Il turismo naturalistico è la tipologia di turismo maggiormente compatibile con le esigenze di conservazione della natura. Esso rappresenta una delle tipologie più richieste dal turista post-moderno, il quale “vuole essere rassicurato che Madre Natura esiste ancora da qualche parte e vuole vederla in faccia per percepirne l‟eterno”(Minca, 1996, p.133) .
Ross e Wall (1999) delineano cinque funzioni fondamentali del turismo-natura: la protezione delle aree naturali, l‟educazione, la generazione di reddito, il turismo di qualità, la partecipazione locale
(Ross, Wall, 1999, p.123) .
Il “turismo natura” comprende forme di turismo nelle quali la principale motivazione dei turisti è l‟osservazione e la contemplazione della natura così come delle culture e delle tradizioni che insistono nelle aree naturali (Galli-Notarianni, 2002, p.30). Una delle
sfide ambientali e culturali del terzo millennio, così come sottolinea l‟OMT, è trovare il modo per conciliare l‟esigenza di vacanze con il rispetto della natura, utilizzandone razionalmente e in modo parsimonioso le risorse. Una sfida che vede e vedrà sempre più coinvolte amministrazioni pubbliche e operatori turistici. D‟altronde va sottolineato come le aree protette siano nate per esigenze di preservazione, senza una pianificazione specificatamente rivolta al turismo, anche se negli ultimi anni, le risorse paesaggistiche e naturali, identificandosi come elementi fondamentali dell‟identità culturale del territorio, hanno rappresentato un elemento chiave per lo sviluppo turistico ed una concreta occasione di sviluppo economico. Queste zone possono, infatti, puntare sul turismo quale strumento di rivitalizzazione e rigenerazione che permette soprattutto alle popolazioni residenti di avere una fonte aggiuntiva di reddito, di creare nuove opportunità occupazionali più attraenti per le fasce più giovani della popolazione e di aprire nuovi mercati per i prodotti agricoli offerti dal territorio. Il punto di forza del turismo-natura è la sua capacità di riconoscere e valorizzare le risorse storico-culturali ed ambientali dei luoghi, le loro tradizioni ed i saperi antichi, consentendo un‟attenzione al territorio orientata alla salvaguardia dei beni e valorizzazione delle relazioni promuovere le risorse mediante nuove forme organizzative sul territorio, che contribuiscono a
sviluppare la coesione socio-culturale ed a rafforzare le economie locali (De Varine H, 2005).
L‟Italia, per le proprie caratteristiche geografiche e per la varietà degli ambienti protetti, rappresenta una delle mete privilegiate del turismo naturalistico, infatti, mentre le presenze totali nelle strutture ufficiali delle aree protette nel 2006 risultavano poco più di 94 milioni, nel 2010 superavano i 99 milioni, passando nello stesso arco temporale da un fatturato di circa 9,8 a 10,6 miliardi di euro e tra i segmenti della più ampia tipologia “turismo-natura” quello che ha primeggiato, con più di un terzo del totale, è stato quello dei parchi e delle aree protette4.
In Sicilia, regione con un esteso patrimonio naturale protetto - più del 10% della complessiva superficie territoriale dell‟isola risulta tale (PSR Sicilia 2007-2013) l‟importanza del turismo naturalistico può assumere entità rilevante. La rete di ambienti protetti siciliani, tra parchi, riserve naturali e aree marine protette, contiene una variegata diversità paesaggistica, tratti naturali e valori culturali che fanno emergere una pluralità di offerta in cui il turista scopre oltre alle risorse naturali, quelle culturali, enogastronomiche ed artigianali tipiche di quei luoghi. Esiste infatti, una considerevole quantità di ambienti protetti costellata per lo più da piccoli insediamenti dove il sistema ricettivo si sviluppa attraverso la riqualificazione edilizia di vecchi casolari, masserie e ville rurali o nei centri agricoli dove è possibile “incontrare” ancora uno stile di vita semplice, dove le case rurali dei villaggi, il folklore e le feste popolari divengono elementi distintivi di uno stato di “autenticità” sia degli ambienti naturali che di quelli umani capaci di alimentare un modello che interessi un target di turista colto, responsabile e sensibile alla qualità dell‟ambiente e alle tipicità delle produzioni locali (Censis, 2002) .
“Sono considerati ambienti naturali quelli in cui la componente essenziale è costituita dal patrimonio naturale, da elementi la cui presenza nel territorio è determinata dall'azione umana in misura nulla o minima, o tale comunque da non incidere in maniera risolutiva sulla conservazione autonoma dell'ambiente stesso, per cui un eventuale alleggerimento della pressione antropica porterebbe ad
4 In tale tipologia, secondo Ecotur, al turismo dei parchi e aree protette seguono i segmenti della
montagna rappresentativo del 20% del settore, rurale con circa il 12%, mare-parchi e riserve marine con il 10%, borghi più belli d‟Italia con il 9%, agriturismo con l‟8%, turismo lacuale con il 7%.
un vantaggio naturalistico. Tali aree comprendono: boschi, macchia, cespuglieti, garighe, praterie steppiche, pascoli, mesofili, lave e sabbie vulcaniche, grotte, ambienti costieri, ambienti dei corsi d‟acqua, stagni, ambienti umidi, geotopi” (Sito web del CUTGANA - Università degli Studi di Catania).
Oltre alle singolarità geografiche e architettoniche, il territorio siciliano offre la possibilità di poter ammirare esempi di ecosistemi naturali di grande pregio. Nella sola Sicilia Orientale vi sono 31 riserve naturali protette, che con la scoperta di itinerari insoliti e la valorizzazione di centri dell‟entroterra, possono promuovere un turismo nel rispetto dell‟ambiente e delle comunità locali, che costituiscono i punti di forza di un‟attività turistica ecocompatibile. La bellezza di un ambiente a volte integro e un patrimonio culturale che richiama un passato ricco di storia, nonché un clima particolarmente favorevole (in Sicilia non c‟è giorno senza sole, disse Cicerone) sono elementi che fanno della Sicilia una destinazione ideale in ogni periodo dell‟anno. E in effetti “Il mercato va sempre più in direzione del prodotto meno manipolato dall‟uomo, più autentico e in linea con i territori” sosteneva il Presidente della manifestazione Ecotur 2010. Tale tendenza è anche evidenziata dal cambio di scelta delle tipologie di strutture ricettive, infatti, mentre nel 2002 gli alberghi si accaparravano circa il 50% della quota di mercato dell‟ospitalità, nel 2009 tale segmento era sceso al 23,7%, dacché gli agriturismi ed i bed and breakfast hanno raddoppiato l‟incidenza nel settore, collocandosi a circa il 40% delle scelte dei turisti. Ciò si verifica principalmente per la stanchezza verso le offerte standardizzate, dal desiderio di realizzare esperienze di viaggio diverse dagli schemi turistici abituali, dalla domanda sempre maggiore di prodotti enogastronomici tipici, dai legami tra le produzioni ed il territorio, dalle tradizioni sociali e culturali locali, da ciò che caratterizza i diversi aspetti dell‟identità di un luogo (ivi)5. Tra le attività preferite dai turisti italiani in vacanza presso “località naturalistiche” oltre alle attività sportive e al relax, seguono subito dopo l‟enogastronomia e la riscoperta delle tradizioni (9° Rapporto Ecotur).
Ma occorre anche registrare gravi debolezze; ad esempio tra le aree
protette italiane poche di quelle ubicate nel meridione del Paese hanno presentato la candidatura per l‟ottenimento della “Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle Aree Protette” (CETS) dell‟Europarc Federation (tab. 2), valido strumento metodologico e certificazione internazionale che garantisce una migliore gestione delle aree protette per lo sviluppo del turismo sostenibile.
Tab.1 - I Parchi Italiani che hanno ottenuto la CETS Parco Nazionale Monti Sibillini
Parco Naturale Alpi Marittime Parco Naturale Adamello Brenta Parco Regionale dell‟Adamello Aree Protette delle Alpi Lepontine
Sistema di Aree Protette dell‟Oltrepò Mantovano - Riserva naturale Paludi di Ostiglia
- Riserva naturale Isola Boscone - Riserva naturale Isola Boschina - Parco Golene Foce Secchia - Parco San Lorenzo
- Parco San Colombano
- Parco Golenale del Gruccione
- Zona di Protez. Speciale "Viadana, Portiolo di San Benedetto Po, Ostiglia"
Parco Alto Garda Bresciano
Parco Nazionale d‟Abruzzo, Lazio e Molise Parco Nazionale della Sila
Fonte: Federparchi
“La CETS prende spunto dalle raccomandazioni stilate nello studio di EUROPARC del 1993 dal titolo "Loving Them to Death? Sustainable Tourism in Europe's Nature and National Parks", e rispecchia le priorità mondiali ed europee espresse dalle raccomandazioni dell'Agenda 21, adottate durante il Summit della Terra a Rio nel 1992 e dal 6° programma comunitario di azioni per lo sviluppo sostenibile. La Carta è una delle priorità per i parchi europei definite nel programma d'azione dell'UICN Parks for Life (1994)”
(www.europarc.it/cets.html).
E‟ evidente che le regioni meridionali, sono in possesso di ambienti naturali di grande pregio ed interesse ecologico e geomorfologico, ma sono anche in forte ritardo nell‟ambito della promozione territoriale; non esprimono pienamente le proprie potenzialità e non partecipano a quei vantaggi che tale nuovo segmento - del loisir e
dell‟amusement a contatto con la natura - offre, alle comunità locali in prossimità di parchi e riserve naturali.
Nella fattispecie, la regione Sicilia, con una vasta porzione del proprio territorio sottoposto a tutela ambientale - circa 265.000 ettari della superficie regionale di cui più dei 2/3 nei Parchi e quasi 1/3 nelle Riserve Naturali - si è ritagliata un posto di tutto rispetto tra le “regioni ambientalistiche e protezionistiche”, collocandosi a pari livello di altri paesi europei dove la cultura ambientalistica è stata da sempre tenuta in seria considerazione.
Nonostante la Regione Siciliana, con l'istituzione di ben 92 aree protette6, abbia avviato un processo di salvaguardia ambientale, a causa di intoppi procedurali, cavilli applicativi e difficoltà gestionali, molto rimane da fare nella direzione della reale attuazione delle norme emanate, e dunque nella concreta protezione del territorio regionale.
Ma alcuni insediamenti urbani, per lo più centri minori esclusi dagli itinerari turistici principali, ed i paesaggi prossimi a questi stessi ambiti territoriali, contengono una ricchezza di beni storici e culturali, oltre che ambientali - dove i copiosi segni della cultura locale tradizionale si sono in qualche caso salvati dalla distruzione, dalla cementificazione e dalla speculazione economica - tale da rappresentare un unicum capace di integrare le esigenze di protezione ambientale, di salvaguardia degli ecosistemi, di conservazione degli habitat e della biodiversità con lo sviluppo sociale, culturale ed economico delle popolazioni locali, e potranno essere i beneficiari finali della promozione e valorizzazione dei luoghi in parola.
2.4 La partecipazione della Regione Sicilia al progetto