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I sarti e i membri della sartoria nell’estimo del 1296-

1.5 Gli estimi del comune di Bologna

1.5.1 I sarti e i membri della sartoria nell’estimo del 1296-

373

R. Smurra, Città, cittadini e imposta diretta a Bologna alla fine del Duecento, cit.

374 Fra l’estimo di Pax de Pacibus, avvenuto a fine anni Settanta del XIII secolo e corretto nel 1281, e quello del 1296- 97 altri chiesero di essere iscritti all’estimo per godere dei diritti politici e civili, dunque nelle dichiarazioni di un migliaio di cedole si fa riferimento all’epoca in cui furono inseriti nell’estimo, indicando il nome del podestà in carica in quel momento (cfr. R. Smurra, Città, cittadini e imposta diretta a Bologna alla fine del Duecento, cit.).

375 Ivi, infra.

376 A. I. Pini, Campagne bolognesi. Le radici agrarie di una metropoli medievale, cit., pp. 46-48. 377 R. Smurra, Città, cittadini e imposta diretta a Bologna alla fine del Duecento, cit.

74 Ai fini di questa ricerca, che mira a conoscere il mestiere del sarto nella città di Bologna, gli estimi sono in grado di offrire qualche notizia in più rispetto ai nominativi, ai luoghi di residenza, alle provenienze e al mestiere dei padri già ricavati dal libro della matricola del 1294. La fonte di natura fiscale getta luce sul patrimonio dei sarti censiti, formato da beni immobili quali case e terreni, sugli investimenti e sulla pratica di ricorrere a prestiti di denaro, molto diffusa anche tra questi artigiani che figurano sia in qualità di creditori sia in qualità di debitori. Tra gli estimati non mancano anche coloro che non avevano nulla da dichiarare (nichil habens) o coloro che non possedevano beni immobili ed abitavano in case in affitto, pur denunciando denaro liquido, bestiame oppure capitali investiti in attività commerciali o produttive.

I sarti rintracciati nell’estimo del 1296-97 sono 140, ai quali si possono aggiungere 42 membri per un totale di 182 individui378. La maggior parte dei membri è costituita da 39 farsettai e da altri che, seppur singolarmente, documentano la varietà di professioni che facevano capo all’arte della sartoria: c’era chi confezionava calligas e cappellinas, chi vendeva mutande (interulas) e chi vestiti (vestidellis). Interessante la specificazione attribuita ad un sarto che si occupava di confezioni in lino (sartor lini)379.

Sarti e membri N.

Sarti 140

Farsettai 39

Produttore di calligas e cappellinas 1 Venditore di mutande (interulas) 1 Venditore di vestiti (vestidellis) 1

totale 182

Tabella con sarti e membri dall’estimo del 1296-97

Confrontando i nominativi presenti all’interno del Liber matricularum dei sarti compilato nel 1294 (749) con quelli contenuti nell’estimo, poche risultano le corrispondenze, poiché compaiono

378 Cfr. Appendice, Estimo 1296-97-Sarti nel quale a ciascun individuo corrisponde ad una sigla (E1-E140); Estimo 1296-97-Membri nel quale a ciascun individuo corrisponde una sigla (M1-M42).

75 soltanto 55 sarti e 6 membri iscritti all’arte. Una quantità esigua rispetto a quella ci si sarebbe aspettati di trovare considerato che la matricola risale a soli due-tre anni prima dell’estimo. Ciò può dipendere dalla ragione che una parte degli estimati non avesse indicato accanto al proprio nome il mestiere esercitato, ma soprattutto dalla dispersione del materiale documentario. Pur non avendo patrimoni infatti i sarti avrebbero potuto dichiarare di non possedere nulla e, come già accennato, ciò non significava essere indigenti, quanto piuttosto possessori di reddito derivante dalle proprie attività produttive e commerciali. I nichil habentes sono 16 sarti su 140 e 3 farsettai - su 42 membri380.

Gli estimi permettono di conoscere le specializzazioni del mestiere rilevando finalmente i membri della società, alla quale, come precisavano gli statuti corporativi, dovevano appartenere tutti coloro che incidevano tessuti nuovi, confezionavano farsetti e calzature di panno, vendevano oggetti di sartoria381. Si apprende dunque che il libro delle matricole comprendeva sia i sarti sia i membri sebbene accanto ai nominativi non risultino indicazioni delle specializzazioni. Una seconda considerazione da fare sulla base di questi risultati è che a Bologna una buona parte di artigiani esercitava l’arte della sartoria pur non essendo iscritta alla matricola. Alle 749 persone presenti nella lista compilata dalla Società nel 1294 si potrebbero pertanto aggiungere 85 sarti e 36 membri che compaiono soltanto nell’estimo e cioè 121 individui corrispondenti al 66,48% del totale degli artigiani estimati (182) e qui presi in esame382. Dalle dichiarazioni d’estimo risulta che ottanta artigiani avevano già effettuato una dichiarazione d’estimo negli anni precedenti al 1296-97, denunciando la somma corrispondente che è di difficile comparazione a quella aggiornata a fine secolo poiché non conosciamo i criteri di raccolta dei dati degli estimi precedenti. L’estimato dichiara di aver in precedenza estimato con un fratello (7), con un padre (5), con una madre (1) o, nel caso di donne, con un marito successivamente defunto (1)383.

Dagli estimi, così come dalle matricole, non si ricavano informazioni sul lavoro delle donne in questo settore che pure doveva essere preminente ma evidentemente poco o affatto retribuito. Le fonti di natura fiscale infatti tendono a sottostimare la presenza femminile nell’economia cittadina,

380 Cfr. Appendice, Estimo dei sarti 1296-97, Estimo dei membri 1296-97 381 Si rimanda al paragrafo che tratta i membri dell’arte.

382

Occorre tuttavia considerare che tra gli estimati sono presenti mogli di sarti e/o membri (M5, M9), fratelli (E129, M15)e/o figli (E80,di coloro che in realtà estimano il proprio patrimonio, che sono stati comunque rilevati.

383 Bolnaxina, moglie di un sarto, presenta la stima per sé e i figli dichiarando di aver in precedenza estimato con il padre e con il marito (Appendice, Estimo dei sarti 1296-97, E80).

76 che pure aveva un peso non indifferente. Il lavoro delle donne, anche quando retribuito, rimane in ombra per il fatto di essere svolto all’interno della propria abitazione384.

Il quartiere di Porta Stiera si conferma il più popolato dai sarti come già ricavato analizzando le residenze del liber matricularum del 1294, seguito da quello di Porta Piera. Come evidenziato dalla tabella il quartiere di Porta Procola è rappresentato soltanto da sarti e non da membri che, in numero esiguo, popolano anche il quartiere di Porta Ravennate.

Sarti N. Porta Stiera 48 Porta Piera 33 Porta Procola 32 Porta Ravegnana 29 totale

Distribuzione dei sarti nei quartieri cittadini dall’estimo 1296-97

Membri N. Porta Stiera 17 Porta Piera 22 Porta Ravennate 3 Porta Procola // totale 42

Distribuzione dei membri dell’arte nei quartieri cittadini dall’estimo 1296-97

384 Cfr. La donna nell’economia. Secc. XIII-XVIII, Atti della XXI settimana di studio dell’Istituto Internazionale di storia economica “F. Datini” di Prato, (Prato 1989) a cura di S. Cavaciocchi, Firenze 1990.

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