Da oggi e fino a venerdì Milano si trasformerà nella capitale del mercato legale europeo. Ospiterà, infatti, la terza edizione della Legalcommunity week, evento dedicato al mondo del business law.La manifestazione, promossa da LC publishing group e patrocinata dal Comune di Milano, coinvolgerà le principali personalità dei più importanti studi legali italiani e internazionali e i protagonisti del mondo delle direzioni d' affari legali d' azienda e finanza.
Previsti 28 appuntamenti, tra conferenze tematiche, tavole rotonde, business lunch ed eventi di entertainment. Sono attesi 5mila partecipanti, 120 speaker e oltre 70 ospiti internazionali, che si confronteranno sulle principali sfide della professione legale e del business: dall' innovazione all' intelligenza artificiale e al 5, dall' economia circolare alle opportunità di investimento nei mercati emergenti, dall' international M&A alle ripercussioni della brexit.
L' evento si aprirà oggi alle 8,45 all' Excelsior hotel Gallia con una conferenza sull' innovazione tecnologica nel settore legale. Giovedì alle
19,45 saranno conferiti agli studi legali e ai professionisti che si sono maggiormente distinti nel 2018 i Legalcommunity corporate awards. Per maggiori informazioni: www.legalcommunityweek.com.
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L' analisi
In Europa 200 fondi in pista "I detentori di grandi portafogli favoriti da un mercato vivace"
LUIGI DELL' OLIO, TRE PILASTRI REDDITO FISSO ESG LA VIEW
milano Stephen Cohen, capo Emea di iShares, piattaforma Etf di Blackrock: "Superata la dicotomia attivo-passivo. L' obbligazionario ha il potenziale maggiore di sviluppo" "L a nuova frontiera sul fronte degli investitori è costituita dai detentori di grandi portafogli, che alla luce dell' evoluzione normativa e di mercato sono più attenti al tema dei costi». È una delle riflessioni Stephen Cohen, responsabile Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) di iShares, piattaforma Etf(fondi che replicano un indice avente per sottostante un paniere di titoli e per questa ragione anche più economici) del gruppo BlackRock.
Anche la direttiva Mifid 2 favorisce la crescita del settore. «Rispetto alla Mifid 1, oggi è obbligatoria la rendicontazione anche relativamente ai volumi di trading in Etf in Europa e questo porta in evidenza il fatto che il mercato è vivace, e lo dimostra la presenza di circa 200 fondi nel mercato europeo che hanno superato il miliardo di dollari di asset ». La visibilità sulle negoziazioni innesca un circolo virtuoso: «Per gli Etf la dimensione conta. Man mano che il mercato cresce, gli investitori istituzionali sono più confidenti sul fatto che i fondi sono solidi e hanno
una profondità in grado di supportare investimenti di rilevanti dimensioni, soprattutto in periodi di volatilità».
Per Cohen è invece superata la dicotomia attivo-passivo che a lungo ha caratterizzato i profili degli investitori a indicare la preferenza per i fondi o per gli Etf.
«Qualsiasi investitore è attivo, dato che effettua delle scelte in merito alla costruzione del proprio portafoglio, che si basa su tre pilastri: indici, fattori e alpha, con la possibilità di combinarli e destinando a ciascuno un peso differente», sottolinea Cohen. Ai due estremi dello spettro, troviamo da un lato la ricerca di un rendimento in linea con il mercato e dell' altro l' extra-performance, e, a livello trasversale, il tema dei fattori.
«Se ad esempio si crede nel potenziale delle auto elettriche, gli Etf consentono di investire in indici allargati quali il Nasdaq, dove sono rappresentati tutti i titoli della tecnologia, ma se si desidera un' esposizione molto granulare ci sono ETF focalizzati su aziende che operano in questo specifico segmento a livello globale », spiega. «Così come si possono trovare fondi indicizzati sulla robotica che non si limitano a inserire in portafoglio i costruttori, ma anche aziende che a vario titolo impiegano i robot nella loro attività».
Il processo evolutivo non riguarda solo il comparto azionario, ma anche quello obbligazionario. «Quest' ultimo ha il potenziale maggiore di sviluppo. Con i tassi ufficiali su livelli contenuti in tutto il mondo, e pressoché negativi in Europa, il minore costo e la maggiore efficienza degli Etf fixed income rispetto all' acquisto dei singoli titoli obbligazionari può fare una vera differenza nel rendimento complessivo del portafoglio », spiega Cohen. «Poi ci sono investitori che hanno particolari esigenze di diversificazione: è il caso delle banche italiane, chiamate a ridurre l'
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agli investitori il nostro track-record nel settore Etf, abbiamo creato una «pagella » di sostenibilità che, per ciascun prodotto della nostra intera gamma, indica l' intensità della sua rispondenza ai principi Esg».
Infine una view sui mercati. «Nei mesi a venire ci attendiamo un rallentamento della crescita economica e ancora tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, ma la sensazione è che alla fine si raggiungerà un accordo tra le prime due potenze economiche e che non è in vista una nuova recessione globale», analizza l' esperto. «Uno scenario che crea ulteriore spazio di crescita soprattutto per il reddito fisso a livello di asset class e dei Paesi emergenti a livello geografico».
©RIPRODUZIONE RISERVATA Il personaggio Stephen Cohen capo per l' Emea di iShares, la piattaforma Etf di BlackRock.
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Innovare e collaborare: le chiavi dell' azienda sostenibile
Secondo una ricerca di Bain, le imprese che aspirano a una vera rivoluzione «verde», triplicheranno in cinque anni Come riuscirci? Essere visionari, lavorare sui prezzi, puntare sulla tecnologia e integrare la catena dei fornitori
La sostenibilità in azienda non è un traguardo facile da raggiungere. Da un lato ci sono i consumatori e gli investitori che chiedono prodotti sempre più verdi, dall' altro c' è la difficoltà di cambiare i modelli di business mentre allo stesso tempo la catena dei fornitori fatica ad attenersi a nuove regole. L' ambita reputazione di «paladini dell' ambiente», così, diventa un traguardo sempre più elusivo per le aziende.
Tanto che, se ben sette delle dieci più grandi società globali di beni di consumo hanno fissato obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni, includendo le emissioni indirette della catena di approvvigionamento, finora solo due sono riuscite a ottenere qualche risultato, dice il Carbon Disclosure Project.
«Per sviluppare una trasformazione efficace in chiave sostenibile, è molto importante l' immaginazione. Le aziende devono immaginare come sarà il futuro, che cosa chiederanno i clienti e puntare a soddisfare i loro bisogni», spiega Roberto Prioreschi, numero uno di Bain Italia, specialista nell' accompagnare le aziende in questa transizione verso l' economia sostenibile. In base alla ricerca di Bain, le aziende che aspirano a una vera trasformazione in chiave sostenibile sono destinate
a triplicare nei prossimi 5 anni, dal 9 al 26% delle aziende interrogate. «I leader della sostenibilità seguiranno le tracce di pionieri come Tesla, che ha previsto in anticipo la rivoluzione elettrica nel mondo dell' auto e si è portata avanti quando ancora nessuna delle grandi compagnie automobilistiche immaginava che tutto il mercato l' avrebbe seguita», ragiona Prioreschi.
Un altro punto importante, per le aziende che vogliono posizionarsi alla guida della rivoluzione verde, è rendere la sostenibilità una proposta irresistibile per i clienti. «Una delle barriere più citate oggi nei confronti della sostenibilità è il prezzo, ma le aziende più avanzate riescono a superarla: ad esempio Adidas ha venduto oltre un milione di paia di scarpe fatte con la plastica ripescata dagli oceani, facendo leva sulla sensibilità dei clienti riguardo a un grave problema che ormai tocca tutti», commenta Prioreschi.
Se non si riesce a cambiare da soli, Bain consiglia di trovare degli alleati. «I leader di domani non cercheranno solo di cambiare la propria azienda, ma anche il settore in cui operano e l' intera società, collaborando per individuare degli obiettivi collettivi da raggiungere e degli incentivi normativi per raggiungerli», prevede Prioreschi.
Il 64% delle aziende della ricerca ha risposto che fra cinque anni sarà estremamente importante focalizzarsi su un cambiamento di sistema, mentre solo il 38% ne vede l' importanza oggi.
Per trasformare la società, però, bisogna identificare le cause profonde dei problemi e gli incentivi che potrebbero spingere tutti i partecipanti all' ecosistema a cercare di risolverli. Spesso, le sfide importanti richiedono una collaborazione innovativa. Dal sondaggio di Bain emerge che le aziende prevedono di doversi impegnare a fondo nei
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Bisogna infine ripensare ciò che è «valore» per l' impresa, «avere il coraggio di ridefinire gli obiettivi e rivedere il modello di business, se questo non è compatibile con la propria visione del futuro», rileva Prioreschi.
Dal sondaggio risulta che il 90% delle aziende ritiene di dover cambiare nel futuro per adeguarsi ai valori dell' economia sostenibile. Farlo prima degli altri darà ai pionieri un vantaggio competitivo.
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Far West
Intelligenza artificiale attenti al sorpasso cinese
FEDERICO RAMPINI
L a Silicon Valley si è addormentata sui suoi allori e non ha visto arrivare il sorpasso cinese nell' Intelligenza artificiale? Forse non vuole aprire gli occhi neanche ora? Se è così, siamo di fronte a quell' atteggiamento che gli americani chiamano "complacency": un eccesso di sicurezza, l' autocompiacimento per la proprie qualità, la certezza di essere sempre i più bravi. Sono dovuto andare a Bologna, a parlare della sfida Usa-Cina davanti a un gruppo di investitori americani e startup californiane, per avere una conferma tangibile che questo pericolo è reale.
L' occasione era un evento organizzato la settimana scorsa dalla Regione Emilia Romagna, l' incontro R2B tra investitori istituzionali e startup. All' insegna di innnovazione, intelligenza artificiale, Big Data, e con una folta presenza di investitori americani. A me avevano chiesto di parlare della sfida Usa-Cina, la competizione tecnologica che sta assumendo sempre più una dimensione geopolitica e strategica, fino a configurare il rischio di una nuova guerra fredda.
Ho raccontato il clima che si respira oggi negli Stati Uniti: dove la questione degli squilibri commerciali è diventata quasi marginale rispetto
al timore di un sorpasso cinese nelle tecnologie avanzate; e si è creato in poco tempo un consenso bipartisan, con i democratici che cavalcano l' allarme cinese almeno quanto Donald Trump.
Ho declinato il tema parlando della penetrazione di Huawei nella telefonìa della quinta generazione, che Washington vede come un cavallo di Troia dello spionaggio cinese. Se scivoliamo verso una nuova guerra fredda, agli europei viene chiesto di abbandonare ogni equidistanza, devono decidere se rimanere dipendenti dalla tecnologia cinese o cedere alle pressioni di Washington e troncare i rapporti con Huawei. L' altro terreno della sfida strategica è l' Intelligenza artificiale, dove la Cina gode di due vantaggi: una popolazione di un miliardo e 300 milioni su cui raccogliere dati, più un sistema politico autoritario che non ha barriere di privacy. Alcuni californiani mi hanno avvicinato alla fine della mia relazione, opponendomi le solite argomentazioni: la Cina sarebbe in realtà capace solo di copiare la Silicon Valley, o di applicare con ingegno innovazioni altrui. Con metodi leciti o illeciti, ma comunque sempre al traino dell' America. Non la pensa così uno dei più acuti osservatori dell' economia digitale cinese, l' imprenditore Kai Fu Lee. Cinese-americano, ex dirigente di Google China, da anni Kai Fu Lee investe capitali (per lo più americani) in startup asiatiche. la sua visione è raccolta in un saggio illuminante: "A.I. Super-powers. China, Silicon Valley and the New World Order". Per Kai Fu Lee la Silicon Valley si è pericolosamente distratta.
Non si è resa conto che sull' altra sponda del Pacifico l' allievo stava superando il maestro.
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Il caso
Intelligenza artificiale l' Ocse detta i 5 comandamenti
BENIAMINO PAGLIARO, I PUNTI INVIOLABILI DEEP LEARNING L' APPETITO DEGLI INVESTITORI
roma Un documento fissa i principi fondamentali anche se al tavolo della firma mancava la Cina che si avvia a diventare la prima potenza in questo settore. È però l' inizio di un percorso L' Intelligenza artificiale corre e ha convinto i Paesi più avanzati a condividere per la prima volta un documento di principi che ha l' ambizione di regolare questo percorso.
È un documento non privo di compromessi, ma dimostra la volontà della mano pubblica di fissare un punto, degli standard, invece di attendere passivamente la diffusione della tecnologia. Per la firma dei principi Ocse ha riunito i 36 Paesi membri, tra cui ci sono le grandi economie del mondo, e sei non membri come Argentina, Brasile, Colombia, Costa Rica, Perù e Romania. Non c' è, però la Cina: la seconda economia del mondo ha una imponente strategia sull' Intelligenza Artificiale p e r diventare leader globale entro il 2030, e punta già quest' anno a superare gli Stati Uniti nella ricerca accademica sulla materia.
I cinque principi dell' Ocse partono dal ricordare che "l' Intelligenza Artificiale deve portare benefici ai popoli e al pianeta portando crescita inclusiva, sviluppo sostenibile e welfare". Il secondo punto chiarisce che "i
sistemi di Intelligenza Artificiale devono essere disegnati rispettando la legge, i diritti umani, i valori democratici e le diversità. Devono includere delle salvaguardie che permettano l' intervento umano". Ancora, "devono essere trasparenti e ci deve essere una chiara comprensione del loro funzionamento", "devono funzionare in modo stabile e sicuro per tutta la loro esistenza" e i loro "rischi potenziali rischi devono essere costantemente valutati". Infine, "le organizzazioni e i singoli che sviluppano, distribuiscono o gestiscono sistemi di Intelligenza Artificiale s o n o responsabili del corretto funzionamento in linea con questi principi".
Le parole adottate dai 42 governi svelano alcune incoerenze. Uno dei nodi più dibattuti, per esempio, è quello della responsabilità degli algoritmi. I sistemi che davvero utilizzano l' Intelligenza Artificiale sono software in grado di imparare autonomamente o prendere una decisione senza alcun intervento umano. Spesso aprire la "scatola nera" di un software di deep learning e capire il motivo ultimo di una decisione può essere molto complicato. Il principio Ocse sulla trasparenza si potrebbe così tradurre in un obbligo, che gli Stati potrebbero recepire nelle legislazioni del futuro, di disegnare un software autonomo che però sia sempre comprensibile dall' umano. È una via ibrida che in effetti riguarda gran parte delle applicazioni già esistenti della tecnologia: il robot o il software non decide davvero, ma arriva a proporre una decisione, al chirurgo, al trader, all' ingegnere meccanico, che poi sceglie e se ne assume la res ponsabilità. Il settore dell' intelligenza artificiale - trasversale per definizione - è tra quelli che ricevono più attenzione dagli
investitori. PwC stima che nel 2018 oltre 9 miliardi di dollari, il 10% dei fondi investiti dal venture capital negli Stati Uniti, sia andato a startup dell' area. C' è sicuramente anche un rischio bolla: uno studio di Mmc Ventures fa notare
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statale), la privacy dei cittadini non è un problema. Questa è una delle ragioni per cui Kai-Fu Lee, investitore autore del best seller "AI Superpowers", pensa che sarà Pechino a vincere la sfida con gli
Stati Uniti. L' Ocse è consapevole della sfida e il vicedirettore dell' area Scienza, Tecnologia e Innovazione, Dirk Pilat, dice a Repubblica che «la priorità ora è portare i principi dal livello di policy al business. Stiamo lavorando per offrire una guida pratica a legislatori e ingegneri e mettere in pratica i principi». Il sito dell' Ocse ospiterà dall' autunno 2019 un osservatorio di buone pratiche e soluzioni. Le aziende che scommettono su quest' area sembrano attraversate da una tensione: da un lato riconoscono che un set di regole è una garanzia anche per il business. "È necessario adottare un' etica dell' innovazione - conferma la presidente della Fondazione Ibm Italia, Alessandra Santacroce - che renda l' Ai trasparente e responsabile. Il funzionamento degli algoritmi deve essere spiegabile. Dobbiamo evitare che l' artificial intelligence sia influenzata dai nostri preconcetti: una Ai laica e democratica non può avere preferenze di genere o orientament
o politico". D' altra parte, per alcuni è troppo presto per parlar
e di regole. Da Boston lo spiega Massimiliano Versace, fondatore e Ceo di Neurala, piattaforma che offre soluzioni di intelligenza artificiale on demand per il commercio o l' industria: «Le regole sembrano vaghe perché sono premature. È difficile immaginare le applicazioni dell' intelligenza artificiale e le sue ripercussioni prima che avvengano. L' atteggiamento giusto è monitorare attentamente l' uso dell' intelligenza artificiale, e creare regole velocemente quando questi software appaiono sul mercato e sono in violazione di leggi e regole. In fondo è un software: ci sono regole e punizioni per gli hacker. La stessa cosa dovrà essere applicata a chi usa intelligenza artificiale per scopi illegali. Considerando sempre che 'il cattivo' non è mai la tecnologia, ma l' essere umano c
he la crea». ©RIPRODUZIONE RISERVATA L' opinione Le regole sembrano vaghe perché sono premature. È difficile immaginare gli effetti e le ripercussioni dell' intelligenza artificiale prima che avvengano MASSIMILIALNO VERSACE CEO DI NEURALA 1 BEN STANSALL/AFP 1Un robot umanoide utilizzato per promuovere la mostra
"AI: More than Human" al Barbican Centre di Londra lo scorso 15 maggio Massimiliano Versace amministratore delegato e fondatore di Neurala.
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Il mondo interconnesso
Internet of Things, la svolta industria e finanza corrono
VITO DE CEGLIA, GLI INVESTIMENTI BIG DATA & ANALYTICS INTELLIGENZA ARTIFICIALE I SETTORI PIÙ VIRTUOSI
milano Le tecnologie digitali applicate all' impresa stanno cambiando molto rapidamente il sistema produttivo: verrà ridisegnata la gamma di sistemi e servizi Ict finora conosciuti, includendo via via nuovi device, software sempre più evoluti e canali innovativi più flessibili C i sono tecnologie digitali che promettono di cambiare profondamente il panorama Ict nelle imprese italiane, innovando o trasformando i processi e i modelli di business. Tra queste tecnologie spiccano i sistemi, le soluzioni e i servizi per l' Internet of Things (IoT), ovvero per costruire reti di oggetti o «cose» che si connettono autonomamente in modo bidirezionale utilizzando la connettività IP. La spesa IoT delle aziende italiane a fine 2018 supera il valore di 16 miliardi di euro ed entro il 2019 crescerà con un incremento medio annuo superiore al 18%.
È uno dei passaggi più significativi dell' ultimo rapporto dedicato al mercato Ict e digitale in Italia, realizzato dall' Assintel, l' associazione nazionale delle imprese tecnologiche e digitali, con Cfmt, il Centro di formazione management del terziario, e la società di ricerca Idc Italia. La premessa lascia spazio ad una certezza: il mercato IoT è destinato ad
assorbire, a ridisegnare e a estendere la gamma di sistemi e servizi Ict finora conosciuti, includendo via via nuovi device, software sempre più evoluti e servizi innovativi più flessibili e fruibili attraverso più canali.
Al momento, osserva Idc, il mercato italiano si presenta caratterizzato da una «grande frammentazione della domanda e dell' offerta, da standard tecnologici e normativi in corso d' opera, e da grandi differenze per area geografica e settore». È chiaro però, dice lo studio, che «siamo all' inizio di una grande rivoluzione digitale che porterà alla produzione industriale automatizzata e interconnessa, dove a fare la differenza sarà la capacità di utilizzare le informazioni per creare profitti, aprire nuovi mercati, far dialogare uomini e macchine, razionalizzare costi e ridurre sprechi».
Secondo Idc, entro il 2019 il valore del mercato IoT sarà correlato alla spesa delle imprese italiane per sensori, moduli intelligenti, storage, server e altro hardware, software, servizi professionali IT e servizi di connettività.
All' inizio, le aziende hanno mostrato qualche perplessità sui tempi di adozione di queste tecnologie, ma nei prossimi anni la grande promessa di Industria 4.0, cioè della trasformazione digitale, prenderà forma in molti progetti e opportunità: dall' IoT alla convergenza IoT-OT (operation technology), fino al controllo «edge», cioè la supervisione dei dati. In questa partita, una ruolo preponderante lo giocheranno le tecnologie «emergenti» come big data, analytics, sistemi di intelligenza artifi
ciale (IA) e cognitiva,. Idc stima che la spesa per Bda in Italia raggiungerà nel 2018 i 348 milioni di euro, con una crescita del 26% rispetto al 2017, e continuerà anche nel 2019 arrivando a superar
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ti in ottica predittiva. Per cogliere queste opportunità, entro i prossimi due anni ai Cio, cioè alle figure di riferimento per il controllo e la gestione dei sistemi di analytics, si affiancheranno nuove funzioni di Chief data officer (Cdo) e di
ti in ottica predittiva. Per cogliere queste opportunità, entro i prossimi due anni ai Cio, cioè alle figure di riferimento per il controllo e la gestione dei sistemi di analytics, si affiancheranno nuove funzioni di Chief data officer (Cdo) e di