3. La valutazione
3.3. La valutazione degli incentivi fiscali per contrastare la pandemia da
Nel rapporto annuale sulle spese fiscali del 2020 si nota che l’effetto finanziario in mln previsto per il 2021 degli incentivi ai sensi dell’art. 66, D. Lgs. n. 18/2020 è di -119,0 mentre nel 2022 tende a dimezzarsi ed arrivare a 51.0, fino al raggiungimento dello 0 nel 2023. Ovviamente questo sarà possibile se la lotta contro il virus avrà esito positivo. Pertanto, questo dimostra che tale incentivo sia temporaneo e non permanente. Mentre per quanto riguarda la disciplina IVA agevolata ai sensi dell’art. 124 D. Lgs. n. 34/2020 l’ effetto finanziario previsto in mln. di euro è di -317,7 dal 2021 al 2023.
3.4. Conclusioni.
La sanità è un diritto fondamentale per la collettività, ma è davvero efficace ed efficiente il SSN? I cittadini nella maggior parte dei casi sono costretti o ad attendere i tempi previsti dalle strutture pubbliche con il rischio che la loro salute possa peggiorare, oppure rivolgersi a strutture private. Purtroppo, in Italia un’ampia platea di cittadini si trova costretta a ricorrere alla sanità privata, in quanto le liste di attesa nelle strutture pubbliche sono molto lunghe: ciò implica maggiori spese sanitarie a capo degli individui. Quindi, viene davvero garantito tale diritto dal fisco? Gli incentivi fiscali nei sistemi sanitari universali finanziati dalle tasse, in cui a tutti i cittadini è garantito l'accesso gratuito all'assistenza sanitaria e standard di assistenza sanitaria uguali, non sono puramente giustificati sulla base dell'equità orizzontale: vivere in povertà può causare stress e ansia, ovvero fattori che possono danneggiare la salute e il basso reddito limita fortemente le scelte delle persone anche in campo sanitario46.
Da un lato il ricorso alla sanità privata può essere interessante per il cittadino sia perché gli consente di ottenere una prestazione sanitaria dal medico che ritiene più idoneo e preparato, si perché beneficia di tale prestazione in tempi brevi e, in questo modo, riceve un immediato riscontro sul proprio stato di salute. Però, il vero problema è che non tutti hanno la disponibilità economica e, quindi, tali soggetti si trovano costretti a rinunciare alle cure private. La crisi sanitaria ha posto molte famiglie in uno stato di precarietà e disagio, in quanto è aumentato il divario tra esse e quelle abbienti. Essa, inoltre, ha comportato l’acuirsi delle disuguaglianze, in tutte le sue forme, all’interno del nostro Paese,
46C. Di Novi, A. Marenzi, D. Rizzi, Do Healthcare Tax Credits Help Poor Healthy Individuals
on Low Incomes, In Working Papers, Department of Economics, University of Venice Ca'
dilatando il gap tra ripartizioni territoriali soprattutto a livello sanitario47.
Per questo motivo vi è una dissonanza tra gli obiettivi che il legislatore si prefigge ed i risultati raggiunti in quanto si creano discrepanze distributive che si fondano sulla capacità di spesa dell’individuo: secondo questa logica chi ha più disponibilità sicuramente potrà godere di un maggior benessere fisico e mentale, mentre gli altri saranno costretti ad essere esclusi.
Come può lo Stato garantire la salute, considerato un diritto fondamentale della Repubblica, premiando chi ha la possibilità di spesa? Il SSN, inoltre, dovrà affrontare il problema dell’invecchiamento della popolazione e dei tagli ai servizi sanitari, per esempio dei posti letto che hanno violato il diritto dei soggetti contagiati ad accedere a prestazioni e cure mediche urgenti: il finanziamento pubblico è stato decurtato di oltre € 37 miliardi, di cui circa 25 miliardi nel 2010-2015 per tagli conseguenti a varie manovre finanziarie ed oltre 12 miliardi nel 2015-2019, quando alla Sanità sono state destinate meno risorse di quelle programmate per esigenze di finanza pubblica48.
La pandemia da COVID-19 ha sicuramente reso evidenti i limiti che il SSN presenta: sarà la spinta vero un cambiamento? Le disuguaglianze continuano a persistere tra la popolazione ed è una problematica attuale ed urgente.
Quindi, sarebbe necessario un maggior investimento da parte dello Stato nei confronti della sanità: basti pensare alla ricerca contro le malattie, all’istituzione di maggiori strutture ospedaliere e all’aumento del personale sanitario e dei posti di terapia intensiva. Non bisogna dimenticare che in Italia l’età media si è innalzata negli anni e l’invecchiamento della popolazione ha colpito maggiormente il 21esimo secolo. Pertanto, una corretta tutela della salute favorisce un invecchiamento della popolazione più sano e, di conseguenza, una riduzione della spesa per le cure inerenti alle malattie, poiché la maggior parte degli anziani soffre di patologie croniche. Per concludere, il trade-off tra efficienza ed equità non viene raggiunto in quanto non vi è né un’
allocazione efficiente delle risorse, né una equa distribuzione delle prestazioni sanitarie per garantire la tutela della salute. E’ inaccettabile che il bisogno di cure non sia il criterio base per l’allocazione delle prestazioni sanitarie.
Il PNRR attuale firmato da Mario Draghi, infine, ha stanziato alla sanità solo 15,6 mld su un totale di 191,5 mld: infatti, 57 mld sono stati destinati per la transizione ecologica, 42,5 mld per la digitalizzazione, 31,8 mld per
47A. Barani, COVID-19, impatto sul contesto socio-economico italiano e strategie per lo sviluppo so-
stenibile: il contributo dell’Agenda 2030 e modelli etico-valutativi per un’ipotesi di mappa metodo- logica, in Quaderni di economia del lavoro: 111, 1, 2020, pag. 30.
l’istruzione, 25,3 mld per le infrastrutture e 19,1 mld per l’inclusione; pertanto, tra le 6 missioni del Recovery Plan la sanità si trova all’ultimo posto occupando un ruolo residuale e marginale.
Per concludere, la domanda che mi pongo è: la sanità è davvero un diritto fondamentale dell’individuo? La strada verso il raggiungimento dell’uguaglianza sanitaria sarà davvero raggiungibile o è un punto di arrivo fittizio, illusorio e irreale?
CAPITOLO V
CAPITALE UMANO
di GIORGIAPULTRONE
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Sommario: 1. Le agevolazioni fiscali per l’attrazione di capitale umano; 1.1.