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Open Access vuol dire accesso aperto e gratuito on-line.

L’analisi del materiale a disposizione, degli articoli, libri, atti di convegni e conferenze ha portato alla conclusione di come sia difficile riuscire a dare una definizione univoca dell’Open Access. Per questo motivo, per provare a rappresentare un quadro eterogeneo, vengono presi in considerazione vari punti di vista di autori, studiosi tra i più autorevoli sull’argomento, filosofi, ricercatori ed esperti di biblioteconomia.

Peter Suber52 analizza il movimento attraverso le sue diverse «sfumature»53. Oltre a considerarlo un movimento nel quale crede fermamente, definisce la letteratura ad accesso aperto54digitale, online, gratuita e libera da restrizioni legate ai diritti di sfruttamento commerciale ed economico. Viene specificato come i documenti ottenibili grazie all’accesso aperto siano paragonabili ai documenti

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Peter Sauber è una delle figure più attive del movimento Open Access. Partecipa nel 2003 alla Budapest Open Access Initiative (BOAI), scrive in uno dei blog ritenuti più autorevoli sul movimento: Open Access News e SPARC Open Access Newsletter. Si dedica al movimento dell’accesso aperto indagando anche sulla problematica relativa al ritardo delle scienze umane nel movimento.

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Cfr. P. Suber, Promuovere l’open access nelle scienze umane. Trad. Francesca Di Donato, 2005http://www.aepic.it/docs/OA/brief-italian.htm

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In questo punto si faccia attenzione che si definisce la letteratura e non il movimento ad accesso aperto.

cartacei ottenuti dietro pagamento, in quanto chi utilizza i documenti offerti dall’accesso aperto deve usufruire di una connessione Internet, che è possibile avere esclusivamente grazie alla stipula di un contratto e, in altre parole, di un pagamento55. Un secondo punto su cui insiste Suber si riferisce alla necessità di eliminare le barriere del prezzo rendendo gratuiti i testi. Queste barriere rappresentano l’ostacolo più comune tra le persone. Altri tipi di barriere sono quelle all’accesso e all’uso, legate al diritto d’autore e alle licenze ottenibili dopo l’autorizzazione dell’autore. Considerando il punto di vista della coordinatrice della biblioteca dell’Università di Torino, Maria Cassella56

, l’Open Access viene rappresentato come un movimento di idee che nasce con l’intento di promuovere un nuovo tipo di comunicazione scientifica, in cui è necessario fare attenzione alle differenti ottiche da cui viene analizzato, siano queste di autori, editori, lettori, bibliotecari, istituzioni, enti finanziatori, centri di ricerca, governi e cittadini comuni. Ritiene doveroso soffermare l’attenzione sull’importanza fondamentale di Internet come mezzo di diffusione e della conoscenza come bene comune, senza le quali è difficile proporre una rappresentazione completa del movimento e spiegarne le cause

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Potrebbe in questa sede nascere una critica, secondo cui un utente potrebbe utilizzare la connessione Internet per accedere ai documenti Open Access attraverso reti apparentemente pubbliche, come quelle del Comune o dell’Università. In realtà anche queste, a bene vedere, vengono utilizzate liberamente tramite le tasse pagate allo Stato. È utile sottolineare questo punto in quanto, nelle pagine seguenti, si affronterà il tema della conoscenza come bene comune a cui questo tema è collegato. 56

Cfr. M. Cassella, Open Access e comunicazione scientifica, Editrice Bibliografica, Milano, 2012.

Maria Cassella è autrice di numerosi articoli sul tema dell’Open Access, si pensi al testo appena citato di recente uscita, ma anche ad articoli come L’Open Access nelle

scatenanti, che vanno al di là dei fattori economici e politici (al quale sono comunque legati).

Francesca Di Donato57parla dell’Open Access come un nuovo paradigma della comunicazione scientifica58, un movimento che ha come obiettivo la condivisione dell’informazione e della conoscenza. Rafforza la sua idea di rendere la conoscenza un bene comune e libero da restrizioni economico-politiche prendendo in esame le idee di vecchi filosofi come Platone, ma anche alcuni elementi del diritto romano secondo cui possono essere oggetto di proprietà esclusivamente le cose tangibili, escludendo da queste i bene immateriali e quindi le idee.

Sulla stessa linea, Luciano Paccagnella definisce l’«open access la via aperta alla gestione e alla diffusione della conoscenza scientifica»59.

Mauro Guerrini60in un articolo sui problemi attuali dell’editoria universitaria61, riflette sulle motivazioni che hanno portato alla

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Francesca Di Donato è redattrice del Bollettino telematico di filosofia politica. È tra i fondatori del progetto HyperJournal (software open source per la pubblicazione di periodici scientifici), di cui presiede l’omonima associazione. È editor dell’archivio Giuliano Marini, nonché tra i fondatori del progetto Linkedopencamera.it e dell’Associazione Linked Open Data Italia. Curatrice del volume di J.C. Guédon,

Open Access. Contro gli oligopoli del sapere, ETS, Pisa, 2009; ha partecipato alla

traduzione di un altro volume di J.C. Guédon, Per la pubblicità del sapere. I

bibliotecari, i ricercatori, gli editori e il controllo dell’editoria scientifica, Plus, 2004.

Pubblica nel 2009 con la FUP di Firenze La scienza e la rete. L’uso pubblico della

ragione nell’età del Web.

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Cfr. F. Di Donato, Le sfide dell’Open Access al sistema di comunicazione della

scienza alla pagina www.sifp.it/pdf/fdd-art-SIFP.pdf 8

59

Cfr. L. Paccagnella, Open access. Conoscenza aperta e società dell’informazione, il Mulino, 2010, Bologna.

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Mauro Guerrini è professore ordinario di Biblioteconomia all’Università di Firenze e presidente dell’AIB (Associazione Italiana Biblioteche). Nel 2010 è tra i fondatori e curatori della rivista e-journal JLis.it (cfr. http://leo.cilea.it/index.php/jlis/about),

nascita del movimento Open Access. Si concentra in particolar modo sull’importanza che ha avuto il cambiamento dell’editoria, da quella cartacea a quella elettronica, da un punto di vista della produzione universitaria e quindi un punto di vista circoscritto. Infatti considera il movimento Open Access come una conseguenza dovuta al disagio subito nella sfera della produzione editoriale universitaria. O meglio, il movimento Open Access, secondo l’autore, nascerebbe in seguito alla presa di coscienza da parte del mondo accademico che il cambiamento da cartaceo ad elettronico avrebbe potuto rappresentare una buona opportunità di migliorare e aumentare la disseminazione della conoscenza (sia da un punto di vista personale e professionale, che da uno generale di disseminazione dell’informazione e della conoscenza). Entrando nel dettaglio della riflessione di Guerrini, il passaggio dall’editoria cartacea a quella elettronica non ha portato ad una diminuzione del prezzo dei libri, delle riviste e neanche la possibilità di «archiviazione sistemica»62dei documenti elettronici. Questa situazione ha portato dunque ad una reazione all’interno del mondo accademico e delle biblioteche: la nascita del movimento per l’accesso aperto come conseguenza del disagio creato dal cambiamento dell’editoria accademica63

.

rivista ad accesso aperto di biblioteconomia, archivistica e scienza dell’informazione. Dal maggio 2011 è membro della Commissione Open Access dell’Università di Firenze.

61

M. Guerrini, R. Ventura, Problemi dell’editoria universitaria oggi: il ruolo delle

università press e il movimento a favore dell’open access, confrontabile alla pagina

http://eprints.unifi.it/archive/00002004/ 62

Ibidem 63

Per ora vengono considerati esclusivamente i punti di vista degli autori relativi alle cause che hanno portato alla nascita del movimento Open Access. Forse vale la pena

Nella definizione proposta da Antonella De Robbio64 si legge che con l’accesso aperto65

alla letteratura scientifica ci si riferisce all’accesso libero tramite Internet a qualsiasi tipo di produzione intellettuale, dei ricercatori e degli studiosi, proveniente da tutto il mondo. Nell’idea dell’autrice l’Open Access non può essere considerato solo un movimento di idee, ma una vera e propria strategia che unisca le forze di scienziati e bibliotecari, nel contesto internazionale, per riuscire a rendere libera la conoscenza e l’informazione.

Dopo aver esaminato i punti di vista di alcuni rappresentanti dell’Open Access, è quindi possibile definirlo come un movimento di idee che nasce per proporre un nuovo modello di comunicazione scientifica.

Si è visto come sia un argomento che abbraccia vari aspetti e coinvolge diversi attori, passando attraverso ottiche di economisti, giuristi, filosofi, professionisti dell’informazione, autori, editori, lettori e bibliotecari come nella comunicazione scientifica tradizionale. Uno dei risultati a cui il movimento vorrebbe arrivare (e si sta muovendo in questo senso da diversi anni) è il

sottolineare che, anche se attraverso ottiche diverse, tutti gli studiosi ritengono necessario lo sviluppo del movimento e ne individuano, ciascuno a suo modo, gli elementi caratterizzanti, di cui si discuterà più avanti in questo lavoro.

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Antonella De Robbio è coordinatrice del progetto Open Archive dell’Università di Padova. È impegnata nel Gruppo di Lavoro per l’Open Access della Commissione delle Biblioteche della CRUI, ideatrice e coordinatrice del progetto E-LIS Eprint in Library and Information Science, un archivio internazionale ad accesso aperto per la biblioteconomia e le scienze dell’informazione. Nel 2005 ha partecipato, come membro esperto, alla Conferenza generale UNESCO presentando una risoluzione per l’Open Access.

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A. De Robbio, Open Access al centro dei nuovi scenari di e-governance, 2006. Cfr. http://elearning.unistrapg.it/dspace/bitstream/2447/84/1/dispensaOA.pdf

coinvolgimento della sfera politica, di istituzioni, enti finanziatori della ricerca scientifica, governi, ma anche semplici cittadini. Per farlo e per comprendere come sia possibile unire in un unico movimento questi elementi apparentemente molto diversi e lontani tra loro, potrebbe essere utile iniziare con la spiegazione della differenza che intercorre tra comunicazione scientifica tradizionale e il nuovo tipo di comunicazione scientifica che ha come nucleo centrale l’accesso aperto.

Il ciclo di vita della comunicazione rimane pressoché invariato66. Gli elementi che caratterizzano la nuova forma di comunicazione sono rappresentati dalla considerazione della conoscenza come bene comune e da Internet. Se non si valutano questi aspetti non si potrà comprendere l’obiettivo e le fondamenta del movimento dell’Open Access.