Il racconto delle Fondazioni lirico-sinfoniche: dall’Archivio Storico al Museo Teatrale
del 29 luglio 2014 con modificazioni;
1.1.3 La strategia e la produzione
Per perseguire le proprie finalità, l‟azienda teatrale mette in pratica una serie di attività volte ad attrarre il pubblico alla proposta teatrale offerta. Essa deve competere nel mercato con una vasta tipologia di concorrenti anche per l‟acquisizione delle risorse e per l‟aggancio degli artisti. Per mettere in pratica la strategia vincente deve tenere ben presente, prima fra tutte, la propria missione. Questa ragione d‟essere delle Fondazioni lirico-sinfoniche è esplicitata nella legge che le istituisce in quanto promotrici «senza scopo di lucro della diffusione dell'arte musicale, per quanto di competenza della formazione professionale dei quadri artistici e dell'educazione musicale della collettività»127. A questa si accompagna una più personalizzata visione che rappresenta la scelta della programmazione delle attività nel lungo termine. Questa viene solitamente stabilita dal Sovrintendente di ogni singola istituzione teatrale. Dalla missione e dalla visione derivano poi gli obiettivi dell‟azienda teatrale che devono essere sempre coerenti con le risorse finanziarie, tecniche ed artistiche di cui dispone il teatro. È sulla base di questi tre elementi che il teatro costruirà le sue strategie. Queste possono articolarsi in:
- strategia di prezzo;
- strategia di comunicazione;
126 Brunetti, Ferrarese, Lineamenti di Governance e management delle aziende di spettacolo, cit., p. 44. 127 Decreto Legislativo n. 367 del 29 giugno 1996, Disposizioni per la trasformazione degli enti che
operano nel settore musicale in fondazioni di diritto privato, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 161 dell'11 luglio 1996, articolo 3 Finalità delle fondazioni.
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- strategia artistica.
La prima strategia citata consiste essenzialmente nello stabilire i prezzi medi di vendita, tenendo sempre presenti le finalità dell‟azienda teatrale. Questa è molto delicata in quanto coinvolge non solo l‟aspetto economico ma anche quelli artistico e sociale. Compongono tale strategia: le differenziazioni di prezzo in base agli abbonamenti, al singolo spettacolo, al posto a sedere o anche in base alla tipologia di pubblico pagante. La strategia di comunicazione, finalizzata alla visibilità del teatro, consiste nelle attività di promozione e distribuzione. Queste sono volte, prima di tutto, ad attrarre un pubblico sempre maggiore verso il teatro musicale, anche grazie al coinvolgimento dei tour operator e delle agenzie di viaggio, poi ad instaurare forme di collaborazione con soggetti diversi per sponsorizzazioni e reperimento di risorse finanziarie. Tuttavia l‟obiettivo principale di questo tipo di strategia rimane, primo fra tutti, la diffusione del cartellone. Questo è alla base della produzione artistica e dell‟annessa strategia. La sua preparazione coinvolge sia la direzione artistica che il Sovrintendente, nonché la produzione nelle componenti del personale artistico nel suo insieme128. Il cartellone, che può presentare una proposta unicamente costituita da opere liriche o di queste insieme a balletti, rappresenta il fulcro dell‟offerta musicale del teatro cosiddetto “a stagione”. Questa particolare modalità di funzionamento della realtà aziendale lirica è tipica dei Paesi dell‟area mediterranea come l‟Italia, la Francia, la Spagna e il Portogallo. Il teatro “a stagione” prevede di realizzare un dato numero di produzioni, variabile a seconda delle dimensioni, dell‟importanza e delle capacità finanziarie del teatro. Le caratteristiche che distinguono tale tipologia dal teatro di repertorio e dai festival sono la preparazione di una singola produzione alla volta – fatta eccezione per quei teatri con più sedi a disposizione o con un apparato tecnico tale da poter permettere l‟allestimento contemporaneo di due titoli. In ogni caso, lo spettacolo in allestimento viene presentata per una serie di rappresentazioni nel corso dell‟anno a seguito di un numero ed una tipologia variabile di prove.
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Altro tratto distintivo del teatro “a stagione” è l‟assenza, all‟interno dell‟apparato artistico del teatro, di una compagnia di cantanti stabili. Questi cambiano a seconda dei titoli realizzati. Fisse sono solitamente le altre componenti quali il coro, l‟orchestra, il corpo di ballo – se previsto – e le maestranze artistiche. Per quanto riguarda il settore tecnico, il personale di palcoscenico ha subito, nel corso dell‟evoluzione del teatro “a stagione”, una riduzione notevole. La sartoria e i laboratori di scenotecnica, seppur presenti ancora in pochi teatri come il San Carlo di Napoli o il Teatro Alla Scala di Milano, non si occupano dell‟integrale realizzazione dell‟allestimento. La realizzazione di scene e costumi viene tendenzialmente affidata ad imprese esterne specializzate129. Si può dunque intuire come la produzione, all‟interno delle fondazioni lirico-sinfoniche, è quindi rappresentata dall‟insieme di tutte le operazioni necessarie a realizzare il prodotto finito. Attraverso questa funzione, l‟azienda teatrale combina tutti i suoi fattori produttivi – in tal caso gli strumenti musicali, i costumi, le scenografie – in modo opportuno e tale da rendere possibile la realizzazione del prodotto finito. Questo prodotto, che deve essere costruito al fine di soddisfare la richiesta di mercato, può essere o l‟opera lirica o un‟attività diversa dall‟oggetto tipico, al fine di sfruttare tutte le potenzialità del teatro e saturarne le capacità produttive inutilizzate. La produzione vede il coinvolgimento delle aree legate alla funzione di produzione: la direzione artistica e la direzione degli allestimenti scenici130. Tutte le attività connesse a tale funzione prendono avvio nel momento in cui il Direttore Artistico ed il Sovrintendente hanno selezionato i titoli che andranno a costituire il cartellone della stagione lirica. Per quanto riguarda la produzione in senso stretto dell‟opera lirica, essa si articola, inizialmente, con la predisposizione dei calendari di produzione, procede con la realizzazione dei costumi e delle scene per finire con la realizzazione della componente artistica131.
129 Brunetti, Pinamonti, Board e sovrintendente: «Croce e delizia» dei teatri lirici, p. 321 - 323.
130 Elena Finessi, L' economia delle fondazioni liriche, Giuffrè Editore, Milano, 2010, pp. 39-40.
131 Per un approfondimento sulle fasi che riguardano la produzione di un‟opera lirica si fa riferimento a
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1.1.3.1 L’opera lirica: un prodotto culturale complesso
L‟opera lirica, dunque, rappresenta il prodotto finito di un processo elaborato che coinvolge molteplici soggetti impegnati a realizzare la messa in scena dello spettacolo. Si può affermare che la peculiarità del prodotto lirico richiede, per la sua realizzazione, un ingente impiego di risorse. Queste caratteristiche rendono l‟opera lirica un prodotto culturale complesso. Complesso, per gli elementi intangibili di cui è intriso, quali la cultura, il condizionamento esercitato dalla tradizione e dalla storia delle singole istituzioni e – come già accennato – per la varietà delle componenti del suo sistema organizzativo: manageriali, finanziarie, culturali. Quest‟ultima in particolar modo conferisce al prodotto opera lirica un eccelso valore creativo che viene ricercato nell‟esperienza dal fruitore, in questo caso dallo spettatore. Un altro elemento di complessità è da ricercare nel giudizio di qualità inerente la produzione teatrale. Si esige un livello elevato di eccellenza e qualità, non sempre facilmente identificabili132. L‟opera lirica è anche un prodotto immateriale, non immagazzinabile e pertanto irripetibile. Nessuna replica, per quanto simile alla prima, riprodurrà l‟originale in maniera completamente fedele. Nella sua unicità, l‟opera lirica persegue due obiettivi contemporaneamente: uno artistico e uno sociale. Essa soddisfa il bisogno d‟intrattenimento artistico richiesto dal pubblico e rispetta un‟esigenza culturale di portata più ampia, influenzando la sensibilità dello spettatore attraverso il coinvolgimento emotivo e apportando accrescimento alla sua educazione musicale133. Se si pone attenzione a tutta questa serie di peculiarità del prodotto operistico, si trovano delle analogie con il settore terziario dei servizi. Oltre alla già citata immaterialità, bisogna prendere in considerazione la contestualità tra la produzione e il consumo che avviene durante l‟esperienza teatrale. Tale contestualità rappresenta un fattore di rischio in quanto, fino all‟alzata del sipario e all‟entrata in scena, non è dato sapere quale potrebbe essere l‟esito della performance. Per quanto
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Cori, Aspetti istituzionali e dinamiche organizzative, cit., pp. 46-49.
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venga preventivamente stabilita una tabella di marcia da seguire, non sono prevedibili possibili ritardi o altri imprevisti. Tanto meno si può conoscere in anticipo la tipologia di accoglienza che lo spettacolo riceverà da parte dei critici e dagli spettatori.