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Per determinare se e in quale misura la prevenzione delle cadute possa essere efficacemente realizzata attraverso interventi di esercizio motorio94 sono stati17 studi nel 2013 su 4.305 casi. Sono state individuate quattro

categorie di cadute tutte le cadute, cadute conseguenti a cure mediche, gravi cadute e cadute con frattura. L'esercizio fisico ha avuto un effetto significativo in tutte le categori , con un pool con tassi di confidenza 0,63 (95 % intervallo di 0,51-0,77). L’esercizio programmato progettato per prevenire le cadute negli anziani e negli adulti è risultato utile anche per prevenire le complicanze derivate dalle cadute.

Il caso di studio è stato progettato in una azienda reale come ricerca descrittiva, per osservare la struttura della rete territoriale per la cura delle persone affette da Alzheimer, disturbi cognitivi o demenza. Il caso ha cinque focalizzazioni:

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la struttura della rete,

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le relazioni tra nodi della rete

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la percezione della rete da parte dei caregiver

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quali interventi mettere in atto per ridurre le cadute

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come sostenere i caregiver.

Il caso descrive i nodi della rete “formale” e, utilizzando lo strumento della rete egocentrata, e le relazioni utilizzando la descrizione delle Transazioni.

Come sottoporre il caso in ambito formativo Il caso deve essere letto individualmente.

La prima analisi è verificare la coerenza tra obiettivi, proponimenti e risultati ottenuti.

L'obiettivo generale del progetto è la verifica della conoscenza della rete da parte degli attori e dei caregiver, attraverso:

L'utilizzo dello strumento della rete egocentrata L’intervista semistrutturata a MMG e Care Giver.

Conceptual framework

Modelli assistenziali patient-centered nella gestione integrata del paziente cronico

I Modelli organizzativi per la gestione delle malattie croniche sono accomunati dal fatto di essere sistemi organizzati, integrati, proattivi che, con un approccio sistemico, pongono al centro dell’intero sistema assistenziale sia il paziente che la famiglia e i caregivers, adeguatamente informati ed educati a svolgere un ruolo attivo nella gestione della patologia. Nella letteratura recente, il Chronic Care Model (CCM) è stato indicato come approccio efficace, responsivo, sicuro ed efficiente, capace di focalizzare l’attenzione sulle patologie croniche e sulla loro prevenzione con un orientamento integrato tra cure territoriali e ospedaliere. Il modello è basato sul principio che nello sviluppo di una buona assistenza per i pazienti cronici è importante agire su sei fondamentali elementi (Wagner, 1998; Bodenheimer et al., 2002):

Le risorse della comunità: mobilitare le risorse della comunità per soddisfare i bisogni dei pazienti anche attraverso gruppi di volontariato, gruppi di auto aiuto ecc.

94

El-­‐Khoury  F,  Cassou  B,  Charles  MA,  Dargent-­‐Molina  P,  The  effect  of  fall  prevention  exercise  programmes  on  fall  induced  injuries  in   community  dwelling  older  adults:  systematic  review  and  meta-­‐analysis  of  randomised  controlled  trials,  BMJ  2013;347:f6234  doi:   10.1136/bmj.f6234  (Published  29  October  2013)

159

Le organizzazioni sanitarie: creare una cultura, un’organizzazione e meccanismi che promuovano un’assistenza sicura e di alta qualità.

Il supporto all’auto-cura: occorre promuovere efficaci strategie di supporto auto-gestite che includano valutazione, definizioni degli obiettivi, pianificazioni delle azioni, strategie di coping e problem solving, follow- up.

L’organizzazione del team: un team competente e proattivo allo scopo di avere un paziente informato e responsabilizzato con l’obiettivo di ottenere cure di alta qualità, e miglioramenti nello stato di salute della popolazione.

Il supporto alle decisioni: promozione di un’assistenza basata sulle evidenze e sulle preferenze del paziente, condividere le Linee Guida e le informazioni con i pazienti per incoraggiare la loro partecipazione.

I sistemi informativi: Registri di patologia, sistema di Alerts per supportare i team ad attenersi alle linee-guida ecc.

Una estensione del CCM è rappresentata dall’Expanded chronic care model (ECCM) che sostiene il ruolo fondamentale dei determinanti sociali della salute nell’influenzare la salute dell'individuo, della comunità e dell'intera popolazione. Tale approccio prevede la creazione di politiche pubbliche che promuovono la salute, rafforzano l'azione della comunità, e creano ambienti favorevoli a supporto. Inoltre, la promozione della salute della popolazione opera per sviluppare le abilità personali e le capacità di affrontare i problemi, e per riorientare i servizi sanitari ad una maggiore enfasi sulla prevenzione e le questioni di salute pubblica. Tale approccio produce esiti di salute di successo, che hanno di fatto ridotto i costi sanitari e portato ad una migliore qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie (Barr et al, 200395; Nasmith et al, 201096).

Dalla letteratura non emergono modelli specifici particolarmente adatti all’assistenza dei pazienti con demenza/disturbi cognitivi/Alzheimer, ma, vista la numerosità relativa dei casi e l’evoluzione della malattia che, in modlti casi, nella fase di massima acuzie, porta la persona al ricovero in struttura residenziale permanente, si possono ipotizzare tre tipi di intervento:

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presa in carico ambulatoriale e interventi di educazione/empowerment del caregiver nella fase intermedia di malattia – quando la persona è a domicilio – nella fase iniziale/intermedia

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presa in carico continuativa da parte di un case manager quando la persona è a domicilio, con medio- elevato grado di non autosufficienza

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ricovero in struttura residenziale, nelle fase terminali.

La Patient focused care o patient centred medicine97

La cura e assistenza centrate sul paziente (o sul destinatario) (Coulter98 , 2002) si concentra su tre punti focali:

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al’appropriatezza delle cure e gli esiti dell’assistenza possono migliorare se i pazienti si impegnano nella cura e partecipano alle decisioni,

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la sicurezza del paziente può aumentare e si risolvono i conflitti se il paziente è sempre più coinvolto nel suo processo di cura,

95

Barr V. J, Robinson S, Marin-Link B, Underhill L, Dotts A, Ravensdale D, Salivaras S, 2003, The Expanded Chronic Care Model: An Integration of Concepts and Strategies from Population Health Promotion and the Chronic Care Model, Healthcare Quarterly, 7(1): 73- 82.

96 Nasmith L., Ballem P., Baxter R., Bergman H., Colin-Thomé D., Herbert C., Keating N., Lessard R., Lyons R., McMurchy D., Ratner P., Rosenbaum P., Tamblyn R., Wagner E., & Zimmerman B. (2010). Transforming care for Canadians with chronic health conditions: Put people first, expect the best, manage for results - Appendices. Ottawa, ON, Canada: Canadian Academy of Health Sciences. 97

 Bardes L C. Defining Patient-Centred Medicine. n engl j med 366;9 nejm.org march 1, 2012

 

98 Coulter A, After Bristol: putting patients at the centre, BMJ vol 324, 648-51, www.bmj.com; Barelli P, Pallaoro G, Perli S, Strimmer S, Zattoni ML, Modelli di organizzazione dell’assistenza: sono efficaci?, AIR, 2006, 25, 1: 35-4; Safran DG, Miller W, Beckman H. Organizational Dimensions of Relationship-centered Care Theory, Evidence, and Practice, DOI: 10.1111/j.1525-1497.2006.00303.x J GEN INTERN MED 2006; 21:S9–15

 

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