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PARTE I. TEORIA GENERALE DEI SISTEMI: CONCETTI PRINCIPAL

4.1 La società della comunicazione

La svolta rivoluzionaria alla base della teoria dei sistemi di Luhmann in estrema sintesi potrebbe essere descritta così: gli elementi del sistema sociale non sono gli individui e neanche il territorio, ma gli effetti della comunicazione, ovvero comunicazioni che producono altre comunicazioni. Tutto ciò che c‟è nel sistema sociale è solo ed esclusivamente comunicazione. Senza comunicazione non esiste nessuna forma di sistema sociale, perché la chiusura operativa del sistema si realizza proprio grazie alla comunicazione, ovvero: un sistema sociale (chiuso) è in grado di costituirsi, riprodursi e autogestirsi (autoreferenzialità e autopoiesi) solo mediante una continua comunicazione. Luhmann dunque radicalizza il concetto di comunicazione. «Soltanto la comunicazione è necessariamente e

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Similmente accade al “Sé” di Gregory Bateson, Geist und Nature: Eine notwendige

Einheit (Suhrkamp, Frankfurt, 1982), pp. 163 e sgg. (titolo originale Mind and Nature: A Necessary Unity, Dutton, New York, 1979; tr. it., Mente e natura: un‟unità necessaria,

Adelphi, Milano, 1984).

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intrinsecamente sociale. L‟azione non lo è. Inoltre l‟azione sociale già implica la comunicazione [...].»75

La comunicazione costituisce dunque l‟operazione attraverso cui il sistema riproduce se stesso, e può essere definita come «l‟elemento ultimo o operazione specifica dei sistemi sociali. Essa è data dalla sintesi di tre selezioni: emissione o atto del comunicare (Mitteilung); 2) informazione (Information); 3) comprensione (Verstehen) della differenza tra emissione e informazione»,76 ovvero come osservazione della differenza delle due precedenti selezioni.

Occorre aggiungere che «la comunicazione è l‟operazione specifica che identifica i sistemi sociali: non c‟è sistema sociale che non abbia come propria operazione la comunicazione e non c‟è comunicazione al di fuori dei sistemi sociali. Poiché ogni comunicazione è operazione interna di un sistema sociale, tra i sistemi sociali e il loro ambiente non vi è comunicazione. Poiché produce tutto nella comunicazione, un sistema sociale è chiuso rispetto all‟ambiente: non riceve informazioni da quest‟ultimo.»77 Dunque l‟operazione comunicativa si configura come l‟elemento in grado di tracciare i confini funzionali del sistema. Ma a questo proposito bisogna aggiungere che «attraverso l‟operazione di comunicazione, un sistema sociale però è anche aperto all‟ambiente, nel senso che può osservare l‟ambiente: l‟ambiente viene costruito operativamente come informazione. (…) Poiché nei sistemi sociali si hanno soltanto comunicazioni e strutture che permettono comunicazioni, anche i sistemi psichici non sono parte ma ambiente dei sistemi sociali».78

Dunque, in sintesi, si può affermare che senza la produzione di comunicazione non vi sono sistemi sociali. Il sistema della società è pertanto caratterizzato non da una “natura” specifica, e nemmeno da una

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Luhmann N., L‟autopoiesi dei sistemi sociali, Liguori editore, Napoli, 1986.

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Baraldi C., Corsi G., Esposito E., op.cit.: 69.

77

Baraldi C., Corsi G., Esposito E., op.cit.: 71.

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specifica morale (diffusione della felicità, solidarietà, armonizzazione delle condizioni di vita, integrazione fondata sul consenso razionale, e così via), ma unicamente dall‟operazione che produce e riproduce la società79: la comunicazione80. Di conseguenza Luhmann intende come comunicazione (e come operazione), un evento che si concretizza storicamente e che pertanto dipende dal contesto. Non si tratta solamente dell‟applicazione delle regole del parlare correttamente81. La comunicazione richiede necessariamente a tutti i partecipanti di intervenire con un proprio sapere o non-sapere (conoscenza/ignoranza), in posizione contraria all‟individualismo metodologico. Luhmann si chiede: «come potremmo intendere l‟ignoranza quale stato della coscienza, se essa non dipendesse da situazioni comunicative che specificano determinati requisiti o segnalano certe opportunità d‟informazione? Proprio per questo la comunicazione è un‟operazione autopoietica: poiché produce, modificandola, la distribuzione di conoscenza e ignoranza».82

Nell‟uso concreto del senso, anche la comunicazione è obbligata a tracciare distinzioni per indicare un lato della forma e assicurare connessioni verso l‟altro lato. Così si continua l‟autopoiesi del sistema.

In La società della società, Luhmann afferma che la comunicazione si realizza solo a causa della distinzione tracciata fra emissione e informazione, e a causa della comprensione di tale distinzione. Ogni

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Questa visione operativa dei sistemi sociali si distingue radicalmente dall‟approccio che definisce i sistemi sociali nei termini di una molteplicità di elementi che interagiscono e mediante la conservazione della rete che essi vanno a formare, anche quando gli elementi stessi vengono eliminati. Cfr. Milan Zeleny, Ecosocieties: Societal Aspects of

Biological Self-Production, in «Soziale Systeme» 1, 1995, pp. 179-202. Di conseguenza

anche gli organismi e persino le cellule possono essere considerate sistemi sociali. Noi eviteremo di estendere il concetto fino a tal punto.

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Per un chiarimento concettuale si veda nel dettaglio Soziale Systeme, 1984, pp. 191 e sgg. (tr. it., Sistemi sociali: fondamenti di una teoria generale, il Mulino, Bologna, 1990).

81

Per una applicazione negli studi letterari, si veda Henk de Berg, Kontext und

Kontingenz: Kommunikationstheoretische Überlegungen zur Literaturhistoriographie,

VS Verlag für Sozialwissenschaften, Opladen, 1995; e dello stesso autore A Systems

Theoretical Perspective on Communication, in «Poetics Today 16», 1995, pp. 709-736. 82

Luhmann N., La società della società, op.cit., cap. I, par. IV, “La distinzione fra sistema e ambiente”.

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comunicazione ulteriore può riferirsi o all‟emissione o all‟informazione; ma questo può avvenire solo attraverso una comunicazione di raccordo, che riproduca la differenza fra emissione e informazione. Nel compimento operativo (per il fatto che effettivamente accade) la comunicazione riproduce la chiusura del sistema. Attraverso la sua modalità di osservazione (come avviene, ovvero attraverso la distinzione fra informazione ed emissione) essa riproduce la differenza tra chiusura e apertura. Dunque un sistema, grazie alla sua chiusura, si configura come aperto all‟ambiente dal punto di vista operativo, perché la sua operazione basilare è orientata all‟osservazione. Per il sistema, la forma della differenza tra emissione e informazione costituisce pertanto una condizione ineludibile per la riproduzione autopoietica. Diversamente, ci sarebbe solo la cessazione della comunicazione, la fine delle operazioni del sistema.

Attraverso l‟emissione il sistema fa riferimento a se stesso. L‟emissione attualizza la possibilità di riferirsi ricorsivamente a ulteriore comunicazione. Attraverso l‟informazione, al contrario, il sistema fa riferimento al suo ambiente. La struttura dell‟operazione comunicativa, pertanto, ha esattamente la forma necessaria a trasferire la differenza tra sistema e ambiente all‟interno del sistema, e a trattarla come una distinzione fra autoreferenza ed eteroreferenza. Il semplice operare riproduce unicamente la differenza tra sistema e ambiente, sempre attraverso la ricorsione selettiva. Attraverso la distinzione fra emissione e informazione viene operata dunque una «re-entry» della distinzione in ciò che era stato distinto83. La differenza tra sistema e ambiente appare nel sistema sotto forma di direzioni referenziali, e solo in questa forma. Il problema dell‟ambiente operativamente inaccessibile viene dunque trasposto

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Sulla funzione di questa re-entry e sul manifestarsi di uno spazio «immaginario» che da solo ne rappresenta l‟unità, si veda Spencer-Brown, op. cit. (1969), pp. 56-57, 69 e sgg. Si vedano anche Louis H. Kauffman, Self-Reference and Recursive Forms, in «Journal of Social and Biological Structures» 10, 1987, pp. 53-72 (56-57); Jacques Miermont, Les

conditions formelles de l‟état autonome, in «Revue international de systémique» 3, 1989,

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dall‟operazione alla cognizione84. Il sistema riproduce se stesso nello spazio immaginario delle sue referenze poiché con ogni operazione comunicativa rinnova la distinzione tra autoreferenza ed eteroreferenza quale forma della propria autopoiesi.