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Seconda metà XI inizio XII secolo

Nel documento Mappa. Pisa medievale (pagine 189-191)

3.2 Il tessuto urbano

3.2.5 Economia, commercio, status sociale 1 I contesti ceramic

3.2.5.1.4 Seconda metà XI inizio XII secolo

A partire dalla seconda metà dell’XI secolo i con- testi a nostra disposizione sono più numerosi e consentono di creare un quadro maggiormente approfondito. Le associazioni ceramiche si modifi- cano rispetto al periodo precedente, soprattutto in relazione ad una maggiore presenza quantitativa e qualitativa dei materiali di importazione. I dati di scavo attestano la presenza soprattutto di cerami- ca priva di rivestimento grezza e di ceramica priva di rivestimento depurata433, tra cui si comprendo-

no anche ceramiche a colature di ingobbio rosso, dal momento che sono caratterizzate dagli stessi tratti tecnologici e morfologici, cioè boccali e broc- che, come abbiamo visto per i periodi precedenti, 430 Per molti anni, in assenza di riscontri da contesti stratigrafici di scavo i bacini furono considerati come arrivi

straordinari finalizzati ad ornare specifici monumenti e non indicatori di scambi commerciali, come dimostrato dai contesti archeologici, per un’idea sul problema e le nuove considerazioni si vedano berti 1990:103; berti-caPPelli

1994:133; berti 1997a:346, Baldassarri, berti 2009, berti, GiorGio 2011.

431 Tali schiarimenti potrebbero essere messi in relazione con un non ottimale controllo del processo produttivo. 432 I testelli relativi alla prima metà dell’XI secolo rappresentano il 57% del totale di tutti i testelli rinvenuti nello

scavo di piazza dei Cavalieri (abela 2000b:189).

433 I contesti di via dei Facchini (baldassarri, Milanese 2004a) indicano in questo periodo la presenza di ceramica

priva di rivestimento grezza per il 33% di depurata per il 63%, all’interno di quest’ultima ca. l’1% è costituita da depurate decorate con colature di ingobbio rosso.

mentre le frazioni rimanenti, nell’ordine di pochi punti percentuali, sono legate alla presenza di ma- teriale di importazione proveniente soprattutto dall’islam occidentale. Le ceramiche prive di ri- vestimento depurate di questa fase cronologica434

sono rappresentate sia da forme chiuse, boccali e brocche con bocca tonda o trilobata e breve collo cilindrico, quasi sempre segnato da una linea sot- tile incisa all’articolazione della spalla, che chiude su un ventre ovoidale, fondo apodo, ansa a nastro attaccata subito sotto l’orlo e più raramente com- planare, corpo ceramico che presenta frequente- mente uno schiarimento superficiale non omoge- neo, e contenitori medio-grandi con imboccature cilindriche e indistinte con anse complanari nei tipi più antichi, orli ingrossati superiormente ap- piattiti e colli verticali, simili a quelli del periodo precedente, sia da forme aperte. Queste ultime si caratterizzano come catini emisferici e troncoconi- ci per lo più provvisti di tesa (Renzi rizzo 2000). La

ceramica con ingobbio rosso435 ha caratteristiche

omogenee: ridotte forme attestate, limitate a broc- che e boccali; caratteristiche morfologiche non lon- tane da quelle delle forme in nuda depurata; de- corazione costituita da colature o da bande strette (narrow line) organizzate in motivi decorativi piut- tosto semplificati. Per questo tipo di ceramica è stata supposta anche una produzione in ambito lo- cale o più genericamente valdarnese (abela 2000,

anichini GattiGlia 2008). Inoltre sono presenti una

serie di boccali semi depurati con tracce di anne- rimento da fuoco, apodi, con ansa a nastro piutto- sto grossolana e complanare all’orlo, spesso usati per scaldare l’acqua436. Le ceramiche da fuoco ad

impasto grezzo sono caratterizzate dalla presenza di olle di piccole dimensioni con orlo estreflesso o recipienti con imboccatura cilindrica, scompaiono, almeno nei contesti di piazza dei Cavalieri i tipi con decorazione a pettine sul corpo (abela 2000b),

diminuisce anche la presenza di testelli, così come la quantità di tegami. Importante è anche la pre- senza, seppur minoritaria, di ceramica rivestita di vetrina verdastra prodotta in monocottura con impasto grezzo; in rari esempi il corpo ceramico di questi recipienti, caratterizzati da una vetrina sparsa a macchia437, mostra analogie con quello dei bocca-

li decorati di rosso, dei quali è stata supposta una produzione anche in ambito locale. Accanto a que- ste produzioni di carattere locale o circumlocale, ci sono, seppure in percentuali minoritarie, i prodotti di importazione: scompaiono i manufatti a vetrina pesante e arrivano i prodotti del Mediterraneo occi- dentale, in maggioranza, e di quello orientale (Gior- Gio 2013). Si tratta sia di contenitori da trasporto e

da conserva, sia, soprattutto, di forme da mensa. Tra i primi si distinguono contenitori di produzio- ne maghrebina o siciliana come gli anforotti carat- terizzati da pareti a profilo ondulato a cannellures, presenti sia nei contesti di piazza Dante (Menchelli

1993:520), sia in quelli di piazza dei Cavalieri (renzi

rizzo 2000:160), e di probabile produzione bizanti-

na come quelli di via Consoli del Mare (Baldassarri,

GiorGio 2010: 38). Se analizziamo in generale la pre-

senza dei prodotti di importazione legati a forme da mensa, considerando anche i casi già citati dei ba- cini, vediamo come in questo periodo sia massimo l’arrivo di pezzi provenienti dalle aree islamiche del mediterraneo (tunisia, maghreb, sicilia, spagna) e

434 Attestata nei contesti di via dei Facchini (baldassarri, Milanese 2004a, GiorGio, troMbetta 2008), via degli Uffizi

(anichini, GattiGlia 2008), piazza dei Cavalieri (Menchelli, renzi rizzo 2000:124), piazza Dante (Menchelli 1993).

435 Attestata nei contesti di via dei Facchini (baldassarri, Milanese 2004a), via degli Uffizi (anichini, GattiGlia 2008),

piazza dei Cavalieri (abela 2000), piazza Dante (abela 1993c), vicolo del Porton Rosso (Febbraro, Meo 2009) e

residuali in strati della seconda metà del XII secolo, presso via Consoli del Mare (GattiGlia, GiorGio 2007; anichini,

GattiGlia 2008)

436 La presenza di tali boccali è stata riscontrata nei contesti di piazza Dante (Menchelli 1993:478), di piazza

dei Cavalieri (Menchelli, renzi rizzo 2000:127) e di via dei Facchini (baldassarri, Milanese 2004a:139, GiorGio,

troMbetta 2008). Per la loro polifunzionalità si veda Francovich, vannini 1989:15, per il loro uso per la depurazione

dell’acqua si veda baldassarri 2008a:108.

dalle aree orientali (greco/bizantine). Appare però interessante analizzare i contesti per verificarne le differenze. Nell’area a nord dell’Arno possiamo prendere in considerazione i contesti di piazza dei Cavalieri, piazza Dante e piazza S. Omobono. I con- testi di piazza dei Cavalieri (Berti 2000) presentano

prodotti invetriati tunisini, tunisini/siciliani, sicilia- ni, iberici e prodotti a copertura stannifera dall’area iberica (andalusa e maiorchina) e di produzione egiziana. A cui si aggiungono prodotti ingobbiati di area bizantina. Associazioni simili sono presenti nei contesti di piazza Dante, dove però sono assenti sia le produzioni egiziane, sia quelle bizantine (Ber- ti 1993). I contesti di piazza S. Omobono mostrano

la presenza di soli prodotti di tradizione islamica, con una netta prevalenza di quelli provenienti nel Mediterraneo occidentale: prodotti sia smaltati, sia invetriati, di origine tunisina o siciliana, che rappre- sentano la parte preponderante, prodotti dall’area iberica/marocchina438 (tra cui un paio di esemplari

decorati a cuerda seca) e infine vasellame prodotto in Egitto o nel Vicino Oriente (baldassarri, berti

2009:74). Nell’area a Sud dell’Arno abbiamo i con- testi provenienti dagli scavi di via dei Facchini e da quello di via degli Uffizi. Il primo ha restituito vasel- lame invetriato tunisino/siciliano e iberico/maroc- chino; prodotti a vetrina alcalina vicino orientale e un piatto decorato a lustro probabilmente egiziano, assieme a prodotti dell’area attica/egea (baldassar- ri, berti 2009:69ss). In via Uffizi sono attestati quasi

esclusivamente recipienti, prevalentemente aperti, smaltati o invetriati provenienti sia dal Nord Africa

(Tunisia o Maghreb), sia dalla Spagna meridionale, mentre un unico frammento testimonia la presen- za di maiolica a lustro metallico prodotta nel Vicino Oriente (baldassarri, GiorGio 2010).

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