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Spesa media mensile delle famiglie

3.1 Scelte di consumo delle famiglie

Analizzando le scelte di consumo delle famiglie prendiamo in considerazione la spesa media mensile per i generi Non Alimentari suddiviso per ripartizione geografica (Nord, Centro e Sud e Isole). In particolare per le spese non alimentari, osserviamo i consumi relativi all’ ”Abbigliamento e alla calzature” . Oltre a tale voce nella sezione “Non Alimentari” ritroviamo anche: tabacchi, abitazione, combustibili ed energia elettrica, arredamenti elettrodomestici e servizi per la casa, servizi sanitari e spese per la salute, trasporti, comunicazioni, istruzione, tempo libero e cultura, altri beni e servizi.

Per il nostro breve studio prendiamo in considerazione solamente l’andamento della voce Abbigliamento e Calzature.

Analizzeremo l’evoluzione dell’affitto medio mensile pagato dalle famiglie affittuarie dell'abitazione in cui vivono per ripartizione geografica ed inoltre le variazioni della rata media mensile del mutuo pagata dalle famiglie che vivono in abitazione di proprietà, sempre per ripartizione geografica.

Nel grafico 19 viene riportato l’andamento dei consumi per quanto riguarda la categoria dei generi “Non alimentari”, per le tre ripartizioni geografiche considerate. Per quanto riguarda

                                                                                                                         

il Nord Italia, dal 2006 al 2008 si assiste ad una crescita e ad una successiva stabilità di tali consumi. Nel passaggio dal 2008 al 2009 si verifica un crollo relativo ai generi non alimentari, che, in linea generale, inizia ad aumentare fino al 2011, questo anche perché nella sezione “Non alimentari” sono comprese anche voci, come ad esempio i combustibili e energia elettrica, che comportano un aumento dei costi e delle spese da parte delle famiglie . Nell’ultimo anno osservato, purtroppo, i consumi subiscono un forte rallentamento.

                                                                                                       

Grafico 19: Evoluzione consumi "Non Alimentari". Anni 2006-2012

   

 

L’andamento della spesa media mensile nel Centro Italia, invece, evidenzia un andamento più stabile e crescente nel tempo, con un aumento dal 2010 al 2011 seguito però da una prima riduzione nel 2012, la quale riporta il livello di spesa media pari a quello che si osservava nel 2006.

Per quanto riguarda il Sud e le Isole notiamo come la spesa media mensile per la categoria dei “Non Alimentari”, si attesta intorno a livelli più contenuti rispetto alle altre due zone considerate. Inoltre osserviamo che per tale zona si assiste ad una lenta e costante riduzione dei consumi nel tempo.

2326   2347   2346   2313   2334   2370   2298   2020   2054   2066   2050   2067   2103   2027   1480   1489   1468   1435   1411   1409   1377   1000   1200   1400   1600   1800   2000   2200   2400   2600   2006   2007   2008   2009   2010   2011   2012   Nord   Centro   Sud  e  Isole  

  Grafico 20: gli andamenti in percentuale della spesa media mensile, per il periodo considerato

 

Nel grafico 20 vengono riportati gli andamenti in percentuale rispetto alla spesa media mensile, per il periodo considerato, riguardanti in particolare, la voce relativa all’ “Abbigliamento e alle calzature”, in relazione al Nord, Centro, Sud e le Isole.

I dati riportati evidenziano un calo lento ma costante per tale voce di consumi nel Nord Italia. Per quanto riguarda il Centro Italia vediamo che nel 2006 i consumi per l’abbigliamento e le calzature sono superiori a quelli del Nord e rimangono tali fino al 2011; anno nel quale, per il Nord si individua una percentuale di spesa relativa a tali beni pari al 4.9% mentre per il Centro tale percentuale sale fino al 5.1%. Nell’anno successivo la situazione si capovolge, e il Nord registra una percentuale relativa ai consumi per abbigliamento e calzature pari al 4.8% mentre al Centro tale percentuale scende di 0.5 punti percentuali (in un solo anno).

Successivamente osserviamo quella che risulta essere la situazione dei consumi per tale categoria di beni al Sud e nelle Isole: la percentuale di riferimento per l’anno 2006 è molto elevata rispetto a quelle delle altre due zone sopra indicate; si registra anche una piccola crescita nel biennio 2006-2007, dove tale percentuale passa dal 7.7% al 7.8%, crescita minima, ma comunque importante.

Negli anni successivi, rispettivamente dal 2008 al 2010, si individua una situazione di stabilità relativa a tali consumi (7.5%), i quali non sembrano, almeno inizialmente risentire della pesante crisi economica che attraversa il Paese. Negli ultimi due anni considerati (il 2011 e il 2012) si assiste però, ad una frenata drammatica del consumo di abbigliamento e calzature; le percentuali relative alla spesa media mensile di questi beni scendono al 6.6% nel primo anno e infine si attestano intorno al 5.7% nel 2012.

5,8   5,7   5,5   5,2   5,1   4,9   4,8   6,1   6   5,6   5,4   5,7   5,1   4,6   7,7   7,8   7,5   7,5   7,5   6,6   5,7   4   4,5   5   5,5   6   6,5   7   7,5   8   2006   2007   2008   2009   2010   2011   2012   Nord   Centro    Sud  e  Isole  

Nel 2007 si riducono prevalentemente i consumi relativi all’abbigliamento e alle calzature per le donne. Tale contrazione si verifica anche a seguito del fatto che viene limitato il numero di famiglie che effettuano tale tipo di acquisto; inoltre ben il 60% delle famiglie dichiara di averne limitato l’acquisto o scelto prodotti di qualità inferiore, rispetto all’anno precedente35.

Nel 2009 il 70.7% delle famiglie residenti nel Mezzogiorno ha acquistato questo tipo di beni presso un negozio tradizionale, contro il 62.9% delle famiglie settentrionali. In tutte le

ripartizioni36 aumenta, tra il 2008 il 2009, la percentuale di famiglie che ha acquistato capi

di abbigliamento presso i supermercati. Ben il 62.5% delle famiglie ha dichiarato, inoltre, di aver modificato il proprio comportamento di acquisto rispetto all’anno precedente: ha diminuito la quantità il 38.2%, la qualità il 9.8% e il 14.5% ha diminuito entrambe.

Tra il 2010 e il 2011 risultano in contrazione, su tutto il territorio nazionale ed in particolare nel Centro e nel Mezzogiorno, le spese destinate a questa categoria di beni in analisi: da 142 euro a 134 euro; si riducono, anche a seguito della più bassa percentuale di famiglie che effettua l’acquisto, soprattutto le spese di abbigliamento e calzature per gli adulti. La riduzione dell’acquisto di tali beni determina una contrazione della quota di spesa totale ad essa destinata, più forte nel Mezzogiorno, dove scende, come abbiamo visto, dal 7.5% al 6.6% e la spesa media mensile è inferiore ai 125 euro. In quest’ultima ripartizione, circa il 17% delle famiglie dichiara di aver diminuito, rispetto all’anno precedente, la quantità di vestiti e scarpe acquistati e di essersi orientato verso prodotti di qualità inferiore.

Nel 2011 la spesa non alimentare risulta stabile; aumentano del 3.3% le spese per l’abitazione e diminuiscono in linea generale del 5.9% quelle per abbigliamento e calzature. Nel 2012 nel Mezzogiorno, circa il 22% delle famiglie, in aumento rispetto all’anno precedente, (contro il 16.7% osservato a livello nazionale) dichiara di aver diminuito la quantità di vestiti e scarpe acquistati e di essersi orientati versi beni di qualità inferiore; l’acquisto, infine, viene sempre più spesso effettuato al mercato e la relativa quota di famiglie sale dal 12.4% al 17% (dall’11.1% al 13.6% a livello nazionale).

                                                                                                                         

35  Fonte:  Istat,  “I  consumi  delle  famiglie”.  Anno  2007;   36  Fonte:  Istat,  “I  consumi  delle  famiglie”.  Anno  2009;  

Successivamente analizziamo in breve, come si è evoluto l’importo dell’affitto medio mensile (Tab. 7) e della rata media mensile pagata dalle famiglie che vivono in abitazione di proprietà per ripartizione geografica.

I livelli più elevati dell’affitto vengono rilevati nel Nord e Centro Italia, in modo particolare in quest’ultima zona geografica, mentre nel Sud e Isole gli affitti sono inferiori anche di circa cento euro in media. Nel Mezzogiorno i canoni di affitto registrano una stabilità negli anni 2009,2010 ed anche nel 2011.

Nel 2007 si è ridotta la quota delle famiglie che occupano un abitazione in affitto ; nel 2007 questa si attesta intorno al 17.2% ( era pari al 17.7% nel 2006 e il 18.8% nel 2005) e la spesa media per il canone locativo si attesta intorno ai 351 euro. Nel 2008 si conferma la diminuzione già osserva nel biennio precedente, della quota di famiglie che occupano un’abitazione in affitto; nell’anno considerato era pari al 17.1%. Questa quota rimane invariata anche per i due anni successivi, 2009 e 2010; nel 2010 in particolare le famiglie che risiedono in un’abitazione in affitto sono il 18.2% nel Nord, il 14.4% nel Centro e il 17.6% nel Sud e nelle Isole.

Nel 2011 si assiste ad un miglioramento della quota delle famiglie che abitano in affitto, questa passa dal 17.2% (stabile ormai da tre anni) al 18% a livello nazionale, attestandosi al 18.4% nel Nord, al 16% al Centro e al 18.4% nel Mezzogiorno. Nell’ultimo anno considerato tale percentuale si riduce ulteriormente scendendo al di sotto della soglia mantenuta dal 2008 al 2010; si attesta infatti, intorno al 16.9%. Inoltre, mediamente, il canone locativo è in media aumentato, e a livello nazionale si stabilizza intorno a circa 403 euro mensili.

 

                         Tabella 7: Affitti medi mensili per ripartizione geografica

    2006   2007   2008   2009   2010   2011   2012  

Nord   372   377   390   399   398   406   448   Centro   393   406   443   447   431   439   448   Sud  e  Isole   266   278   279   295   295   291   311   Italia   340   351   362   372   370   374   403    

Grafico 21: Affitto medio mensile pagato dalle famiglie affittuarie dell'abitazione in cui vivono per ripartizione