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Status sociale

Nel documento Mappa. Pisa medievale (pagine 198-200)

3.2 Il tessuto urbano

3.2.5 Economia, commercio, status sociale 1 I contesti ceramic

3.2.5.1.9 Status sociale

Per riuscire ad elaborare un’analisi (fig. 3.76) dello

status economico/sociale di alcune aree della cit-

tà partendo dai contesti è necessario innanzitutto riaggregare i dati dal punto di vista topografico, quindi evidenziare i parametri adottati per con- sentirne una corretta lettura:

- le associazioni ceramiche459 sono viste come valido indicatore dello status eco- nomico/sociale dei contesti archeologici esaminati460;

- questa analisi è possibile sono per i conte- sti a partire dall’X secolo, da quando, cioè è possibile disporre di dati sufficienti in diverse aree del territorio cittadino; - si tratta di analisi puntuali, difficilmen-

te generalizzabili su contesti spaziali di maggiore ampiezza;

- il campione a disposizione è ancora piut- tosto esiguo per giungere a considerazioni che non abbiano caratteristica di provvi- sorietà;

- la mancanza di quantificazioni dissemi- nate in maniera completa come open data, unico modo che permetterebbe non solo una verifica completa, ma soprattutto un adeguato riuso.

Dal X al terzo quarto dell’XI secolo, la sola presen- za di ceramica prodotta nel Mediterraneo sembre- rebbe indicare un livello sociale piuttosto elevato (baldassarri, berti 2009; Baldassarri, GiorGio

2010), ma dalla fine dell’XI ai primi decenni del XIII secolo461 tale presenza da sola non è ovvia-

459 Dal momento che in questa valutazione hanno molto peso le ceramiche di importazione mediterranea, si premette

che in tutti i contesti considerati sono presenti materiali di importazione mediterranea, islamica e bizantina, mentre, esistono delle differenze nella composizione delle associazioni sia rispetto alle quantità, sia agli ambiti produttivi rappresentati.

460 A me pare lecito considerare queste composizioni come un indicatore di status economico/sociale, piuttosto

che come elemento di casualità di approvvigionamenti, o di gusto personale (berti, baldassarri 2009). Infatti, se

i contesti, per quanto numericamente ancora esigui possono lasciar adito a supposizioni di presunta casualità, sebbene gli indizi, a mio avviso vadano in altra direzione, il gusto personale è invece spesso diretta conseguenza del livello economico/sociale di appartenenza.

mente sufficiente a dimostrare il livello sociale, che sembra piuttosto derivare dalla varietà delle provenienze e dai tipi morfologici attestati. L’e- strema diffusione, ad esempio, della maioliche tu- nisine a cobalto manganese in tutti i contesti sca- vati462, configura questo prodotto come molto dif-

fuso, evidentemente facile da procurarsi sui mer- cati e, quindi, non eccessivamente costoso, tale da poter arrivare, come i prodotti spagnoli, anche sulle tavole delle classi “sociali medie, ma non particolarmente privilegiate” (berti 1997a: 346). I

contesti di piazza Dante e di Borgo Stretto463 non

presentano materiali provenienti dal Mediterra- neo orientale, mentre nei contesti di piazza delle Vettovaglie, di piazza S. Omobono, di piazza dei Cavalieri, il 60% circa è dato da vasellame di origi- ne tunisina/siciliana, e la parte rimanente è costi- tuita da proporzioni variabili di reperti dall’area iberica, bizantina, vicino-orientale islamica e dell’Italia meridionale (berti, baldassarri 2009).

Percentuali così elevate di prodotti tunisini/sici- liani potrebbero far pensare a contesti popolari, la scarsità statistica dei frammenti di piazza delle Vettovaglie, rende però il dato relativo a quest’a- Fig. 3.76 I grafici mostrano in maniera intuitiva la diversa percentuale di ceramiche di importazione presenti nei contesti com- presi tra XI ed inizio XIII secolo. La differente dimensione dei singoli grafici evidenzia la minore o maggiore quantità comples- siva di ceramiche rinvenute. I dati sono stati tratti e rielaborati da Baldassarri, Berti 2009 e Baldassarri, GiorGio 2010. E_MO =

iberici/marocchini; TN_SI = tunisini/siciliani; ET_VO = egiziani/vicino orientali; BIZ = bizantini; I_M Italia meridionale.

461 Il termine conclusivo di questa scansione cronologica è determinato dall’inizio delle produzioni locali di Maiolica

Arcaica.

462 Ed anche nei bacini architettonici e nei recuperi occasionali.

463 Questo però a differenza degli altri, oltre alle ridotte dimensioni dello scavo è relativo soprattutto ad un contesto

rea di scarsissima affidabilità. Appare diversa la situazione leggibile nei contesti di via Consoli del Mare, di via Toselli, di via degli Uffizi e soprat- tutto di via dei Facchini (baldassarri, GiorGio

2010). Questi, infatti, sono gli unici, ad evidenzia- re la presenza contemporanea di materiali tunisi- ni/siciliani, iberici/marocchini, bizantini, vici- no-orientali islamici e dell’Italia meridionale. I contesti più variati si hanno in via dei Facchini. Si tratta di contesti unici, provenendo in massima parte dallo scavo di un chiasso/immondezzaio, che mostrano un incidenza quantitativamente maggiore dei materiali importati dall’area bizan- tina e medio orientale rispetto a tutti gli altri siti, dove, come abbiamo visto, appare evidente la predominanza del vasellame del Mediterraneo occidentale, costituito in modo prevalente da quello tunisino/siciliano, accompagnato da una percentuale significativa di reperti di produzione iberica e marocchina. Il limitrofo scavo di via de- gli Uffizi, nel quale, però, i contesti sono pesante- mente intaccati da processi post-deposizionali che hanno compromesso le stratificazioni medie- vali, presenta materiali di provenienza tunisina/ siciliana, iberica/marocchina, associati a maioli- ca a lustro metallico del Vicino Oriente e a pro- dotti bizantini e dell’Italia meridionale, conno- tando gli abitanti delle case-torri come apparte- nenti a strati sociali piuttosto elevati, tanto da potersi permettere sulla loro tavola ceramiche di un certo pregio e raffinatezza provenienti da tut- to il bacino del Mediterraneo. Nei contesti di via Consoli del Mare, che invece appartengono prin- cipalmente ad un’area produttiva posta alle spal- le di un contesto abitativo, sono presenti, oltre ai manufatti provenienti dal Mediterraneo occiden- tale, prodotti di area egiziana/siriana e di area bizantina questi ultimi riferiti sia a contenitori da trasporto e da dispensa, sia da mensa, associati a materiali di provenienza dall’Italia meridionale, come protomaioliche e Spiral ware. Anche i conte- sti di via Toselli sono in parte riferiti alla presen- za di un opificio artigianale legato alla lavorazio- ne delle pellicce ed evidenziano la presenza di

vasellame di provenienza iberico/marocchina, siculo/tunisina, ma anche prodotti egiziani e bi- zantini. Se quindi un primo discrimine è dato dalla presenza o meno di prodotti del Mediterra- neo orientale, la cui assenza ben configura l’area di piazza Dante come artigianale, come attestato anche dalle fonti scritte, la loro sola presenza non è indicatore di uno status sociale elevato. Sono piuttosto la ricchezza delle associazioni, la quan- tità e la qualità (rappresentata dai tipi morfologi- ci) dei materiali più pregiati, quelli medio orien- tali e bizantini, che fanno la differenza, come in via dei Facchini dove rappresentano quasi 20% dei materiali di importazione. Il raffronto con le associazione di via degli Uffizi, tenuto conto del diverso stato di conservazione dei contesti scava- ti, mostra una forte affinità. È proprio la qualità e la differenziazione funzionale dei materiali dei contesti di via dei Facchini e di via degli Uffizi a connotare quest’area come fortemente aristocra- tica con uno standard economico sopra alla me- dia, che pone gli abitanti delle case-torri di quest’area di Chinzica ad un livello superiore ri- spetto agli altri. I contesti dal limitrofo edificio di via Toselli e di via Consoli del Mare mostrano un’estrema varietà nelle provenienze, ma una minore ricchezza qualitativa/tipologica e quanti- tativa, che ben si confà a nel primo caso ad arti- giani specializzati come i pellicciai, come hanno dimostrato baldassarri, GiorGio 2010: 42 attra-

verso un’attenta analisi dei diversi chiassi utiliz- zati, nel secondo caso a rappresentanti di quell’e- lite imprenditoriale costituita dai fabri, che, però, non poteva competere con il livello economico delle famiglie aristocratiche. Appare importante notare anche la collocazione topografica di questi contesti, che non si affacciano direttamente sul fronte strada, ma su vicoli e cortili interni. L’uni- co elemento di novità è costituita dalla presenza, nei contesti di via Consoli del Mare, di una per- centuale quasi doppia di vasellame di provenien- za savonese. E’ da notare che queste ingobbiate appaiono come un prodotto piuttosto povero o comunque non molto elaborato sia per forma, sia

Nel documento Mappa. Pisa medievale (pagine 198-200)