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TRANSIZIONI ENERGETICHE: SPAZIO, TEMPO, ENERGIAcittadini.

Nel documento Tattiche per il progetto di architettura (pagine 53-55)

SPAZIO, TEMPO, ENERGIA

TRANSIZIONI ENERGETICHE: SPAZIO, TEMPO, ENERGIAcittadini.

L’introduzione del petrolio e dell’elettricità rappresenta un’epoca fondamentale per il sistema energetico; si dà inizio alla seconda rivoluzione industriale.

Negli ultimi decenni del XX secolo la diffusione dell’elettricità ha trovato subito applicazioni nell’illuminazione, nell’industria e nei motori elettrici. Infatti fu uno dei sistemi (“vettori”) energetici più popolari; la corrente alternata e i trasformatori consentirono il trasporto dell’elettricità a lunga distanza. L’avvento dell’elettricità ha rafforzato la tendenza all’urbanizzazione (principalmente nelle/delle città). Nel 1859, con la perforazione del primo pozzo di petrolio a Titusville (in Pennsylvania, negli Stati Uniti), si apre l’era del petrolio (che fino ad oggi rappresenta la principale fonte energetica fossile).

Il boom del petrolio fu rapidissimo; nel giro di pochi decenni era nata una fiorente industria che riusciva ad attirare finanziamenti americani ed europei. La sua fortuna risiedeva nel fatto di essere conveniente, versatile, facile da immagazzinare, poco costosa da trasportare, adatta a diversi usi finali in grandi e piccole istallazioni nell’industria, nei trasporti e negli usi domestici.

L’utilizzo principale del petrolio fu per la ”elettrificazione delle città”, invece la benzina (almeno per l’inizio) era il suo più nobile sottoprodotto. Fino a quando, nel 1907, con lì introduzione del motore a scoppio, la Ford mise in produzione di massa l’auto “modello T”, così che la benzina divenne il combustibile base dell’automobile. Cambiarono modelli e stili di vita.

Le città cominciarono ad ospitare le auto, le strade polverose (non asfaltate) fino a quel momento utilizzate per il passaggio delle carrozze furono attraversate dalle prime automobili.

Il petrolio diviene la nuova fonte di energia, che così come per il carbone che nel secolo prima aveva determinato lo sviluppo della

società industriale, il petrolio caratterizza la società moderna, soprattutto sotto l’aspetto delle mobilità, del trasporto delle merci e dell’elettrificazione delle città.

Nel 1900 il petrolio «copriva meno del 4% del fabbisogno mondiale di energia commerciale, mentre il carbone dominava il mercato con una quota di circa l’80%. Nel 1955 la quota di carbone era scesa al 52%, mentre quella del petrolio era salita al 31%. Nel 1973, con un consumo quasi triplicato in circa vent’anni, la quota di petrolio era salita al 47°% e quella del carbone era scesa al 28%»30.

Ancora oggi il carbone costituisce una delle fonti energetiche di primaria importanza su scala planetaria, soddisfacendo una quota superiore a un quarto dell’intera domanda mondiale di energia primaria (petrolio 37,3% e carbone 26,5% annuo – fonte ENEA, Rapporto Energia e Ambiente 2004) e confermandosi come la seconda fonte di energia dopo il petrolio.

Una delle principali fonti di inquinamento è legata alle stesse centrali a carbone, che rilasciano fumi dannosi per il nostro sistema e determinanti per i cambiamenti climatici. Oggi la ricerca applicata all’utilizzo del carbone ha attivato filiere tecnologiche legate a sistemi in grado di catturare la CO2 che le centrali a carbone producono, imprigionando i fumi direttamente all’uscita del camino.

La crisi degli anni ’70 indusse a politiche di sensibilizzazione al risparmio energetico; ma negli ultimi decenni un’altra fonte energetica ha guadagnato l’ingresso sul mercato dell’energia: il gas naturale.

Il gas naturale è costituito da un solo idrocarburo (il metano) che in molti casi è presente nel sottosuolo quando si trova il petrolio. Infatti i giacimenti di gas costituiscono la “cupola gassosa” di campi petroliferi. Si incontrano alcuni problemi legati al trasporto di questo combustibile. Con l’aumento dei prezzi dell’energia degli anni ’70, si è avuto un forte impulso

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alla realizzazione di infrastrutture per il trasporto internazionale di gas naturale. Il trasporto del gas su terraferma è avvenuto trami tubazioni (i metanodotti), dove il gas pressurizzato viene mosso con stazioni di pompaggio dislocate lungo la linea; ma con i progressi del sistema di trasporto e con i metanodotti posti sul fondo del mare è stato possibile effettuare trasporti intercontinentali (come ad esempio il trasporto in Italia del gas algerino via Tunisia e canale di Sicilia). La ricerca applicata al campo energetico ha sviluppato misure per il trasporto del metano allo stato liquido, per via mare e per lunghe distanze. Il gas viene in un primo moment liberato dalle impurità che contiene, portato a temperature molto basse in appositi impianti di liquefazione collocati in prossimità dei porti e caricate nelle navi metanifere (isolate termicamente per mantenere il gas allo stato liquido, poi trasportato fino ad “impianti di stoccaggio” e “rigassificazione”, ed infine reimmesso nelle normali reti di trasporto e distribuzione. Ripercorrendo l’evoluzione dei sistemi energetici, si possono individuare tre parti fondative: (1) il dispositivo della centrale, (2) le linee di trasporto e (3) il luogo del consumo.

Dall’articolazione di queste “tre parti”, nel loro interagire, nel loro rapporto di vicinanza, nella loro sovrapposizione o coincidenza (di due o più parti), nella capacità di relazionarsi ed adattarsi nei diversi contesti e rispetto alle richieste di mercato, si sono costruite le tracce di quel “palinsesto geografico” che è alla base della città contemporanea. Scrive Rosario Pavia, «la crescita della città contemporanea è inscindibile dallo sviluppo dell’energia elettrica»31; infatti intorno alle città si sono

localizzate le stazioni di trasformazione, da esse partono le reti di distribuzione che hanno attraversato, segnato ed indirizzato il tessuto urbano.

Le linee elettriche di trasporto, le centrali di conversione dell’energia termica in

energia meccanica, le centrali idroelettriche non hanno solo mutato ed antropizzato il paesaggio delle campagne e dei territori inesplorati, incidendo profondamente sulla macchina urbana, sul suo dispositivo e suo fare forma, ma hanno rotto quel “vincolo localizzativo”, producendo grandi cambiamenti anche in relazione allo sviluppo del sistema dei trasporti che tali processi di conversione ha generato.

Le linee elettriche urbane, una volta aeree o aggrappate fisicamente agli edifici delle città, oggi viaggiano in cavo. È mutato il passaggio delle strade, ma anche l’ordine delle reti nel sottosuolo (undergound).

Ogni transizione energetica ha richiesto un tempo di “adattività fisiologica” nel quale i diversi sistemi di produzione ed alimentazione coincidevano, coesistevano, si combinavano ed in qualche modo interagivano. Ogni società non può essere basata su una sola fonte energetica, e soprattutto lo sviluppo contemporaneo sarà figlio di quella «capacità di combinazione energetica tra le diverse fonti ed i diversi vettori energetici (riporta nelle sue ricerche Renato Ricci) che riescono ad assicurare una sufficienza energetica, uno sviluppo ed una transizione energetica».

Diversi autori individuano «il seme di sviluppo di ogni civiltà sulla terra nel potere solare»32 (John R. McNeill, poi ripresa da

Vaclav Smil in Energia e società33), ribaltando

qualsiasi dispositivo commutatore di energia. Tutte le società preindustriali hanno

beneficiato dell’energia solare sia direttamente che indirettamente: le

radiazioni dirette hanno fornito luce e calore; la loro conversione garantiva gli alimenti, il foraggio e i pascoli per gli animali, il vento e l’acqua. Anche i combustibili fossili sono prodotto di trasformazioni delle radiazioni solari, infatti scaturiscono da lente alterazioni della biomassa determinate dalla pressione e dal calore.

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ALBERTO ULISSE

TRANSIZIONI ENERGETICHE: SPAZIO, TEMPO, ENERGIA

Nel documento Tattiche per il progetto di architettura (pagine 53-55)