Il processo di riordino della materia delegata riferita alla gestione dei servizi all’impiego, avviato dalla riforma Delrio, ha trovato compimento, in Lombardia, con l’adozione della LR 9/2018, con cui Regione ha delegato, nel rispetto del principio di sussidiarietà, le funzioni amministrative connesse alla gestione dello stato di disoccupazione (ex art 18 del DLgs 150/05 e s.m.i) e l’erogazione dei servizi di inserimento/reinserimento lavorativo (ivi compreso il Collocamento Mirato Disabili) alle Province ed alla Città Metropolitana di Milano, avocando a sé in tale ambito le funzioni di indirizzo, programmazione e coordinamento delle attività svolte dai CPI. Con l’adozione del Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro approvato dall’Intesa della Conferenza Stato Regioni nella seduta del 17 aprile 2019, a seguito dello stanziamento di risorse previsto dalla L. 145/18 art.1 c 25, si è avviato il processo di riordino e rilancio dei CPI, poi rafforzato dalle previsioni del DL 4/2019 convertito nella L 26/2019 (art. 12 c. 3) e dal DM 59/2020 relativo al potenziamento “anche strutturale” della rete dei CPI. Le sintetizzate previsioni normative nazionali sono state poi tradotte a livello territoriale, nel rispetto del
riparto di competenze legislative del Titolo V della Costituzione, attraverso singoli atti programmatori delle Regioni: in Regione Lombardia è stato adottato il Piano Regionale di potenziamento dei CPI approvato con DGR 3837 del 17/11/2020.
La Legge regionale definisce un modello fondato su 3 cardini:
- la valorizzazione del ruolo delle Province;
- la salvaguardia del servizio erogato ai cittadini;
- il consolidamento dell’attuale assetto dei CPI, costituito anche da Aziende speciali.
La delega è stata considerata la modalità più idonea per aderire ai bisogni dei cittadini e alla specificità dei territori. Tale scelta è stata maturata nell’ambito di un orientamento conforme alla piena applicazione della Costituzione (art.118) che assegna alle Regioni la possibilità di gestire le proprie competenze secondo principi di adeguatezza, differenziazione e sussidiarietà. L’art 1 comma 270 e ss. della L.145/2018 ha consolidato la scelta di Regione Lombardia, modificando l’originaria formulazione della citata legge 205/2017.
Il potenziamento, tuttora in fase di realizzazione, si concretizza in alcuni assi prioritari:
• Piano di assunzioni a potenziamento dell’organico dei CPI: per la Provincia di Bergamo è stabilito in 132 il contingente di nuove unità di categoria D e C assunte a tempo indeterminato: nel corso del biennio 2020-2021 si sono svolte le procedure selettive da parte di Regione Lombardia e, a breve, si
concretizzeranno i nuovi ingressi; la Provincia ha inoltre destinato parte della quota posti al processo di progressioni verticali interne;
• Potenziamento del capitale umano e formazione degli operatori CPI;
• Rafforzamento degli Osservatori del Mercato del Lavoro locali;
• Innalzamento qualitativo della dotazione informatica e strumentale dei CPI;
• Azione di adeguamento anche infrastrutturale delle sedi CPI, nel rispetto delle previsioni della L 56/87, che pone in capo ai Comuni l’onere di della fornitura dei locali necessari.
Durante l’ultimo triennio i 10 CPI (Albino, Bergamo, Clusone, Grumello del Monte, Lovere, Ponte San Pietro, Romano di Lombardia, Treviglio, Trescore Balneario, Zogno) ed il Collocamento Mirato Disabili hanno garantito, pur ad organico invariato, l’erogazione dei servizi obbligatori rientranti nel novero dei livelli essenziali delle prestazioni, oltre ad azioni specialistiche al pari degli altri soggetti privati accreditati a livello regionale, con l'obiettivo di migliorare le possibilità di accesso dei disoccupati al mondo del lavoro e di fornire consulenza alle imprese, favorendo l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro.
Il Decreto Legge 4/2019, modificato in sede di conversione nella Legge 26/2019 (pubblicata in GU del 29 marzo 2019) ha introdotto e disciplinato il Reddito di cittadinanza, operativo nella bergamasca dal mese di aprile 2019. Tale misura di contrasto alla povertà, riservata a chi non supera determinate soglie di reddito, prevede un contributo economico mensile, la cui erogazione è subordinata ad un impegno attivo del beneficiario e di tutti componenti del suo nucleo familiare. La misura prevede che, entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio, i destinatari ed i componenti del nucleo familiare rilascino la Dichiarazione di Disponibilità al Lavoro al Centro per l’impiego. Successivamente gli stessi, in base alle diverse necessità e situazioni personali, devono essere convocati dal CPI per la sottoscrizione del Patto per il lavoro oppure dai Servizi Sociali dei Comuni per la stipula del Patto di inclusione. Tenendo in considerazione il rilevante impatto sociale e la complessità della misura, abbiamo ritenuto importante sviluppare un processo attuativo volto a tradurre in opera con efficacia le novità introdotte, in particolare garantendo:
• attuazione della misura concertata tra i vari soggetti coinvolti oltre ai Centri per l’impiego (INPS, Ambiti territoriali e Comuni, organizzazioni sindacali ed associazioni di categoria): a tale scopo è stata istituita una Cabina di regia provinciale ed è stato garantiro il costante raccordo con Anpal e Regione Lombardia, per la condivisione di procedure e strumenti, ivi compreso il monitoraggio periodico;
• consolidamento dei rapporti di collaborazione instaurati con i Servizi sociali dei Comuni e degli Ambiti territoriali per la gestione del delicato processo di individuazione del bisogno primario di ogni individuo e/o nucleo famigliare destinatario della misura e per una costruzione condivisa dei Progetti Utili alla Collettività;
• un potenziamento dei servizi alle aziende, anche attraverso un ripristino delle attività di scouting e marketing territoriale, con l’obiettivo di intercettare i fabbisogni e raccogliere esigenze di personale.
Si consideri, infine, che i provvedimenti normativi in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 che si sono succeduti a partire dal 23 febbraio 2020 hanno portato al periodico
ripensamento ed adeguamento delle modalità di erogazione dei servizi, prevedendo accessi su appuntamento dell’utenza ed adottando strumenti e metodologie per l’erogazione dei servizi in remoto.
Con i processi di riforma avviati nell’ultimo quinquennio ed in particolare nel quadro attuale che ha visto l’introduzione di una misura strutturale di contrasto alla povertà (Reddito di cittadinanza ex DL 4/2019, convertito nella Legge 26/2019), il tema del potenziamento delle politiche attive e dei servizi per l’impiego ha assunto una importante rilevanza. L’attuale assetto del mercato del lavoro infatti valorizza la funzione dei Centri per l’impiego, attribuendo loro un ruolo di pilastro nella gestione delle politiche attive.
La Provincia di Bergamo ha elaborato negli anni proposte tecniche per un potenziamento dei servizi, partendo dalla constatazione che, a seguito della Legge Del Rio del 2014, è risultata essere una tra le province più penalizzate considerando il numero dei dipendenti in servizio in proporzione al numero di abitanti. Presupposto organizzativo è sempre stato quello di mantenere in essere le 10 sedi presenti sul territorio (Albino, Bergamo, Clusone, Grumello del Monte, Lovere, Ponte San Pietro, Romano di Lombardia, Treviglio, Trescore Balneario, Zogno), individuate a suo tempo per una dislocazione razionale dei servizi all’utenza, data anche la complessità e la conformazione del territorio provinciale. A fronte della complessità dei servizi e considerando le nuove sfide che i CPI sono chiamati ad affrontare (vedi in primis Reddito di Cittadinanza), diviene risolutiva l’adozione di una programmazione strategica che investa sulle risorse umane, strutturali e infrastrutturali dei CPI.
I dati sulla gestione delle Dichiarazioni di Immediata Disponibilità rilasciate dai disoccupati costituiscono un indicatore del flusso dell’utenza che viene gestita dai servizi per il lavoro in front-office. Tale flusso non esaurisce il carico di lavoro, in quanto gli operatori dei CPI sono impegnati su un numero molto più ampio di funzioni amministrative (di seguito riportati). Oltre a ciò, i centri per l’impiego svolgono un ruolo sempre più centrale nell’erogazione dei servizi di accompagnamento al lavoro e di tutoring, di gestione e di consulenza alle aziende, nonché di supporto tecnico nella gestione telematica delle comunicazioni obbligatorie, che determinano un ulteriore carico, a fronte di un numero sempre più esiguo di risorse.
La principale criticità che si evidenzia in generale in tutti i territori lombardi, e segnatamente nella nostra Provincia, è pertanto la carenza di personale, che ormai rende difficile garantire il corretto funzionamento degli uffici e l’erogazione dei servizi. La carenza di personale è stata determinata da due motivi: innanzitutto si è verificata una riduzione della dotazione organica afferente alle funzioni individuate come “non fondamentali” a seguito all’entrata in vigore della legge Delrio, che ha determinato una fase di incertezza per il personale, con la conseguenza dell’aumento dei trasferimenti presso altri enti; in secondo luogo, l’età media avanzata del personale che proietta la situazione verso un incremento delle cessazioni per pensionamento: la fascia di età “over 55” è infatti quella più popolata (circa il 72% dei dipendenti ha un’età superiore ai 45 anni).
Il quadro generale brevemente descritto, dove “l’organico” risulta essere la principale variabile, anche se non l’unica, ha portato a compiere scelte di razionalizzazione sul territorio per riequilibrare la presenza quali-quantitativa del personale nelle strutture e garantire la funzionalità gestionale. Sono state pertanto attuate strategie alternative, come l’adozione di dispositivi organizzativi per efficientare i flussi di utenza (tra cui l’accesso solo su appuntamento o l’apertura solo in alcuni giorni con rotazione del personale delle altre sedi) ed in altri casi sono state attuate riorganizzazioni dell’assetto organizzativo/gestionale dei CPI distinguendo i servizi erogati da CPI di piccole dimensioni da quelli di dimensioni più grandi.
La situazione descritta, oltre all’incremento degli adempimenti connesso all’attuazione del Reddito di cittadinanza, rendono quindi necessario ricorrere, nel breve periodo e nelle more dell’espletamento dei concorsi, a forme di potenziamento dell’organico di natura non strutturale, attraverso il ricorso a contratti di servizio con enti accreditati all’erogazione di servizi al lavoro e/o altri contratti di durata temporanea.
I Centri per l’Impiego
Abbiamo organizzato i CPI cercando di soddisfare alcune dimensioni ritenute complementari:
CPI quale erogatore di servizi all’utenza in base ai LEP:
Il decreto ministeriale 4/2018, ha approvato, per la prima volta nel mondo dei servizi per il lavoro, i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) da erogare su tutto il territorio nazionale sia alle persone che cercano lavoro sia alle imprese: per ciascuna prestazione, il decreto indica analiticamente le attività da svolgere e i risultati attesi.
In sintesi si riportano i principali servizi offerti dai 10 Centri per l’impiego, che rappresentano in alcuni casi Livelli Essenziali delle Prestazioni:
- servizi di base rivolti all’utenza in ottemperanza a quanto previsto dal D.Lgs 150/2015:
attività di sportello relativa alla presa in carico, al rilascio della Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro, alla redazione della Scheda Anagrafico–Professionale, al rilascio della certificazione riferita allo stato occupazionale ed alla stipula del Patto di Servizio;
- servizi di iscrizione al Collocamento Mirato Disabili;
- servizi di accoglienza informativa rispetto ai servizi offerti dalla rete di operatori accreditati ai servizi al lavoro e alla formazione;
- colloqui specialistici di orientamento, sia individuali che di gruppo;
- accesso al sistema dotale regionale/nazionale con la prenotazione di Doti nei confronti di disoccupati (Dote Unica Lavoro – Dote Garanzia Giovani – Assegno di ricollocazione);
- preselezione di personale a fronte di offerte di lavoro presentate da aziende private;
- attivazione di tirocini extracurriculari presso aziende private locali;
- selezioni per assunzioni presso enti pubblici ex. Art. 16 della Legge 56/87;
- istruttoria e gestione delle pratiche di accesso agli atti;
- altri processi amministrativi (richieste di certificati inoltrate dagli utenti, rilascio C2 storici, trasferimenti di iscrizione ordinaria e collocamento mirato disabili ecc.);
- consulenza e supporto tecnico ai datori di lavoro (pubblici e privati) per l'invio delle comunicazioni obbligatorie di assunzione/trasformazione/proroga/cessazione.
Per garantire una stretta correlazione con il mercato del lavoro territoriale, un’azione di potenziamento dovrà concretizzarsi anche e soprattutto nel rilancio del CPI quale soggetto attivo nei servizi di incontro domanda/offerta e nell’innalzamento qualitativo dei servizi resi alle imprese: il potenziamento di organico dovrebbe essere funzionale anche al ripristino delle attività di scouting territoriale presso le aziende del territorio, volto alla promozione dei servizi offerti gratuitamente alle aziende da parte dei CPI ed alla raccolta di richieste di personale.
CPI quale operatore accreditato all’erogazione dei servizi al lavoro nel sistema dotale:
Il panorama legislativo nazionale e regionale, intervenendo in materia di servizi al lavoro e di politiche attive, ha ridisegnato il ruolo dei Centri per l’impiego, che devono erogare una serie di servizi obbligatori rientranti nel novero dei livelli essenziali delle prestazioni ma che sono altresì chiamati ad erogare una serie di azioni specialistiche al pari degli altri soggetti privati accreditati a livello regionale (in virtù della LR 9/2018 sono accreditati ope legis).
I CPI della Provincia di Bergamo sono attivi nella prenotazione e gestione di doti previste sia dal livello nazionale (Assegno di ricollocazione rivolto ai percettori e ADR Cigs previsto nei casi di Accordi di ricollocazione ai sensi dell’articolo 24-bis del d.lgs. n. 148/2015, come introdotto dall’articolo 1, comma 136, della legge n. 205/2017), che da Avvisi Regionali (Dote Unica Lavoro e Dote Garanzia Giovani).
CPI nella rete di operatori pubblico-privati
La Provincia di Bergamo ha da sempre orientato l’attività dei propri Centri per l’impiego verso una collaborazione attiva e virtuosa con gli altri Enti accreditati al lavoro ed alla formazione del territorio, pur esercitando quelle funzioni amministrative che sia la norma nazionale che le indicazioni regionali attribuiscono in via esclusiva ai CPI, ovvero la titolarità della gestione e verifica dello stato occupazionale e l’esercizio della condizionalità e dei procedimenti amministrativi ad essa correlati (in fase di regolamentazione con Regione ed INPS).
Proprio al fine di esercitare tale collaborazione, la Provincia di Bergamo ha siglato un Accordo di partenariato con oltre 100 operatori accreditati al lavoro i quali hanno riposto alla Manifestazione di interesse di Regione Lombardia per la collaborazione con i Centri per l’impiego nell’ambito delle fasi connesse al rilascio della Dichiarazione di Immediata Disponibilità lavorative ed alla stipula del Patto di Servizio Personalizzato dei cittadini.
CPI in raccordo con i Servizi Sociali dei Comuni e degli Ambiti territoriali: misure di contrasto alla povertà (Reddito di cittadinanza)
Il Decreto Legge 4/2019, modificato in sede di conversione nella Legge 26/2019 (pubblicata in GU 29 marzo 2019, n. 75) ha introdotto e disciplinato il Reddito di cittadinanza. Tale misura di contrasto alla povertà, riservata a chi non supera determinate soglie di reddito, prevede un contributo
economico mensile, la cui erogazione è subordinata ad un impegno attivo del beneficiario e di tutti componenti del suo nucleo familiare. La misura prevede che, entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio, i destinatari ed i componenti del nucleo familiare rilascino la Dichiarazione di Disponibilità al Lavoro al Centro per l’impiego. Successivamente gli stessi, in base alle diverse necessità e situazioni personali, devono essere convocati dal CPI per la sottoscrizione del Patto per il lavoro oppure dai Servizi Sociali dei Comuni per la stipula del Patto di inclusione. Tenendo in considerazione il rilevante impatto sociale e la complessità della misura, riteniamo importante garantire:
- un adeguato scambio di informazioni tra i vari soggetti coinvolti (Ministero del Lavoro, Anpal, Regione, CPI, INPS, Comuni ecc.) che dovranno condividere migliaia di dati relativamente alle domande accolte, ai requisiti dei beneficiari, alle azioni messe in campo, ai risultati ottenuti e mancanti: a tale scopo è stata istituita un Cabina di regia tecnica provinciale, strumento che garantisce un’attuazione concertata della misura;
- un innalzamento numerico ed un perfezionamento delle professionalità attive operanti nei CPI, anche grazie alla collaborazione con i Navigator, al fine di garantire un’adeguata presa in carico di un’utenza sempre più differenziata;
- un potenziamento dei servizi che i CPI offrono alle aziende, anche attraverso il ripristino delle attività di scouting e marketing territoriale, con l’obiettivo di intercettare i loro fabbisogni e raccogliere le esigenze di personale;
- garanzia di massima diffusione delle informazioni
L’esperienza maturata negli anni recenti ci ha portato ad intensificare e portare a regime la collaborazione con i servizi sociali degli Ambiti territoriali e dei Comuni nell’ambito delle misure di contrasto alla povertà e, in territorio bergamasco, riteniamo di aver già attuato una prassi virtuosa di presa in carico congiunta e condivisa dei beneficiari del sostegno al reddito, affinché essi siano coinvolti in un processo di attivazione e promozione che li affranchi dalla condizione di povertà e molto spesso di emarginazione sociale. Il percorso già tracciato deve rappresentare il solco nel quale inserire le azioni legate al Reddito di cittadinanza, soprattutto nella delicata fase che chiama CPI e Comuni all’individuazione del bisogno del nucleo familiare ed alla conseguente sottoscrizione del Patto Lavoro e/o del Patto Inclusione sociale, nonché nella definizione di una procedura comune nell’attivazione dei Progetti di Utilità Collettiva (PUC), attività di utilità sociale che, come contemplato nel Patto per il Lavoro o nel Patto per l’Inclusione Sociale, il beneficiario del Reddito di cittadinanza è tenuto a prestare presso le pubbliche amministrazioni del Comune ove residente.
In conclusione, a partire dalla legge regionale 9/2018 e dagli indirizzi attuativi approvati con DGR 854 del 26/11/2018, la Regione ha raccolto la sfida del rafforzamento del sistema dei servizi per il lavoro, impegno confermato nel Programma Regionale di Sviluppo e nella nota di aggiornamento al DEFR 2020-2022, condiviso con le parti sociali e in linea con i bisogni dei cittadini e delle imprese che vi operano.
Fine ultimo del Piano regionale di potenziamento dei Centri per l’Impiego in Lombardia, quindi, è ridisegnare un sistema di servizi del lavoro innovato, in grado di fornire risposte di qualità e in tempi rapidi alle sfide del mercato, di comunicare efficacemente con gli altri servizi e, soprattutto, con i cittadini e le imprese. Tale impegno non prevede solo l’ammodernamento delle strutture (attraverso la manutenzione ordinaria e straordinaria delle sedi, l’acquisto e/o la locazione di nuove sedi, la ristrutturazione di immobili di proprietà dell’Ente ecc.), ma anche la messa in campo di ulteriori strategie che possono fortemente incidere sull’erogazione di servizi di qualità e di misure di politica attiva del lavoro adatte ai bisogni dell’utenza. Si segnalano in particolare:
- Innalzamento del capitale umano dei servizi pubblici per l’impiego, attraverso formazione mirata degli operatori assunti e/o già operanti;
- Potenziamento delle dotazioni strutturali ed informatiche;
- Rafforzamento ed impulso all’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro;
- Piano di comunicazione volta alla promozione dei servizi offerti.
Durante il 2022, si prevede di portare a regime la corposa azione di adeguamento anche infrastrutturale delle sedi CPI, nel rispetto delle previsioni della L 56/87, che pone in capo ai Comuni l’onere di della fornitura dei locali necessari: alla luce dell’imminente aumento di personale, la Provincia ha avviato a partire dal 2019 un’intensa negoziazione con i Comuni per l’individuazione di nuove sedi e, in alcuni territori fra cui la città
di Bergamo, ha concordato con Regione ed ottenuto corposi finanziamenti per la ristrutturazione straordinaria ed ordinaria di immobili di proprietà dell’Ente (in primis, la sede di Borgo Santa Caterina e la ex stazione ferroviaria di Albino).
La necessità di un potenziamento strutturale delle sedi dei Centri Per l’Impiego della Provincia di Bergamo nasce dall’esigenza di creare nuove postazioni che siano funzionali e adeguate all’inserimento di nuove figure nell’organico degli stessi centri. A seguito quindi di sopralluoghi e valutazioni effettuate nelle attuali sedi, la Provincia, in accordo con i Comuni del territorio, ha rilevato un’inadeguatezza degli edifici e dei locali attualmente in uso, che per struttura e spazi a disposizione non saranno in grado di ospitare, oltre al personale già presente, i circa 130 nuovi assunti previsti dal Piano Regionale di Potenziamento. Infatti, nonostante siano state riscontrate n. 56 postazioni libere distribuite nei vari CPI, esse non sono sufficienti ad accogliere il personale atteso. Pertanto la Provincia e i Comuni si sono attivati per ricercare sul territorio nuovi spazi da ritenersi più idonei, suddividendo gli interventi necessari e indispensabili di ristrutturazione e adeguamento strutturale e funzionale in più fasi. In sintesi:
• in una fase antecedente all’avvio del PRP, una prima azione di adeguamento strutturale era già stata avviata nel 2020, stante situazioni locali particolari, e si era concretizzata nel trasferimento a nuova sede dei Centri per l’Impiego di Grumello del Monte e Ponte San Pietro. Gli interventi già attuati nei nuovi locali, anche al fine di renderli idonei ad accogliere il nuovo personale (creazione di nuove postazioni ed adeguamenti strutturali) sono stati rimborsati a valere sul Primo Programma di attuazione,
• in una fase antecedente all’avvio del PRP, una prima azione di adeguamento strutturale era già stata avviata nel 2020, stante situazioni locali particolari, e si era concretizzata nel trasferimento a nuova sede dei Centri per l’Impiego di Grumello del Monte e Ponte San Pietro. Gli interventi già attuati nei nuovi locali, anche al fine di renderli idonei ad accogliere il nuovo personale (creazione di nuove postazioni ed adeguamenti strutturali) sono stati rimborsati a valere sul Primo Programma di attuazione,