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Tipologie, caratteristiche e destini degli aggregati riciclati da C&D

1.3 Il riciclo della frazione inerte dei rifiuti C&D

1.3.2 Tipologie, caratteristiche e destini degli aggregati riciclati da C&D

Gli aggregati riciclati prodotti dagli impianti di trattamento dei rifiuti C&D non pericolosi pos- sono essere di diverse tipologie, a seconda del flusso di rifiuti in ingresso da cui sono generati e dalle caratteristiche del ciclo di trattamento a cui sono sottoposti: aggregati riciclati misti, di solo calcestruzzo, a base gesso, bituminosi o derivati dal trattamento di laterizi. L’esperienza dimostra che la natura e le caratteristiche del rifiuto in ingresso agli impianti di riciclo C&D influenzano in modo significativo le caratteristiche prestazionali degli aggregati riciclati prodotti a valle del trattamento; quindi, per ottenere aggregati riciclati di buona qualità che possano essere più appetibili sul mercato bisogna cercare di migliorare le caratteristiche del rifiuto C&D. Il metodo più efficace per farlo è attraverso la demolizione selettiva, "organizzata in modo tale da consentire la separazione degli elementi riusabili, delle diverse frazioni costituenti il rifiuto da demolizione, nonché l’allontanamento delle sostanze estranee o inquinanti. Procedendo alla separazione all’origine delle differenti categorie di rifiuti è possibile avviare a trattamento non solo i materiali tipici delle costruzioni come laterizio, calcestruzzo e macerie miste, ma anche il legno, la plastica, il vetro e i metalli che possono essere conferiti ai rispettivi canali di riciclaggio" (fonte ANPAR [9]). Questo tipo di demolizione è più impegnativa sia dal punto di vista eco- nomico, perché richiede un maggior impiego di manodopera, sia dal punto di vista dei tempi di esecuzione, che si allungano quando si ha la necessità di ricollocare le diverse tipologie di rifiuti

nei rispettivi processi produttivi. Da una demolizione tradizionale, invece, "i materiali che si ottengono hanno una composizione fortemente eterogenea (rifiuti indifferenziati), che male si prestano ad essere recuperati e riutilizzati. Pertanto essi possono essere smaltiti in discarica o essere avviati al recupero soltanto dopo aver subito un adeguato trattamento di selezione"(fonte ANPAR [9]). Ai rifiuti inerti provenienti dalle azioni di demolizione si aggiungono poi quelli derivati dalle attività di costruzione, prodotti in quantità minore e di per sé più omogenei. In Italia, a causa della scarsa applicazione in cantiere delle pratiche di demolizione selettiva, il rifiuto C&D conferito in maggiori quantità agli impianti di recupero è quello misto (CER 17 09 04), seguito poi da flussi minori, come le miscele bituminose (CER 17 03 02), i rifiuti a base di gesso (CER 17 08 02) e rifiuti contenenti cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche (CER 17 01); la composizione media del rifiuto in ingresso agli impianti di trattamento a seguito di un’indagine effettuata da ANPAR a livello nazionale è mostrata in Figura 1.5. Come verrà poi approfondito nel Capitolo 2, negli impianti di riciclo della Lombardia, il rifiuto misto in ingresso viene miscelato prima del trattamento con gli altri flussi inerti conferiti; dal trattamento della miscela in ingresso così composta si produce l’aggregato riciclato misto, che rappresenta la tipo- logia maggiormente prodotta nel contesto italiano e il focus di questo lavoro di Tesi. In misura minore esistono impianti che trattano rifiuti in ingresso composti solo da miscele bituminose (CER 17 03 02) o solo da rifiuti a base di gesso (CER 17 08 02), da cui si ottengono rispettiva- mente aggregati riciclati di solo bitume o di solo gesso che avranno applicazioni più specifiche rispetto all’aggregato misto. Esiste anche la possibilità di produrre aggregati riciclati di solo calcestruzzo, che derivano da un rifiuto in ingresso molto ben selezionato e composto da solo calcestruzzo e che potenzialmente potrebbero essere impiegati in applicazioni più nobili rispetto a quelle degli aggregati misti, in quanto rispondono positivamente a richieste prestazionali più stringenti. In Italia, però, non è molto diffusa questa pratica, sia perché è raro avere in ingresso all’impianto rifiuto C&D di solo calcestruzzo (è il prodotto di una demolizione selettiva), sia perché la domanda di aggregati riciclati di solo calcestruzzo nel mercato delle costruzioni è mol- to limitata, se non del tutto assente. A supporto di questa ultima affermazione si riportano i dati emersi da un’indagine condotta dalla Regione Emilia-Romagna nel 2014 - Progetto per la valorizzazione dei rifiuti inerti in Emilia Romagna: analizzando un campione composto da 76 impianti di riciclo di rifiuto C&D e la tipologia di aggregati prodotti nel periodo 2009-2013, è emerso che in media la produzione di aggregati riciclati da impiegare per il confezionamento di calcestruzzi rappresenta lo 0,72% della produzione totale, mentre la produzione di aggregati da impiegare in misti cementati lo 0,16% [19].

Secondo il PRGR della Lombardia, le granulometrie di aggregati riciclati più comunemente prodotte in Italia sono [20]:

• Sabbia: 0/6 mm, 0/8 mm, • Pietrischi: 6/15 mm, 15/30 mm,

• Ghiaie: 30/70 mm, 40/70 mm, 40/150 mm, • Stabilizzati: 0/30 mm; 0/70 mm,

In particolare, secondo le stime di ANPAR, tra tutte le granulometrie, lo stabilizzato, ovvero l’aggregato riciclato in frazione unica ottenuto dai C&D misti, è il principale materiale riciclato prodotto e commercializzato in Italia (Figura 1.10).

Gli aggregati riciclati, a seconda della granulometria e delle caratteristiche di qualità e presta-

Figura 1.10: Materiali prodotti dal riciclaggio dei rifiuti C&D inerti in Italia, fonte ANPAR 2013.

zione, possono trovare impiego nel settore delle costruzioni in diverse applicazioni. Gli aggregati misti, tipologia ad oggi più diffusamente prodotta in Italia, sono impiegati principalmente nella costruzione di strade e piazzali o per ripristini ambientali come i riempimenti. Gli aggregati a base di calcestruzzo, invece, possono essere utilizzati nella preparazione di misti cementati e nei calcestruzzi a bassa resistenza; tuttavia, come già accennato precedentemente, in Italia non esiste una domanda per la produzione di aggregati riciclati per produrre malte e calcestruzzi, quindi applicazioni di questo tipo sono molto rare.

Per l’accettazione dei prodotti riciclati in cantiere ed il loro successivo impiego è necessario che gli aggregati riciclati rispettino specifici requisiti tecnici e ambientali (contenuti negli allegati C della Circolare n. 5205/2005 e nel DM del 5/2/1998) e siano idonei all’utilizzo previsto, siano cioè marcati CE, secondo le norme UNI di riferimento. Nel seguente paragrafo 1.3.3. verranno mostrati nel dettaglio i requisiti normativi a cui devono sottostare gli aggregati riciclati.