Lo spazio espositivo della Fondazione Hangar Bicocca nasce nell’omonimo quartiere Bicocca, famoso per essere stato al centro di uno dei più grandi progetti di riqualificazione post- industriale degli ultimi venti anni, in Europa. La storia della Bicocca risale a cinquecento anni fa, quando in questo luogo, la famiglia Arcimboldi stabilì la propria casa di campagna, all’epoca in mezzo alla natura, fuori dalla città di Milano1. Furono i primi anni del Novecento a determinare la grande espansione del quartiere, compreso in un’area, tra i comuni di Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e Monza. Qui aprirono gli stabilimenti di importanti imprese, che segnarono il passato industriale italiano, come la Pirelli, la Marelli, la Breda e la Falck; le quali resero la Bicocca uno dei poli industriali più grandi di tutto il nord- Italia. Una della prime, tra le più grandi imprese a scegliere questa zona come sede produttiva, fu la Pirelli. Nel periodo di maggiore espansione della Pirelli, alla Bicocca lavorarono all’incirca 32.000 persone, su 36.000 residenti in totale, su una superficie di 960.000 mq. In breve tempo, la Bicocca si configurò come una cittadella operaia, funzionale al lavoro all’interno degli stabilimenti. Quando a partire dagli anni Settanta, in linea con i primi passi della deindustrializzazione mondiale, molti comparti produttivi furono chiusi e delocalizzati in aree dove la manodopera era meno costosa, nel quartiere comparve un immenso spazio vuoto. A poco a poco, la Bicocca industriale fu smantellata negli anni Ottanta, lasciando al posto della fabbriche, una cittadina deserta e sprovvista di servizi elementari (asili, mense, centri ricreativi) per i pochi residenti rimasti, prima organizzati direttamente dalle imprese, per le famiglie degli operai. Nonostante la delocalizzazione dei comparti produttivi, molti centri direzionali delle imprese rimasero in Bicocca. Uno di questi centri
1 Di questi tempi antichi è rimasta la testimonianza della villa “La Bicocca degli Arcimboldi”, visibile nella
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fu quello della Pirelli, l’industria che possedeva buona parte degli stabilimenti abbandonati, su un’area complessiva di 750.000 mq.
Quando arrivò il momento di decidere le sorti della Bicocca, come spesso accade in Italia, la leadership non fu condivisa tra più attori ma fu assolta da un unico soggetto privato: Pirelli, promotore principale della rigenerazione dell’intero quartiere. Nel 1985, fu indetto un bando di concorso internazionale per la riorganizzazione della Bicocca, a cui parteciparono molti studi di architetti importanti, come ad esempio quello di Renzo Piano. La competizione fu vinta nel 1989 dallo studio “Gregotti e Associati International”, il cui progetto fu pensato per rimanere fedele all’impianto strutturale del quartiere. Il progetto si fondava sulla costruzione di un polo tecnologico e di ricerca, chiamato “Technocity”, che doveva supplire al taglio dei posti di lavoro dovuti alla dismissione, con la creazione di nuove posizioni da destinare ai ricercatori. In realtà, questo progetto iniziale non fu mai realizzato, sebbene in Bicocca si siano comunque trasferiti, alcuni centri di ricerca (il Centro Nazionale di Ricerca CNR, l’Istituto neurologico Carlo Besta e il Centro sperimentale AEM) e l’Università Statale di Milano. Nel corso degli anni, il progetto del quartiere si modificò ulteriormente, giacché da cittadella della ricerca, la Bicocca divenne un polo per il terziario, vantando la sede di importanti multinazionali, come Siemens, Deutsche Bank, Johnson e Johnson, Pirelli e altre. Sostanzialmente però, il vero ente che trainò la rinascita del quartiere fu l’Università Milano -Bicocca, che aprì ufficialmente le sue sedi nel 1998, riuscendo in pochi anni a raccogliere le iscrizioni di 30.000 studenti. Nel 2002, aprì i battenti anche il Teatro degli Arcimboldi, per ospitare le stagioni del Teatro della Scala, che nel frattempo, era impegnato dai lavori di ristrutturazione della sede. Ora, il Teatro degli Arcimboldi è di proprietà del Comune di Milano, che lo affida in gestione temporanea ad associazioni musicali e teatrali. Oltre al Teatro degli Arcimboldi, alle sedi direzionali e ai poli universitari e di ricerca, in Bicocca sono sorti anche: la Collina dei Ciliegi, un parco artificiale formato dai detriti derivanti dai lavori di riqualificazione; alcune zone residenziali e alloggi per studenti che circondano l’antico Borgo Pirelli, in cui vivevano originariamente le famiglie degli operari.
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Dal 2005, si può considerare chiusa la prima fase del progetto di riqualificazione della Bicocca, il cui progetto si estendeva sui territori della vecchia fabbrica Pirelli, esattamente fino a Via Chiese, dove pochi metri più avanti sorge ora lo spazio di Hangar Bicocca, il quale inizialmente non era stato compreso nella riqualificazione di Gregotti. Solo nell’ultima fase dei lavori, si decise di ampliare il progetto, comprendendo anche le zone delle fabbriche della Breda e dell’Ansaldo da poco dismesse, fino al confine con il comune di Sesto San Giovanni. Qui i nuovi lavori di riqualificazione presero il nome di “Grande Bicocca” e portarono alla nascita di un centro commerciale con un cinema multisala, chiamato “Bicocca Village” e alla sede espositiva della Fondazione Hangar Bicocca.
La Bicocca ha rappresentato uno dei progetti più significativi e colossali realizzati in Italia negli ultimi vent’anni, ma non ha mancato di suscitare alcune critiche. Innanzitutto, uno dei problemi che si nota immediatamente dopo il tramonto, è lo svuotamento del quartiere, il quale, essendo a destinazione pressoché terziaria, si anima solamente durante l’orario di apertura degli uffici e dell’università. Inoltre, per i pochi residenti rimasti, il grosso problema è la mancanza di servizi primari (asili, locali, scuole, poste) e di negozi, che impedisce ai milanesi di trasferirsi in questo quartiere totalmente rinnovato ma fantasma. Le poche attività commerciali aperte, come bar e copisterie, sono dedicate al flusso di pendolari e studenti che di giorno popolano il quartiere e non ai residenti, che sono serviti solo dal centro commerciale. Non esistono luoghi di ritrovo per la comunità e anche gli spazi verdi scarseggiano in quest’area. Inoltre, per quanto riguarda i trasporti, solamente dal 10 febbraio 2013 è stato aperto il primo tratto della metro 5 con una stazione in Bicocca, che fino a prima era servita dal tram e da autobus, che però, non coprivano capillarmente tutto il quartiere. Per raggiungere il confine nord del quartiere, segnato dallo spazio espositivo Hangar Bicocca e dal cinema multisala, dalla stazione centrale dei treni, si è reso necessario modificare il percorso dell’autobus numero 87, per rendere più agevole il collegamento.
112 Veduta esterna di Hangar Bicocca, Milano