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La strategia di uno dei più grandi social: Instagram, gli stickers e gli

3. Verso una comunicazione non violenta

3.5 La strategia di uno dei più grandi social: Instagram, gli stickers e gli

hashtag che possono essere usati nelle stories

Anche la piattaforma più conosciuta dei social network, Instagram, ha lanciato una nuova iniziativa per sensibilizzare la comunicazione online in vari settori attraverso l’uso di immagini chiamate stickers, che possono essere utilizzate nelle stories (contenuti, immagini o video, che gli utenti condividono in tempo reale). Gli stickers hanno un obiettivo non solo decorativo ma anche di potenziamento del messaggio che si vuole trasmettere. Di seguito ne riportiamo alcuni:

PRIDE STICKERS

Instagram «ha chiesto ad alcuni artisti LGBT di realizzare degli stickers che celebrassero il Pride del movimento nel 2017».299 La visibilità di ognuno di questi stickers è stata fondamentale per comunicare il messaggio del movimento

STICKERS CONTRO IL BULLISMO

Questi due stickers, invece, sono stati messi a disposizione da Instagram per «prevenire i discorsi d’odio, antibullismo e inspirare la comunità»300 e gli utenti provenienti da tutto il mondo a frenare e ridurre le molestie presenti sulla piattaforma fino a rimuoverle definitivamente.

Come si nota dalle immagini, gli stickers hanno un look unico e sono stati disegnati proprio per trasmettere un sentimento pacifico, creativo, né distruttivo, né alienante.

299 Pride stickers for Instagram. Dal sito https://www.behance.net/gallery/68889141/PRIDE-STICKERS-for-INSTAGRAM. Dal profilo Instagram di Carra Sykers.

300 A24 Notizie. Dal sito https://www.a24.com/tecnologia/instagram-saco-sticker-anti-bullying-stories-22102019_r1mNCa3FB.

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È evidente che la lingua dei social è molto diversa rispetto al linguaggio che si parla quotidianamente. A dimostrarlo sono non solo questi stickers, ma tutte le faccine (emoticon) che si usano nella comunicazione telematica, nel linguaggio del web, anche se è pur vero che

la lingua cambia di continuo: non esiste una norma per sempre e neppure un solo modo discrivere e di parlare. La scrittura è stata quasi desacralizzata dalle nuove tecnologie digitali, nel senso che ormai è pratica quotidiana di molti, di tutti e le occasioni si sono moltiplicate; certamente si tratta di un modo di scrivere sui generis, “un parlar spedito”. Ben venga quindi la scrittura come attività giornaliera, dai social network alle conversazioni in chat, purché quel tipo di scritto non diventi un registro unico – codice factotum l’ho definito qualche tempo fa – cioè l’unica possibilità di esprimersi per iscritto: a scuola e all’università lo scritto è ben diverso, richiede cura, attenzione, capacità argomentativa; anche la scrittura deve insomma rispecchiare la diversità e la molteplicità dei diversi usi e contesti comunicativi.301

Di parole effettive sui social network se ne incontrano poche, «molte pagine web oggi sono piene di contenuti multimediali, video e animazioni».302

Attraverso gli stickers, facili da reperire e colorati, si vuole essere in grado di attirare una maggiore attenzione, il che sembra funzionare dato il numero elevato di utenti iscritti ai social network che navigano in Internet. Ed è proprio attraverso questo tipo di strategia che Instagram sta cercando di rendere chiaro il concetto di far crescere i propri ideali e di aumentare la visibilità con gli stickers e gli hashtag. Questi ultimi sono caratterizzati da una «parola (o sequenza continua di parole) preceduta dal simbolo #, usata nell’ambito dei social network per categorizzare e rendere ricercabili contenuti correlati».303 Uno fra tanti, in ambito linguistico, che cerca di sensibilizzare contro il linguaggio violento sul web e sui social è l’hashtag #RispettalAltro, promosso dalla campagna LIBERIAMO:

“Il vero senso della campagna – afferma Saro Trovato, fondatore di Libreriamo, – è cercare di sensibilizzare gli utenti dall’astenersi ed evitare di rispondere ai commenti

301 Fabio Pagliccia, Quell’italiano incerto ai tempi del web. L’analisi di un esperto linguista sulla comunicazione scritta

nel marasma digitale. Intervista a Sergio Lubello. Corriere del Ticino. Mercoledì 20 Marzo 2019.

302 Tavosanis 2011, p.2.

303 Accademia Della Crusca – Parole Nuove: Hashtag è una parola inglese composta da hash, uno dei tanti termini che indicano il simbolo # (in italiano detto cancelletto), e tag, ‘etichetta’, ‘marcatore’. Una parola coniata per la prima volta nel 2007 in un blog statunitense e poi proposta su Twitter dagli stessi utenti.

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di chi offende direttamente o indirettamente e non condividere e non seguire coloro che volutamente e speculativamente utilizzano o danno enfasi al linguaggio da Ultras. Preme sottolineare che un’offesa, un’aggressione seppur verbale può creare ferite atroci, le quali molte volte possono portare a gesti estremi in modo attivo, aggredendo anche fisicamente chi ha offeso, e in modo passivo, riversando la frustrazione su sé stessi. Per questo serve responsabilità, soprattutto da parte di chi genera opinione. Star del cinema, dello sport, della Tv e, oggi, anche dei social devono avere la responsabilità di comprendere che il linguaggio spinto può generare odio e l’odio inevitabilmente crea violenza.”304

Navigando in Internet è tangibile il fatto che il linguaggio violento domini. In fin dei conti, però, solo gli utenti possono fare realmente qualcosa per ripulire lo spazio della rete e i social «dal linguaggio da ultras».305

Diceva Ghandi, “La forza non deriva dalla capacità fisica. Deriva da una volontà indomita.” Bisogna avere la volontà di credere che si può cambiare qualcosa. E in prima istanza sempre facendo riferimento al pensiero rivoluzionario di Mahatma “Mi oppongo alla violenza perché, quando sembra produrre il bene, è un bene temporaneo; mentre il male che fa è permanente”. È fondamentale quindi astenersi dal rispondere a commenti offensivi o violenti, bisogna ignorare video, immagini, post o commenti che offendono gli altri, al fine di togliere loro il bene primario, visibilità, traffico e quindi consenso.306

304 #RispettalAltro. Al via la campagna social contro la violenza verbale in rete. Dal sito

https://libreriamo.it/intrattenimento/web-social/rispettalaltro-al-via-la-campagna-social-la-violenza-verbale-rete/.

305 Ibidem.

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CONCLUSIONI

Questa trattazione si è proposta di rendere chiaro il concetto della violenza verbale che si diffonde sempre più nella vita reale e nei social, attraverso l’analisi dell’hate

speech e dell’uso degli hate words, ma ha cercato anche di far emergere quali

possono essere le strategie di sensibilizzazione per quanto riguarda la lingua. A tal fine sono state analizzate le statistiche e i dati ISTAT riguardo alle discriminazioni di vari gruppi di persone, per verificare che questi gruppi, essendo presi di mira, sono anche vittime di offese, insulti e violenze non solo fisiche ma anche verbali. Inoltre, ci siamo concentrati sul comportamento che assumono i cosiddetti haters o i leoni da tastiera, che lasciano commenti offensivi che dovrebbero essere assolutamente controllati e puniti in base alla loro gravità. Infatti, la risposta alla presenza di così tanto odio che si propaga nel web è venuta da parte di molte associazioni, che combattono giornalmente per far sì che questa ostilità venga cancellata e archiviata completamente e che Internet sia un posto più sicuro dove non circolino commenti offensivi, post razzisti, omofobi o xenofobi ecc… Ma l’attenzione si è concentrata soprattutto sulle strategie linguistiche, che riguardano la stesura di un commento sotto un post o la condivisione di una story. Una di queste è prestare attenzione inizialmente alle parole che si usano cercando di capire la differenza fra denotazione e connotazione per poi individuare e scartare i termini con connotazione negativa, e ancora: non dimenticare di assumere un atteggiamento empatico quando si comunica (sia nello scritto che nel parlato) e infine utilizzare una punteggiatura che aiuta a non esprimersi con ostilità. Strategie o semplici consigli per interagire in maniera sana sui social network sono stati proposti da singoli personaggi della televisione come Selvaggia Luccarelli, ma anche da movimenti e associazioni. Una fra queste è Parole O_Stili. Abbiamo avuto il piacere di intervistare una loro associata, Tiziana Montalbano, che ci ha saputo dare non solo una chiara spiegazione di come si vive il mondo dei social adesso ma ci ha anche spiegato la loro mission, ovvero in poche parole quella di rispettare dei semplici principi per far sì che Internet diventi un posto migliore ma soprattutto sicuro.

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