• Non ci sono risultati.

TRANSIZIONI ENERGETICHE: SPAZIO, TEMPO, ENERGIA La crescita evolutiva storica della società

Nel documento Tattiche per il progetto di architettura (pagine 47-49)

SPAZIO, TEMPO, ENERGIA

TRANSIZIONI ENERGETICHE: SPAZIO, TEMPO, ENERGIA La crescita evolutiva storica della società

– secondo importanti studiosi – è sempre stata legata ad importanti transizioni. In particolare, in questo capitolo, si evidenzia come le «transizioni energetiche»1 hanno

svolto un ruolo decisivo la definizione di nuove opportunità per un processo di cambiamento tecnico, produttivo e culturale, che ha condizionato gli stili di vita nello spazio della città e nel corso del tempo dell’architettura stessa. Tutto questo ha rafforzato il «principio della coesistenza spaziale»2 e definendo una traiettoria ben

precisa nei «processi di sostituzione delle fonti energetiche»3 nel corso del tempo, in

un incisivo «approccio sistemico ai problemi ambientali e alle relazioni tra attività dell’uomo, l’ambiente e le risorse»4. Il tema è

ancora una volta il rapporto duale tra luogo, «architettura ed energia»5.

Nelle ricerche condotte nel tempo da Howard T. Odum – sul linguaggio della “picture mathematics”, con la possibilità di definire le “driving energies” che sostengono e determinano lo sviluppo delle città, derivanti da «un’osservazione estesa a tutte le dinamiche e ai principali processi che in essa hanno luogo» – si coglie la prospettiva con la quale si riesce nuovamente ad immaginare il ruolo dell’architettura, riuscendo ad immettere la ridefinizione di un ragionamento tematico legato al funzionamento urbano, agli stili di vita, all’evoluzione dei modelli di funzionamento urbano, ai nessi localizzativi coincidenti con i luoghi6 collettivi che hanno influenzato e

direzionato la qualità e gli spazi dell’abitare. In questa visione si inseriscono i presupposti

dell’economia circolare (precedentemente trattata) che sono alla base anche della consultazione pubblica del Documento di posizionamento strategico Verso un modello

di economia circolare per l’Italia7, redatto dal

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico. In generale tutto è scandito dal flusso delle risorse disponibili all’interno di un corpo. Produrre, trasportare, accumulare, “inventare” energia è «l’imperativo che

sottende la crescita delle società umane»8. Le

persone, molto spesso inconsapevolmente, “consumano-producono-trasformano- accumulano” (e poi nuovamente consumano, ripetendo il ciclo) energia. Gli animali sono energia; un albero è energia; gli oggetti sono energia; una mucca è energia: «una mucca è petrolio»9; aggiunge Peter Droege10 che le

«città sono energia».

Il rapporto tra «architettura e paesaggi della produzione di energia»11 si è sempre

definito come un simultaneo connubio “contemporaneo” in ciascun periodo storico. Infatti l’energia ha avuto un ruolo

fondamentale nel mondo fisico e nelle attività umane e nello sviluppo delle città. L’energia ha mosso «scelte fondative per le città e muove politiche di pace e conflitti mondiali, essendo l’unica moneta di scambio con valore universale, alla quale dipende tutto il resto»12.

Nella storia delle città, sin dalla comparsa dell’uomo, si sono succedute attraverso diverse “ere energetiche”, che hanno condizionato e disegnato modi e stili di vita diversi; il legame tra civiltà ed energia è così

48 > 48

UPCYCLE

NUOVE QUESTIONI PER IL PROGETTO DI ARCHITETTURA

02

stretto che ha determinato e condizionato forme e modelli dell’abitare, del produrre e dello scambiare differenti.

Con la diffusione della coltivazione e la moltiplicazione delle risorse si ha la nascita dei villaggi, e così cominciò a crescere anche la popolazione. Dalla scoperta del fuoco da parte dell’Homo erectus (avvenuta tra 500.000 e 250.000 anni fa), il legname è stato uno dei principali produttori di energia e di vita. Vitruvio attribuisce, alla scoperta del fuoco e all’uso della legna, la «nascita del comportamento sociale»13. I greci e i romani

svilupparono anche una nuova tecnologia energetica: la produzione di carbone da legna, che bruciava molto più lentamente e con minori produzioni di fumi.

Mentre la densità di popolazione nelle comunità di cacciatori, in Europa e nel bacino del Mediterraneo, fosse di un abitante per dieci chilometri quadrati, quella nelle comunità agricole divenne di circa cento volte maggiore. L’uso dell’aratro e l’uso della trazione animale fu un’importante risorsa energetica.

La proto-industrializzazione dell’Europa si avvalse innanzitutto dell’energia idraulica. I greci, i romani (e i “lontani” cinesi) impararono a sfruttare l’energia del vento per il movimento delle navi e l’energia dei flussi d’acqua per realizzare mulini idraulici. Alcuni studiosi sostengono che, probabilmente, a partire dal «mondo islamico si svilupparono (nel VI secolo) i primi mulini a vento»14, poi diffusi in

Europa.

La conversione in forza motrice dell’energia cinetica contenuta negli spostamenti di masse d’aria o di volumi d’acqua è presente sin da tempi lontani nella storia, ha portato ad un processo evolutivo di sistemi tecnologici e organizzativi sempre più efficienti e con applicazioni differenti. L’acqua dei fiumi e l’energia eolica, in qualità di vettore dell’energia cinetica per azionare magli, telai, forge, ha trovato sempre maggiore integrazione con l’economia

urbana e nella conformazione fisico- organizzativa delle città.

La macchina idraulica (oltre al rapporto acqua-città) aveva anche una mixitè funzionale al suo interno, era luogo della lavorazione e produzione di prodotti primari, del commercio e dello scambio (il mercato).

Gli usi energetici contribuiscono in gran parte all’autosufficienza delle città verso nuove economie di mercato e specializzazioni produttive.

L’invenzione del mulino ad acqua (edificio- macchina) ha segnato il «passaggio dallo strumento alla macchina»15;

essendo un “convertitore” di energia primaria, la sua diffusione ha permesso di incrementare l’antica integrazione tra fiumi ed insediamenti. Nel corso del tempo l’ingegno dell’uomo ha prodotto ibridazioni architettoniche partendo appunto dalla semplice strumento del mulino facendolo divenire una vera e propria macchina sia di produzione che urbana; la sua evoluzione e la maggiore ricerca di efficienza nei diversi contesti, ha determinato applicazioni e

forme/dispositivi/marchingegni differenti:

l’evoluzione del mulino vitruviano (a ruota verticale), i dispositivi urbani dei “mulini a schiera” di Babegal (nella Provance romana), i mulini “da sopra” o i mulini “da sotto” (moulins pendus dell’acquedotto traiano), i mulini galleggianti (o moulins bateaux – mulino barca) sul Tevere, il dispositivo della Macchina di Marly (nella Versailles di Luigi XIV), i primi esprimenti dei mulini a maree (a Vernon, nella regione della Normandia). Dagli studi sulla storia dell’energia condotti da Umberto Colombo16 è facile ricostruire

la stretta relazione tra uomo, architettura e energia; come l’evoluzione della tecnica legata al mulino vitruviano, “a ruota verticale”, più efficiente di quello greco “a ruota orizzontale”, permisero la diffusione all’interno della civiltà romana. Nei primi tre secoli d.C. nelle grandi città vennero costruiti i primi grandi mulini ad acqua

48 > 49

ALBERTO ULISSE

TRANSIZIONI ENERGETICHE: SPAZIO, TEMPO, ENERGIA

Nel documento Tattiche per il progetto di architettura (pagine 47-49)