Henderson (Alligood, Marriner-Tomey, 2005)

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101 che con il suo testo The Nature of Nursing (1991) pose una pietra miliare nello sviluppo del nursing moderno. Nel testo la Henderson elabora l’idea di un infermiere che deve assistere l’individuo sano o malato lungo l’arco della vita, adeguandosi alle sue capacità di autonomia, concetto molto rilevante nella sua trattazione; ha una concezione olistica della persona di cui da una definizione sulla base di 14 bisogni fondamentali, che nell’insieme rappresentano le componenti dell’assistenza infermieristica, ha dato infine un forte impulso alla definizione di una figura infermieristica professionalmente caratterizzata ed autonoma perciò sganciata dalla figura del medico.

I modelli concettuali

In questa categoria voglio segnalare Orem (George, 2014) che sviluppa la sua teoria partendo dal presupposto che all’interno del proprio contesto di vita i gruppi e le persone, apprendono ed eseguono quelle azioni verso di sé o verso l’ambiente, che si sa o si presume influenzino l’autoregolazione del proprio funzionamento, al fine di contribuire all’auto mantenimento, alla salute e al benessere personali. Da questa impostazione derivano le altre due proposizioni importanti, che riguardano l’inadeguata cura di sé come sintesi di tutte quelle azioni che l’individuo non riesce a compiere da sé del tutto o parzialmente, e che rientrano poi nell’area d’azione infermieristica, identificata attraverso i sistemi di cura infermieristici che si costruiscono con l’azione degli infermieri e nel complesso infermiere-paziente. Merita anche attenzione l’elaborazione di Johnson (Andrews, 2013) che descrive l’uomo come un sistema comportamentale composto da sette sottosistemi, il nursing viene quindi inteso come una forza esterna che agisce per preservare l’organizzazione del comportamento del paziente quando questi è sotto stress attraverso l’imposizione di meccanismi di regolazione o l’offerta di risorse. L’assistenza infermieristica deve essere considerata come un’arte e

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102 una scienza, e fornisce un’assistenza esterna sia prima, sia durante l’insorgenza di alterazioni dell’equilibrio del sistema, e richiede quindi conoscenze relative all’ordine, al disordine e al controllo, le attività infermieristiche non sono alle dipendenze dell’autorità medica ma sono complementari.

Le teorie di media portata

In questo ambito la teoria di Peplau (Alligood, Marriner-Tomey, 2005) si rivela particolarmente pertinente rispetto al tema generale del lavoro, poiché pensa e descrive il nursing come un importante processo terapeutico interpersonale, sviluppando l’idea centrale della teoria sulle relazioni tra infermiere e paziente. Definisce la persona come un soggetto che vive in un equilibrio instabile, e la salute come un termine simbolico che implica il progresso della personalità e degli altri processi umani verso uno stile di vita creativo, personale e sociale. Secondo la Peplau il nursing funziona in cooperazione con altri processi umani che rendono possibile la salute degli individui all’interno delle comunità. In quest’ottica il ruolo degli infermieri in una equipe sanitaria che eroga servizi sanitari è quello di contribuire organizzando le condizioni che agevolano le tendenze naturali dell’organismo umano, attraverso un intervento educativo che favorisce il progresso della persona nel suo complesso. Infine vorrei dedicare alcune righe a quella che secondo me è una teoria essenziale e quanto mai attuale, vale a dire alla teoria del nursing transculturale di Leininger (Andrews, 2013) che affronta il tema dell’assistenza a partire dalla variabile cultura come elemento determinante. Secondo l’autrice l’assistenza agli esseri umani è un fenomeno universale, mentre ciò che varia nelle diverse culture sono le espressioni, i processi, le forme strutturali e i modelli assistenziali. La teoria risente di una forte influenza dell’antropologia, ma è ben chiara

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103 nei suoi assunti infermieristici, di cui il modello del sole nascente rappresenta una sintesi efficacissima, dove vengono messi in luce i fattori relativi alla visione del mondo che influenzano l’assistenza e la salute, attraverso il linguaggio e l’ambiente. Nella seconda parte del modello vengono rappresentati i sistemi di cura professionali da un lato, i sistemi di cura popolari dall’altro e l’assistenza infermieristica come sistema di mediazione tra i due. In generale ritengo importantissima l’idea di assistenza infermieristica come sistema mediatore poiché, recupera in un’ottica macrosociale il tema della relazione infermiere-paziente che si gioca invece in ambito microsociale. Ho voluto sviluppare questa brevissima disamina della produzione teorica in campo infermieristico, per permettere di osservare, anche a costo di risultare eccessivamente sintetico, la varietà e l’ampiezza delle riflessioni disciplinari sul proprio specifico professionale fatte dagli studiosi, cosi come di osservare alcune costanti che caratterizzano questa professione; per completare questo capitolo voglio quindi sviluppare un approfondimento su due temi fondamentali specifici, le specificità e le potenzialità del professionista infermiere, i due temi sono l’assistenza infermieristica e il bisogno di assistenza.