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Nel settore modenese i ritrovamenti di industrie castelnoviane sono ancora piuttosto rari e frutto, spesso, di scoperte casuali. Come per il bolognese, si tratta generalmente di rinvenimenti di superficie; le sole eccezioni sono i siti dell’alveo del Panaro e il Pescale, le cui collezioni provengono in parte da scavi, effettuati rispettivamente negli anni ’80 e nella prima metà del secolo scorso. Le informazioni stratigrafiche disponibili per questi contesti non hanno fornito tuttavia elementi utili a precisare la natura della frequentazione castelnoviana, né datazioni assolute.

A differenza di quanto accade nel bolognese, le testimonianze sono distribuite non solo in pianura e collina, ma anche in alta montagna (Passo del Lupo, Lago Baccio). Sebbene alcune scoperte, come quelle dell’alveo del Panaro e del Pescale, risalgano a diverse decine di anni fa, o addirittura al XIX secolo, la presenza di insiemi castelnoviani all’interno di collezioni più ampie è stata identificata recentemente, in occasione della redazione dell’atlante archeologico della provincia (Atlante Modena 2006, 2009). Il lavoro di revisione delle collezioni ha infatti permesso di individuare tracce di frequentazione dell’area di alta pianura e collina, con situazioni topografiche simili a quelle osservate nel bolognese, precedentemente sconosciute. Mentre nel caso dei siti d’alta quota i materiali costituiscono insiemi omogenei, seppur di non grande consistenza, per i siti della pianura e collina ci si trova in una situazione analoga a quella del bolognese, con piccoli nuclei di reperti castelnoviani riconosciuti su basi tecno-tipologiche all’interno di collezioni eterogenee, comprendenti materiali riferibili ad un ampio arco cronologico, dal Paleolitico all’Età dei metalli.

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15 – Fiume Panaro

LOCALIZZAZIONE

Spilamberto - S. Cesario (MO)

Coordinate: 44°33'21.26"N, 11° 0'51.76"E Quota: 46 m s.l.m.

SITUAZIONE GEOGRAFICA

I rinvenimenti sono avvenuti in più punti, collocati nell’alveo del fiume Panaro, nel tratto ubicato fra Spilamberto e San Cesario.

SITUAZIONE GEOLOGICA Depositi alluvionali olocenici. UNITA’ DEL PAESAGGIO A - Pianura

STORIA DELLE RICERCHE

Prospezioni sistematiche del Gruppo Naturalisti di Spilamberto (1977-1985). Scavi della Soprintendenza Archeologica (1980).

STRATIGRAFIA CULTURALE

Mesolitico recente (Castelnoviano) - siti I-VI, IX

Neolitico medio (VBQ) e superiore (Chassey-Lagozza) - siti I, Ib, II-IX, XV Eneolitico (Gruppo di Spilamberto) - siti I, Ib, IV, V, VIII-X

Età del Bronzo - siti XI-XIV LIVELLI CASTELNOVIANI

I siti sono collocati al tetto del conoide tardo-pleistocenico del paleo-Panaro e in aree di espansione fluviale di un corso d’acqua ad esso adiacente e si trovano su di un paleosuolo bruno fersiallitico tardo- pleistocenico messo in luce da processi erosivi, ma di norma sepolto da sedimenti fluviali.

La frequentazione castelnoviana è stata riconosciuta su base tecno-tipologica e litologica, lungo un tratto di asta fluviale di circa 300 m. L’industria litica è stata rinvenuta in dispersione, senza particolari concentrazioni, sulle diverse aree archeologiche affioranti ai margini e all’interno del letto di magra del fiume.

INDUSTRIA LITICA

Sono stati attribuiti al Castelnoviano 12 manufatti: - nucleo su ciottolo per lamelle (L28,5 l22,5 sp14,5 mm);

- nucleo su ciottolo a sfruttamento misto, lamelle e schegge (L31,5 l30 sp24 mm) - nucleo su ciottolo a sfruttamento misto, lamelle e schegge (L27 l18 sp21 mm) - 1 raschiatoio carenoide (R5 L23,5 l43,5 sp15 mm);

- Gm5 [T3-pt . T3] L19,5 l10,5 mm; - Gm6 [T3 . T3] fr. dist. L(19,5) l10,5 mm; - Gm7 [T3 . T2] L16,5 l7,5 mm;

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- Gm7 [T3-pt . T2 conc] L25,5 l13,5 mm; - Gm7 [T3 . T2 conc] fr. prox. L19,5 l10,5 mm; - 1 lamella denticolata (D2) fr. prox. L(31,5) l12 mm; - Mb prox dex L13,5 l9 mm. LITOTIPI A - Ciottoli calabriani (75%) B4 - Diaspro (8%) G/H - Indeterminabili (17%) REPERTI PALEOBOTANICI

Pollini nei livelli -70 e -90 del profilo di S. Cesario (corrispondenti agli orizzonti C1 e IIC2), attribuiti su base stratigrafica alla fine del Boreale.

DATI PALEOAMBIENTALI

Il sito era posto ad una certa distanza dal fiume, probabilmente al margine del bosco, in un’area aperta caratterizzata da un’importante presenza di vegetazione erbacea (Poacee).

I dati pollinici indicano condizioni temperate, per la presenza del querceto misto (Quercus, Corylus e

Cornus) e le basse percentuali di Pinus, e clima secco (bassi valori di piante igrofile: Alnus, Salix, Cyperaceae).

INTERPRETAZIONE DEGLI AUTORI

Il sito, interpretato come bivacco temporaneo, indica l’interesse degli ultimi cacciatori-raccoglitori per habitat che diverranno poi sede d’elezione delle prime comunità di agricoltori-allevatori.

BIBLIOGRAFIA

Generale: Bagolini 1981; Neolitico Rame Spilamberto 1981; Archeologia Spilamberto 1984; Bagolini, Ferrari & Steffè 1998; Ferrari et al. 2006.

Specifica: Cremaschi 1981, 1891a; Ferrari 1998; Ferrari & Steffè 1998, 2009. LUOGO DI CONSERVAZIONE DEI MATERIALI

96 16 – Il Poggio LOCALIZZAZIONE Vignola (MO) Coordinate: 44°29'6.82"N, 10°59'38.87"E Quota: 148 m s.l.m. SITUAZIONE GEOGRAFICA

Il sito è posto su di un’altura situata a nord-ovest del centro abitato di Vignola, con una sommità pianeggiante delimitata da pendii scoscesi.

SITUAZIONE GEOLOGICA

Argille plio-pleistoceniche e depositi alluvionali olocenici. UNITA’ DEL PAESAGGIO

B - collina

STORIA DELLE RICERCHE

Ricerche sistematiche di superficie di B. Benedetti e P. Severi (1956). STRATIGRAFIA CULTURALE

Paleolitico medio

Mesolitico recente (Castelnoviano) INDUSTRIA LITICA

La collezione rinvenuta in superficie comprende 10 reperti, tutti attribuibili al Paleolitico, salvo un nucleo a lamelle sfruttato con modalità unidirezionale su due superfici adiacenti.

LITOTIPI

A - Ciottolo calabriano BIBLIOGRAFIA

Ferrari & Mengoli 2009b.

LUOGO DI CONSERVAZIONE DEI MATERIALI Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.

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17 – Costa del Tizzo

LOCALIZZAZIONE

Castelvetro di Modena, loc. Ca’ di Sola (MO) Coordinate: 44°31'45.28"N, 10°57'3.40"E Quota: 93 m s.l.m.

SITUAZIONE GEOGRAFICA

Il sito è posto su di un ampio terrazzo situato ad ovest del centro abitato di Ca’ di Sola. SITUAZIONE GEOLOGICA

Argille plio-pleistoceniche, Sabbie Gialle pleistoceniche e depositi alluvionali olocenici. UNITA’ DEL PAESAGGIO

A - Terrazzi fluviali pedecollinari STORIA DELLE RICERCHE

Ricerche sistematiche di superficie di B. Benedetti (1956), R. Guatelli (1985-86), A. Venturi (1988). STRATIGRAFIA CULTURALE

Paleolitico medio

Mesolitico antico (Sauveterriano) Mesolitico recente (Castelnoviano) INDUSTRIA LITICA

La collezione rinvenuta in superficie comprende 179 reperti, per la maggioranza attribuibili al Paleolitico medio, salvo un piccolo insieme di 11 pezzi, riferibile al Sauveterriano e un unico manufatto probabilmente castelnoviano: un nucleo a lamelle, sfruttato con modalità unidirezionale e gestione semi-avvolgente.

LITOTIPI

A - Ciottolo calabriano BIBLIOGRAFIA

Ferrari & Mengoli 2009a.

LUOGO DI CONSERVAZIONE DEI MATERIALI Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.

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18 – Via della Tecnica

LOCALIZZAZIONE

Castelnuovo Rangone (MO)

Coordinate: 44°33'8.41"N, 10°55'38.12"E Quota: 76 m s.l.m.

SITUAZIONE GEOGRAFICA

Il rinvenimento è avvenuto in un’area posta circa 1 km ad ovest del centro abitato di Castelnuovo Rangone, circa 500 m ad est del torrente Tiepido.

SITUAZIONE GEOLOGICA Depositi alluvionali olocenici. UNITA’ DEL PAESAGGIO A - pianura

STORIA DELLE RICERCHE

Ricerche sistematiche di superficie di I. Zaccarelli (1999). STRATIGRAFIA CULTURALE

Mesolitico recente (Castelnoviano) INDUSTRIA LITICA

Un reperto isolato: nucleo sub-piramidale per lamelle, sfruttato con modalità unidirezionale. LITOTIPI

A - Ciottolo calabriano BIBLIOGRAFIA Berni 2009.

LUOGO DI CONSERVAZIONE DEI MATERIALI Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.

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19 – Cave Carani

LOCALIZZAZIONE

Sassuolo, loc. Mezzavia (MO)

Coordinate: 44°32'10.05"N, 10°47'56.38"E Quota: 137 m s.l.m.

SITUAZIONE GEOGRAFICA

Le cave, sfruttate per l’estrazione di argilla e da tempo abbandonate, si trovavano a sud della strada che congiunge Sassuolo a Fiorano Modenese.

SITUAZIONE GEOLOGICA

Argille plio-pleistoceniche e depositi alluvionali olocenici. UNITA’ DEL PAESAGGIO

B - collina

STORIA DELLE RICERCHE

Raccolta di materiali in occasione di lavori di estrazione da parte di F. Malavolti (1937-39). STRATIGRAFIA CULTURALE

Mesolitico recente (Castelnoviano)

Neolitico (Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata) Eneolitico

INDUSTRIA LITICA

All’interno dell’insieme litico, comprendente materiali riferibili a diversi momenti cronologici, sono stati riconosciuti 3 manufatti attribuibili al Castelnoviano:

- 2 nuclei subconici per lamelle;

- 1 grattatoio frontale su lamella stretta. LITOTIPI

B - Selce appenninica (100%) BIBLIOGRAFIA

Orani 2005-2006, 2009.

LUOGO DI CONSERVAZIONE DEI MATERIALI Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.

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20 – La Campagna

LOCALIZZAZIONE

Sassuolo, loc. Montegibbio (MO)

Coordinate: 44°30'42.99"N, 10°46'15.83"E Quota: 270 m s.l.m.

SITUAZIONE GEOGRAFICA

Il sito è posto su di un’altura che domina la zona delle Salse di Montegibbio ad est e di Vallebruna ad ovest.

SITUAZIONE GEOLOGICA

Brecce argillose e marne della Successione Epiligure. UNITA’ DEL PAESAGGIO

B - collina

STORIA DELLE RICERCHE

Ricerche sistematiche di superficie di F. Guandalini (2005). STRATIGRAFIA CULTURALE

Mesolitico recente (Castelnoviano) INDUSTRIA LITICA

Un reperto isolato: nucleo a lamelle di forma piramidale, sfruttato con modalità unidirezionale. LITOTIPI

A - Ciottolo calabriano. BIBLIOGRAFIA

Guandalini 2005-2006; Orani 2005-2006, 2009. LUOGO DI CONSERVAZIONE DEI MATERIALI Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.

101 21 – Pescale LOCALIZZAZIONE Prignano (MO) Coordinate: 44°29'39.04"N, 10°43'2.97"E Quota: 173 m s.l.m. SITUAZIONE GEOGRAFICA

Il sito è posto sul pianoro che si trova alla sommità della Rupe del Pescale, che domina con pareti a strapiombo il fiume Secchia. L’area interessata dai ritrovamenti si estende per circa 15 mq, ed ha restituito i resti di un insediamento neolitico, ma anche testimonianze di frequentazioni precedenti e successive.

SITUAZIONE GEOLOGICA

Areniti e marne della Successione Epiligure. UNITA’ DEL PAESAGGIO

B - collina

STORIA DELLE RICERCHE

Raccolte di superficie di G. Chierici (1866), G. Canestrini (1867), L. De Buoi (1931-1934). Scavo archeologico di F. Malavolti (1937-42).

STRATIGRAFIA CULTURALE Paleolitico superiore

Mesolitico recente (Castelnoviano) Neolitico

Eneolitico Età del Bronzo Età del Ferro INDUSTRIA LITICA

All'interno della collezione Malavolti è stato individuato, su basi tecno-tipologiche, un insieme di 12 manufatti riferibili al Castelnoviano:

- nucleo a lamelle su ciottolo (L27 l24 sp24 mm); - nucleo a lamelle su ciottolo (L18 l25,5 sp24 mm); - nucleo a lamelle su ciottolo (L15 l27 sp22,5 mm); - nucleo a lamelle su scheggia (L27 l39 mm);

- G3 [SEpd trav dist conv - Amd lat dex] L36 l33 sp13,5 mm; - G3 [SEpd trav dist conv] L46,5 l31,5 sp13,5 mm;

- G3 [Apd trav dist] - Amd lat dex L18 l16,5 mm; - G3 [Apd trav dist conv] L15 l13,5 mm;

- G3;

- PD4 [Apd lat sen . Apd prox] L27 l4,5 mm; - Gm6 [T3 . T3] fr. L(15) l9 mm;

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- Gm6 [T3 . T3] fr. L(15) l10,5 mm.

I nuclei a lamelle sono stati sfruttati con modalità unidirezionale a partire da piani preparati. LITOTIPI

A - ciottoli calabriani (in scarsa quantità)

B3 - selce appenninica, Unità Liguri/Successione Epiligure (prevalente) B5 - siltite silicizzata appenninica

C - selce appenninica Unità Toscane

I litotipi appenninici del gruppo B potrebbero essere stati raccolti in parte nel conoide olocenico del Secchia, in parte presso gli affioramenti primari.

INTERPRETAZIONE DEGLI AUTORI

Il sito presenta diverse caratteristiche particolarmente favorevoli alla frequentazione da parte dei gruppi di cacciatori-raccoglitori, quali la posizione dominante su una valle di valico appenninico in corrispondenza del suo sbocco in pianura e la prossimità a luoghi idonei a caccia, pesca, raccolta e uccellagione. L’analisi delle materie prime utilizzate per la scheggiatura indica una provenienza da sud, probabilmente al ritorno dai campi di caccia estivi d’alta quota.

BIBLIOGRAFIA Ferrari et al. 2006. BIBLIOGRAFIA

Malavolti 1952; Ferrari & Fontana 2006c. LUOGO DI CONSERVAZIONE DEI MATERIALI Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.

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22 – Passo del Lupo

LOCALIZZAZIONE Sestola (MO)

Coordinate: 44°13'10.20"N, 10°43'29.26"E Quota: 1537 m s.l.m.

SITUAZIONE GEOGRAFICA

Il sito è posto su di un passo interno tra il Monte Cimone e il Monte Cervarola, presso una sorgente stagionale, poco sopra le sorgenti perenni del Fosso della Lezza e di alcuni piccoli bacini lacustri. SITUAZIONE GEOLOGICA

Successione Modino-Cervarola (Unità Toscane) UNITA’ DEL PAESAGGIO

D - Alta montagna

STORIA DELLE RICERCHE

Scoperta fortuita di A. Ferrari (1980). STRATIGRAFIA CULTURALE

Mesolitico recente (Castelnoviano) INDUSTRIA LITICA20

Sono stati rinvenuti complessivamente 167 manufatti:

- 6 nuclei (5 per schegge a stacchi centripeti, 1 prismatico per lamelle con piano preparato); - 152 prodotti e sotto-prodotti di débitage;

- 3 grattatoi; - LD1; - Gm5; - P1; - R3; - fS; - D2 - A1;

- 2 incavi adiacenti a frattura. LITOTIPI

A - ciottoli calabriani (44%)

B - litotipi appenninici, Unità Liguri/Successione Epiligure (31%) C - selce appenninica Unità Toscane (20%)

D - selce della Falda Toscana (3%) F - selce “alpina” (1%)

G/H - indeterminabili (2%)

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I litotipi appenninici del gruppo B (selce, siltite silicizzata, diaspro) sono stati raccolti in depositi alluvionali non molto distanti dalle fonti primarie, mentre la selce del gruppo C proviene dagli affioramenti primari, non lontani dal sito.

INTERPRETAZIONE DEGLI AUTORI

Sulla base della provenienza delle materie prime litiche, si può ipotizzare che il sito sia stato frequentato durante la stagione estiva da gruppi provenienti dalla pianura emiliana.

BIBLIOGRAFIA

Generale: Fontana 1990-91; Ferrari et al. 2002, 2006. Specifica: Ferrari & Fontana 2006a.

LUOGO DI CONSERVAZIONE DEI MATERIALI Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena.

105 23 – Lago Baccio LOCALIZZAZIONE Pievepelago (MO) Coordinate: 44° 7'50.07"N, 10°35'22.87"E Quota: 1560 m s.l.m. SITUAZIONE GEOGRAFICA

Il sito è posto sulla sponda settentrionale del Lago Baccio, piccolo bacino di origine glaciale, presso una mulattiera che conduce al Lago Santo. Altri manufatti sono stati rinvenuti lungo il sentiero che circonda il lago.

SITUAZIONE GEOLOGICA Macigno (Falda Toscana) UNITA’ DEL PAESAGGIO D - Alta montagna

STORIA DELLE RICERCHE

Scoperta da parte di G. Lera (1973).

Campagna di ricerca del Gruppo archeologico della Sezione Lucense di Studi Liguri, in accordo con l’Istituto di Paleontologia Umana dell’Università di Pisa (1974).

STRATIGRAFIA CULTURALE Mesolitico recente (Castelnoviano) Eneolitico

INDUSTRIA LITICA

L’insieme litico comprende più di 250 manufatti, tra cui: - 4 nuclei;

- prodotti di débitage non ritoccati (schegge, lame, lamelle); - 1 bulino su frattura;

- 2 grattatoi corti; - 3 troncature normali; - 1 lamella a dorso marginale;

- 2 trapezi (uno scaleno e uno isoscele); - 2 frammenti di lame denticolate; - 2 grattatoi denticolati carenoidi. LITOTIPI

A - ciottoli calabriani (scarsa quantità) D - selce della Falda Toscana (prevalente) INTERPRETAZIONE DEGLI AUTORI

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BIBLIOGRAFIA

Generale: Mencacci & Zecchini 1976; Biagi et al. 1980; Tozzi 1980; Fontana 1990-91; Castelletti et al. 1994; Martini 1997; Tozzi 2000; Ferrari et al. 2002, 2006.

Specifica: Lera 1977; Guidi et al. 1985; Tozzi 1995; Ferrari & Fontana 2006b. LUOGO DI CONSERVAZIONE DEI MATERIALI

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