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Le tappe principali di sviluppo del settore non-­‐statale in Cina 50

In Cina il settore privato si sviluppa lentamente, incontrando numerosi ostacoli nel suo percorso. Il punto di svolta per l’affermazione del settore privato si ha nel 1978. Durante la 3° Sessione Plenaria del Partito comunista Cinese, si sancisce l’inizio di un “revival” ufficiale per il business non statale e si comincia a focalizzare l’attenzione sullo sviluppo economico attraverso l’utilizzo d’incentivi individuali ai privati che operano a supplemento dell’economia statale.

Le componenti principali del settore privato erano riconoscibili soprattutto sottoforma di business

individuali (Getihu- 个体户),una nuova categoria di business composta da soggetti singoli o

proprietari aziendali.

Nei primi anni ottanta si distinguevano in Cina due categorie principali di business individuali, altrimenti dette private business e industrie private. La prima comprende singole unità che si compongono di non più di cinque soggetti, come stabilisce un documento ufficiale del giugno del

198132. Nel caso in cui le unità commerciali siano composte un numero superiore di soggetti, esse si

classificano come industrie private (Yingqiu, 2000).

In accordo con le “Misure provvisorie sull’Amministrazione dei Business Individuali urbani e rurali”, promulgate dal Consiglio di Stato nel 1987, le getihu possono assumere alle loro dipendenze uno o due apprendisti da aggiungere ai cinque soggetti che già compongono l’attività commerciale, per un totale di soggetti non superiore a sette persone (Li and Fung, 2011). Successivamente il governo centrale promuove la formazione di industrie private ( Siying qiye- 私

营企业), entità commerciali di profitto che si compongono di non più di otto individui privati,

riconoscendo formalmente lo status delle industrie private con l’enunciazione della “Tentative

Stipulation on Private Enterprises (1988)”33. In accordo con questo documento le industrie private

                                                                                                               

32  Le  “Directives on Issue Related to Land Use by Urban Collective and Individual Economy” promulgate il

6 maggio del 1981 dal Bureau of Labour in collaborazione con il Bureau of Urban Construction, Ministry of Public Sicurity, Bureau of Industry and Commerce Management.  

diventano organizzazioni for-profit, fondate e controllate da persone giuridiche, con la possibilità di assumere più di otto lavoratori.

All’interno di questo documento si stabilisce che l’industria privata é una componente essenziale del’economia pubblica socialista, che i suoi diritti e profitti legali sono tutelati dallo Stato. Le

Siying Qiye si sviluppano in diverse forme commerciali: Sole Ownership (Siying duzi qiye-私营独

资企业); Partnership (Siying hehuo qiye- 私营合伙企业); Limited liability compagny (Siying

youxian zeren gongsi- 私营有限责任公司)e Share Holding Corporation (Gufen youxian gongsi- 股

份有限公司); esse si collocano in un ambito economico definito come non-pubblico o non- governativo. Ognuna di queste attività si caratterizza per differente quantità di proprietari e di capitale registrato, nonché da differenti forme di proprietà privata.

Durante gli anni novanta il settore privato industriale si presenta come un elemento dinamico all’interno dell’economia cinese, tanto che nel 15° Congresso del PCC nel 1997 il partito inverte la sua tendenza conservatrice permettendo al settore non statale di guadagnare l’accezione di “importante componente dell’economia di mercato socialista”. Nel 1999 tale appellativo è

formalizzato anche all’interno della revisione della Costituzione Cinese34.

Con l’entrata della Cina nel WTO (2001) e la politica del “going-global”, la Cina si apre verso un processo graduale di riforma. Il PCC riconosce formalmente la categoria degli industriali privati, segnando un punto di svolta nella promozione allo sviluppo dell’industria privata cinese. A dispetto delle proteste dei rami più conservatori, nella Costituzione promulgata nel novembre 2002, durante il 16° Congresso del PCC, è inclusa la “Teoria delle Tre Rappresentanze” di Jiang Zemin. I principi alla base di questa teoria stabiliscono che il potere del PCC deriva dal fatto che esso è capace di supportare le necessità delle forze produttive avanzate del paese, garantendo e tutelando gli interessi della popolazione, cominciando a dare voce a nuovi orientamenti culturali. Con l’introduzione di questo principio il PCC non rappresenta più solamente il proletariato cinese, ma anche forze produttive avanzate. Esso non è più solo avanguardia del proletariato nazionale, ma “del Popolo

Cinese e della Nazione Cinese”; i suoi membri sono pronti ad includere “qualsiasi elemento

avanzato” compresa la nuova categoria degli imprenditori privati.

                                                                                                               

34  Il 9 marzo 1999 il Comitato Permanente del Congresso Nazionale del Popolo procede alla revisione della

Costituzione; nell’art.1 viene introdotta una sostanziale modifica al capitolo 11, attraverso l’aggiunta di un nuovo paragrafo per la prima volta si definisce il settore non statale dell’economia come “importante componente dell’economia di mercato socialista”.

Con questo evento si legittima la proprietà privata, tutelata successivamente dal 22° Emendamento della Costituzione cinese del 14 Marzo 2004, nel quale si stabilisce che la proprietà privata è

ufficialmente riconosciuta nella Cina socialista.35

Le strade che portano alla promozione del settore non statale sono molteplici ed hanno natura economica e politica. Innanzitutto si assiste ad una crescita esponenziale della domanda interna, frutto di un continuo aumento della popolazione cinese e del rapido sviluppo economico. Ciò crea la necessità da parte del settore pubblico di un supporto nella produzione e nell’assunzione di personale, in modo tale da rimanere al passo con l’incalzante sviluppo economico nazionale. Il settore privato e la privatizzazione stessa, che agiscono secondo una struttura propria auto amministrandosi ed esponendosi spesso a molti rischi, nonché cercando ogni giorno di apportare innovazione, creatività ed efficienza all’ impresa e alle politiche governative applicate negli ultimi trent’anni; queste sembrano essere la chiave di volta per risolvere i problemi derivanti dalle carenze e dalle inefficienze del settore pubblico.

Ogni paese ha affrontato nel suo percorso storico, processi di privatizzazione che si sono sviluppati con diverse caratteristiche, sulla base delle ideologie economiche del partito politico in carica e derivanti della situazione iniziale del mercato interno.  

In Cina, il processo di privatizzazione si sviluppa seguendo secondo diverse tipologie. Il primo consiste nella vendita di State-Owned Enterprises a investitori privati, attraverso l’utilizzo di specifici meccanismi di mercato: lo Stato vende delle quote aziendali a soggetti individuali, anche se trovare investitori interni ai quali vendere le quote è molto più complesso all’interno di un paese in via di sviluppo, rispetto a paesi ampiamente sviluppati.

Un altro metodo consiste nella “voucher privatization”36, strategia attraverso la quale il governo

fornisce voucher a cittadini, che hanno la possibilità di vendere ad altri investitori o barattare le                                                                                                                

35 La protezione e legittimazione della proprietà privata differisce sostanzialmente da quella pubblica, in quanto la proprietà pubblica è definita come “ sacrosanta e inviolabile” all’interno della Costituzione Cinese del 2004, allo stesso tempo, rimane difficile definire quando la proprietà privata viene legittimata o meno.   36 La Voucher privatization è un metodo di privatizzazione in base al quale ai cittadini è data la possibilità di comprare una quantità di voucher che gli permetterebbe di diventare potenziali azionisti di una qualsiasi impresa statale. Questo metodo d privatizzazione si sviluppa in Occidente nella prima metà degli anni ’90 all’interno di economie che attraversavano un processo di transizione economica. Nella partial privatization, attraverso questi voucher il governo richiede ai contribuenti di pagare per i servizi che gli vengono forniti sia in caso che ne usufruiscono o meno, permettendo al contribuente stesso di scegliere il fornitore di servizi. In base a questo metodo, ogni cittadino usufruisce di tale servizio a spese dello Stato.

proprie quote con quelle di altre istituzioni in via di privatizzazione. Questo metodo non produce profitti per lo Stato, ma accellera il processo di privatizzazione delle nuove imprese private.

Internal Privatization, altrimenti conosciuta come “ employee or managemnt buy out”37, è un'altra strategia di privatizzazione, in base alla quale le imprese private vengono vendute a manager aventi particolare familiarità con l’azienda, ad un prezzo molto conveniente. Questo metodo non porta particolari profitti allo Stato, ma promuove lo sviluppo di un’imprenditoria privata sempre più indipendente.

Il metodo meno utilizzato, che si aggiunge ai tre precedenti, è quello della “Restituzione”. In base a tale processo tipico dell’economia di mercato socialista, i diritti di proprietà vengono restituiti al proprietario originario. Tale metodo presenta però l’inconveniente di dover rintracciare il proprietario in origine, inoltre si pone il problema del valore da attribuire all’impresa (Filipovic, 2005).