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3.1.2 I TERMINI DI PARAGONE

Nell’effettuare le comparazione dobbiamo avere un termine di riferimento. I risultati economici conseguiti potrebbero apparire positivi in relazione alle performance degli esercizi passati oppure risultare insoddisfacenti se rapportati ad appropriati termini di confronto esterni. Nella scelta dei termini di riferimento bisogna tenere in considerazione due aspetti e scegliere i parametri in base a questi: le imprese e la metodologia di calcolo impiegata per elaborare gli indicatori di performance.

Gli elementi di confronto per quanto riguarda le imprese sono molteplici: tutte le imprese di ogni ordine e grado, le imprese appartenenti ad un settore, le imprese appartenenti allo stesso raggruppamento strategico, le imprese del settore dalle più elevate performance (anche se non concorrenti diretti), le imprese concorrenti dirette. Passando dai termini di paragone più generali a quelli più specifici il confronto accresce il suo potenziale informativo e assume anche la valenza di strumento di analisi della concorrenza. Questi sono solo alcuni dei possibili termini di paragone, non dimentichiamo infatti l’importanza del fattore localizzazione, che consente di indagare i dati relativi alle imprese di un’area geografica più o meno estesa, e del fattore dimensionale.

Gli indicatori relativi alle metodologie di calcolo sono: 1. Il confronto a valori percentuali

2. Gli approcci statistici 3. Gli approcci standard

Il confronto a valori percentuali comporta il confronto tra le sintesi di bilancio a valori percentuali e rappresenta una parziale affinamento della tecnica di analisi mediante il confronto tra i valori assoluti. Per effettuare tale metodo si richiede una omogeneizzazione delle poste di bilancio mediante un’attenta riclassificazione che rende possibile il confronto tra prospetti di sintesi di imprese di differente grandezza consentendo di riflettere circa l’influsso della dimensione sulle performance aziendali. Inoltre permette di argomentare sulla struttura comparata del reddito, degli investimenti, delle fonti di finanziamento e dei flussi finanziari.

Con gli approcci statistici si fa riferimento agli indici medi ponderati relativi ad un campione prescelto. Tali indici si desumono da un bilancio condensato risultante dalla somma dei valori di bilancio delle imprese indagate. Tale metodologia però presenta dei limiti in quanto gli indici così ricavati sono fortemente condizionati dai valori che assumono gli indici delle imprese di più vasta dimensione e inoltre non consentono la percezione della dispersione dei dati indagati.

Le suddette problematiche possono essere attenuate con ricorso a una diversa nozione di media come la media aritmetica semplice dei singoli indici delle imprese osservate o con l’uso della mediana e dei quartini.

Gli indicatori standard derivano da un processo logico – deduttivo volto a evidenziare le condizioni normali di struttura o di situazione, segnalando così le caratteristiche aziendali giudicate soddisfacenti. Tali parametri non prescindono dal concreto ma implicano un vaglio soggettivo di quanto rilevato nel reale e sono opere di esperti degli uffici impieghi di istituti di credito o si ritrovano in pubblicazioni aventi lo scopo di facilitare l’analisi di affidabilità dell’azienda. L’uso di indicatori standard tuttavia ha portato non poche discussioni a riguardo della loro capacità segnaletica. Il rischio sussiste se gli standard vengono considerati:

 Universali, validi in qualsiasi contesto spazio/tempo e per ogni tipo di combinazione produttiva. Spesso si ha la pretesa che tali standard abbiano valore a prescindere da qualsiasi riferimento al settore, alla classe di impresa, ai caratteri dell’ambiente sociale, alla strategia competitiva adottata. La creazione di un valore universale che funga da riferimento per ogni impresa è un’ipotesi che scompare con l’evidenza della realtà, basti pensare all’impossibilità che il grado di indebitamento giudicato fisiologico per un’impresa leader operante in un mercato caratterizzato da forte

stabilità possa ugualmente valere per un’impresa minacciata da numerosi concorrenti e prevalentemente impiegata su poche grandi commesse in paesi esteri a rischio.

 Isolati, singolarmente considerati e non ricondotti a un sistema di quozienti. Qualsiasi indice di bilancio ha scarso valore segnaletico sa non è ricondotto al sottosistema e al sistema generale di indicatori di cui fa parte. Ciò discende direttamente dalla natura sistematica dell’impresa e dell’insieme dei valori sorti dalla contabilità generale.  Puntuali, espressi con un unico valore. I valori standard dovrebbero esprimersi non

valori puntuali ma riferirsi a un intervallo compreso tra un massimo ed un minimo che conferisca maggior significatività alla base di comparazione. È utile infatti evidenziale il limite, massimo e minimo, che rappresenta una soglia patologica in determinate situazioni, ossia quei valori al di sotto o al di sopra dei quali l’equilibrio dell’azienda risulta minacciato.

 Normativi, è attribuita una valenza precettistica. Lo scopo degli standard deve risiedere nella loro capacità di stimolare ulteriori indagini e non sulla loro valenza normativa.

Affinché l’uso di indicatori standard possa aiutare nell’attività diagnostica devono pertanto non essere espressi con un valore ma con un campo di variabilità, essere inseriti all’interno di un sistema di indicatori, essere aggiornati nel tempo e riferiti a particolari combinazioni produttive.

L’uso di valori parametrici trova fecondo impiego nella diagnosi strategica e la crescente qualità dei bilanci pubblicati rende i confronti più semplici e significativi, ma la tempestività di diagnosi delle necessità di cambiamento strategica inducono ad utilizzare in modo combinato una varietà di indicatori parametrici come indicatori di natura aggregata (standard e quozienti di settore) e indicatori elaborati in vista di obiettivi conoscitivi specifici.

Gli indicatori standard più usati si riferiscono alla valutazione del grado di liquidità e solidità dell’impresa. Infatti per valutare la liquidità non si può prescindere per esempio da ciò che viene considerato normale dagli istituti di credito, oppure per quanto riguarda la solidità il management di un’azienda quotata non può evitare di confrontarsi con il livello di indebitamento ritenuto fisiologico dagli operatori del mercato borsistico. Le aspettative che le forze economiche coinvolte o da coinvolgere nell’impresa vantano verso di essa trovano un’espressione negli standard. Inoltre permettono di comprendere il grado di soddisfazione di tali attori che è uno dei principali test per giudicare la strategia dell’impresa sul versante degli

Gli indicatori standard però sono troppo generali nell’analisi dei risultati della gestione caratteristica, per questo vengono usati quozienti medi di settori. Il problema di tali indicatori medi è connesso al fatto che spesso sono ottenuti aggregando dati relativi a imprese le cui molteplici attività interessano comparti industriali tra loro anche molto differenti, in questo caso i quozienti assumono valore se si dispone di informazioni aggiuntive che consentano di assegnare le risultanze reddituali e finanziarie alle diverse aree strategiche d’affari riguardanti il campione delle imprese.