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LE ULTIME NOVITA’ SUL RUOLO DEI CENTRI PER L’IMPIEGO

6.2 LA JOB DESCRIPTION O DESCRIZIONE DEL MESTIERE

13. LA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

13.1 LE ULTIME NOVITA’ SUL RUOLO DEI CENTRI PER L’IMPIEGO

Alla fine di settembre è entrato in vigore il D.Lgv. 150/2015, uno degli ultimi decreti applicativi che fanno parte della legge delega per la riforma del lavoro approvata dal parlamento nel dicembre del 2014.

Questo decreto, come già anticipato, riordina la normativa in materia di servizi per il lavoro e di “politiche attive” ossia quelle iniziative volte a promuovere l’occupazione. In particolare viene rafforzata e riorganizzata la rete dei servizi, viene vincolata l’erogazione dei “contributi di sostegno al reddito” alla partecipazione attiva di chi dovrà percepirli, vengono coinvolti stabilmente i soggetti privati che possono fare da intermediari, viene semplificata la possibilità di impiego dei lavoratori in Cassa Integrazione in lavori per la collettività e viene allargata la portata del “Fascicolo elettronico” del lavoratore..

Il decreto istituisce l’ANPAL – Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro- che sarà un Ente autonomo con un proprio Presidente ed un Consiglio d’Amministrazione. La funzione di questa Agenzia sarà di coordinare la “Rete Nazionale dei Servizi per le Politiche del Lavoro”, formata dalle strutture regionali specifiche, dall’INPS, dall’INAIL, dai soggetti privati autorizzati all’attività di intermediazione, dai fondi interprofessionali (associazioni tra i rappresentanti dei lavoratori e delle Imprese che finanziano attività formative per le Aziende), dall’ISFOL, dalle Camere di Commercio, dalle Università e dagli Istituti si Scuola secondaria di secondo grado.

Al Ministero del lavoro spetterà il compito di stipulare convenzioni con le Regioni e le Province autonome che dovranno regolare i relativi rapporti ed obblighi in relazione alla gestione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive nel territorio al fine di garantire livelli essenziali delle prestazioni.

Ulteriore compito del Ministero del Lavoro sarà quello di fissare le linee di indirizzo e gli obiettivi in materia di politiche attive, definire i livelli minimi che le prestazioni dovranno avere su tutto il territorio nazionale, controllare il rispetto dei livelli essenziali e monitorare le politiche occupazionali.

Il Decreto istituisce, inoltre, un Sistema Informativo unitario delle politiche del lavoro che mette insieme le banche dati dei percettori di ammortizzatori sociali, l’archivio informatizzato delle comunicazioni obbligatoriee, per ciascun soggetto, i dati relativi alla gestione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive e tutte le informazioni relative ai percorsi educativi e di formazione professionale.

Questo sistema informativo sarà a disposizione dell’INPS, INAIL, Ispettorato del lavoro, Centri per l’Impiego oltre che del lavoratore e dovrebbe costituire il “Fascicolo Elettronico del Lavoratore”, una versione completa e fruibile del libretto formativo, istutuito dal D. Lgs: 276/2003 che non è mai entrato completamente in funzione.

Per quanto riguarda i Centri per l’Impiego, istituiti nel 1997, bisogna sottolineare che il Decreto attribuisce loro un ruolo attivo di controllo e gestione delle politiche del lavoro. Essi vengono costituiti dalle Regioni e dalle Province autonome allo scopo di assistere i disoccupati ed i lavoratori beneficiari di strumenti di sostegno al reddito, fornendo loro orientamento personale, aiuto nella ricerca di un’occupazione o di un tirocinio, consulenza e tutoraggio per che vuole aprire un’Impresa.

I “Disoccupati” vengono definiti i lavoratori privi di impiego che dichiarino online sul portale nazionale delle politiche del lavoro di essere disponibili a lavorare e a partecipare alle misure previste dal Centri per l’Impiego.

Viene, altresì creato un unico Albo nazionale degli Enti accreditati a svolgere attività di formazione professionale.

Spetta ai disoccupati, o comunque a coloro che hanno già ricevuto la lettera di licenziamento, presentarsi, entro trenta giorni, al Centro per l’Impiego per stipulare il “Patto di Servizio Personalizzato”; se la persona non si presenta viene convocato dagli operatori cel Centro per l’Impiego. In predetto patto è indicato un Responsabile delle attività, la definizione del profilo personale di occupabilità e vengono concordate tipologia e frequenza delle ricerche di occupazione e dei contati con il Responsabile delle attività. Nel patto, inoltre, è indicata la disponibilità dell’utente alla partecipazione ad iniziative e laboratori per il rafforzamento delle sue competenze nonché ad accettare offerte di lavoro in linea con le sue esperienze e competenze, ad una distanza ragionevole dal suo domicilio, con una retribuzione superiore di almeno il venti per cento dell’indennità di disoccupazione.

La stipula del Patto è condicio sine qua non per poter chiedere l’assegno di ricollocazione.

Sarà compito dei Centri per l’Impiego verificare, per i beneficiari dei sussidi per chi ha perso il lavoro, la partecipazione alle iniziative previste nel Patto di Servizio Personalizzato. Nel caso di ogni assenza ingiustificata sono previste decurtazioni nell’erogazione dei sussidi e, dopo, due o tre assenze, a seconda

della prestazione, la decadenza completa dal contributo e dallo stato di disoccupazione per almeno sessanta giorni. Ciò in considerazione del fatto che la persona viene ritenuta non più in cerca di lavoro e, quindi, non più disoccupata. Se dopo aver attivato il Patto di servizio personalizzato e seguito quanto in esso stabilito ed aver percepito quattro mesi di NASpi permane lo stato di disoccupazione l’utente può richiedere l’assegno di ricollocazione. Esso può essere speso presso i Centri per l’Impiego o le Agenzie di somministrazione o altri soggetti accreditati e prevede l’affiancamento di un tutor ed un programma di ricerca di un’occupazione più intensivo, con eventuale riqualificazione professionale mirata oltre che l’impegno ad accettare offerte di lavoro congrue. L’assegno di ricollocazione viene incassato soltanto ad impiego ottenuto; ciò al fine di stimolare –da parte delle apposite strutture- la creazione di una rete di contatti con le imprese ed i loro rappresentanti in modo da poter gestire oltre che ad una quantità prevedibilmente significativa di domande di lavoro, un panorame di offerte congrue ed interessanti.

A completamento si segnala la sparizione del Lavori Socialmente Utili, introdotti alla fine degli anni ’90, e viene data per i lavoratori in Cassa Integrazione o per i disoccupati ultrasessantenni che non abbiano maturato il diritto alla pensione la possibilità di svolgere “attività ai fini di pubblica utilità” per le amministrazioni locali.

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