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Tecniche e tecnologie del consolidamento e del restauro dell’esistente: materiali e colori

Il primo lotto dell’intervento, sulle tre ali della fabbrica di fiammiferi, ha dovuto af-frontare una complessità derivante dalla molteplicità delle tecnologie originali impie-gate nei diversi corpi, rappresentative dell’evoluzione tipologico-strutturale avvenuta tra la metà dell’Ottocento e i primi del Novecento.

Nell’ala verso Riccione, con volte a crociera in mattoni, alcune di esse risultavano crollate, a seguito di terremoti, incendi ed eventi bellici, e molte erano pericolanti, anche in conseguenza della maldestra realizzazione di canne fumarie entro i pennac-chi. Tale situazione ha condotto all’assunto posto poi alla base della logica di inter-vento strutturale su questa ala del complesso: le volte crollate non potevano essere banalmente rimpiazzate da altre nuove, ricostruite con la medesima tecnologia, ed era necessario permettere la lettura del nuovo intervento mediante un linguaggio for-te, ma rispettoso dell’identità dell’edificio e capace di stabilire con esso un confronto dialettico efficace.

Sono state, quindi, realizzate nuove volte a crociera, che replicassero la spazialità interna prodotta da quelle perdute, ma impiegando materiali completamente diversi:

così, per formare la crociera, idealmente costituita da due botti che si intersecano ortogonalmente, si è pensato di realizzare queste ultime in fasciame di legno, con cerchiature in ferro all’estradosso e nervature a vista sempre in ferro ai quattro lati e sulle diagonali; poi, la soletta in cemento armato superiore, con funzionamento strutturale a guscio.

La facciata principale del corpo residenziale su via XX Settembre dopo il restauro, ripristinate le finiture e le cromie originali.

Per sostituire il tetto in legno, non originale, si è scelto uno schema strutturale con puntoni in massello di larice nella medesima direzione di quelli esistenti, ma appog-giati ad una nuova trave di colmo, impostata sul prolungamento dei pilastri crucifor-mi inferiori, elicrucifor-minando i pericolosi pilastrini di mattoni in falso esistenti.

L’ala verso Ravenna della fabbrica presentava solai in voltine laterizie a botte, impo-state su travi in legno di abete sagomate, poi rivestite in cannucciato e gesso; il tetto in legno novecentesco, a capriate con monaco, ma prive di saette, era coperto in ta-velle laterizie. Circa la metà delle travi in legno era in condizioni tali da dover essere sostituita, a causa di danni da incendi e infiltrazioni d’acqua, e la quasi totalità delle capriate presentava le teste agli appoggi completamente marce. Per il consolidamento dei solai di questo corpo si è pensato di sostituire le travi compromesse con altre nuo-ve in legno lamellare di larice, sagomate come quelle originali e poi analogamente rivestite in cannucciato e gesso, replicando fedelmente la tecnica tradizionale; quanto al tetto, invece, si è scelto di recuperare le capriate ricorrendo alla formazione di pro-tesi in resina in sostituzione delle teste ammalorate ed inserendo puntoni telescopici in ferro e un sistema di cavi di acciaio, tesati su piastre in ferro, in modo da adeguare la vecchia struttura ai nuovi carichi di progetto. Anche in questo caso, quindi, come per le volte mancanti dell’ala Riccione, la scelta è stata quella di rendere riconoscibile l’intervento.

L’ala monte della fabbrica è apparsa subito la più complessa da affrontare, essendo costituita da più corpi aggregati, con diverse tipologie strutturali e condizioni gene-rali assai precarie, talvolta prossime al crollo. Parte dei solai presentava la medesima tecnologia di quelli dell’ala Ravenna, e in analogia a quelli è stata consolidata; alcuni

Il cavedio del corpo residenziale su via XX Settembre, dopo il restauro, ripristinate le finiture e le cromie originali.

La facciata del corpo residenziale su via XX Settembre sulla grande corte rettangolare, dopo il restauro, ripristinate le finiture e le cromie originali.

solai erano, invece, in legno di abete, ma sempre fasciati in cannucciato e gesso: si è optato per reintegrare le parti mancanti utilizzando legno massello di larice e profili in ferro, replicando la fasciatura in cannucciato e gesso. Il tetto in legno, realizza-to con tecnologie improvvisate e assai povere, probabilmente ascrivibili al secondo dopoguerra, appariva più il risultato della necessità di formare una copertura dell’e-dificio in tempi rapidi che la realizzazione di un progetto e non è stato considera-to recuperabile; data l’impossibilità di ripristinare una configurazione relazionabile all’impianto originale dell’edificio, si è optato per il totale rifacimento del tetto con una struttura completamente e dichiaratamente nuova, in travi reticolari in ferro e tavolato in legno, capace di raccordare le complesse geometrie di questo corpo di fabbrica ed evocativa della sua natura produttiva.

L’ex ala residenziale, già strutturalmente rivista nel precedente intervento del 2000, è stata sotto questo profilo oggetto di miglioramenti, che hanno riguardato i solai in legno più sollecitati: questi sono stati rinforzati con profilati metallici a “C”, bullonati insieme a stringere le esili travature in abete e rimanendo a vista solo in un ambiente del piano terra, privo di contro-soffitto.

Le nuove tramezzature interne di tutto il complesso, dovendo rappresentare un siste-ma di elementi di immediata leggibilità e capace di stabilire un rapporto dialettico e di rispetto con le murature originali, sono state concepite come un organico sistema di partizioni a secco, in acciaio inox, legno e cristallo trasparente. Il ricorso a tale tecnologia, inoltre, ha consentito di ridurre al minimo i nuovi carichi sugli

orizzonta-Il vano scala principale del corpo residenziale su via XX Settembre, con i dipinti restaurati

e il nuovo soffitto in acciaio inox.

Arrivo di una scala al piano secondo dell’ala Riccione: visibili le nuove volte a crociera in fasciame di legno, con costolature in ferro.

menti e permesso un’ottimale integrazione con gli elementi impiantistici, il rispetto dei requisiti di legge in materia di comportamento al fuoco e di isolamento acustico e, naturalmente, ha garantito la completa reversibilità dell’intervento. Le parti con rivestimento ligneo in pannelli impiallacciati in larice hanno subito una declinazio-ne progettuale tale da distinguere le pareti interdeclinazio-ne degli uffici da quelle volte verso i passaggi comuni: queste ultime sono state caratterizzate mediante la posa di pannelli di rivestimento a elementi con triplice modularità di pezzatura, cui corrisponde un triplice spessore in aggetto, tale da produrre un leggero gioco chiaroscurale. Le parti in acciaio inox, cui è stato affidato anche il ruolo di mediazione con le murature originali, sono state lucidate a specchio, per produrre effetti illusionistici di traspa-renza e annullamento del dato materico, in virtuale analogia con le parti in cristallo trasparente.

Le nuove pavimentazioni sono state studiate in seminato alla veneziana, mutuando tale tecnologia dai due pavimenti originali (pur assai compromessi dalle tante mano-missioni) presenti al piano terra dell’ala residenziale; il seminato, tuttavia, è stato im-piegato in due diverse configurazioni: una, in marmo rosso di Verona a grana medio-grossa e legante in tinta, per caratterizzare gli ambienti della residenza della famiglia Ghetti, l’altra, in marmo grigio e bianco a grana fine e legante grigio, per connotare gli ambienti della fabbrica, rimarcandone la vocazione di spazio produttivo.

Le tinteggiature interne, a base di calce e colori neutri (avorio nella fabbrica e crema nell’ala residenziale, dove solo nelle pareti della scala principale si è optato per

ripro-Il corridoio del primo piano dell’ala Riccione, con le nuove partizioni a secco in legno, acciaio inox e vetro:

la trasparenza della parte superiore permette la visione delle volte a crociera senza soluzione di continuità.

Il secondo piano dell’ala Ravenna:

le nuove partizioni a secco in legno, acciaio inox e vetro e i corpi illuminanti su cavi.

durre il tono di fondo verde chiaro dei dipinti rinvenuti e restaurati nell’intradosso delle rampe) hanno il compito di definire spazi di lavoro sobrii, senza nessuna indul-genza al decorarativismo.

I nuovi infissi esterni riproducono la dualità fabbrica-residenza: in ferro ad anta uni-ca nella prima, in legno di larice ad anta doppia nella seconda.

Le tinteggiature esterne, sempre a base di calce, replicano le coloriture originali: mo-nocromatica in giallo ocra per la fabbrica, con elementi decorativi velati in coccio-pesto rosso-arancio, tricromatica in giallo chiaro, rosso scuro e grigio-celeste per la ex residenza, con recupero del contrappunto cromatico di tutti gli elementi decorativi.