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Sessualità e voyeurismo: due costanti significative

Elementi per uno studio narratologico e strutturale di Si te dicen que caí

2.1 Analisi formale del testo

2.1.5 Sessualità e voyeurismo: due costanti significative

Affrontare la lettura di una qualsiasi delle opere di Juan Marsé o, addirittura, pretendere di proporne un’analisi interpretativa completa senza concedere la dovuta attenzione alla dimensione ed all’incidenza della tematica sessuale sulle vicende del testo sarebbe sintomo di un impegno ermeneutico parziale65, considerato che lo stesso autore riconosce di essere sempre stato interessato dalla presenza dell’erotismo all’interno del romanzo moderno66. Ma è con Si te dicen

que caí che Marsé esplora certe aree della sessualità con maggior accuratezza, tanto che essa riveste nel testo un ruolo fondamentale, coinvolgendo gran parte dei personaggi principali.

Non è superfluo segnalare come Si te dicen que caí non possa in alcun modo essere ascrivibile alla poco rilevante categoria della letteratura erotica, giacché fra le accuse che gli furono mosse dalla bigotta censura franchista meno di un quarantennio fa faceva bella mostra di sé anche quella rivolta al disprezzo della morale comune e del senso del pudore, ritenuti vilipesi da un vorticoso susseguirsi di prostitute, omosessuali e pratiche erotiche dal gusto perverso che si alternano nell’opera. Valga, al riguardo, una testimonianza certo più autorevole della mia e condivisa dalla quasi totalità della critica marsiana, che, anzi, individua nel testo un’efficace combinazione tra sublime e prosaico:

Ya no se podrá escribir la historia de nuestra posguerra sin hablar de este libro poético y cruel al mismo tiempo, un canto de amor desgarrado, un relato profundamente terrestre, repleto de sangre, de violencia, de sexo, cuya claridad raya en la insolencia, cuya crueldad nos habla de nuestra propia carne miserable. Pocas veces – creo que ninguna, ni siquiera entre nuestros especialistas de literatura erótica, tan escasos los pobres – se ha tratado el sexo con una claridad tan despiadada como en este libro de Marsé. Y, sin embargo, pese a esta infernal claridad, no se trata de un libro erótico, ni pornográfico, sino de una novela profundamente moral,

65 Ed in effetti pressoché tutta la bibliografia che sono riuscito a consultare le dedica almeno un

breve passaggio.

auténticamente humana, pues el hombre es carne y espíritu, y cuando el espíritu está corrompido la carne atestigua esta podredumbre67.

Ciononostante è altrettanto improprio, come ho affermato poco fa, non ritenerlo un romanzo sovversivo ed anticonformista, specialmente per quanto concerne il trattamento diretto dei coiti narrati, per la cui descrizione è utilizzato, inoltre, un linguaggio tutt’altro che allusivo68.

La sessualità, pertanto, assume in Si te dicen que caí un ruolo centrale, condizionando, di fatto, le scelte di vita di molti personaggi, tra i quali spicca Java: l’ossessione che alimenta molti di loro, infatti, non è che uno strumento, variamente utilizzabile in una serie di battaglie perse in partenza come unica arma per difendersi dalla povertà, dalla fame, dall’oppressione politica. Se l’unico, degradante metodo per uscire da una condizione prossima all’indigenza è quello di mettere in vendita l’unica proprietà inalienabile a disposizione persino dei più bisognosi, quella del proprio corpo, non resta che scegliere se si è moralmente disponibili a farlo oppure se si preferisce conservare un minimo di dignità ed amor proprio, ben sapendo, tuttavia, che la seconda opzione quasi certamente condurrà direttamente all’inabissamento delle aspettative di vita. È questa, schematicamente, la prospettiva d’analisi del problema che fornisce Marsé, il quale, come abbiamo già visto, condanna d’altro canto, e senza appello, l’atteggiamento di chi, come Java, scende a vergognosi compromessi umilianti.

Si può allora a ben ragione sostenere che il desiderio sessuale agisce come potente forza motrice in numerosi individui altrimenti statici e piatti, divenendo la fonte della loro perdizione o la ragione principale della loro esistenza: è il caso, emblematicamente, di Java e di Conrado, entrambi impediti, uno per ragioni sociali, l’altro per ragioni fisiche, ad operare in prima persona per soddisfare le proprie ambizioni, nel primo caso di ascesa economica, nel secondo di carriera

67 CONTE, Rafael (2008), El realismo proscrito, in RODRÍGUEZ FISCHER, Ana, Ronda Marsé,

Candaya, Canet de Mar, p.262. Il saggio è del settembre del 1975 e fu pubblicato originariamente sul numero 346 della rivista Ínsula, p.5.

68 Circa un approfondimento di quest’aspetto desidero rimandare a 2.1.8, dove si tratterà

militare69. Ciò che colpisce, riflettendo a mente fredda sulla frequenza con la quale ci imbattiamo in riferimenti, espliciti ed impliciti, afferenti all’area dell’erotismo, è il totale ribaltamento della prospettiva di osservazione della realtà, corrotta a tal punto da essere aridamente alimentata dalla più abietta perversione sessuale; è drammaticamente evidente, infatti, che l’economia del microcosmo marsiano raffigurato in Si te dicen que caí si sostenta con l’attività della prostituzione in ogni sua forma: meretrici, pajilleras e giovani assoldati per rappresentare scenette a luci rosse. Se un simile inquadramento presuppone dunque una grave mancanza a livello socioeconomico è soprattutto dal punto di vista etico che la situazione diventa inaccettabile, poiché all’orizzonte non si scorge alcun bagliore che possa far immaginare uno stravolgimento di questo vizioso sistema circolare dal quale l’affetto e l’amore genuino sono costantemente banditi. Risulta poco sorprendente, agli occhi del lettore, che questa tacita forma di degenerata organizzazione sociale sia diretta e, sostanzialmente, sfruttata dal gruppo dei vincitori, i quali favoriscono così l’instaurarsi della sordida relazione fra sesso e politica dominante, eco di un’epoca avvilente qual era quella degli anni Quaranta70.

Giunti a questo punto mi preme far notare il carattere anomalo della maggior parte degli approcci e delle relazioni sessuali che si danno nel testo; in molti casi ci troviamo infatti di fronte a situazioni comunemente percepite come depravate dalla sensibilità ordinaria – pedofilia, voyeurismo, sadomasochismo, sessualità violenta – ma che, nel romanzo, appaiono accettate quasi all’unanimità, tanto da essere introiettate sin dall’adolescenza dai componenti della pandilla di Las

Ánimas, i quali entrano così in contatto prematuramente ed in maniera distorta con i primi fermenti erotici, giungendo spesso anche ad abusare violentemente delle orfanelle più coraggiose, in primis Juanita e La Fueguiña.

In quest’ambito si rende allora necessario focalizzare l’attenzione attorno a due delle figure più discusse circa le loro inclinazioni sessuali: l’arcivescovo

69 SULLIVAN, Rosalie Katheri (1982), Juan Marsé as a social critic: a structural, thematic and

stylistic analysis of six novels, University Microfilms International, Ann Arbor, p.76.

Gregorio e Conradito Galán71. Il primo è ormai riconosciuto indubbiamente come rielaborazione letteraria dell’omonimo prelato realmente esistito, sul conto del quale circolavano in Catalogna, a partire dal dopoguerra, infamanti voci di collusione e pervertimento sessuale, cui Marsé, per sua stessa ammissione, tese l’orecchio, appropriandosene e rielaborandole72. Il secondo, come abbiamo in parte già avuto modo di vedere, occupa l’apice della scala sociale del microcosmo di Si te dicen que caí. Entrambi sono collegati direttamente al sottobosco criminale attraverso l’attrazione che provano nei confronti di Java, che cercano ripetutamente di manipolare, benché secondo differenti modalità: se il sacerdote, infatti, è protagonista di un singolo, ma significativo episodio, nel quale offre al

trapero di ballare con lui in una scena dal sapore grottesco ad alto tasso erotico, la quale, tuttavia, viene presentata come l’ennesima aventi e quindi, come tale, è soggetta ad essere o meno creduta, l’atteggiamento del falangista paralizzato è assai più esplicito, quantomeno perché più incisivo e duraturo.

Quest’ultimo, infatti, predispone un’ampia schiera di modalità atte a soddisfare le proprie brame sessuali, che spaziano dal voyeurismo alla pedofilia, comprendendo il sadomasochismo e la masturbazione senza risparmiare l’omosessualità o la bisessualità; anche se alcuni critici hanno teorizzato una sua parziale o totale impotenza, che ne accrescerebbe in misura proporzionale gli impulsi violenti, non è indispensabile che possieda questa caratteristica, giacché,

71 Preciso che non ho l’intenzione di analizzare qui il rapporto tra la Chiesa Cattolica spagnola ed

il regime di Francisco Franco, che sarà oggetto del capitolo successivo, ma solamente di evidenziare l’attitudine di Marsé nei confronti di un’eminente figura ecclesiastica in relazione alla tematica della sessualità perversa.

72 Monsignor Gregorio Modrego Casaus (1890-1972) è stato un alto prelato di origine aragonese;

ordinato sacerdote nel 1914, rivestì la carica prima di vescovo ed in seguito, quando Barcellona assunse il titolo di arcidiocesi, quella di arcivescovo della capitale catalana dal 1942 al 1967, anno in sui si ritirò a vita privata a causa dell’età avanzata. Figura fondamentale dell’alleanza Regime- Chiesa Cattolica ed autore, nel 1937, della Pastoral de la Cruzada, che legittimava moralmente la rivolta franchista, convocò inoltre il XXXV Congresso Eucaristico, celebrato a Barcellona nel 1952. Riguardo la sua figura sono noti molti pettegolezzi, compreso quello che Marsé udì da Jaime Gil de Biedma, secondo cui un giovane cameriere del Barrio Chino lo avrebbe informato della presunta omosessualità di Modrego. Altrettanto diffuse erano la voci che lo volevano a capo di una flotta di taxi o che lo ritenevano implicato, addirittura come mandante, nell’omicidio Broto. Nella redazione di questa nota mi sono servito dell’apporto dell’introduzione a MARSÉ, Juan (2010), Si

te dicen que caí, RODRÍGUEZ FISCHER, Ana – JIMÉNEZ LEÓN, Marcelino (a cura di), Cátedra, Madrid, nota 123, p.211 e di CLARK, Rosemary (2003), Catholic iconography in the

per quanto ne sappiamo, non raggiunge mai lo stadio finale di un rapporto completo in prima persona73.

Ciò che lo caratterizza, infatti, è precisamente il compulsivo desiderio di osservare in segreto i coiti altrui: sin dalle prime battute del libro lo vediamo spiare attraverso una tenda la scenetta che Java e Ramona rappresentano, pagati e rifocillati, presso il suo appartamento, brillantemente definita da María Persino nel suo valido saggio come la «escena matriz»74 poiché, in seguito a questa, si moltiplicheranno nel testo gli echi situazionali che vengono introdotti qui per la prima volta. Conrado, effettivamente, appare altrettanto eccitato nel momento in cui si trova a dirigere, in qualità, tutt’altro che casuale, di regista, le prove di una rappresentazione teatrale religiosa cui prendono parte sia le orfane della Casa de

Familia che alcuni degli adolescenti del barrio, tra i quali, evidentemente, figura, come trait d’union, Java75. Gli ordini del mirón, i gesti, il linguaggio, l’irritante stridio della sua sedia a rotelle si ripetono identici così da rivelare (anche se, in questo caso, La Fueguiña sostituisce Ramona fra le braccia di Java) una parentela molto stretta tra la scena primaria e tutte le sue riproposizioni successive. A livello semantico è significativo segnalare come questi episodi celino un’implicazione politica, al di là del contenuto letterale, che acquisisce toni piuttosto forti e marcatamente simbolici nella misura in cui è un vincitore, Conrado, a godere della scena voyeurista ai danni di un vinto, che sia Java, Ramona o La Fueguiña76. Inoltre, come ho evidenziato poco fa, l’eco della escena matriz si diffonde sino a colonizzare gli stessi componenti della pandilla, che organizzeranno rappresentazioni teatrali fittizie nelle quali la violenza contro le adolescenti raggiungerà livelli inauditi.

73 CLARK, Rosemary (2003), Catholic iconography in the novel of Juan Marsé, Tamesis Book,

Woodbridge, p.165.

74 PERSINO, María Silvana (2000), Hacia una poética de la mirada: Mario Vargas Llosa, Juan

Marsé, Elena Garro, Juan Goytisolo, Corregidor, Buenos Aires, p.72.

75 Si tratta dello spettacolo, spesso associato alle feste natalizie, che prende il nome di Los

Pastorcillos o, in catalano, di Els Pastorets, nel quale si combinano i temi della nascita di Gesù e dell’eterna lotta tra il Bene ed il Male ad alcuni dialoghi tra gli umili pastori che ricordano il primo Natale.

76 PERSINO, María Silvana (2000), Hacia una poética de la mirada: Mario Vargas Llosa, Juan

L’implicazione del voyeurismo nell’opera, allora, è estensibile esponenzialmente, a maggior ragione se si accetta quanto afferma Persino nel suo studio: tutti, in Si te dicen que caí, sono sotto osservazione; lo è in primis Conrado, ma lo è anche Sarnita, che narra le vicende del paralítico, quando Paulina osserva lui ed i suoi amici mentre palpano la capricciosa Fueguiña, lo sono le malcapitate giovani che finiscono nella fantasiosa trappola del povero Mianet e lo è Java stesso, o meglio il suo cadavere, agli occhi di Ñito che, incaricato di dissezionarlo, inizia così il percorso a ritroso che è all’origine della narrazione77. Lo spirito voyeurista contagia infine anche il lettore, dal momento che accetta di prendere parte come spettatore non pagante alla escena matriz. È interessante, a tal proposito, sottolineare come, nella maggior parte dei casi ma fatta eccezione proprio per la scena primaria, l’autore decida di conferire al racconto il punto di vista dell’osservatore, ritenendolo probabilmente il più utile a fornire, ancora una volta, una versione particolare ad un testo che, come vedremo meglio fra poco, è profondamente permeato dal multiprospettivismo.

Facendo un piccolo passo indietro, vorrei in ultima istanza dirigere l’attenzione verso l’erotica blasfemia che si ricava dalla figura de La Fueguiña quando viene associata all’arcangelo Gabriele, che impersona con estrema femminilità ne Los Pastorcillos, allo stesso modo in cui il medesimo personaggio assume scandalosamente le sembianze della Vergine Maria durante una rievocazione volgare fra gli adolescenti, che si concluderà con i consueti giochetti sensuali.

2.1.6 Multitemporalità, multiprospettivismo ed altre tecniche