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Siamo davvero consumatori smodatamente carnivori?

Nel documento Cronache Economiche. N.007-008, Anno 1974 (pagine 36-48)

Bruno Cerrato

Premesse.

Sono ormai diversi mesi che non passa giorno senza leggere o sentir discorrere di quanto sia errata la nostra dieta alimentare e incriminare in proposito di gra-ve colpevolezza il consumo delle carni, giudicato troppo elevato soprattutto per quanto riguarda la razza bovina.

La recente pubblicazione da parte dell'Istituto centrale di sta-tistica di dati sempre più preoc-cupanti sulle importazioni totali di prodotti animali, che h a n n o raggiunto al 31 dicembre 1973 gli 8.800.000 q, e le misure fi-scali e parafifi-scali (aumento del-l'imposta sul valore aggiunto dal 6 al 1 8 % sui tagli di carne bo-vina e istituzione del deposito cauzionale infruttifero presso la Banca d'Italia del 2 5 % del va-lore dei relativi acquisti all'este-ro, peraltro bloccati nei confron-ti dei paesi extra-comunitari) adottate dal Governo per conte-nere il pauroso disavanzo venu-tosi a creare nella specifica voce della bilancia agricolo-commer-ciale, inabissatosi al livello re-cord di oltre 1300 miliardi di li-re, sono gli ultimissimi accadi-menti venuti a solleticare la cu-riosità sintetizzata nell'interroga-tivo che è alla base di queste note.

Per verificare la legittimità o meno delle non poche perplessi-tà che si h a n n o in merito alle asserite distorte abitudini nutri-tive di noi italiani e alla

necessi-tà, per realizzare una più razio-nale ed economica intercambia-bilità degli alimenti ingeriti, di contenere lo scriteriato consumo di carne di manzo e vitello a vantaggio di quello di altre spe-cie, la via più sicura è parsa quel-la di condurre un esame compa-rato dei consumi dei prodotti ani-mali in diversi paesi, rifacendosi ad una raccolta di statistiche in-ternazionali, curata dall'Orga-nizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e edita nell'estate dello scorso anno con il titolo « Food Consumption Statistics ». Delle venti nazioni oltre l'Italia, per le quali la pub-blicazione riporta i consuntivi alimentari, quelle scelte per ef-fettuare il c o n f r o n t o con il no-stro comportamento sono undi-ci, vale a dire tutti i partners del-la Comunità economica europea allargata, gli Stati Uniti, la Spa-gna, il G i a p p o n e e la Iugoslavia. Le grandezze esaminate nella lo-ro evoluzione sono, nell'ordine, il livello dei consumi annui per persona, il totale generale dei consumi, la disponibilità dei sin-goli prodotti all'interno, l'entità del movimento commerciale con l'estero nelle due componenti delle esportazioni e delle impor-tazioni. L'intervallo di tempo sotto controllo, i diciassette anni compresi tra il 1955 e il 1971.

I consumi individuali.

Fissiamo l'attenzione sulle ci-fre della tav. 1. Da esse risulta

che il consumo italiano annuo prò capite di carne si è elevato da 25,6 kg nel 1955 a 56,5 nel 1971, con un aumento del 1 2 0 , 7 % , che, all'infuori del Giappone, di cui tuttavia è bene tener presente il bassissimo pun-to di partenza (soltanpun-to 5,2 kg), rappresenta il più alto indice di incremento registratosi nei paesi considerati. Tale cospicuo balzo in avanti tuttavia se è valso a re-cuperare parte del forte distacco esistente nei loro confronti, non è certamente stato sufficiente a colmarlo, come eloquentemente testimoniano i quantitativi rag-giunti dagli altri membri della Comunità europea (Francia ad esempio con 95,6 kg) o dagli Sta-ti UniSta-ti (115,7 kg).

Inferiori ai nostri livelli, a conferma dell'alta correlazione tra consumo di carne e ampiezza del reddito prò capite, risultano soltanto il Giappone, la Iugosla-via e la Spagna, nei quali tra l'altro è da meno tempo iniziato quell'ingente processo di derura-lizzazione, in cui molti ritengo-no di poter individuare la ragio-ne principale del radicale cam-biamento delle abitudini alimen-tari e della progressiva esclusio-ne dalle mense dei più semplici prodotti della terra, come i legu-mi e le verdure, per i più sapo-riti e, soprattutto, prestigiosi piatti a contenuto proteico ani-male.

Assodato che non siamo il po-polo più carnivoro in assoluto, resta da stabilire se è vero che i

COMPOSIZIONE P E R C E N T U A L E CONSUMI DI CARNE PRO CAPITE

TAVOLA 1. — C O N S U M I P R O C A P I T E DI C A R N E (Valori assoluti espressi in chilogrammi)

Paesi Italia Francia Germania Olanda Belgio-Luss. Gran Bret. Danimarca Irlanda'v

Carne 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71' Bovina . . 11,1 24,6 28,1 29,6 17,9 24,7 17,0 19,0 22,1 27,3 22,9 21,3 16,3 19,3 14,6 19,' Suina . . . 7,5 13,9 25,1 31,4 33,5 49,3 20,7 29,3 25,8 35,6 20,5 25,4 33,8 30,8 22,0 30,1 Ovi-caprina . 0,9 1,1 2,5 3,2 0,4 0,2 0,3 0,2 0,4 0,9 10,8 10,2 0,2 0,4 8,8 11; Equina . . 0,7 0,9 2,1 1,7 0,4 0,1 1.4 2,5 3,0 3,2 0,9 0,2 • M Avicola . . 3,0 11,8 7,5 14,8 2,6 8,7 1,0 5,7 4,3 8,7 3,9 10,4 2,9 5,0 5,0 10,( Altra . . . 2,4 4,2 9,0 14,9 4,6 5,7 3,3 4,9 5,0 7,4 8,1 7,9 4,7 7,6 6,9 13,'' T O T A L E 25,6 56,5 74,3 95,6 59,4 88,7 43,7 61,6 60,6 83,1 66,2 75,2 58,8 63,3 57,3 8 5 /

nostri appetiti di carne sono in ogni caso del tutto particolari, presentando la singolare, costo-sa caratteristica di indirizzarsi, più che altrove, verso la specie bovina.

Anche per questo quesito i dati contenuti nella tav. 1 indu-cono ad una risposta negativa, dal momento che, nella gradua-toria per paesi, l'Italia figura al quinto posto con 24,6 kg, prece-duta di gran lunga dagli Stati Uniti con 52,5 e poi ancora, an-che se meno nettamente, da Fran-cia (29,6), Belgio-Lussemburgo (27,3) e Germania (24,7). Ri-spetto al 1955, quando si era su-perati da tutte le nazioni dell'Eu-ropa occidentale e dagli Stati Uniti, le posizioni guadagnate sono state quattro.

La preferenza per i tagli bo-vini è provata solo dalla fig. 1, che visualizza il peso

percentua-le di ciascun consumo carneo sul totale: l'acquisto di parti di manzo e sanato arriva infatti nel

1971 al 4 3 , 5 % , cioè neanche due punti sotto il valore degli Stati Uniti che soli ci precedono.

Come considerazione di carat-tere generale ci pare di poter di-re che, se fossimo produttori di bovini autosufficienti, cosi come quasi lo sono gli Stati Uniti o lo siamo noi per il vino, la consta-tazione non avrebbe alcun mo-tivo di allarmarci, proprio per-ché ogni struttura economica e sociale presenta determinate pe-culiarità che devono essere as-sunte, in un clima di democratica libertà, come variabili indipen-denti almeno nel breve, medio periodo. Ci occuperemo più a-vanti dello stato degli allevamen-ti nazionali e dell'esigenza sem-pre più forte per far fronte alla domanda, cresciuta nel periodo

in esame del 121,6%, di approv-vigionarsi in maniera via via più massiccia sui mercati esteri.

Esauriamo per il momento l'esame delle t a w . 1 e 2, soffer-mandoci sul trend dei consumi degli altri tipi di carne.

Per quanto riguarda la specie suina si scopre che un buon au-mento nella misura dell'85,3%, derivante dal positivo concorso di una serie di fattori, quali la sempre più marcata rigidità del-la produzione bovina (con il re-lativo ingente aumento dei prez-zi), l'attenuazione della tradizio-nale diffidenza del consumatore (grazie alla lenta, ma graduale scomparsa di molti pregiudizi igienico-sanitari) e l'espansione dell'offerta (con la diffusione di allevamenti destinati alla produ-zione del cosiddetto « maiale ma-gro » da macellarsi intorno ai 100 kg di peso), ha elevato gli

TAVOLA 2. — V A R I A Z I O N I P E R C E N T U A L I C O N S U M I P R O C A P I T E DI C A R N E N E L P E R I O

Carne

Paesi

Italia Francia Germania Olanda Belgio-Luss. Gran Bret. Danimarca Irlanda

Bovina . .

+

121,6 + 5,3 + 38,0 + 11,8

+

23,5 — 7,0 18.4 + 30, Suina . . .

+

85,3 + 25.1 + 47,2 + 41,5

+

38,0 + 23,9 8,9 + 40^ Ovi-caprina .

+

22,2 + 28,0 — 50,0 — 33,3

+

125,0 5,6

+

100,0 + 26, Equina . .

+

28,6 — 19,0 — 75,0 + 78,6

+

6,7 77,8 Avicola . . + 293,3 + 97.3 + 234,6 + 470,0 102,3 4- 166,7

+

72,4 + 108, Altra . . .

+

75,0 + 65,6 + 23,9 + 48,5

+

48,0 — 2.5

+

61,7 + 100,1 T O T A L E

+

120,7 + 28,7 + 49,3 + 41,0

+

37,1 + 13,6

+

7.7 + 48,< (*) Valore non significativo, essendo il termine iniziale nullo.

• USA Spagna Giappone | Jugoslavia ì-59 71 5 5 - 5 9 71 55-59 71 55-59 7 1 „ 1 5 2 , 5 5 , 3 7 , 9 1 , 3 3 , 3 6 , 4 8 , 0 „ 5 3 3 , 1 7 , 2 1 5 , 0 1 , 5 8 , 3 1 0 , 2 1 5 , 0 „ 0 1 , 4 2 , 7 3 , 7 — 1 1 , 2 2 , 7 2 , 3 - — 0 , 6 0 , 4 0 , 2 0 , 4 0 , 1 , 2 2 2 , 6 2 , 7 9 , 6 0 . 4 5 , 7 3 , 0 7 , 2 ,1 6 , 1 2 , 4 7 , 7 1 , 8 3 , 1 1 , 8 3 , 1 , 7 1 1 5 , 7 2 0 , 9 4 4 , 3 5 , 2 2 2 , 0 2 4 , 2 3 5 , 6

acquisti unitari da 7,5 kg nel 1955 a 13,9 nel 1971. Siffatto livello rimane tuttavia ancora lontano da quelli conseguiti da-gli altri undici paesi analizzati, ad eccezione del Giappone.

Sul piano della composizione percentuale è dato invece nota-re: a) che il nostro 2 4 , 6 % rap-presenta tuttora la più bassa in-cidenza fra tutte le nazioni in oggetto; è) che dovunque, all'in-fuori degli Stati Uniti, il consu-mo dei suini è prevalente sugli altri tipi di carne, al massimo grado in Germania con una ali-quota pari al 5 5 , 6 % , sottenden-te in sottenden-termini di volume ben 49,3 chilogrammi.

Al settimo posto per i consu-mi di carne ovi-caprina (1,1 kg nel 1971, pari a l l ' 1 , 9 % del tota-le), contro gli 11,1 e i 10,2 kg dell'Irlanda e dell'Inghilterra, e al quarto per quelli di carne

>9-1971

SA Spagna Giappone Iugoslavia

68,8 + 49,1 + 153,8 + 25,0 13,0 + 108,3 + 453,3 + 47,1 30,0 + 37,0 (*) — 14,8 - — 33,3 + 100,0 — 100,0 59,2 + 255,6 + 1325,0 + 140,0 32,1 4- 220,8 + 72,2 + 72,2 >4,8 + lì 2,0 + 323,1 + 47,1

equina (0,9 kg, pari a l l ' I , 6 % del totale), a fronte di kg 3,2 e 2,5 del Belgio-Lussemburgo e della Olanda, risultiamo terzi per quanto concerne il pollame (con 11,8 kg), dietro gli Stati Uniti e la Francia, che ci superano pe-rò nell'ordine del 90 e del 2 5 % . Anche percentualmente la gra-duatoria relativa a quest'ultimo tipo di carne ci vede al terzo po-sto con 20,9 punti, subito dopo il Giappone e la Spagna, che ne raccolgono rispettivamente 25,9 e 21,7. E ciò in virtù dello stra-ordinario favore accordato agli animali da cortile a seguito vuoi dalle alte quotazioni toccate dal-la carne bovina vuoi dal rilevan-te miglioramento quanti-qualita-tivo realizzato dall'offerta, che nel periodo considerato ha sapu-to sollecitamente recepire il con-tinuo perfezionarsi delle tecni-che di allevamento, macellazio-ne e presentaziomacellazio-ne del prodotto. Non sono poi da trascurare altre motivazioni, quali la facilità e rapidità di digestione, in dipen-denza della bassa percentuale di grasso contenuta nelle carni sia rosse ( 4 - 5 % ) che bianche (1-2%), o la constatazione che sul peso del pollo eviscerato la resa netta supera il 6 0 % , mentre il calo da disidratazione in cottu-ra non eccede quasi mai il 3 0 % , contro il 4 5 % del vitello.

Le « altre carni », compren-denti i conigli, la selvaggina e le frattaglie sono state consumate nella misura di 4,2 chilogrammi per abitante, pari in termini re-lativi al 7 , 5 % , che ci relega al decimo posto. I maggiori consu-matori in assoluto sono i france-si e gli irlandefrance-si con 14,9 e 13,8 kg prò capite, in percentuale gli spagnoli e ancora gli irlandesi che possono vantare aliquote del

17,3 e del 1 6 , 2 % .

In conclusione di questo pri-mo approccio al problema, preso

atto delle particolarità con cui ogni nazione soddisfa le proprie esigenze nutritive animali e pre-scindendo dalle considerazioni inerenti la bilancia commerciale dei prodotti in questione, si è del parere che il nostro compor-tamento non presenti, tutto som-mato, nessun elemento meritevo-le di aperta riprovazione; anzi, alla luce degli istogrammi di cui alla fìg. 1, potremmo forse esser-ne soddisfatti, visto che la strut-tura delle preferenze per i diver-si tipi di carne è pressoché ugua-le a quella degli Stati Uniti. I consumi totali e la bilancia

commerciale.

Guardiamo ora alle tavole concernenti i consumi totali, la disponibilità interna, le esporta-zioni e le importaesporta-zioni.

Ebbene, si osserva subito che, mentre da un lato la domanda globale è cresciuta nel periodo in esame di quasi il 145% e la pro-duzione nazionale si è espansa del 1 0 6 , 4 % , dall'altro gli scam-bi con l'estero si sono sviluppati a tassi ben superiori e pari al 3 4 0 , 0 % per le esportazioni e al 3 9 1 , 1 % per le importazioni.

Dalla graduatoria per nazioni emerge che questi incrementi rappresentano il secondo miglior risultato per i consumi totali, die-tro il Giappone e con notevole vantaggio su tutti gli altri paesi, meno la Spagna (all'incirca pa-ri), il quarto con riferimento alla produzione, dopo Giappone, Spagna e Olanda, il terzo sia per le esportazioni, dopo Belgio-Lussemburgo e Francia, sia pel-le importazioni, dietro Giappone e Francia. I differenti saggi di crescila delle vendite e degli ac-quisti all'estero e il loro diver-so punto di partenza fanno si che il saldo dei secondi sulle prime sia arrivato a coprire il

TAVOLA 3. — C O N S U M I , D I S P O N I B I L I T À INTERN-(Valori assoluti

Carne

Paesi Italia Francia Germania Olanda

Carne

Paesi

55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71

Consumi totali 542 1.330 1.246 1.517 950 1.517 187 251

Bovina Disponibilità interne 425 754 1.251 1.696 833 1.352 197 316

Bovina Esportazioni E T i. 36 251 25 81 35 125

Importazioni 117 576 31 82 142 246 25 60

Consumi totali 365 752 1.112 1.638 1.770 3.019 228 386

Suina Disponibilità interne 344 612 1.125 1.417 1.689 2.740 339 808

Suina Esportazioni 5 20 31 59 9 49 111 431

Importazioni 26 160 17 280 90 328 111

Consumi totali 41 60 110 163 20 13 3 1

Ovi-caprina Disponibilità interne 40 32 102 130 19 1 1 8 11

Ovi-caprina Esportazioni 1 3 4 10

Importazioni 1 28 8 3 3 1 5 2

Consumi totali 32 48 93 86 22 4 16 33

Equina Disponibilità interne 21 20 88 37 28 6 8

E

Equina Esportazioni 'TI JA. - 1 3 E S I 6 2 2

Importazioni 11 28 8 49 8 3&

Consumi totali 145 638 333 761 135 534 11 7!

Avicola Disponibilità interne 136 637 334 790 81 272 44 293

Avicola Esportazioni 2 2 34 6 33 21« Importazioni 9 3 1 5 54 268 1 Consumi totali 127 225 398 764 239 345 38 6? A Disponibilità interne 124 195 393 684 194 302 34 6" Esportazioni 8 33 16 8 Importazioni 4 30 12 103 45 59 12 2< Consumi totali 1.252 3.053 3.292 4.929 3.136 5.432 483 8 1 T O T A L E Disponibilità interne 1.090 2.250 3.293 4.754 2.844 4.683 630 1.501 T O T A L E Esportazioni 5 22 80 377 41 157 191 81 Importazioni 168 825 77 552 332 906 4 , 12

2 6 , 3 % dei consumi totali, men-tre nel 1955 non olmen-trepassava il

1 3 % .

Da questo angolo visuale so-lamente la Gran Bretagna sta peggio di noi, con un disavanzo netto pari al 3 0 , 3 % , dei consu-mi complessivi. Dei restanti die-ci paesi, die-cinque si trovano nella nostra stessa deficitaria condi-zione e sono, in ordine crescen-te di posizione debitoria, gli Sta-ti UniSta-ti, la Spagna, la Francia, il Giappone e la Germania, l'altra metà invece assumono il ruolo di venditori netti, più di tutti la Danimarca, quindi l'Irlanda, l'Olanda, il Belgio-Lussemburgo e la Jugoslavia.

A livello di singolo tipo di

carne si rileva, per i bovini, che a fronte di un aumento dei con-sumi del 1 4 5 , 4 % , la disponibi-lità interna, salita soltanto del 7 7 , 4 % , non è stata assolutamen-te in grado di assolutamen-tenere il passo del-la poderosa impennata delle ri-chieste. Nulle le esportazioni, gli acquisti oltre frontiera e di car-ne macellata e di bovini in piedi si sono elevati del 3 9 2 , 3 % , rap-presentando sul totale della do-manda ben il 4 3 , 3 % , oltre il doppio rispetto al 1955. Nessun paese di quelli sotto esame mo-stra una situazione cosi pesante, denunciando la punta massima la Gran Bretagna con un valore di acquisti netti uguale al 1 8 , 3 % . Maggiori esportatori risultano la

Irlanda, la Danimarca, la Iugo-slavia, l'Olanda e la Francia, con un impatto sui rispettivi consumi compreso tra il 18,3 e il 5 0 1 , 8 % . È chiaro che se fra le determi-nanti della situazione italiana non si possono non inserire le differenti condizioni in cui è da-to svolgere gli allevamenti bo-vini rispetto a quelli suini e avi-coli che, vedremo, si sono svi-luppati con maggior facilità e tempismo, è indubbio che la ra-gione primaria è da ricercare nel-l'assoluta mancanza di una or-ganica e chiara politica zootec-nica che sapesse stimolare e in-dirizzare convenientemente le iniziative dei coltivatori. Sconta-ta dunque la drastica riduzione

0 R T A Z I O N I E I M P O R T A Z I O N I D I C A R N E a i a di tonnellate)

<gio-Lussem. Gran Bretagna Danimarca Irlanda USA

S 9 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 ì6 276 1.176 1.181 74 97 42 57 7.118 10.913 10 270 788 965 216 217 225 344 6.900 10.171 ( 8 51 43 37 142 120 197 308 37 54 4 57 ; 430 253 15 21 255 796 9 358 1.052 1.410 154 159 63 92 5.028 6.839 3 588 666 987 529 778 87 154 5.012 6.714 9 294 13 375 620 24 62 61 83 5 64 i 386 436 1 77 208 4 9 554 569 1 2 25 33 342 294 2 3 203 236 1 1 34 46 329 251 " 4 20 — 1 11 18 1 4 j 6 356 353 T 2 5 14 47 32 .— W j . 4 1 4 11 2 — - 2 4 7 1 2 32 1 9 - ; - • — 7, 88 199 580 13 25 14 31 2.446 4.673 112 188 574 28 82 21 33 2.480 4.780 33 1 g c S f | 4 15 57 6 2 35 109 9 t i 1 - f l - • 1 s i 2 74 421 441 21 38 20 41 1.010 1.258 73 138 149 38 53 51 78 1.047 1.386 6 1 4 17 15 31 38 38 131 7 285 296 — ' 1 3 837 3.402 4.181 267 322 164 254 15.944 23.977 1.050 1.983 2.911 823 1.133 418 657 15.768 23.302 388 48 78 556 813 269 430 172 381 175 1 1.468 1.348 — • 2 17 27 346 1.056 Spagna 55-59 71 Giappone 55-59 71 157 401 116 338 115 164 137 361 109 296 144 261 20 40 7 42 29 98 1 214 505 135 870 183 308 214 503 134 843 204 339 f-FT 3 22 31 5 27 2

E H

80 125 3 131 49 47 80 126 2 1 55 52 1 7 7 * — - — • 1 130 2 17 14 22 47 1 1 17 15 21 10 11 17 1 • — 9 16 | b 1 37 80 322 38 597 54 147 80 318 38 571 58 148 1 —1 1 4 1 — • 5 27 67 121 159 324 25 64 67 121 159 311 31 67 1 33 6 1 12 2 3 614 1.488 473 2.307 433 731 595 1.444 463 2.032 505 884 7 • — 13 73 159 20 51 10 288 2 6 Jugoslavia 55-59 71

del patrimonio bovino, che dopo essere giunto ad una consistenza di 10 milioni di capi ha visto ra-pidamente scendere i suoi effet-tivi, secondo gli ultimi dati pub-blicati dall'Istat e riferentesi al 1° dicembre 1973, a poco più di 8,4 milioni di unità.

Anche per i suini il pur buon dinamismo dell'offerta interna non è riuscito a bilanciare la espansione della domanda globa-le (4- 1 0 6 % ) , che come per i bo-vini è stata superiore a quella re-gistrata in quasi tutti i paesi, fuorché Giappone e Spagna. L'inevitabile ingigantimento del ricorso all'estero ha fortemente abbassato il nostro grado di au-tosufficienza, portandolo dal

9 4 , 3 % del 1955 a l l ' 8 1 , 4 % del 1971. In più cattive acque navi-ga solamente la Gran Bretagna, la quale tuttavia, analogamente a quanto prima osservato per il complesso delle carni, nel perio-do in parola ha lievemente riperio-dot- ridot-to la dimensione del proprio ap-provvigionamento sui mercati in-ternazionali.

Tra i restanti paesi, quelli che negli anni '50 erano esporta-tori hanno mantenuto o miglio-rato le proprie posizioni, ad ec-cezione della Francia, passata da un saldo positivo pari a l l ' I , 3 % ad uno di segno opposto del

1 3 , 5 % , tutti gli altri invece, vale a dire Stati Uniti, Spagna, Giap-pone e Germania hanno

legger-mente potenziato la loro posizio-ne di compratori posizio-netti.

La più ampia dipendenza dal-l'estero si osserva comunque pel-le carni ovi-caprine e equine, nella misura rispettivamente del 46,6 e del 5 8 , 3 % , come risulta-to da un larisulta-to della riduzione del-le rispettive produzioni (nell'or-dine, del 20,0 e del 4 , 8 % ) , dal-l'altro della discreta accelerazio-ne dei consumi lino al 46,3 e al 5 0 , 0 % .

Quali i fattori più responsabi-li del brusco calo dell'offerta? Senza dubbio la forte diminuzio-ne del numero di capi presenti sul territorio nazionale a seguito dell'avvenuta riforma agraria de-gli anni '50 che ha via via

sot-TAVOLA 4. — V A R I A Z I O N I P E R C E N T U A L I C O N S U M I , D I S P O N I B I L I INTERN-' Paesi Carne Bovina Suina Ovi-caprina Equina Avicola Altra T O T A L E Consumi totali . . . Disponibilità interne Esportazioni . . . . Importazioni . . . Consumi totali . . • Disponibilità interne Esportazioni . . . . Importazioni . . / Consumi totali . . . ) Disponibilità interne \ Esportazioni . . . . ' Importazioni . . . Consumi totali . . . Disponibilità interne Esportazioni . . . . Importazioni . . Consumi totali . . . Disponibilità interne Esportazioni . . . Importazioni . . Consumi totali . . . Disponibilità interne Esportazioni . . . . Importazioni . . Consumi totali . Disponibilità interne Esportazioni . . . . Importazioni . . .

Italia Francia Germania Olanda 1

+ 145,4 + 21,7 4- 59,7 4- 34,2 1 + 77,4 + 35,6 4- 62,3 4- 60,4 -1- 597,2 + 224,0 4- 257,1 ! + 392,3 + 164,5 + 73,2 4- 140,0 j 4- 106,0 4- 47,3 4- 70,6 4- 69,3 + 77,9 + 26,0 4- 62,2 4- 138,3 + 300,0 4- 90,3 4- 444,4 4- 290,1 ] + 515,4 -1- 1.547,1 4- 264,4 * + 46,3 + 48,2 — 35,0 4- 0,0 — 20,0 + 27,4 — 42,1 4- 37,5 4- 200,0 4- 150,0 + 2.700,0 4- 312,5 4- 400,0 * + 50,0 — 7,5 — 81,8 4- 106,2 — 4,8 — 57,9 — 78,6 — 37,5 — 100,0 — 66,7 * + 154,5 4- 512,5 4- 275,0 + 340,0 + 128,5 4- 295,6 4- 581,8 4- 368,4 4- 136,5 4- 235,8 4- 565,9 * 4- 1.600,0 * 4- 563,6 — 66,7 4- 400,0 4- 396,3 * + 77,2 4- 92,0 4- 44,4 4- 71,1 + 57,3 + 74,0 4- 55,7 4- 97,1 -f 312,5 * 4- 175,0 + 650,0 4- 758,3 4- 31,1 4- 66,7 + 143,8 4- 49,7 + 73,2 4- 68,3 + 106,4 4- 44,4 4- 64,7 4- 138,1 4- 340,0 4- 371,2 4- 282,9 4- 324,6 + 391,1 4- 616,9 4- 172,9 j 4- 175,6 (*) Valore non significativo, essendo il termine iniziale nullo.

tratto a siffatti tipi di allevamen-to vaste estensioni di pascoli in pianura. La contrazione del pa-trimonio nei terreni di montagna sembra essere più direttamente ascrivibile alla crescente difficol-tà di trovare personale disposto ad accettare i non pochi disagi della severa vita georgica.

11 raffronto con gli altri Paesi della fig. 2 mette in rilievo che in ogni caso per le carni ovine sono più debitori dell'estero di noi i belgi, gli inglesi e i danesi, per quelle di cavallo stati come il Belgio e l'Olanda.

Le note meno amare vengono dall'analisi dei dati inerenti il pollame e gli animali da cortile. Per essi infatti, ad un incremento dei consumi del 3 4 0 % ha

fatto riscontro un aumento del 3 6 8 , 4 % della produzione, che ha permesso di contrarre le im-portazioni del 6 6 , 7 % e di avvia-re, anche se in misura alquanto limitata, alcune correnti di espor-tazione. Come conseguenza la bi-lancia commerciale relativa si è portata quasi in pareggio, regi-strando una dipendenza dai mer-cati esteri del solo 0 , 2 % .

È comunque da tener presente che anche in questo campo, no-nostante i confortanti successi re-centemente conseguiti, per aver inteso la possibilità di realizzare convenienti allevamenti anche al di fuori del settore agricolo, la struttura della nostra produzione è chiaramente più fragile di quel-la di buona parte degli altri

pae-si (Germania, Gran Bretagna, Spagna e Giappone esclusi), che sul piano del commercio interna-zionale si trovano largamente at-tivi. Basti l'esempio dell'Olanda e della Danimarca, le cui vendi-te all'esvendi-tero superano di tre e di due volte i rispettivi consumi in-terni.

Qualche considerazione da ul-timo sull'andamento seguito dal complesso delle altre carni, che si è detto comprendere conigli, selvaggina, frattaglie, ecc. (a se-conda dei paesi anche carne con-servata o di balena).

Similmente a quanto già osser-vato per le singole categorie di prodotti, la più intensa evoluzio-ne dei consumi rispetto alla

pro-O R T A Z I pro-O N I E I M P pro-O R T A Z I pro-O N I DI CARNE N E L P E R I pro-O D pro-O 1955/59-1971

sjgio-Lussem. Gran Bretagna Danimarca Irlanda USA Spagna Giappone Jugoslavia

+ 34,0 + 35,0 + 537,5 • + 307,1 4- 0,4 + 22,5 — 13,9 — 41,2 + 31,1 + 0,4 — 15,5 + 35,7 + 52,9 + 56,3 + 40,0 + 53,3 4- 47,4 + 45,9 + 212,2 + 155,4 + 163,5 + 100,0 4- 191,4 -1- 171,6 + 500,0 + 42,6 4- 81,2 4- 237,9 + 49.8 + 142.0 + 3.166,7 4- 1.180,0 4- 34,0 + 48,2 * 4- 13,0 + 3,2 + 47,1 + 65,3 + 100,0 + 46,0 + 77,0 + 158,3 + 36,0 + 34,0 + 36,1 + 170,1 + 136,0 + 135,0 * * 4- 544,4 4- 529,1 * + 68,3 + 66,2 4- 40,9 — 100,0 + 125,0 + 50,0 + 200,0 + 2,7 + 16,3 + 400,0 — 0,8 + 100,0 + 0,0 + 100,0 + 32,0 + 35,3 + 63,6 + 1.500,0 — 14,0 — 23,7 + 300,0 + 235,7 + 56,2 4- 57,5 + 100,0 4- 4.266,7 — 50,0 4- 12.900,0 — 4,1 — 5,5 4- 0,0 * + 18,5 — 60,0 * + 88,2 — 75,0 — 81,8 — 85,7 * * — 17,6 — 11,8 * 4- 113,6 — 52,4 4- 3.600,0 4- 0,0 4- 54,5 4- 77,8 + 120,0 + 173,2 3.200,0 * + 191,5 + 205,3 * — 9,1 + 92,3 + 192,9 + 280,0 4- 121,4 4- 57,1 — 66,7 + 91,0 + 92,7 + 211,4 * 4- 302,5 + 297,5 * * + 1.471,1 4- 1.402,6 * IN 4- 172,2 4- 155,2 — 75,0 + 54,2 4- 55,3 * + 600,0 + 4,7 + 8,0 ; + 300,0 + 3,9 + 81,0 + 39,5 — 11,8 + 105,0 + 52,9 4- 22,6 * + 24,6 + 34,4 + 244,7 * 4- 80,6 + 80,6 * * + 103,8 4- 95,6 4- 156,0 4- 116,1 — 81,8 4- 50,0 + 48.4 4- 93,4 2.055,6 4- 348,7 + 22,9 + 46,8 + 62,5 — 8,2 + 20,6 + 37,7 + 46,2 * + 54,9 + 57,2 + 59,9 + 58,8 + 50,4 -1- 47,8 + 121,5 + 205,2 + 142,0 4- 142,7 * + 155,0 4- 387,7 4- 338,9 * 4- 3.100,0 4- 68,8 + 75,0 4- 117,8 4- 200,0

duzione — dovuta senz'altro più alla componente frattaglie, corre-lativamente alla notevole espan-sione delle preferenze per le car-ni bovine — ha determinato una accentuazione del saldo negativo nei confronti dei mercati esteri, salito in peso sui consumi rela-tivi dal 3,1 al 1 3 , 3 % , che costi-tuisce, tra i paesi d e l l ' O C D E considerati, l'incidenza più ele-vata dopo quella a p p a n n a g g i o della G r a n Bretagna.

Con quest'ultima, a parte l'in-versione delle posizioni tra car-ne bovina e suina, mette comun-q u e conto rilevare una b u o n a so-miglianza nelle modalità di ri-f o r n i m e n t o di tutto il m e r c a t o delle d e r r a t e animali.

Altre considerazioni statistiche.

Nel corso del convegno che si è tenuto nella metà dello scorso giugno a R o m a sul tema « N u o v e idee per u n ' a z i o n e alimentare del paese », organizzato dall'Istitu-to di tecnica e p r o p a g a n d a agra-ria e dal Centro studi sulla nu-trizione e sugli alimenti dell'Uni-versità di P a r m a , sotto l'egida del Ministero dell'agricoltura, si è insistito, di f r o n t e all'aggravar-si del deficit dei conti con l'este-ro, oltre che sull'assoluta neces-sità di f r e n a r e il c o n s u m o di car-ne bovina a favore di quello di tutti gli altri animali a ciclo bio-logico più breve, sull'opportuni-tà non solo economica di ricor-rere con maggior larghezza e

fi-ducia al consumo di prodotti ve-getali, in considerazione soprat-tutto del fatto che, contrariamen-te a q u a n t o si ricontrariamen-teneva un contrariamen-tempo, le proteine non valgono tanto per la loro origine, animale o ve-getale, q u a n t o per il complesso degli aminoacidi costituentili, che si r e n d o n o disponibili nel-l'ambito della dieta di ogni gior-no per il f e n o m e n o di integrazio-ne reciproca.

Il poter contare sui dati di cui alle tavole 5, 6 e 7, relativi alle calorie assicurate giornalmente dagli alimenti ingeriti a ciascun abitante dei dodici paesi messi a c o n f r o n t o , consente di affermare che da questo p u n t o di vista sia-mo in una s o r p r e n d e n t e posizio-ne di vantaggio rispetto a quasi

TAVOLA 5. — C O N S U M O G I O R N A L I E R O DI C A L O R I E P R O C A P I T E Paesi

Calorie

Italia Francia Germania Olanda Belgio-Luss. Gran Bret. Danimarca Irlanda;s

Paesi Calorie 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 Vegetali Animali T O T A L E 2.062 2.512 473 706 2.535 3.218 1.992 1.887 1.085 1.325 3.077 3.202 1.920 1.789 1.199 1.458 3.119 3.247 2.066 2.002 1.107 1.322 3.174 3.324 1.938 1.929 1.161 1.435 3.099 3.364 1.950 1.831 1.207 1.284 3.157 3.115 1.885 1.663 1.365 1.598 3.250 3.261 2.083 1.8?: 1.323 1.5|c 3.406 3.3!< TAVOLA 6. — V A R I A Z I O N I P E R C E N T U A L I C O N S U M O G I O R N A L I E R O DI C A L O R I E P R O C A P I T E I* Paese

Calorie Italia Francia Germania Olanda Belgio-Luss. Gran Bret. Danimarca Irlanda1

Vegetali . . . . Animali . . . . T O T A L E + 21,8 4- 49,2 4- 26,9 — 5,3 4- 22,1 4- 4,1 — 6,8 4- 21,6 + 4,1 — 3,1 4- 19,4 + 4,7 — 0,5 4- 23,6 4- 8,6 — 6,1 4- 6,4 — 1,3 — 11,8 4- 17,1 4- 0,3 — 8,9] + 1 3' 1 — o J TAVOLA 7. — C O M P O S I Z I O N E P E R C E N T U A L E C O N S U M O G I O R N A L I E R O DI CALOI Paesi Calorie

Italia Francia Germania Olanda Belgio-Luss. Gran Bret. Danimarca Irlanda

Paesi Calorie 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 71 55-59 7i Vegetali Animali T O T A L E 81,3 78,t 18,7 21,9 100,0 100,0 64,7 58,9 35,3 41,1 100,0 100,0 61,6 55,1 38,4 44,9 100,0 100,0 65,1 60,2 34,9 39,8 100,0 100,0 62,5 57,3 37,5 42,7 100,0 100,0 61,8 58,8 38,2 41,2 100,0 100,0 58,0 51,0 42,0 49,0 100,0 100,0 61,2 5 38,8 M 100,0 10(

tutte le altre nazioni, G i a p p o n e e Jugoslavia escluse, in quanto, mentre il totale delle calorie

Nel documento Cronache Economiche. N.007-008, Anno 1974 (pagine 36-48)