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Il settore dell’arredamento

5. Un caso di Internazionalizzazione: Natuzz

5.1 Il settore dell’arredamento

Il mercato dell’arredamento è uno di quei settori che da sempre rappresenta fortemente lo splendore del made in Italy. Se in Italia tele settore, in passato era caratterizzato dalla presenza di piccole botteghe di artigiani professionisti, oggi, e già da un decennio oramai, è stato completamente rivoluzionato e trasformato in un mercato estremamente variegato e multiforme, nel quale il contributo dell’artigiano del passato è stato rimpiazzato dalle strategie aziendali di piccole, medie e grandi imprese che mirano ad espandersi sempre più a livello internazionale cercando di esportare il gusto e l’esperienza del made in Italy all’estero.

Il mercato del design d’arredamento è attualmente sempre di più in rapida evoluzione e sembra non volersi fermare. Negli ultimi anni c’è stata da parte delle imprese una forte attenzione nello specializzare e nell’ampliare, con grande diversificazione dei prodotti, le proposte del settore offerte ai clienti, in modo da poter soddisfare tutte le tipologie di gusto e portafoglio. Tale diversificazione permette di attirare tutte le tipologie di pubblico, sociali ed economiche, con l’obiettivo allo stesso tempo, di creare un contatto diretto e più umano con il potenziale cliente, attraverso una speciale, precisa e definita strategia di marketing. Tale nuova tecnica pretende di offrire ai clienti l’opportunità di distinguersi dal mercato tradizionale e di poter personalizzare secondo i propri gusti, l’ambiente da arredare, pur mantenendo un’attenzione particolare alla funzionalità degli oggetti e all’armonia dell’accostamento di insieme tra essi.

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Nasce quindi, la figura dell’esperto o del professionista di interni, che è altamente preparato e qualificato per aiutare e guidare il cliente, attraverso consigli, nella scelta più appropriata secondo le proprie esigenze, seguendo i diversi gusti e le preferenze, nell’ottica di massimizzare l’equilibrio dell’interno da arredare con un risultato estetico finale di grande gusto e fascino. Questa nuova tendenza di “arredamento personalizzato” accresce la diffusione degli oggetti, accessori e soprattutto dei mobili per l’arredamento in tanti diversi ambiti: tali elementi si trovano moltiplicati in mercati, mercatini, gallerie d’arte, in negozi di antiquariato, negozi etnici e non più solamente nei negozi tradizionali di un tempo.

Non a caso, la forte crescita del mercato dell’arte antica, non si è mai rallentata e testimonia la nascita della nuova tendenza di “fare casa” in maniera più originale e personale. Innovativi e di grande tendenza sono diventati le Fiere e i Forum specializzati, diffusi in tutto il paese e capaci di raccogliere un vastissimo pubblico con grande successo, nei quali i consumatori vanno per scoprire ed osservare con curiosità le ultime novità offerte dal panorama creativo e disegnate da illustri progettisti.

Il modello organizzativo in distretti, la flessibilità delle piccole e medie imprese, l’elevato grado di differenziazione dei prodotti e, appunto, la qualità e la forte componente di design, che caratterizzano tutti i prodotti made in Italy, si annoverano tra i fattori di successo della produzione italiana. Considerato uno fra i migliori nel mondo, il design italiano, che include elementi quali automobili, lampade, oggettistica e moda, ha da sempre riscosso molto successo. Questo dipende essenzialmente da un circolo virtuoso costituito di lavorazioni di qualità, un modello produttivo vincente (distretti), una continua attività di innovazione tecnologica ed una forte capacità creativa.

Il mercato dell’arredamento offre ampie opportunità di sviluppo per l’Italia, proprio perché, non solo è stato da sempre un settore molto attivo e motivo d’orgoglio per il nostro paese, ma anche perché è ricco di interessanti sviluppi orientati soprattutto alle imprese capaci di cogliere input dinamici ed innovativi all’avanguardia, spesso anche azzardati, ma di notevole fascino.

Il nostro paese vanta il secondo posto come produttore mondiale di mobili dopo gli USA e il secondo posto anche come esportatore dopo la Cina. La frammentazione è un fattore tipico del nostro mercato (delle oltre 33 mila imprese italiane produttrici di mobili, sia industriali che artigianali, l’86% ha un numero di dipendenti inferiore a 10 e solo lo 0,5% conta più di 100 addetti) che si contraddistingue per l’elevata quota di produzioni di design e di fascia alta.

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Andiamo ad analizzare l’andamento nel tempo del mercato mondiale. Il 2009 ha comportato negativamente una brusca contrazione anche della produzione mondiale di mobili, che nel 2010 è stata soggetta ad una leggera ripresa, ricollocandosi piuttosto vicino ai livelli di produzione del primo semestre 2007. Nonostante vi sia stata una nuova crescita dopo i risultati non buoni del 2007-2009, vi sono stati grandi sconvolgimenti: se nel 2001 erano i paesi ad economia cosiddetta “avanzata”, caratterizzati da redditi mediamente elevati, a realizzare circa l’80% del valore della produzione mondiale di mobili, a fine 2010 sono invece i paesi a basso e medio reddito ad incidere sulla produzione mondiale per oltre il 50%. Tale dinamica è dovuta principalmente all’enorme incremento della produzione da parte di Cina e degli altri Paesi dell’Asia Orientale, mentre l’incremento europeo si può imputare ai paesi dell’Ex Unione Sovietica e dell’Europa Orientale, i quali hanno ottenuto una produzione più che triplicata negli ultimi 15 anni. In coerenza con quanto registrato per la produzione, con riferimento al commercio internazionale di mobili il 2011 ha conosciuto una ripresa dopo il “crollo” del 2009, riassestando i livelli a quelli del 2008. Gli Stati Uniti si confermano nel 2011 al primo posto tra i principali paesi importatori di mobili e registrano un lieve incremento dei valori rispetto a quelli del 2001. La medesima dinamica è riscontrata anche per Germania e Francia, rispettivamente al secondo e terzo posto. Con riferimento alle esportazioni la Cina è stata la leader nel 2011, mentre l’Italia si confermava ancora al terzo posto al mondo come produttore dopo la Germania e prima della Polonia, la quale tuttavia ha realizzato una crescita imperiosa in questi ultimi anni. Sebbene l’Italia fosse nel 2005 al primo posto nel ranking mondiale, la crescita delle esportazioni cinesi è stata decisamente vertiginosa e oggi supera di più di tre volte le nostre esportazioni. In Russia, ad esempio, dal 2005 al 2011 le importazioni di mobili sono raddoppiate in valore Euro, così come i consumi, e l’Italia è stata nel 2011 il primo fornitore estero del mercato russo, leader in tutti i segmenti produttivi del comparto fatta eccezione per quello delle “sedute”, in cui primeggiava la Cina. Il consumo mondiale di mobili ha ottenuto nell’ultimo decennio un aumento considerevole nei Paesi asiatici e dell’area Pacifico, che hanno pressoché raddoppiato la quota di consumo, mentre si sono contratti principalmente i consumi nel Nord America e nell’Europa Occidentale. Si sono registrati per il 2012 maggiori tassi di variazione in termini reali in Asia (trainata dalla Cina) e Sud America (dove il paese più forte in tale settore è rappresentato dal Brasile) e sono interessanti anche i tassi di crescita di Sud Africa e Medio Oriente.

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Il numero delle aziende è elevato, spiccano tra di esse le seguenti: Natuzzi, Emmelunga, Grancasa, Mercatone Uno, Foppapedretti, Scavolini, Chateau d’Ax, Divani & Divani, Poltronesofà, Moretti Compact e molte altre ancora. L'Europa - e l'Italia - restano leader mondiali nel segmento alta gamma e lusso e circa due terzi dei mobili di lusso venduti nel mondo sono prodotti in Europa.

È uno scenario positivo e di crescita complessiva quello fotografato dai nuovi rapporti sulsettore dell’arredamento in Italia e nel mondo presentati da CSIL pochi giorni fa a Milano.

Gli scenari macroeconomici elaborati da Prometeia in collaborazione con CSIL e il FMI – Fondo Monetario Internazionale forniscono spunti interessanti sul prossimo futuro dell’industria del mobile, sui consumi e sulla crescita dei diversi Paesi, dall’Europa all’Asia, dalle Americhe alla Russia. Nello specifico, il rapporto World Furniture Outlook 2016 contiene dati analitici sull’industria del mobile con previsioni sulla crescita della domanda di mobili nel 2015-2017 in 70 paesi di cui: 35 paesi europei, 15 paesi dell’Asia e del Pacifico, 12 del Medio Oriente e dell’Africa, 3 del Nord America e 5 del Sud America. Il Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile in Italia invece si sofferma sulla descrizione di un quadro dettagliato delle prospettive per il nostro paese, mettendone in luce i rischi e le possibilità offerte dallo scenario futuro. Mobili imbottiti, mobili per la cucina, mobili per la casa e mobili per l’ufficio sono i comparti presi in considerazione con preconsuntivi per il 2015 e previsioni fino al 2018 per produzione, export, consumo interno, importazioni e strategie di investimento. Fondamentale è la panoramica sul quadro macroeconomico che prevede, per il triennio 2016-2018, una crescita continua ma disomogenea dell’economia mondiale. Il tasso di crescita del PIL mondiale si attesterà entro la fine del 2015 sul 2,8%, facendo segnare un lieve rallentamento dovuto a un andamento meno vivace delle economie emergenti. Cina, America Latina (Brasile in primis) e Russia subiranno maggiormente questo rallentamento pesando sul commercio internazionale di beni, che si attesterà su tassi di crescita dell’1,5% nel 2015 e del 2,3% nel 2016. Al contrario gli USA vedranno crescere il proprio PIL con un tasso che dovrebbe attestarsi intorno al 2,5%, seguiti da un generale consolidamento della ripresa da parte dei paesi europei che grazie alla debolezza dell’euro, riescono ancora a sostenere le esportazioni.

Il consumo mondiale di mobili crescerà in modo modesto nel 2016 (poco meno del 3% worldwide), eccezion fatta per l’area dell’Asia e Pacifico che dovrebbe avere tassi di crescita più sostenuti – senza considerare però l’incertezza delle prospettive per la Cina

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che ha raddoppiato sì le sue esportazioni fino a 53 miliardi di dollari nel 2015 ma ha molto diminuito il ritmo di crescita. Per quanto riguarda l’Italia, nello specifico i dati parlano di una continuità di crescita costante del PIL, con una variazione prevista per il 2015 dello 0,8%. I consumi delle famiglie alla fine di quest’anno dovrebbero registrare un +0,7% in termini reali e nel prossimo triennio si prospetta una ripresa dei consumi privati un pò più marcata rispetto al 2015 e sostenuta da un miglioramento del reddito disponibile (+1,6%), da un’inflazione contenuta e, non ultimo, da un contributo positivo della politica fiscale. A tal proposito la Legge di Stabilità e diversi elementi di sostegno ai consumi presenti al suo interno, come la conferma del Bonus Mobili per le ristrutturazioni e l’introduzione del Bonus Giovani Coppie, insieme alla ripresa del settore edilizio prevista per il 2016 (i benefici si avranno nel 2017), daranno nuova linfa alla domanda interna che unita ad un calo della disoccupazione e a una crescita positiva della domanda estera determineranno nel biennio 2017-2018 un nuovo aumento della produzione.

Gli investimenti nel loro complesso stanno già riprendendo a crescere, grazie soprattutto a quelli in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto che daranno i propri frutti nel prossimo futuro. E un forte segnale in questo senso arriva anche da tutte quelle aziende più strutturate e lungimiranti che hanno investito sulla crescita dei propri canali retail sia all’estero sia sul territorio nazionale, che hanno garantito continuità al mobile Made in Italy.

5.2 Natuzzi S.p.A.

Il gruppo Natuzzi nasce nel 1959 dalla creazione e dalla guida di Pasquale Natuzzi. La holding Natuzzi S.p.A. è l’unica azienda non americana del settore “arredamento” quotata a Wall Street dal 1993. Comprende 3 marchi: Natuzzi, Italsofa e Leather Editions. Sono ben definite la Mission e la Vision dell’azienda, in particolare:

- Vision: ricerca del bello, qualità dei materiali, valori di etica ed integrità, rispetto degli standard internazionali di qualità e sicurezza, valorizzazione del territorio e sviluppo sostenibile in un’ottica di responsabilità sociale, design esclusivamente made in Italy con creazioni nate dal centro stile Natuzzi, profonda passione per le pelli (di cui è leader mondiale) e per i tessuti, tecnologia del comfort e dell’innovazione, forte shopping experience.

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- Mission: Offrire ad ogni cliente la possibilità di realizzare il proprio ambiente living ideale, in cui esprimere la propria personalità e sensibilità estetica, attraverso servizi garantiti dal Gruppo ai propri clienti riguardanti principalmente la consegna a domicilio del rivenditore in ogni angolo del mondo, la fatturazione nella valuta locale e una completa assistenza on line di pre e post vendita.

Un significativo primato di Pasquale Natuzzi è quello di aver trasformato in gruppo industriale una piccola azienda del Sud-Est, localizzata in un’area agricola interna quale l’Alta Murgia pugliese e materana. Si è trattato di un vero e proprio "miracolo economico" in una realtà paradigmatica dell’arretratezza del sud, anche perché Natuzzi ha stimolato le energie imprenditoriali locali. Numerosi suoi ex operai hanno dato vita, in Santeramo in Colle e nei centri limitrofi, a molteplici imprese legate alla produzione di divani e poltrone. Il "triangolo del salotto", costituito dai territori delle comuni di San Teramo, Altamura, e Matera, è diventato tra gli anni 80 e 90 il principale distretto italiano dei mobili imbottiti. Le indagini dei sociologi e degli economisti hanno sottolineato l'eccezionalità o l'anomalia del Triangolo del salotto per la presenza di fattori di svantaggio del punto di vista localizzati o della dotazione di fattori produttivi: nessuna disponibilità di materie prime, distanza dai grandi mercati di consumo e gravi carenze nelle infrastrutture di trasporto, ma, dato il carattere labour-intensive della produzione dei mobili imbottiti non è stato difficile avviare un'attività imprenditoriale, anche se, il sostegno della Natuzzi ai propri subfornitori, la disponibilità di forza lavoro a basso costo e diversi incentivi pubblici hanno contribuito alla crescita genere delle imprese del distretto. Si elogia Natuzzi per essere stato protagonista della trasformazione economica dell'area murgiana. La sua azienda è stata una vera e propria scuola di formazione per le maestranze e dirigenti del triangolo del salotto. Al culmine del successo, tuttavia, proprio pasquale Natuzzi denuncia limiti e contraddizioni, quali le carenze infrastrutturali e le scorrette e pratiche di concorrenza tra le imprese, che possono determinare la dissoluzione del distretto nel nuovo scenario competitivo mondiale, condizionato dalla Cina e da altri paesi emergenti capaci di produrre a costi molto più bassi. In risposta alle pressioni concorrenziali, la Natuzzi A partire dal 2000 si orienta verso una strategia globale.

Riposizionando la produzione degli stabilimenti murgiani verso la fascia alta del mercato, intensifica il processo di internazionalizzazione sia con lo sviluppo della rete commerciale mondiale sia con l'impianto, in Brasile, Cina e Romania, di stabilimenti addetti alla produzione in una fascia promozionale del prodotto con il marchio Italsofa.

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