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CAPITOLO II LE GUIDE TURISTICHE

2.5. Struttura delle guide turistiche analizzate

Prima di passare all’analisi linguistica dei testi e alla discussione delle scelte traduttologiche, in questa sezione approfondiremo la composizione delle guide turistiche scelte. L’ultimo paragrafo tratterà di un programma turistico televisivo molto famoso negli Stati Uniti, che è nato proprio a partire da una collana di guide turistiche.

2.5.1. Fodor’s Travel: Florence & Tuscany with Assisi and the best of Umbria

Come riportato in un trafiletto all’inizio della guida, l’inventore di origini ungheresi delle guide Fodor’s, Eugene Fodor (1905-1991), avviò la sua carriera da viaggiatore esperto facendo l’interprete su una nave da crociera francese. Questa esperienza ispirò la scrittura di On the Continent: An Entertaining Travel

46 aggiornata annualmente e la prima guida a contenere informazioni sulla cultura e gli abitanti dell’Europa. Dopo essere emigrato negli Stati Uniti nel 1942 ed essere entrato a far parte dell’esercito americano, l’autore fondò la casa editrice americana “Fodor’s Modern Guides” nel 1949. Stando alle informazioni riportate sul sito web ufficiale della casa editrice Fodor’s Travel, Fodor fu il primo a distaccarsi dall’idea delle guide fatte su misura per il Grand Tour, e fu il primo a pubblicare guide individuali per ogni singolo paese. Interessante è il fatto che Fodor divenne una spia per la CIA e ricevette istruzioni ufficiali per utilizzare le sue guide turistiche come copertura per la raccolta di informazioni per l’intelligence americana. Negli anni Novanta, dopo aver continuato a pubblicare guide su più di 100 paesi e 7.500 destinazioni e dopo la morte del fondatore, la casa editrice lanciò il sito web e la prima linea di guide dedicate ai viaggiatori LGBT.

Le guide Fodor’s vengono aggiornate grazie al contributo di corrispondenti locali, cioè persone che vivono sul posto, che forniscono “insider information (…) timely coverage, insider tips and cultural context” (2017: 7). Questo è un esempio di come la guida vuole affermarsi come autorità capace di decifrare la cultura del paese di destinazione. È innegabile infatti che questa pubblicazione, tra quelle scelte per questo lavoro, sia quella che esercita maggiormente il ruolo di culture broker (cfr. Bender et al., 2012), fornendo spesso commenti e indicazioni sulla società italiana e sul modo più appropriato di comportarsi. Inoltre, l’espressione “insider information” rimanda proprio al campo semantico dello spionaggio.

Gli autori, americani, sono entrambi laureati in storia dell’arte e si sono trasferiti da anni a vivere in Toscana. La guida, di dimensioni tascabili, contiene 402 pagine a colori. È divisa in 7 sezioni, la prima dedicata a una panoramica generale sulla regione Toscana, comprendente informazioni pratiche per la pianificazione del viaggio su trasporti, temperature, ristoranti e hotel. Una pagina è dedicata alle “Frequently Asked Questions”, domande che supponiamo vengano spesso rivolte alla casa editrice attraverso il sito web, fornendo indicazioni molto significative sul ruolo di mediatore culturale esercitato dalla guida: “How likely am I to find English speaking-locals? Are Italian drivers as

47 crazy as I’ve heard? Is it okay to drink cappuccino after 11 am?” (ivi: 13). Gli autori cercano qui di anticipare i bisogni del lettore rassicurandolo e fornendogli delle chiavi di interpretazione culturale per il luogo di destinazione, e allo stesso tempo confermano le immagini stereotipate riguardo, per esempio, al modo di guidare degli italiani, che sicuramente non è diverso da quello di tanti altri paesi (dando, tra l’altro, informazioni sbagliate: la ZTL diventa “zona limitato traffico”).

Questa prima sezione inoltre mostra la volontà di diversificare l’offerta turistica, con consigli su itinerari ed esperienze da fare in base ai gusti del lettore, come nella sezione “If you like”, dove al primo posto troviamo “Renassaince Art”, seguito da “Monumental churches”, “Charming towns” e “Shopping”. Il focus tematico della guida, come si può evincere già da questa sezione, è il patrimonio artistico della Toscana, sia sotto forma di opere esposte nei musei, sia sotto forma di chiese e antichi borghi, uno dei quali è stato scelto proprio come copertina della guida. La sezione introduttiva si conclude infine proprio con una “Renaissance Timeline”, una linea del tempo molto dettagliata con informazioni biografiche riguardanti gli artisti e le personalità più importanti del Rinascimento Italiano. Le sezioni a seguire, a parte quella interamente dedicata a Firenze, raggruppano più città e aree della Toscana, mentre l’ultima è dedicata a Umbria e Marche, che vengono trattate insieme.

La guida include anche un breve dizionario/frasario intitolato “Understanding Florence and Tuscany”, con parole ed espressioni base della lingua italiana che possono essere utili al turista anglofono, ciascuna corredata di pronuncia. Le ultime pagine sono dedicate a ulteriori consigli pratici, che comunque vengono forniti anche nel corso del resto della guida. Da notare la sezione “Local Do’s and Taboos”, che si apre con un’affermazione stereotipata sul comportamento degli abitanti del posto: “Social behavior in Tuscany and Umbria tends to be more conservative and formal than in other parts of Italy” (ivi: 381). Si tratta di una rappresentazione decisamente falsa e non dimostrabile, che evidenzia il potere dell’autorità sociale delle guide turistiche. In Italia è forse maggiormente diffuso lo stereotipo contrario, ossia che i toscani siano persone poco attente alle formalità, ma si tratta comunque di un’altra generalizzazione.

48 La guida contiene numerose foto a colori, dalla saturazione alta e vivida, anche se rispetto ad altre guide, come la famosa Lonely Planet, il numero di foto presenti in rapporto al testo non è da considerarsi molto alto. Esse comunque accompagnano lo sguardo del lettore indicandogli cosa deve vedere, come lo deve vedere e confermando le immagini idilliache della Toscana che il turista ha già bene in mente, come per esempio la foto a doppia pagina ritraente il pendio di una collina ricoperto di vigne e olivi, con ville circondate da cipressi in lontananza. Sopra la foto, una scritta bianca in contrasto con lo sfondo recita in maiuscolo “EXPERIENCE FLORENCE AND TUSCANY”: si tratta del titolo della sezione introduttiva, ma l’accostamento con l’immagine evoca piuttosto un comando imperativo che intima al turista di godere del verde lussureggiante che offre la Toscana e di indulgere nei piaceri del cibo e del vino. Allo stesso tempo, è proprio questa l’idea di vacanza in Toscana che il turista sogna, e la guida non fa altro che confermare tale idea (cfr. Dann, 1996). Numerose sono invece le mappe presenti nella guida, compresa una più dettagliata di Firenze staccabile e ripiegabile, che servono ad aumentare il senso di utilità e affidabilità dell’opera. La guida deve poter essere utilizzata da sola ed essere esauriente, senza che il turista debba ricorrere ad altri strumenti per orientarsi: solo così l’acquisto della guida può essere giustificato.

L’organizzazione tipografica del testo prevede diverse modalità: nelle pagine riassuntive, come quelle dell’introduzione, il testo è suddiviso in due colonne per facilitarne la lettura. Nel corpo della guida, invece, cioè durante la descrizione estesa dei luoghi da visitare, il testo è giustificato ma non occupa l’intera pagina, ma è soltanto rientrato di pochi centimetri a sinistra. In questo modo, oltre che a migliorare la fruizione del testo, si invita il lettore a segnare con una matita le attrazioni e i luoghi già visitati. Ciascuna città è separata dalle altre tramite titoli in grassetto, così come ogni sezione dedicata alle informazioni pratiche, come i trasporti, gli hotel e i ristoranti della zona o gli orari di apertura dei musei. Sono inoltre presenti delle sezioni incorniciate da linee rosse e blu chiamate “Close up”, le quali approfondiscono nel dettaglio esperienze da non perdere, come le sagre di paese o il trekking alle Cinque Terre, e “Off The Beaten Path”, dove vengono suggerite visite a luoghi considerati meno noti poiché

49 lontani dalla “strada battuta” solitamente frequentata dai turisti. Da notare infine sono i piccoli riquadri verdi intitolati “Word of Mouth”: come abbiamo già accennato nel capitolo precedente, il migliore strumento di promozione del turismo è il turista stesso, che, se soddisfatto dell’esperienza, suggerirà a parenti e amici di fare come lui e andare in vacanza nello stesso luogo, magari usando la stessa guida. Fodor’s fa un uso molto efficace di questa strategia, inserendo testimonianze e suggerimenti degli utenti del proprio sito web per influenzare il turista col suo stesso linguaggio, cioè quello di cliente, e mostrandogli che anche lui, se seguirà i consigli della guida e dei clienti che se ne sono già serviti, rimarrà ugualmente soddisfatto. La guida, inoltre, invita continuamente il lettore a lasciare feedback sul sito (ivi, 386): “Your comments might even appear in our books. Yes, you, too, can be a correspondent!”.

Sulla base della struttura della guida, delle tematiche su cui si concentra maggiormente e sul tipo di informazioni pratiche che vengono offerte, possiamo affermare che il testo ha come target audience coppie di turisti o famiglie con bambini che vogliono trascorrere in Toscana un soggiorno tranquillo e sono particolarmente interessati agli aspetti artistici, culturali e enogastronomici della regione. Il ceto di appartenenza è sicuramente medio-alto, come testimoniato dalle fasce di prezzi dei ristoranti e degli hotel consigliati. Sebbene la guida presenti molti tipi diversi di informazioni pratiche, non possiamo considerarla molto adatta, per esempio, a una coppia di giovani backpacker alla ricerca di modi economici per viaggiare. Il tipo di target audience ricercato dalla guida si evince anche dal modo in cui la Toscana viene introdotta nelle primissime pagine (ivi, 3):

WELCOME TO FLORENCE AND TUSCANY

Florence and Tuscany conjure images of superb Renaissance art and landscapes famous for rolling hills, olive groves, and cypress trees. In Florence, ancient churches await exploration. You can choose between seeing masterpieces by Michelangelo or shopping for locally made goods. The many pleasures of Tuscany include tasting wine in Chianti and simply relaxing in the piazzas of medieval towns. Whatever you do, the combination of great art, sumptuous

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countryside, and memorable food and wine makes a trip to this enchanting part of Italy unforgettable.

In questa citazione troviamo tutte le tecniche linguistiche del turismo che abbiamo descritto in precedenza. Il linguaggio evocativo utilizzato in apertura non fa altro che confermare rappresentazioni stereotipate della Toscana, collegandola al topic dello splendore del passato Rinascimentale. Il lettore subisce il processo di ego-targeting, attraverso il quale viene separato dal resto dei turisti e viene invitato a esplorare la regione, prima offrendogli una scelta (“you can choose between”) e poi rassicurandolo che qualunque sia il suo scopo, grazie alle indicazioni della guida la sua permanenza in Toscana sarà indimenticabile. In base a questo paragrafo di apertura possiamo confermare che il target della pubblicazione sia un ceto medio-alto, con un livello di istruzione medio e pronto a spendere denaro in cibo e visite a musei.

2.5.2. Blue Guide Tuscany

Le Blue Guide sono una collana di guide turistiche rinomate per l’esaustività con la quale descrivono le opere d’arte e architettoniche e i monumenti dei luoghi di destinazione. Il titolo del sito web ufficiale evidenzia le caratteristiche che differenziano le Blue Guide da altri tipi di guide turistiche: “Blue Guides, the best-researched, best-presented cultural travel books in English”. L’espressione “cultural travel books” mira a creare un contrasto netto con altre guide, spesso piene di pubblicità per hotel e ristoranti. Vengono presentate sul sito come “the leading, most comprehensive travel guides covering history, art, architecture and, where relevant, archaeology”, e laddove vengano offerti suggerimenti su ristoranti e hotel, essi sono giustificati “by the belief that good practical recommendations will contribute to the visitor's enjoyment”. In questo modo la guida afferma non solo la sua autorità culturale ma anche, in un certo senso, quella “etica”, in quanto le possibili sponsorizzazioni da parte di attività commerciali locali saranno un beneficio per il cliente.

51 La storia delle Blue Guide è legata al già menzionato Baedeker. Nel 1878, l’autore James Muirhead (1853-1934) iniziò a preparare proprio con lui una guida per Londra. Assieme al fratello Findlay Muirhead (1860-1935), i due si dedicano per oltre trent’anni alle edizioni inglesi delle guide rosse di Baedeker, e nel 1915 fondano la loro compagnia “Muirhead’s Guidebooks Limited”. Nel 1917 stringono un accordo con la casa editrice francese Hachette per la co- pubblicazione di guide in inglese e francese, chiamate rispettivamente Blue

Guides e Guides Bleus, pubblicando nel giro di due anni la prima guida per

Londra. Dopo la fine della collaborazione con Hachette, nel corso del Novecento le Blue Guide inglesi acquistano sempre maggiore prestigio, definite dagli autori stessi “scrupulously edited guides, compiled for the independent educated traveller wanting to avoid the monotony of international uniformity”. Negli anni Settanta le guide dedicate all’Italia di Alta Macadam sono tra le più vendute. Dopo essere state pubblicate anche negli Stati Uniti, le Blue Guides sono state definitivamente acquisite nel 2004 dalla “Somerset Books”, che rilancia la seria con la prima “nuova” Blue Guide, la dodicesima edizione della Blue Guide

Northern Italy, pubblicata per la prima volta nel 1924.

La guida scelta per questo lavoro è la Blue Guide Tuscany, pubblicata nel 2009 e scritta da Macadam, cultrice di storia dell’arte e residente in Toscana. Altri contributi provengono da uno storico dell’arte e uno storico. Il formato della guida può essere definito tascabile, anche se le 630 pagine di carta spessa e patinata rendono il volume pesante e sicuramente meno portatile rispetto alla guida Fodor’s. La copertina presenta due fasce blu con il titolo “Blue Guide Tuscany”, ed è l’unica riga di testo presente. Le due foto che accompagnano il titolo raffigurano rispettivamente un casolare circondato da cipressi sotto un cielo nuvoloso e il monumento della Lupa Capitolina, che si trova sul prato retrostante la Torre di Pisa. La scelta di questi due soggetti è allo stesso tempo curiosa ed eloquente: le foto sono significativamente meno saturate di quelle delle guide Fodor’s, e più che rimarcare certe rappresentazioni idilliache della Toscana, sembrano piuttosto voler sottolineare la sobrietà della pubblicazione e definire quindi anche la target audience più indicata all’uso di tali guide. La questione viene accennata persino sul sito web: “illustrations to inform rather

52 than to decorate: award-winning maps, diagrams, floor plans, architectural details, photographs”. La guida infatti è corredata da pochissime foto, circa 40, solitamente occupanti un terzo della pagina, e tutte ritraenti opere d’arte, statue, o chiese, tranne nel caso di alcune vedute sulla campagna toscana. In nessuna foto sono presenti persone, come se durante il suo viaggio il turista non dovesse entrare in contatto con nient’altro se non i monumenti da visitare.

La struttura della guida è articolata in tre sezioni principali: la prima consiste in una dettagliata introduzione storica sulla Toscana, dagli Etruschi all’alluvione di Firenze del 1966, scritta dallo storico Charles Freeman. Segue una tabella riassuntiva sui “Rulers of Tuscany”, con date di nascita e morte, e un dettagliatissimo albero genealogico della famiglia dei Medici. Questa sezione non presenta nessuna foto a colori, il testo occupa l’intera pagina e i due schemi sono molto sobri nella composizione e nei colori scelti. Attraverso questi accorgimenti tipografici la guida si impone fin da subito come autorità culturale, totalmente opposta alle colorate guide che cercano di attirare il turista. In questo caso, l’intento comunicato è quello di informare il turista offrendogli delle ricostruzioni storiche affidabili e autorevoli. La seconda sezione viene intitolata “The Guide” e comprende 23 sottosezioni, ciascuna dedicata alla descrizione del patrimonio artistico di un’area geografica e delle varie città. La prima, come nella guida Fodor’s, è dedicata a Firenze. La sezione conclusiva è quella sulle informazioni pratiche per il viaggio, come trasporti, alloggi e cibo, che vengono comunque fornite anche alla fine di ogni sottosezione dedicata alle singole città. La componente più interessante di questa guida è sicuramente l’aggiunta di un glossario sui termini artistici e architettonici utilizzati nel corso delle descrizioni. Questo elemento conferma la volontà di affermarsi come autorità nel campo del turismo culturale, dando per scontato che il desiderio principale del turista che sceglie di acquistare la Blue Guide sia quello di approfondire le sue conoscenze artistiche. Anche l’indice dei contenuti si focalizza sulle opere d’arte e gli artisti, piuttosto che facilitare la ricerca veloce di informazioni pratiche.

Le scelte tipografiche sembrano voler rimarcare l’intento informativo della guida. Il testo giustificato occupa l’intera pagina e raramente è suddiviso in colonne, salvo i casi in cui sono presenti fotografie, mappe o planimetrie di

53 monumenti. La storia delle città con la quale si apre ogni sottosezione è incorniciata in un riquadro rosso che tuttavia utilizza lo stesso identico font del testo che segue. Ogni paragrafo è preceduto da un titolo, sempre nero, che però, a differenza della Fodor’s, non facilita l’identificazione immediata delle informazioni che possono essere rilevanti per il turista, poiché manca di una struttura ripetuta e sempre uguale. La guida sembra imporre al turista una lettura completa sul posto, invitandolo a osservare da vicino tutte le opere e i monumenti per trovare conferma visiva nella realtà di ciò che viene descritto nel testo. La scarsa accessibilità del testo viene accennata anche nel sito web, che rassicura il potenziale acquirente, asserendo che le guide vengono aggiornate con “improved access to information and navigability with cross-referencing, excellent indexing, maps, floor plans and intelligent layout”.

Le Blue Guide, a causa del loro volontà di imporsi come la massima autorità culturale nell’ambito del turismo da quasi un secolo, sono state anche oggetto di studi e critiche. Ricordiamo per esempio Dann (1996: 82), che cita la posizione di Gritti basata su un’analisi di diverse Blue Guide:

(…) sightseeing is a rite, an institutionalized duty to gaze upon what must be seen, a form of social constraint, an historical and aesthetic regulation of the picturesque which imposes a ‘categorical imperative’ on tourist which must be obeyed (…) keywords, such as ‘interesting’, ‘merit’, ‘charming’, etc. are contrasted with their opposites in order to zone the itinerary into sights which must be seen and those which must be by-passed in a hurry.

Come abbiamo già accennato in precedenza, per Dann il linguaggio del turismo esercita una forma di controllo sociale, obbligando il turista a seguire percorsi predisposti e dettandogli verso quali monumenti e attrazioni dirigere il suo sguardo, decidendo cosa è degno di essere apprezzato e cosa no. Ciò che rimane fuori dalla selezione di cose da vedere delle Blue Guide sembra infatti non essere degno di nota. Barthes (1957: 108), nella raccolta di saggi Miti d’oggi, arrivò persino ad affermare che le Guides Bleues continuavano a perpetuare una mitologia borghese “che postulava l’Arte (religiosa) come valore fondamentale

54 della cultura, ma considerava le sue ‘ricchezze’ e i suoi ‘tesori’ solo come un confortante immagazzinamento delle merci (creazione dei musei)”.

Sulla base della struttura della guida e del focus esclusivo sul patrimonio storico-artistico della Toscana, possiamo affermare che la target audience è un ceto alto e molto colto, che desidera approfondire le proprie conoscenze sull’arte italiana e ha intenzione di trascorrere le proprie vacanze a visitare chiese e musei.

2.5.3. Mission Florence: A Scavenger Hunt Adventure.

Il terzo testo che analizzeremo in questo lavoro appartiene a un sub-genre del genere delle guide turistiche, e possiede delle caratteristiche particolari che illustreremo brevemente. Si tratta infatti di una guida-gioco per bambini, dove tramite il pretesto di una missione di spionaggio il bambino viene guidato nell’acquisizione di conoscenze artistiche e storiche sulla città di Firenze e sui costumi dei fiorentini durante il Rinascimento. La guida fa parte di una collana di pubblicazioni identiche, apparse a partire dal 2014 e acquistabili su Amazon, dedicate ognuna a diverse città dell’Europa e del mondo intero, e sono state ideate da una famiglia inglese, come riportato sul sito web ufficiale: “Scavenger Hunt Adventures is a family owned and operated business, creating kids’ travel