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1.3 L’Economia di solidarietà come teoria

1.3.5 Settori Economici a confronto

Le imprese non sono isole; per poter funzionare hanno bisogno di relazionarsi costantemente con l’esterno. Le esperienze di economia solidale, nella misura in cui interagiscono tra loro, costruiscono reti, creano un settore nuovo dell’economia, un terzo settore, che è caratterizzato da una razionalità diversa rispetto al settore dello scambio e a quello statale. In maniera sintetica, le caratteristiche di ciascuno dei tre comparti sono presentate nella figura 4.

Figura 4 Settori economici a confronto.

SETTORE DELLO

SCAMBIO SETTORE SOLIDALE SETTORE STATALE Priorità degli individui Priorità dei gruppi e delle associazioni intermedie Priorità alla collettività Tendenza a separare le

attività e funzioni in unità economiche indipendenti

Tendenza a riunire le attività e funzioni all’interno di ogni unità economica

Tendenza a unificare le attività e conglomerato di funzioni di cluster di imprese e in unità di gestione maggiori

Produzione, circolazione e consumo si articolano nel mercato, mediante l’ azione di intermediari

Produzione, circolazione consumo si articolano all’interno delle unità economiche o mediante gli accordi e il coordinamento tra le unità economiche

Produzione, circolazione e consumo sono articolato da un poter di pianificazione centrale Obiettivo operativo: ottenimento di guadagni monetari Obiettivo operativo: soddisfazione di necessità complesse Obiettivo operativo:

adempimento delle mete e dei traguardi stabiliti dal piano Il criterio sulla base del

quale si stabilisce

Il criterio sulla base del quale si stabilisce l’efficienza sono i

Il criterio sulla base del quale si stabilisce l’efficienza sono le

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l’efficienza è la quantità. La valutazione economica avviene sulla base di misurazione e calcoli quantitativi

valori. La valutazione

economica avviene sulla base della soddisfazione e

dell’apprezzamento dei soggetti

norme. La valutazione economica avviene sulla base del controllo dell’adempimento delle norme e delle specifiche

Ciascun soggetto determina, in maniera indipendente quali necessità mira a soddisfare. Si ha una suddivisione e moltiplicazione delle necessità economiche

Il gruppo o la comunità che effettua l’attività economica determina quali sono le necessità che devono essere soddisfatte per prime. Si cerca di soddisfare in modo

combinato e insieme, le necessità fisiologiche di autoconservazione, fisiologiche e spirituali

Un potere centrale determina l’ordine e il grado in cui le diverse necessità sono assunte dall’economia. Si ha una gerarchizzazione delle necessità sulla base di criteri ideologici e tecnici. La priorità è data da necessità fisiologiche e di autoconservazione I soggetti economici

vivono in una situazione di competizione,

negoziazione e conflitto

I soggetti cooperano e si coordinano in forma volontaria

Subordinazione e integrazione burocratica dei soggetti inferiori in unità superiori Si cerca di assicurare un

futuro mediante il possesso di ricchezze. Questo determina una crescita basata sull’accumulazione di mezzi materiali e finanziari

Si cerca di assicurare un futuro mediante relazioni sociali ricche, e lo sviluppo delle capacità personali. Questo determina una crescita comunitaria e integrale

Si cerca di assicurare un futuro mediante la partecipazione nei centri decisionali. Questo determina una crescita basato sull’accumulazione del potere Valori principali: libertà

ed efficienza

Valori principali: fraternità e cooperazione

Valori principali: uguaglianza e disciplina

Fonte: Razeto 2015b p. 368

Guerra (1999; 2004) ripropone, in forma sintetica l’analisi di Razeto, soffermandosi a evidenziare le differenze tra i settori, in ognuna delle fasi principali del processo economico.

Il criterio di produzione è la prima fase del processo, è il momento in cui si decide che cosa produrre. Il settore dello scambio effettua la decisione, sulla base della presenza di una domanda per un determinato prodotto, tutto ciò che è richiesto diventa automaticamente producibile. Non ci si interroga sugli effetti che la merce prodotta ha sul benessere delle persone e sull’ambiente. Lo stato invece, si deve preoccupare di fornire servizi che non possono essere offerti, in maniera ottimale, dai privati. Ne sono un esempio: la difesa (fini primari dello stato), l’educazione e la salute (fini secondari). Il settore solidale nasce per dare risposta a problemi concreti derivanti dalla realtà di

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esclusione e povertà o dal deterioramento delle condizioni ambientali; pertanto i beni e servizi che produce sono caratterizzati da una dimensione etica e dall’attenzione al benessere umano e ambientale.

La produzione è il processo attraverso cui i fattori produttivi vengono trasformati, per produrre beni o servizi. Ciò che distingue i settori è la categoria economica che li organizza. Il settore dello scambio è organizzato dal capitale; perciò tutti gli altri fattori sono remunerati sulla base della massimizzazione del profitto. Il settore statale produce sulla base di una categoria definita “amministrazione”, che sovrintende ai processi produttivi; infine, il settore solidale è organizzato dal fattore comunità (il fattore C), che è stato costruito teoricamente da Razeto e definito come “la solidarietà in azione”. Una volta che i beni e i servizi sono prodotti devono essere distribuiti (la distribuzione) e per farlo si attivano delle relazioni economiche, che cambiano a seconda del settore di riferimento. Il settore capitalista distribuisce sulla base dello scambio, secondo cui per ogni prodotto o servizio viene pagato un prezzo. Lo stato invece si serve della tassazione o dei criteri di attribuzione gerarchica; mentre il settore solidale è “regolato” da relazioni economiche che si basano su una forte integrazione sociale: donazioni, cooperazione, commensalità e reciprocità.

Il consumo è ciò che permette di utilizzare un determinato bene per il soddisfacimento dei propri bisogni. Guerra (1999) sottolinea che esistono due tipi di consumatori: uno primario, chi consuma il bene, e uno secondario, che in qualche modo subisce il consumo del primo. Il settore dello scambio si caratterizza per promuovere un consumo costante, anche di beni non strettamente necessari, senza tenere conto delle esternalità negative; è un modello consumista. Il settore statale invece consuma in maniera burocratica. Il settore solidale promuove un consumo critico, richiamando alla sobrietà, alla necessità di garantire buone condizioni per chi produce e per la tutela dell’ecosistema.

L’accumulazione è la tappa conclusiva di questo ciclo. Il settore dello scambio privilegia accumulare capitali o in generale ricchezze, che possano essere facilmente trasformate in denaro; lo stato cerca di aumentare il suo potere; infine, il settore solidale lavora per accumulare relazioni sociali. Esse gli permettono di crescere e di “autopromuoversi” includendo un numero sempre maggiore di persone.

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