Analizzando la documentazione, benché frammentaria, prodotta da Liberazione e Sviluppo emerge, a partire dall'assemblea generale del 1972, a volte in modo esplicito a volte implicito, una concezione del proprio ruolo e della propria collocazione politica nettamente distinta rispetto allo «schieramento delle diverse forze politiche italiane», nella fattispecie i partiti e le forze extraparlamentari.
Il movimento non si propone né come partito né come organizzazione extraparlamentare. Partecipare ad essi è però dovere e impegno di coerenza personale degli aderenti, secondo scelte autonome e personali.
Il movimento si caratterizza invece come azione di pressione politica sul potere attuale (governo e forze politiche). Vale a dire che esso opera attraverso la mobilitazione dell'opinione e della coscienza politica, perché si precisino e realizzino le scelte politiche intorno ai problemi dello sviluppo mondiale che per noi sono discriminanti e determinanti di ogni potere conservatore, riformista, rivoluzionario.
Il ruolo quindi del movimento è: una forza di coscientizzazione e di mobilitazione politica di base133.
La propria azione veniva dichiarata non vincolata da «preoccupazioni né di concorrenza o di alleanza elettorale, né di allineamento ideologico o partitico», intendeva collocarsi altresì in aperta opposizione alle forze ritenute responsabili o complici del «progetto e [del] sistema mondiale che [produceva] lo sfruttamento»134.
Già nel Dossier sulle colonie portoghesi il Movimento aveva dichiarato che concepiva come un momento privilegiato della propria azione il «collegamento fra le lotte antimperialiste nei paesi del Terzo Mondo e la lotta contro la struttura capitalista della nostra società»135. Dopo l'assemblea generale del settembre 1972 si autodefiniva
«un'organizzazione politica» che intendeva esercitare la sua azione «sia verso le forze
133 Premesse al dibattito sulla linea politica, 11 febbraio 1972 (data manoscritta in fondo al documento), FAL, b. 1,
fascicolo «Attività Liberazione e Sviluppo», sottofascicolo «1972», sottolineature presenti nel documenti originale.
134 Ibidem.
politiche di sinistra perché [inserissero] nella loro azione la componente internazionalista, sia verso la base perché, una volta politicizzata in questo senso [esercitasse] un'azione di spinta sulla organizzazione di cui [faceva] parte»136.
Le manifestazioni pubbliche da noi promosse devono avere un deciso carattere antimperialista e internazionalista. Lo sforzo del Movimento nei suoi interventi all'esterno deve essere sempre quello di coinvolgere le forze della sinistra nel modo il più possibile unitario; in questa ottica quando si aderisce ad una manifestazione lo si fa solo in base ad una piattaforma politica scritta, che risulti chiaramente unitaria. Si sottolinea comunque che l'unitarietà deve essere non tanto quantitativa, ma soprattutto qualitativa, il che presuppone in ogni occasione un'attenta valutazione da parte dei compagni137.
Questa specifica concezione della collaborazione politica con le «forze della sinistra» permise a Liberazione e Sviluppo di affermarsi come un centro di attivismo terzomondista molto efficace perché capace di far convergere soggetti politici anche molto eterogenei fra loro in mobilitazioni, manifestazioni, iniziative pubbliche e campagne di solidarietà condivise. Come testimonia Costadoni, Liberazione e Sviluppo riuscì,
in tempi politicamente molto vivaci e anche difficili per l'unità delle forze, chiamiamole così, progressiste, a mettere insieme tutto l'arco: dalla sinistra democristiana all'estrema sinistra di Lotta Continua con tutto quello che c'era dentro. Con fatica... […] Questo non dopo il primo giorno ovviamente, fu un lavoro di due anni. Quindi con manifestazioni pubbliche, riuscendo a far venire le forze politiche anche senza i simboli di partito!138
Anche Lombardi conferma nella sua testimonianza questo approccio mirato a raggiungere la più trasversale e ampia partecipazione possibile, obiettivo che si poteva raggiungere solo in virtù di una particolare attenzione alle dinamiche e alle rivalità fra i vari gruppi coinvolti:
136 Interpretazione politica della sviluppo, s.d., FAL, b. 1, fascicolo «Attività Liberazione e Sviluppo»,
sottofascicolo «1972», p. 4.
137 Problema delle alleanze, indicazioni uscite dall'Assemblea Generale del Movimento del 20-21 aprile 1974, in
«Vittoria È Certa – Bollettino del Movimento Liberazione e Sviluppo» n. 7, maggio 1974, FAL, b. 1, fascicolo «Notiziari-Bollettini di Liberazione e Sviluppo».
quando si facevano le manifestazioni si chiedeva sempre a tutti... Movimento Studentesco, Avanguardia Operaia, Comitato Vietnam, etc. se aderivano alle manifestazioni...[…] su quella piattaforma se sei d’accordo dai l’adesione se non sei d’accordo non la dai, basta. […] Quando si facevano […] i cortei [in cui] venivano sia magari quelli di Avanguardia Operaia, Movimento Studentesco o lotta Continua, sempre si stava bene attenti a mettere in chiaro che non ci dovevano essere casini […] perché non era quello l’obiettivo. L’obiettivo era quello di cercare di fare una cosa per l’indipendenza o anche solo il riconoscimento della Guinea piuttosto...quindi non sono mai successi, che io mi ricordi, non ci sono mai stati incursioni, pestaggi e robe durante... […] perché insomma non volevamo essere coinvolti in cose che non ci riguardavano139.
Questa fu la strategia adottata al netto delle difficoltà quotidianamente incontrate140,
stando alla ricostruzione dei testimoni, fino al momento in cui le tensioni sociali e le strategie di lotta delle organizzazioni solitamente coinvolte non diventarono incompatibili con le condizioni richieste dal Movimento. Costadoni ha ricordato un episodio in particolare, che individua un punto di svolta:
Più tardi le vicende politiche nazionali, che hanno a che fare con la violenza e non violenza hanno inciso... […] anche direttamente, sulle vicende di Liberazione e Sviluppo […]. Fu quando Lotta Continua conobbe quel periodo di componenti diverse, al suo interno, alcune delle quali andavano in piazza per menare... no! Non è esatto dir così, andavano in piazza per creare casini... con dei contraccolpi per coloro che non avevano intenzione di farlo deleteri! […] Fu l'ultima volta che decidemmo di fare manifestazioni unitarie, perché non ci si riusciva più...141
139 Adele Lombardi, intervistata a Milano il 23.02.2017.
140 Come esempi delle difficoltà nel portare avanti questa politica si vedano a titolo esemplificativo l'episodio raccontato da Susani riguardo il tentativo di imposizione, da parte del rappresentante delPCI di quartiere, della partecipazione del Comitato Unitario Antifascista in cui era rappresentata anche laDC a una manifestazione contro il colonialismo portoghese: vedi Lettera di Eugenio [Susani], Milano 17 aprile 1973, in «Liberazione e Sviluppo – Notiziario» n. 1, maggio 1973, FAL, b. 1, fascicolo «Notiziari-Bollettini di Liberazione e Sviluppo», fuori indice. Oppure la strategia organizzativa scelta dal Movimento per la manifestazione indetta il 24 luglio 1973 contro il massacro di civili del villaggio di Wyryanu in Mozambico perpetrato dai soldati portoghesi nel dicembre 1972 ma reso noto soltanto nel luglio '73. In quell'occasione, per Liberazione e Sviluppo si impose la scelta di sciogliere il comitato organizzatore, a cui avevano aderito immediatamente le forze della sinistra extraparlamentare che per questo non «avrebbe favorito l'unificazione del movimento di lotta», per assumere su di sé l'intera responsabilità organizzativa della manifestazione nel tentativo, riuscito, di coinvolgere anche le forze della sinistra storica: vedi Dai gruppi. Milano. Manifestazione del 24 luglio, in «Vittoria È Certa – Bollettino del Movimento Liberazione e Sviluppo» n. 3, [ottobre] 1973, FAL, b. 1, fascicolo «Notiziari-Bollettini di Liberazione e Sviluppo», pp. 27-29.
A partire da questa strategia era organizzata anche la gestione interna della militanza. Similmente alla dinamica su cui era sorto il Centro di Documentazione Frantz Fanon, anche Liberazione e Sviluppo era caratterizzata da una certa eterogeneità politica. I suoi membri erano liberi di aderire o militare nelle diverse forze politiche nazionali (partiti o organizzazioni extraparlamentari) secondo le proprie sensibilità (purché sempre compatibili con i valori e i principi di Liberazione e Sviluppo). Costadoni, infatti, descrivendo questa dinamica ha riportato alla luce un curioso aneddoto, significativo di una concezione totalmente diversa della militanza diffusa in altri ambienti:
non è che ciascuno di noi poi non facesse quello che voleva fare come singolo cittadino, magari inserito in altre associazioni o gruppi politici. […] Assolutamente di tutti ordini e gradi. Citavo prima Avanguardia Operaia, ma c’erano anche quelli del Partito Comunista... la gente, se non sbaglio era militante nel P.C.I. Due settimane fa un compagno ex-militante di Liberazione e Sviluppo, che faceva parte di un […] gruppo di Avanguardia Operaia che era entrato più tardi, mi raccontava che lui faceva parte della Commissione Esteri di Avanguardia Operaia e cercava di convincere Avanguardia Operaia che l’adesione a Liberazione e Sviluppo non [era] per egemonizzare il movimento […], era “perché si vuole dare un contributo ai movimenti di liberazione! Quindi se vogliamo entrare, entriamo per questo motivo non per egemonizzare!” Bisogna dire che effettivamente, non abbiamo mai sentito una pressione egemonizzatrice, perché quelli lì venivano con veri intendimenti di sostegno al movimento di liberazione al di là di quello che volevano i grandi capi142.
Sempre all'interno di questa strategia va inserita l'adesione alla «Conferenza nazionale di solidarietà contro il colonialismo e l'imperialismo per la libertà e l'indipendenza della Guinea-Bissau, Mozambico, Angola» tenutasi a Reggio Emilia nel marzo 1973, per la quale Liberazione e Sviluppo aveva anche dato un piccolo contributo organizzativo143. La conferenza rappresentò un grande momento di mobilitazione in
solidarietà e in sostegno delle lotte di liberazione delle colonie portoghesi che sanciva
142 Gian Carlo Costadoni, intervistato a Ranco (VA) il 24.02.2017.
143 Il gruppo di Milano aveva fornito un audio-visivo dal titolo «Angola, Guinea-Bissau, Mozambico: tre guerre di liberazione» che fu proiettato nell'ambito dell'omonima mostra fotografica presso l'isolato S. Rocco di Reggio Emilia. Il comitato organizzatore aveva cercato di inserire la conferenza in una serie di iniziative e manifestazioni collaterali con l'intento di «coinvolgere il più ampio numero di persone, enti, istituzioni». Cfr. Lanzafame C.M. – Podaliri C., La stagione della solidarietà sanitaria a Reggio Emilia : Mozambico 1963-1977, Torino, L'Harmattan 2004, pp. 159-160.