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VERSETTI CHE ATTESTANO CHE LA TORÀ E IL VANGELO NON ERANO STATI ALTERATI ALL’EPOCA DI MAOMETTO

la TradIzIone muSulmana

C. VERSETTI CHE ATTESTANO CHE LA TORÀ E IL VANGELO NON ERANO STATI ALTERATI ALL’EPOCA DI MAOMETTO

C1. Sura Sâba’ (Saba) 34:31, periodo meccano antico:

I miscredenti dicono: “Non crederemo mai in questo Corano e neppure A CIÒ (letteralmente “ciò che È tra le sue mani”) che lo precede (la Torà e il Vangelo)…”

Nota: I verbi che sono usati al tempo presente per Maometto e per il suo popolo sono stampati a LETTERE MAIUSCOLE. I caratteri italici sono riservati per le allusioni fatte a dei gruppi di Giudei o di cristiani considerati talvolta come credenti, talaltra come increduli al tempo di Maometto. Della loro esistenza così ben attestata dal Corano possiamo dedurre che c’erano quindi dei veri credenti che non hanno sicuramente alterato le loro Scritture.

C2. Sura Fâtir (Il Creatore) 35:31, periodo meccano antico:

Ciò che ti abbiamo rivelato del Libro è la Verità, conferma di ciò che già era (letteralmente “ciò che È tra le sue mani”, la Torà e il Vangelo) prima di esso (la Torà e il Vangelo).

C3. Sura Yûnus (Giona) 10:37, periodo meccano tardivo:

Questo Corano non può essere forgiato da altri che Allah! Ed anzi è la conferma di ciò che lo precede (letteralmente “ciò che È nelle sue mani”, la Torà e il Vangelo) e una spiegazione dettagliata del Libro del Signore dei mondi a proposito del quale NON ESISTE dubbio alcuno.

C4. Sura Yûsuf (Giuseppe) 12:111, periodo meccano tardivo:

Questo [Corano] non è certo un discorso inventato, ma è la conferma di ciò che lo precede (letteralmente “ciò che È nelle sue mani”, la Torà e il Vangelo), una spiegazione dettagliata di ogni cosa, una guida e una misericordia per coloro che credono.

Testimonianza resa alla Bibbia dal Corano

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C5. Sura Al-An’âm (Il Bestiame) 6:154-157, periodo meccano tardivo:

E poi demmo la Scrittura a Mosè, corollario [della Nostra Grazia], spiegazione chiara di tutte le cose, guida e misericordia, affinché credessero nell’incontro con il loro Signore. Questo è un Libro Benedetto che Noi abbiamo fatto scendere, seguitelo allora e siate timorati [di Allah]. Ché possiate essere oggetto di misericordia, affinché non diciate:

“È stata fatta scendere la Scrittura solo su due popoli nostri predecessori e noi ne ignoravamo gli insegnamenti”. O diciate: “Se la Scrittura (Torà e Vangelo) fosse stata fatta scendere su di noi saremmo stati meglio guidati di loro”.

C6. Sura Al-Ghâfir (Il Perdonatore) 40:69-71, periodo meccano tardivo:

Non hai (Maometto) visto coloro che polemizzano a proposito dei segni di Allah, come si sono allontanati [da Lui]? Coloro che TACCIANO DI MENZOGNA il Libro e ciò (il libro) con cui inviammo i Nostri Messaggeri? Ben presto sapranno, quando avranno gioghi ai colli e saranno trascinati in catene.

C7. Sura Al-’Ahqâf 46:12, periodo meccano tardivo:

Prima di esso c’era la Scrittura di Mosè, guida e misericordia.

Questo Libro ne è la conferma, in lingua araba, per ammonire gli ingiusti ed essere lieta novella per coloro che fanno il bene.

C8. Sura Al-’Ahqâf 46:29-30, periodo meccano tardivo:

E [ricorda] quando ti conducemmo una schiera di jinn affinché ascoltassero il Corano... Quando poi [la lettura] fu conclusa fecero ritorno al loro popolo per avvertirlo. Dissero:

“O popolo nostro, in verità abbiamo sentito [la recitazione]

di un Libro rivelato dopo [quello di] Mosè, a conferma di quello che LO PRECEDE (letteralmente “ciò che È nelle sue mani”, la Torà), guida alla verità e alla retta via.

C9. Sura Al-Baqara (La Giovenca) 2:91, anno 2 dell’Egira:

E quando si dice loro: “Credete in quello che Allah ha fatto scendere”, rispondono: “Crediamo in quello che è stato fatto scendere su di noi” (la Torà). E rinnegano il resto, anche se è la Verità che conferma quello che già avevano ricevuto (che

È CON LORO, la Torà)…

C10. Sura ‘Al-‘Imrân (La Famiglia di Imran) 3:3, anno 2-3 dell’Egira:

(Dio) Ha fatto scendere su di te il Libro con la verità, a conferma di ciò che era prima di esso (letteralmente “che È nelle sue mani”, la Bibbia). E fece scendere la Torâh e l’Ingîl in precedenza, come guida per le genti.

C11. Sura An-Nisâ’ (Le Donne) 4:162-163, anno 5-6 dell’Egira:

Ma quelli di loro (i Giudei) che sono radicati nella scienza, e i credenti, CREDONO in quello che è stato fatto scendere su di te (Maometto) e in quello che è stato fatto scendere prima di te… In verità ti abbiamo dato la rivelazione come la demmo a Noè e ai Profeti dopo di lui. E abbiamo dato la rivelazione ad Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e alle Tribù, a Gesù, Giobbe, Giona, Aronne, Salomone, e a Davide demmo il Salterio.

C12. Sura At-Tawba (Il Pentimento) 9:111, anno 9 dell’Egira:

Allah ha comprato dai credenti le loro persone e i loro beni [dando] in cambio il Giardino: [poiché] combattono sul sentiero di Allah, uccidono e sono uccisi. Promessa AUTENTICA per Lui vincolante, presente nella Torâh, nel Vangelo e nel Corano. Chi, più di Allah, rispetta i patti?

C13. Sura Al-Mâ’ida (La Tavola Imbandita) 5:48, anno 10 dell’Egira:

E su di te (Maometto) abbiamo fatto scendere il Libro con la Verità, a conferma della Scrittura (la Torà e il Vangelo) che era scesa in precedenza (letteralmente “ciò che È nelle sue mani”) e lo abbiamo preservato da ogni alterazione (wa muhaiminan ‘alaihi ﻪﹿﻴﹷﻠﹷﻋ ﴼﻨﹻﻤﹿﻴﹷﻬﹹﻤ ﻭ).

In questi versetti siamo quindi in presenza di una forte testimonianza resa alla Torà e al Vangelo che appaiono come degli Scritti autentici e concretamente presenti all’epoca di Maometto.

Il Corano afferma di essere una “conferma”, in lingua araba, del Libro di Mosè (C7) divenuto necessario per il fatto che gli abitanti della Mecca non potevano capire ciò che “i due popoli prima di loro” avevano imparato attraverso “uno studio assiduo”; o che essi l’avrebbero seguito meglio (C5). Inoltre, esso afferma di essere una

Testimonianza resa alla Bibbia dal Corano

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spiegazione della Torà e del Vangelo, questo “Libro a proposito del quale NON ESISTE alcun dubbio” (C3), e allo stesso tempo il suo preservatore (C13).

I Meccani dichiarano: “Non vogliamo credere al Corano né a ciò che lo PRECEDE della Torà e del Vangelo (C1). Alcuni Giudei affermano di non voler credere che a ciò che è stato loro rivelato, anche se il Corano conferma la verità di ciò che “già avevano ricevuto (che È CON LORO)” (C9). Coloro che RIGETTANO (ora) il Corano e “questo Libro con cui inviammo i Nostri messaggeri” saranno giudicati (C6). “Ma quelli di loro (i Giudei) che sono radicati nella scienza, CREDONO” in ciò che è stato rivelato a Maometto e in ciò (la Torà) che è stato rivelato prima di lui (C11). Anche i demoni credono allo stesso tempo sia nel Corano che nella Torà (C8).

In una delle ultime Sure rivelate a Maometto, quella del Pentimento, è dichiarato esplicitamente: “Promessa autentica per Lui vincolante presente nella Torâh, nel Vangelo e nel Corano”(C12).

Ritorniamo un momento all’espressione “nelle sue mani” (bain yadaihi ﻪﹿﻴدﹷﻴ ﻥﹿﻴﹷﺒ) che ritroviamo molte volte nei testi coranici menzionati (C2, C3, C4, C8, C10, C13, come anche precedentemente in A5 e A6). Ho scelto di tradurre questa espressione araba parola per parola, essendo il solo modo per rendere il tempo presente che accompagna queste parole. L’espressione riveste spesso un senso letterale “tra”, o “nelle sue mani”, ma è spesso un costrutto idiomatico per significare “in presenza di”, “di fronte a”, “davanti a qualcuno”, “in suo possesso” o “a sua disposizione”. Così la frase araba tradotta letteralmente “le parole sono nelle vostre mani”

significa in effetti: “Voi avete la parola”. Allo stesso modo: “nessuna arma è nelle sue mani” vuol dire “è disarmato”. La Sura 34:12 parla dei “demoni che lavorano nelle mani di Salomone”. Yusuf Ali ha tradotto: “…lavorano di fronte a lui”, ma, in una nota spiega: “i demoni lavorano sotto i suoi occhi”.

Questi versetti danno quindi il seguente senso generale: il Corano sarebbe venuto per confermare, attestare e verificare la Torà e il Vangelo che sono ora “in sua presenza” o “davanti ai suoi occhi”. Essi appoggiano la testimonianza resa dai versetti degli altri paragrafi di questa sezione: Maometto ammetteva l’esistenza di una Torà e di un Vangelo autentici “sotto i suoi occhi”.

D. VERSETTI CHE ATTESTANO CHE MAOMETTO CITA O