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4. Il terzomondismo nella storiografia Fra Third Worldism e tiers mondisme

4.1 Robert Malley

Ma voglio fare nuovamente un passo indietro e procedere con ordine. In realtà il primo a lanciare uno studio storico approfondito sul Third Worldism, e a porre al centro della sua indagine l'Algeria è stato, a metà anni Novanta, il già citato politologo statunitense Robert Malley93. A circa una decina d'anni dal culmine della polemica anti-

terzomondista, Malley compie un'analisi storica del Third Worldism dalla prospettiva algerina, partendo dalle origini (gestation), per arrivare all'apogeo (apogee) e concludere con il tramonto (demise).

Come già accennato, Malley fin dalle prime pagine del volume dichiara di non distinguere il Third Worldism dal terzomondismo, o meglio, che la sua interpretazione, che in parte differisce dalla mia, è che il terzomondismo come ideologia about the

Third World e il Third Worldism come ideologia of the Third World siano in realtà due

parti di una sola entità. Ovvero, egli chiarisce che se c'è stato un terzomondismo (about) proveniente dagli attivisti e intellettuali europei di sinistra, allo stesso tempo vi è stato un terzomondismo (of), che nomineremo d'ora in poi nella sua versione inglese Third Worldism, che è stato un'ideologia nata nel Terzo Mondo. Secondo Malley però la convergenza fra questi due discorsi ha avuto molto più importanza rispetto alle loro

92 A dieci anni di distanza dalla prima Conferenza Afro-Asiatica, tenutasi in Indonesia nella città di Bandung dal 18 al 24 aprile 1955, Algeri avrebbe dovuto ospitarne il proseguimento (II Conferenza Afro-asiatica) che avrebbe rappresentato il coronamento degli sforzi algerini, alla cui testa vi era la conduzione politica del presidente Ahmed Ben Bella, di diventare una forza guida del Third Worldism globale. Comunemente denominata «Bandung 2» o «Seconda Bandung», non ebbe mai luogo: in primis a causa del colpo di Stato perpetrato da Houari Boumédiène che depose e imprigionò Ben Bella il 19 giugno 1965 a pochi giorni dall'inizio dell'assise; precedentemente era stata messa comunque in crisi dall'opposizione cinese alla partecipazione dell'URSS.

differenze, il che gli permette di considerarlo come un fenomeno unico. Ma, cosa più importante, lo considera il prodotto di un incontro, di uno scambio, e contrariamente a quello che è stato sostenuto da molti94, a suo avviso non è stata un'imposizione europea.

Perché «the hopes invested by the European Left in the revolutionary Third World mirrored, to a remarkable extent, the Third World militants' justification of their own actions. In other words, Third Worldism was not a means by which the Third World was created by the West, but a shared representation of the world in which events, processes, and actors were endowed with a specific significance. To borrow Said's metaphor, the emergence and consolidation of the ideology involved a two-way traffic between the exercise of power and the discourse on power. Third Worldism became a style of thought and a means of coming to terms with the world that was appropriated by political leaders as a language of power, by activists as a vocabulary of dissent, and by historians, journalists, economists, and sociologists as an interpretative tool»95.

Non intendo qui analizzare in dettaglio il volume di Malley ma solo trattarne brevemente la struttura perché a mio avviso sintetizza chiaramente quelle che ritiene le caratteristiche del Third Worldism e alcune linee di riflessione su cui si poggia buona parte del discorso terzomondista. Per sostenere la sua tesi egli sviluppa la sua analisi attraverso tre macro temi, che compongono le fondamenta su cui si regge l'intero volume. Per primo analizza il Third Worldism come ideologia della rivoluzione algerina dalle origini fino al declino che ha portato a una estrema radicalizzazione islamista del paese, culminata nel sanguinoso periodo della guerra civile degli anni Novanta. L'Algeria, secondo l'autore, ha goduto di uno status privilegiato nel Pantheon terzomondista per diverse ragioni. Prima di tutto perché se come abbiamo detto il Third Worldism è il frutto del contatto sia ideologico che fisico con i poteri coloniali europei, in particolare con la Francia, l'Algeria da questo punto di vista può essere considerata l'incubatrice perfetta. Infatti l'Algeria possiede alcune fondamentali caratteristiche da questo punto di vista: un'estrema vicinanza geografica con la madre-patria; dopo una violenta e feroce conquista militare nel 1848 entra a fare parte a tutti gli effetti del territorio metropolitano francese venendo suddivisa in tre dipartimenti; anche se mai considerata amministrativamente come tale, diventa nel corso del tempo la più grande

94 Vedi sopra, nota 74.

colonia di popolamento di tutto l'Impero coloniale francese96; questi fattori le hanno

permesso, suo malgrado, un diretto, profondo e intenso scambio con la metropoli. Infine perché l'eroica guerra combattuta dalla popolazione algerina, a partire dal 1954, per ottenere l'indipendenza – durata quasi otto anni, costata la vita a centinaia di migliaia di persone, che ha trasformato uno sparuto gruppetto di nazionalisti male armati e male addestrati in un esercito regolare che ha potuto godere di un supporto popolare immenso – ha politicizzato enormemente il pensiero e il discorso sul Terzo Mondo e quindi sul Third Worldism. Non è infatti un caso se uno dei padri del Third Worldism, lo psichiatra e filosofo martinicano Frantz Fanon, sviluppò le sue teorie politiche proprio durante il suo coinvolgimento in prima persona nella rivoluzione algerina.

Il secondo macro tema è più generale: tratta il «Third Worldism as a whole»97. A

prescindere dalla problematicità del concetto di Terzo Mondo che Malley riconosce ma di cui non si occupa nel volume, il Third Worldism aveva come fondamentale caratteristica la convinzione che il Terzo Mondo condividesse comuni aspirazioni e un comune destino. «Third Worldist activists and thinkers look to similar authoritative writings, exemplary heroes; they see in things analogous signs and meanings. I thus draw principally on the case of Algeria but move freely to other examples»98.

Il terzo macro tema invece è una riflessione su come uno stile di pensiero o di discorso si costituisce, si mantiene e infine viene sfidato e messo in crisi. Secondo Malley attraverso il Third Worldism, in particolare dalla prospettiva algerina, vediamo in azione quella dinamica di interazione tra ideologie (socialismo, nazionalismo etc.), eventi storici (colonialismo e lotte per l'indipendenza) e strutture sociali (polarizzazione economica, dipendenza, sottosviluppo) che rendono possibile per un discorso99

raggiungere un certo rilievo. Il Third Worldism forniva simultaneamente strumenti per la dominazione e per la resistenza, un vocabolario del potere e del dissenso allo stesso tempo.

La caratteristica più interessante e allo stesso tempo più importante del discorso di Malley, visto anche il periodo in cui il volume è stato pubblicato, lo ripeto, è a mio

96 Nel 1962, anno dell'ottenimento dell'indipendenza, in Algeria vivevano circa un milione di pieds-noirs, i coloni di origine europea.

97 Malley, The call from Algeria, cit., p. 7. 98 Ivi, p. 8.

avviso l'interpretazione del Third Worldism e del terzomondismo come il prodotto dell'incontro tra differenti visioni del mondo, differenti culture e ordini sociali. Un mélange che ha avuto come interpreti dei movimenti politici nel Terzo Mondo che, primo: attribuivano marxianamente il potenziale rivoluzionario alle masse contadine non industrializzate del Sud del mondo, considerate «a social underclass of a world economy dominated by the North; second, they [viewed] history as an intelligible and inevitable evolution stretching back to traditional, egalitarian structures of the precolonial era and heading toward the utopian society of tomorrow; and third, they [put] faith in the centralized, Jacobin state as the representative of these masses and the agent of that evolution»100. Inoltre tali movimenti venivano in soccorso alle speranze

rivoluzionarie ed emancipatrici del Primo Mondo, così mortificate dallo Stalinismo, in uno scambio di supporto e sostegno ideali, culturali e pratici che si giustificavano e alimentavano reciprocamente. «Revolutions of the Third World thus [served] as political cultural references points for the rebellious youth of the First»101.