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TRANSIZIONI ENERGETICHE: SPAZIO, TEMPO, ENERGIA sviluppate nel tempo su queste tematiche,

Nel documento Tattiche per il progetto di architettura (pagine 55-57)

SPAZIO, TEMPO, ENERGIA

TRANSIZIONI ENERGETICHE: SPAZIO, TEMPO, ENERGIA sviluppate nel tempo su queste tematiche,

contribuiscono a ridefinire uno stato dell’arte rispetto alle questioni urbane legate al rapporto tra contesti, sistema insediativo e clima. Ad esempio nella mostra di Sergio Los, dal titolo Città solari34, si ripercorre una

evoluzione tra sistemi energetici e paesaggi urbani, con una chiara indicazione dei passaggi fondamentali nel corso del tempo. Altri studi dimostrano la costruzione delle città o delle «presunte città del sole e dell’ombra»35, chiaramente le regole di

ottimizzazione delle radiazioni solari, del clima e dell’energia per la costruzione degli impianti urbani, rappresentando l’archetipo delle odierne ricerche verso le eco-cities. Una precisa scelta di orientamento è indiscutibile in alcune città di fondazione, disegnate in epoca antica. Le città ippodamee sono state progettate tenendo presente l’orientamento solare, cioè l’asse nord-sud che apporta la massimizzazione rispetto all’esposizione solare (come Mileto,

Olinto e Priene). I modelli urbani disegnati

dall’architetto e urbanista greco, Ippodamo da Mileto (nel V secolo a.C.) fanno pensare, secondo alcuni critici, che l’orientamento solare non fosse un parametro costante del modello urbanistico, quanto invece una impostazione della pianta urbana dipendente da fattori religiosi, culturali, o da adattamenti al terreno naturale. Ciò che risulta più interessante è esaminare, ad esempio, un frammento degli isolati di Olinto36.

Nel corso della storia diverse sono state le “scelte configurative” che hanno determinato, rispetto al parametro dell’esposizione solare, la morfologia, la forma e la struttura di impianti urbani e di edifici.

Oggi la produzione energetica nelle città che vengono definite «energetiche, sostenibili, solari, applicano principi di esposizione, orientamento e configurazione» come elementi del buon progetto urbano, sono diffusi e diversi.

La responsabilità di affrontare questi temi è legata anche – scrive nel testo Geografia

dell’architettura, Sergio Los – ad un profondo

«amore per i luoghi, che anima il parlare di architettura”, cogliendo e segnalando un “progressivo analfabetismo dei progettisti, ad un prezzo altissimo per: inquinamento, bassa qualità ambientale e soprattutto cecità per i luoghi e per la loro identità».

Questo progressivo analfabetismo è legato a differenti fattori, ma da ricercatori sui temi dell’architettura dobbiamo saperci prendere le nostre responsabilità, capendo se il progetto di architettura ha sempre gli obiettivi culturali oppure si sofferma sulla superficie e la forma delle cose.

Credo fermamente che il progetto negli spazi urbani e nei paesaggi si offra alla sperimentazione di una serie di riflessioni teorico-progettuali nella indicazione della necessità di una tutela attiva, in quanto principali beni comuni, come strumenti per mobilitare – con diversi valori estetici – le diverse componenti naturali ed artificiali, generando (nella mobile attribuzione di senso con cui i cittadini lo possano riconoscere ed implementare nella cultura della committenza) un nuovo paesaggio della sostenibilità e dell’energia. Tutto questo, ci ricorda Pepe Barbieri nella induzione a questo testo, risponde all’invito esplicito dell’Articolo 937 della nostra Costituzione.

In questa direzione si è sempre svolto il lavoro di architetto e quello di ricercatore di Sergio Los, considerando la «progettazione architettonica capace di conoscere i luoghi, interrogarli, e sperimentare le forme dell’abitare»38.

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UPCYCLE

NUOVE QUESTIONI PER IL PROGETTO DI ARCHITETTURA

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Note

1. La transizione energetica è il principio alla base dell’e-

voluzione dell’uomo e della società, un rapporto fra ener- gia e crescita moderna; in riferimento a questo aspetto si rimanda al testo di Carlo Maria Cipolla, Uomini tecniche economie, Feltrinelli, 1996.

Il tema delle differenze cronologiche della transizione energetica è affrontato da Arnulf Grubler, Transitions in energy use, 2004 - Transizioni nell’uso dell’energia. Rap- porto di ricerca IIASA, 2004; nel quale si afferma che: i

modelli di consumo energetico sono cambiati radicalmen- te dall’inizio della rivoluzione industriale in termini sia di quantità di energia che di qualità dell’energia. Questi modelli mutevoli di utilizzo dell’energia, in cui quantità e qualità dell’energia interagiscono in numerosi e importan- ti modi, sono indicati in questo articolo come transizioni energetiche e sono descritti da una prospettiva storica e da scenari futuri.  Lungi dall’essere completata, molte di queste transizioni continuano a svolgersi nello stesso modo sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di svilup- po. Le transizioni energetiche sono descritte qui in termini di tre principali caratteristiche interdipendenti: quantità (crescita delle quantità di energia imbrigliata e utilizzata), struttura (quali tipi di forme energetiche sono imbrigliate, lavorate e consegnate ai consumatori finali e dove queste attività prendono posto) e frequenza.

Inoltre il tema della transizione energetica nella crescita moderna dell’Italia risulta, ad oggi, sottovalutato dalla storiografia. Afferma Paolo Malanima – in una nota al testo Le energie degli italiani. Due secoli di storia, Monda- dori, 2013 – che in tutte le opere d’insieme sull’economia italiana nell’Otto e Novecento l’energia è del tutto assente. Riconosce, tuttavia, eccezioni importanti nella storiogra- fia, come nei testi di: Armando Sapori, Il problema del

carbone e lo sviluppo industriale italiano; Carlo Bardini, L’economia energetica italiana (1863-1913); Carlo Bardi-

ni, Ma il vapore era davvero importante?; Carlo Bardini,

Senza carbone nell’età del vapore; Umberto Colombo, Ita- lia: energia (1860-1988); Pier Angelo Toninelli, La que- stione energetica; Pier Angelo Toninelli, Energy and the puzzle of Italy’s economic growth.

2. Il principio della coesistenza spaziale – nozione intro-

dotta nella ricerca geografica moderna – si basa sull’as- sunto secondo il quale non esiste oggetto sulla superficie terrestre che, per la posizione che occupa, non subisca l’influenza degli oggetti con i quali viene a contatto e che, a sua volta, non eserciti esso stesso un’influenza su quegli stessi oggetti e sugli altri ancora. Questo principio appar- tiene alla disciplina della geografia che è indotta, per ne- cessità, ad analizzare la realtà naturale nella sua globalità e non nelle sue singole componenti.

3. Malanima Paolo, Le energie degli italiani. Due secoli

di storia, Mondadori, 2013

4. Tiezzi Enzo, Verso un’ecologia urbana, in: Pulselli Ric-

cardo Maria, Romano Pietro, Dinamiche dei sistemi urba-

ni. indagine di un’area metropolitana, Alinea, Firenze, 2009

5. Barucco Maria Antonia, Trabucco Dario (a cura

di), Architettura_Energia. Un’indagine sul complesso rap-

porto tra la professione dell’architetto e la questione ener- getica, EdicomEdizioni, Gorizia, 2007

6. Il concetto di “luogo” è inteso come Franco Farinelli lo

definisce nel suo testo “Geografia. Un’introduzione ai mo-

delli del mondo”, sottolineandone la componente di indi-

vidualità che nella condizione di “luogo” è fondamentale, differentemente alla definizione di “spazio”, di ordine più quantitativo; Farinelli Franco, Geografia. Un’introdu-

zione ai modelli del mondo, Einaudi, Torino, 2004

7. Il Documento di consultazione pubblica è stato redat-

to redatto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e pubblicato a luglio 2017 – www.miniambiente.it e www.sviluppoeconomico.gov.it

8. Colombo Umberto, Energia. Storia e scenari, Donzel-

li, Roma, 1995-2000

9. Armaroli Nicola, Vincenzo Balzani, Energia oggi e

domani. Prospettive, sfide, speranze, Bonomia, Bologna,

2004

10. Droege Peter è docente alla School of Architecture

and Planning, al Massachusetts Institute of Technology (MIT).

11. Rizzi Chiara, La città dell’altro Adige, LISt Lab, Bar-

cellona, 2016

12. Tozzi Mario, L’Italia a secco. La fine del petrolio e la

nuova era dell’energia naturale, Rizzoli, Milano, 2006

13. De Pascali Paolo, Storie urbane dell’energia, in: De

Pascali Paolo, Città ed energia. La valenza energetica

dell’organizzazione insediativa, Franco Angeli, Milano,

2008

14. Colombo Umberto, Energia. Storia e scenari, Don-

zelli, Roma, 1995-2000

15. De Pascali Paolo, Storie urbane dell’energia, in: Paolo

De Pascali, Città ed energia. La valenza energetica dell’or-

ganizzazione insediativa, Franco Angeli, Milano, 2008

16. Colombo Umberto, chimico-fisico ed esperto di

energia, di ambiente e di politica scientifica e tecnolo- gica; è stato presidente del Cnen, dell’Eni e dell’Enea, e Ministro dell’Università e della ricerca scientifica nel go- verno Ciampi. È membro del Consiglio nazionale dell’e- conomia e del lavoro e socio nazionale dell’Accademia dei Lincei.

Scrive Umberto Colombo all’inizio del suo testo “Ener-

gia. Storia e scenari”: Il filo che lega l’umanità alla costru- zione del suo destino si chiama energia. Produrre, traspor- tare, accumulare, “inventare” energia è l’imperativo che sottende la crescita – o il declino – delle società umane. In un mondo da alcuni secoli in via di radicale trasfor- mazione, gli squilibri energetici rappresentano il crinale tra prosperità e povertà, tra sviluppo e regresso. Colom-

bo Umberto, Energia. Storia e scenari, Donzelli, Roma, 1995-2000

17. De Pascali Paolo, Il loop energia-sviluppo in città:

quasi un’introduzione, in: Paolo De Pascali, Città ed ener- gia. La valenza energetica dell’organizzazione insediativa,

Franco Angeli, Milano, 2008

18. Angela Piero, Lorenzo Pinna, La sfida del secolo.

Energia. 200 domande sul futuro dei nostri figli, Monda-

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ALBERTO ULISSE

Nel documento Tattiche per il progetto di architettura (pagine 55-57)