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G Soli, C Barbino, G Albertolli, Parere degli architetti Giuseppe Soli, Carlo Barbino,

Giacomo Albertolli sul Foro Bonaparte, 9 febbraio 1801, Milano Coll. ASMi, FC, p.m. cart 38

Al Comitato di Governo della Repubblica Cisalpina

Dopo una lunga serie di secoli oscuri già spunta l’aurora del bel secolo delle arti. Non più per moda, e colle sole parole si celebrano i Greci, ed i Romani.

La Repubblica Cisalpina volendo esternare la sua riconoscenza inverso il magnanimo suo fautore, e reintegratore correndo dietro le traccie degli antichi ha il coraggio di erigere un Foro a Bonaparte.

Il Comitato di Governativo ne ha proposto il piano; il genio dell’architetto Antolini ne ha formato i disegni; la Consulta Legislativa ne ha decretato l’esecuzione.

In adempimento dell’articolo IV della Legge 30 Nevoso anno IX. Repub.° tre architetti devono esaminare il progetto del cittadino Antolini. Dal risultato di questo esame può derivare o la perfezione maggiore dell’opera, o l’esecuzione di chi l’ha giudicata. Quindi è che i sottoscritti architetti hanno dovuto armarsi di un ardire straordinario per accettare una si spinosa incombenza loro addossata dal Comitato di Governo.

La commissione suddetta in tale esame parte da un punto dato, e crede che nella demolizione di tutte le fortificazioni del Castello, il caseggiato vecchio per ordine superiore debba rimanere illeso, e che una sola decorazione esterna sia il programma convenuto; e che non sia dovere della Commissione di portare le sue riflessioni se convenga o non convenga alla bellezza del Foro l’esistenza di tale caseggiato, che ingombrerà sempre colla sua mole, e renderà divisa la piazza del Foro. Propostasi dunque la commissione dei tre architetti la massima severità nel loro esame dice, che sebbene il progetto ed il disegno dell’Antolini sia in generale il prodotto felice d’un ingegno non comune, ciò non per tanto sembrar loro potervi aver luogo alcune variazioni, o modificazioni, che lo stesso architetto avrebbe senz’altro conosciute utili e necessarie, quando con miglior agio si fosse in seguito posto a meditare seriamente sull’esecuzione dell’opera proposta formando sopra un tipo esatto e sicuro dell’area del sito i necessari dettagli.

La commissione degli architetti osservando tale progetto in genere, e non in dettaglio, ha stabilito che la figura circolare, che lo circoscrive, sia la più conveniente al fabbricato che deve sussistere non solo, ma molto più alla intiera località della grand’area della piazza del Castello. Qualunque altra figura parallelogramma, o poligona mal si confarebbe alla figura del caseggiato di mezzo ed all’area del sito, e non presenterebbe all’occhio dello spettatore quell’incantatrice grandiosità, e magnificenza non disgiunta dalla necessaria unità e varietà sempre progressiva che una si estesa circolare deve indubbiamente produrre.

Il Peristilio perpetuo ond’è formato il proposto fabbricato, ed i vari edifizi di Terme, Borsa, Pantheon, Museo, Sale per le assemblee del Popolo ec. Che a luogo acconciamente interrompono, e si sollevano sul porticato, sembrano soddisfare bastantemente all’utile, al decoro, ed alla bellezza dell’intiera catena di dette fabbriche componenti il Foro.

La commissione però dopo di avere considerato, ed attentamente esaminato sulla faccia del luogo l’imponente grandezza che abbraccia il progetto Antolini crede che sia necessario d’ingrandire si il porticato quanto tutte le altre fabbriche che da questo prendono una certa tal qual norma: giacchè se in tanta vastità la corona degli edifizi si presentasse all’occhio o minuta od indistinta, allora il bello che promette detta piazza circolare non si otterrebbe, l’impressione sarebbe languida, e si avrebbe in detti fabbricati la sola utilità ma non la bellezza dell’insieme.

Perciò il diametro delle colonne del Peristilio potrà essere d’once 15, le colonne si erigeranno sopra di un alto grado sempre continuato, e l’altezza dell’ordine coi sottoposti magazzini sarà circa braccia 18 il totale comprese le abitazioni sopra circa braccia 28 senza il tetto; il che importa braccia 6 in altezza di più del progetto Antolini. Per rapporto alla collocazione degli

appartamenti destinati alle abitazioni dei particolari, la commissione crede che se si dovesse aver riguardo alla sola bellezza, la maniera fissata nel progetto Antolini sarebbe la più bella, la più conveniente, e la più analoga alla pratica degli antichi; giacchè in tal guisa le colonne sarebbero nel loro puro e semplice uffizio di sostenere la Trabeazione; quindi l’ordine resterebbe più grandioso; e le fabbriche pubbliche essendo staccate dalle private farebbero vieppiù la loro comparsa; ma in questo caso, essendo sentimento del Governo, che debba anteporsi il maggior comodo delle abitazioni particolari alla rigorosa bellezza, così si potrà innalzare sul colonnato un Attico con finestre terminato da una leggiera cornice; il tutto della minore possibile altezza compatibile però coll’uso, per non opprimere di troppo il Peristilio. Al maggior innalzamento del fabbricato gioverà pure non poco il dare al piano della piazza la forma di un catino rialzato alquanto ai labbri, e quasi piano nel grande spazio del mezzo; la qual forma altronde appresterà una più comoda situazione al Popolo in occasione degli spettacoli che molto opportunamente potranno aver luogo nel Foro.

La decorazione delle fabbriche pubbliche Terme, Borsa, Pantheon, Museo, Sale per le assemblee del popolo ec. È di un carattere conveniente, ed i prospetti che si veggono nel disegno promettono un buon effetto, e più belli si renderanno, quando meglio si potranno distinguere in opere nei loro rispettivi rapporti, e dettagli.

La commissione non avendo i dettagli particolari delle diverse fabbriche non può estendere sopra i medesimi. La esperimentata intelligenza dell’architetto Antolini saprà adattare a queste fabbriche quei comodi, che l’uso di ciascuna potrà esigere.

Il naviglio che gira tutto all’intorno procurerà un notabile comodo al commercio, ed una vista aggradevole a quelli che si aggireranno pel Foro, che in un tempo il bello all’utile vedranno riunito. L’esecuzione di tale comodo ricerca l’opera di una esatta livellazione delle acque da introdursi in questo nuovo canale per giudicarne la possibilità. Quello però che a colpo d’occhio si può comprendere sembra eseguibile.

Dopo le osservazioni sulle fabbriche situate all’intorno del Foro, la commissione ha preso in esame il disegno di Antolini fatto per ornare il caseggiato civile del Castello, ed ha fissato i suoi sguardi in primo luogo sulla pianta.

Sembra che per conservare tutto il fabbricato servibile sia sfuggita alla vista dell’architetto la bruttezza che risulta dalla irregolarità della figura a più lati, ed angolo rientranti, e salienti, che tanto è in opposizione colla bella figura circolare del foro. Quindi è che per togliere questo difetto, e per rendere la figura contenuta più omogenea a quella che la contiene, crede necessario la commissione degli architetti di ridurre tale fabbricato ad un quadrato, o ad un rettangolo prossimamente vicino al quadrato; e ciò si otterrà facilmente levando le due porzioni marcate nel piano KK. Ed unendo poscia il lato M. col corpo principale segnato N. ed agli angoli costruire per l’euritmia due altri corpi circolari LL. simili a quelli verso la città. Dalla pianta portando l’esame sull’elevazione, ritenuta la distruzione dei due lati sporgenti sopra indicati, non si vedranno più i due corpi laterali, quindi il quadrato trionferà nel mezzo, e non soffocherà tanto l’area del Foro, e le fabbriche che lo circondano.

L’architetto nel decorare la parte anteriore del caseggiato del Castello fra i due corpi circolari ha voluto renderla praticabile a due piani; a questo effetto ha formato un portico, e finestre a pian terreno, una loggia, finestroni, e due sale con portico all’intorno al piano superiore. Lo stile di tutta questa decorazione veramente è semplice e puro; crede non ostante la commissione che si otterrebbe maggior unità se i peripteri rotondi fossero di ordine dorico, com’è la loggia principale nel mezzo e che si dovrebbe maggior robustezza agli estremi, se si sopprimessero le finestre al pian terreno dei torrioni la quale modificazione di cose però a senso della commissione non apporterà giammai quella dignità, e grandiosità che si merita questo edifizio. Ma questo corpo che non solo per la grande sua massa ma pur’anche per la sua posizione farà sempre all’occhio dello spettatore la prima comparsa soprà le altre fabbriche del Foro invece di significare un abitato non potrebb’egli con maggior proprietà e convenienza divenire quel grandioso Monumento che tramandi alla posterità le gloriose gesta delle Armate Francesi in Italia? E sui quattro corpi circolari delle cantonate non

potrebbe spiccarsi quattro gruppi di parlanti allegorie? Con questo progetto essendo i torrioni abbassati passerebbe maggiore armonia fra il grande edifizio, che altre fabbriche del Foro che gli stanno all’intorno; e tutto questo corpo quadrato nel mezzo ch’è della notabile lunghezza di circa 330 braccia comparirebbe più proporzionato alla dimensione del Foro. Questa nuova idea riguardante il corpo di mezzo non deve però né ritardare, né alterare per verun conto l’esecuzione di tutte le altre fabbriche che circondano il Foro; anzi lavoro facendo si avrà maggior agio per vieppiù combinarla con quella convenienza che può ributtarsi ben dicevole ad un tanto edifizio.

Riguardo all’ingresso nel Foro dalla parte della campagna invece della porta proposta dall’Antolini la commissione crede più conveniente il fare due corpi di fabbriche inservienti alla Polizia, ed alla Finanza, ed in luogo della mura progettata vi potrebb’essere una semplice fossa con delle palizzate. Ciò facendo oltre un notabile risparmio di spesa all’erario pubblico ne verrebbe il vantaggio che i caseggiati al fine della città non resterebbero defraudati della tanto piacevole veduta della vicina campagna. Parigi, e Londra somministrano un autorevole esempio di questa pratica.

Queste sono le principali riflessioni che la commissione degli architetti ha creduto di dover fare sopra l’idea del sud° piano a disimpegno dell’incarico loro dato; e pel desiderio di apportare qualche maggior perfezione ad un progetto tanto importante; e perciò la commissione per assicurarsi maggiormente di quanto ha pensato, e suggerito a questo riguardo ha ben voluto invitare ad assistere ad alcune sue conferenze altri Professori ben noti per i loro lumi teorici, e pratici, cioè l’architetto nazionale Luigi Canonica, e Paolo Bargigli, già architetto del Consolato Romano, i quali hanno intieramente convenuto sopra l’esposto. Spetta poi al Governo a preservare questo progetto con saggie discipline dai guasti che allo stesso possono essere arrecati all’esecuzione. Le grandi opere di architettura atteso il lungo periodo di tempo al loro innalzamento necessario vanno incontro a dei vizj, che non avevano nella loro primitiva invenzione. Chi inventa una grande fabbrica ha sempre presenti tutti i rapporti della medesima, e le ragioni, dalle quali è stato spinto a determinarsi più ad un partito che ad un altro. Per lo contrario quegli che n’è mero esecutore essendo all’oscuro di tali ragioni cura sovente male a proposito più del dovere una parte sola, e perdendo di vista il rimanente sacrifica tutta l’opera alla propria ignoranza.

Questi vizj che s’intrudono nelle grandi opere ne scompongono a poco la bella originalità e le fabbriche divengono un miscuglio dei diversi stili di tutti coloro che vi han posto mano successivamente. La Basilica Vaticana somministra un troppo noto esempio di tale inconveniente. La saviezza del Governo saprà preservare il Foro Bonaparte da Questa sciagura: e così si otterrà un Monumento degno varacemente e della grandezza della Repubblica che lo ha innalzato, e dell’Eroe cui venne consacrato.

Scandaglio della spesa per eseguire il Piano del Foro Bonaparte secondi i disegni esibiti del Citt.° Antolini dopo le maggiori dimensioni assegnate alle diverse parti dei fabbricati dalla Commissione degli architetti esaminatori.

Colonnati 12 ………... £ 839.337 Otto Edicole ed altre allegorie…………... £ 645.952 Caseggiato del Castello nell’estendre…… ....£ 960.100 Canale Navile………...£ 367.690 Barriera………....…£ 150.000 Spiano della Piazza………...£ 40.600 Colonnette, e parapetti di ferro…………....…£ 7.500 Due Conche per favorire la Navigazione…....£ 9.000 £ 3.020.179

Scandaglio delle fabbriche che vengono destinate nel circondario del Foro non comprese le Botteghe, e le abitazioni particolari. Bagno, Dogana, Cavalerizia, Sale per le assemblee del Popolo, Teatro delle Belle Arti, Pantheon...…£ 1.662.102

Casi impensati al 10%...£ 468.228 £ 5.150.509

Noi sottoscritti avendo versato sullo scandaglio della spesa e metodo tenuto dall’Antolini l’abbiamo trovato fatto con ordine, e perizia d’arte. Essendoci poi occupati per riconoscere a qual somma ammonterebbe l’esecuzione del Piano ora che le dimensioni delle parti, che compongono i fabbricati vengono accresciute, appoggiati alle situazioni comunicateci, abbiamo di risultato che la spesa sarà di lire di Milano cinque milioni centocinquanta mille cinquecento nove circa diconsi. £ 5150509

I.12 G. Rossi, Lettera al Citt. Polfranceschi, 23 piovoso anno IX (N.d.a. 12 febbraio 1801),