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Sull‟autonomizzazione: differenziazione fra sistema e ambiente

PARTE I. TEORIA GENERALE DEI SISTEMI: CONCETTI PRINCIPAL

3.5 Sull‟autonomizzazione: differenziazione fra sistema e ambiente

Secondo Luhmann i sistemi sociali sono situati in un «ambiente» (Umwelt), che rappresenta tutto ciò che non fa parte del sistema. Di questo ambiente fa parte anche l‟uomo, dal momento che il suo sistema psichico è un‟entità autonoma differenziata dai sistemi sociali. Rispetto all‟ambiente esterno i sistemi sociali sono autonomi (Ausdifferenzierung, «autonomizzazione» o «differenziazione esterna») e, contemporaneamente, sono differenziati anche al loro interno (Differenzierung, «differenziazione interna»).

«In senso generale si parla di „differenziazione esterna‟ o „autonomizzazione‟39 (Ausdifferenzierung) quando un sistema si differenzia dal proprio ambiente, tracciando dei confini». L‟autonomizzazione del sistema attraverso la differenziazione tra il sistema stesso e l‟ambiente produce anche l‟osservazione di una differenziazione interna al suo ambiente (Umweltdifferenzierung): ad esempio, nell‟ambiente esterno della società vi sono sistemi psichici e sistemi organici. La differenziazione dell‟ambiente esterno non dipende dal sistema, tuttavia assume forme particolari a seconda delle distinzioni che orientano l‟osservazione del

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Questa è la traduzione del termine tedesco Ausdifferenzierung, adottata in La società

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sistema. In sintesi, ogni sistema può osservare che vi sono altri sistemi nel proprio ambiente.40

A questo punto Luhmann introduce il concetto di «forma»,41 così come lo ha delineato George Spencer-Brown nel suo Laws of Form42. Come si è visto nei paragrafi precedenti, Spencer Brown non considera la forma come una figura (Gestalten), ma come un confine che segna differenze e obbliga a chiarire quale parte stiamo indicando – e quindi in quale lato della forma ci troviamo – e qual è il nostro punto di partenza che ci consente di procedere a ulteriori operazioni. L‟altro lato (della forma) che sta al di là del confine è dato simultaneamente. Ogni lato della forma rappresenta dunque l‟altro lato dell‟altro lato. Nessun lato può essere preso in considerazione di per sé, ma solo se messo in relazione con l‟altro lato. «Si deve partire dal lato indicato e c‟è bisogno di tempo per effettuare un‟ulteriore operazione che consenta di rimanere nel lato indicato o di attraversare il confine che costituisce la forma». E‟ importante sottolineare che la forma si qualifica per la proprietà di possedere due lati, ciascuno dei quali identifica l‟altro.

L‟attraversamento è un «atto creativo» e «indicare» significa produrre «un taglio nel mondo, una differenza».

«Il concetto di forma così differisce non solo dal concetto di contenuto ma anche da quello di contesto43. Una forma può consistere nella distinzione di qualcosa da tutto il resto, nella distinzione di qualcosa dal suo contesto (ad esempio, fra un edificio e la città o il paesaggio da cui è circondato) o ancora nella distinzione fra un valore e il suo controvalore, con l‟esclusione di terze possibilità».

40

Cf. Baraldi C., Corsi G., Esposito, E. (2002), op.cit.: 83.

41

Cf. La società della società, paragrafo IV “La distinzione tra sistema e ambiente”.

42

George Spencer Brown, op. cit. (1969).

43

La differenza fra i due concetti qui utilizzata è stata proposta da Christopher Alexander,

Notes on the Sintesis of Form, Cambridge, Harvard University Press, Cambridge, MA,

45

Questo concetto di «forma» come elaborazione di una distinzione costituisce il presupposto teorico su cui si basa la distinzione fra sistema e ambiente.44 I sistemi «osservano se stessi come sistemi-in-un-ambiente», per cui la distinzione sistema/ambiente è utilizzata come forma delle proprie osservazioni e descrizioni.

Tutto ciò che viene a distinguersi può essere descritto come differenza. Se un sistema sociale si forma in questo modo, cioè per differenza o distinzione dall‟ambiente, si può affermare che esso si autonomizza. Tale autonomizzazione può, come nel caso del sistema sociale, avere luogo nello spazio (non differenziato) delle possibilità dotate di senso.

«L‟ambiente è stato inteso come la fonte di un rumore non specifico (ovvero privo di senso), da cui, tuttavia, il sistema poteva ottenere senso nel contesto delle proprie operazioni. Si cercò quindi di spiegare che il sistema potesse auto-organizzarsi e sviluppare un proprio ordine, di certo in dipendenza dell‟ambiente e mai in assenza di ambiente, sebbene senza essere da esso determinato: order from noise (ordine dal disordine). 45 Dal punto di vista del sistema, l‟ambiente agisce a caso sul sistema stesso;46 ma proprio questa casualità è indispensabile perché l‟ordine possa emergere, e più diventa complesso l‟ordine, tanto più la casualità è inevitabile».

44

Si veda in maniera esplicita e dettagliata, Fritz B. Simon, Unterschiede, die

Unterschiede machen: Klinische Epistemologie: Grundlage einer systemischen Psychiatrie und Psychosomatik, Springer, Berlin, 1988, in particolare pp. 47 e sgg. 45

Cfr. Heinz von Foerster, On Self-Organizing Systems and Their Environments, in Self-

Organizing Systems: Proceedings of an Interdisciplinarity Conference, a cura di Marshall

C. Yovits e Scott Cameron, Pergamon Press, Oxford, 1960, pp. 31-50, nella traduzione tedesca in Heinz von Foerster, Sicht und Einsicht: Versuche zu einer operativen

Erkenntnistheorie, Vieweg+Teubner Verlag, Braunschweig, 1985, pp. 115-130; Henri

Atlan, Entre le cristal et la fumée, Edition du seuil, Paris, 1979.

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Henri Altan arriva a dire che, proprio per questo, le trasformazioni nell‟organizzazione del sistema possono essere spiegate solo dall‟esterno. Cfr. L‟émergence du nouveau et du

sens, in L‟auto-organisation: De la physique au politique, a cura di Paul Dumouchel e

Jean-Pierre Dupuy, Edition du seuil, Paris, 1983, pp. 115-130. Vedi anche Henri Atlan,

Disorder, Complexity and Meaning, in Disorder and Order: Proceedings of the Stanford International Symposium, a cura di Paisley Livingston, Anma Libri, Saratoga, CA, 1984,

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