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8. Omero, il suo mito e i suoi versi

8.1 L’incontro con il Poeta

8.1.1 Da dove vieni?

Il primo degli interrogativi è oramai topico: da quale paese provenisse Omero. È stato giustamente notato in relazione all’utilizzo di certi avvenimenti nelle Verae

Historiae, che la presenza di una scena sembra essere conseguente alla presenza della

precedente, secondo uno pseudo-criterio di ‘necessità’ di rispetto delle sequenze presenti nel modello parodiato299; anche in questo caso, a proposito di quale domanda rivolgere per prima al Poeta, Luciano è costretto a cominciare chiedendogli τά τε ἄλλα ἐπυνθανόµην καὶ ὅθεν εἴη, imposizione dovuta alla tradizione – in questo caso non del testo omerico ma della consuetudine delle indagini filologiche, potremmo dire – che molto si è prodigata per cercare la vera patria di Omero e che ancora sta cercando la soluzione al problema (τοῦτο γὰρ µάλιστα παρ᾽ἡµῖν εἰσέτι νῦν ζητεῖσθαι300). Le soluzioni più in voga a questo quesito sono giunte fino all’Ade, tantoché Omero conferma di sapere che ὡς οἱ µὲν Χῖον, οἱ δὲ Σµυρναῖον, πολλοὶ δὲ Κολοφώνιον αὐτὸν νοµίζουσιν301: anche in De Homero, II, 2, di cui abbiamo visto più volte i possibili contatti con la parodia lucianea, dibatte sull’origine del poeta, riportando, tra gli altri, che Ὅµηρον τοίνυν Πίνδαρος µὲν ἔφη Χῖόν τε καὶ Σµυρναῖον γενέσθαι, Σιµωνίδης δὲ Χῖον…302.

Lungi dal voler esaminare in questa sede le numerosissime menzioni delle patrie di Omero, tra cui addirittura emergono possibili origini barbare o romane303, molto più interessante appare la risposta del Poeta: εἶναι µέντοι γε ἔλεγεν Βαβυλώνιος, καὶ παρά γε

299 Si vedano VAN MAL-MAEDER 1992, pp. 129-131 e BRILLET-DUBOIS 2006, pp. 224-225. A proposito

di VH, I, 6, dove Luciano dopo lo sbarco si riposa a terra, ὡς ἂν ἐκ µακρᾶς ταλαιπωρίας; “come era naturale dopo una grande fatica”, van Mal-Maeder introduce il tema della ripresa di uno stilema omerico (quello del riposo dopo la tempesta, si veda Od., IX, 74); Brillet-Dubois si spinge oltre: “La nécessité n’est pas seulement factuelle, elle est aussi narrative. Il nous semble que nous avons là une sorte d’intervention ironique de Lucian, pointant la contrainte qui lui impose le choix du modèle homérique et l’imitation du style formulaire” (p. 225). Luciano è, dunque, ‘costretto’ al riposo non solo da ovvia necessità fisica, ma soprattutto dal rispetto del modello imitato.

300 Luc., VH, II, 20: “tra le altre cose, da dove venisse. Su questo presso di noi si indaga molto ancora”. 301 Luc., VH, II, 20: “alcuni lo ritenessero di Chio, altri di Smirne e molti di Colofone”.

302 Ps.-Plut., De Hom. II, 2: “per Pindaro Omero era di Chio e Smirne [fr. 264 M.] e per Simonide di

Chio [fr. 147 P.]”. Si veda HILLGRUBER 1994, pp. 84-86.

303 Si rimanda ai numerosi lavori sia sul passo lucianeo sia, in generale, alle patrie di Omero: sul dialogo

Luciano-Omero si vedano HEATH 1998 (sulle origini non greche di Omero); NESSELRATH 2002, p. 153, n. 17 (in cui cita numerose opere in cui compaiono le diverse patrie); KIM 2010, pp. 163-165; BASSINO 2019,

8. OMERO, IL SUO MITO E I SUOI VERSI

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τοῖς πολίταις οὐχ Ὅµηρος, ἀλλὰ Τιγράνης καλεῖσθαι: ὕστερον δὲ ὁµηρεύσας παρὰ τοῖς Ἕλλησιν ἀλλάξαι τὴν προσηγορίαν304. In questa breve frase Luciano condensa e parodia una plurisecolare filologia omerica, fornendo la risposta che il Poeta stesso dà della sua origine.

L’origine babilonese di Omero sembra non essere una banale estremizzazione delle possibili origini orientali del Poeta ma pare ricollegarsi alle ricerche della scuola pergamena: commentando in Il., XXIII, 78-79 – passo nel quale l’ombra di Patroclo afferma che ἀλλ᾽ ἐµὲ µὲν κὴρ | ἀµφέχανε στυγερή, ἥ περ λάχε γιγνόµενόν περ305 – l’utilizzo del verbo λαγχάνω, lo scolio riporta: ὅθεν Ζηνόδοτος ὁ Κρατήτ<ε>ιος306 Χαλδαῖον τὸν Ὅµηρον φησίν307. L’idea sottesa era che Omero fosse un astrologo ma non è chiaro se Zenodoto sostenesse che per forza di cose dovesse essere un Caldeo, cioè un babilonese, viste le sue conoscenze nel campo dell’astrologia, oppure se dirlo Caldeo fosse un modo metonimico per confermare le sue competenze astrologiche308.

Abbiamo notato come Cratete e la scuola di Pergamo, all’interno dello Stoicismo, fossero coinvolti nell’interpretazione allegorica cosmologica della battaglia degli dei e come essa fosse parodiata da Luciano nella battaglia tra Seleniti ed Elioti.

Comunque sia, è chiaro che Luciano sta parodiando questa possibile origine del poeta309, ancora una volta – nel caso accettassimo Χαλδαῖον come sinonimo di astrologo

304 Luc., VH, II, 20: “diceva di essere babilonese e di essere chiamato dai suoi concittadini Tigrane, non

Omero; poi che cambiò nome dopo essere stato dato in ostaggio ai Greci”.

305 Il., XXIII, 78-79: “mi ha preso l’odiosa morte, che mi toccò in sorte quando nacqui”.

306 Cratete di Mallo aveva già avviato questo processo di ‘orientalizzazione’ di Omero, se ne può parlare

in questi termini: in Crat. F 21 B. collegava il termine βηλός alla divinità orientale Baal e la faceva corrispondere allo Zeus greco. Zenodoto sembra spingersi oltre, rendendo direttamente Omero un orientale. (Si veda BROGGIATO 2014, pp. 131-134).

307 Sch. AT in Il., XXIII, 78 = fr. 3 Broggiato: “Per questo Zenodoto discepolo di Cratete dice che Omero

fosse un Caldeo”.

308 Kim sostiene che Caldeo sia sinonimo di astrologo (KIM 2010, p. 165, n. 89) mentre Broggiato e

altri sostengono che sia proprio una definizione dell’origina di Omero (BROGGIATO 2014, pp. 131-134).

309 L’origine orientale di Omero è parodiata da Luciano anche nel Gallus: al § 17 il Gallo sostiene che

Omero fosse in origine un cammello nella Battriana e che la guerra troiana così come descritta nei poemi omerici non fosse altro che un’invenzione.

– fraintendendo volutamente dei passaggi310 e presentando il paradosso che il più grande dei poeti greci fosse, in realtà, non greco311.

Inoltre, l’origine babilonese di Omero permette a Luciano di considerarsi conterraneo312 del Poeta: oltre ad essere alter ego di Odisseo, per via del viaggio, diventa anche alter ego di Omero, lo straniero πρῶτος εὑρετής della letteratura greca313. L’identificazione col poeta sarà confermata anche dal fatto che Omero stesso, in II, 28, rivelerà l’identità del viaggiatore e, dunque, farà coincidere definitivamente Luciano- autore, o il Luciano extradiegetico, con il Luciano-personaggio, o il Luciano intra- diegetico. Luciano sembra assumere quindi il ruolo di nuovo educatore della Grecia e, al contempo, di personaggio modello, ribaltando completamente tutti gli insegnamenti che Omero tramire Odisseo aveva fornito alla Grecità.

La connessione del nome Ὅµηρος con il significato del verbo ὁµηρεύω, ‘essere preso in ostaggio’, non è una novità di Luciano314; una tra le tante testimonianze, quella del

Certamen Homeri et Hesiodi, 3, riporta la congettura che il prigioniero presso i Persiani

fosse stato il padre del Poeta oppure che il nome derivasse da un modo di definire i ciechi nella lingua eolica315; ed è proprio questa possibilità interpretativa del nome di Omero che sarà parodiata più avanti da Luciano.

Uno spunto molto interessante che ci fornisce il Certamen – come già ricordato in precedenza (si vedano pp. 41-42) – è quello di un altro nome di Omero: καὶ πρῶτοί γε Σµυρναῖοι Μέλητος ὄντα τοῦ παρ’αὐτοῖς ποταµοῦ καὶ Κρηθηίδος νύµφης κεκλῆσθαί

310 Si veda BORNMANN 1994, pp. 66-67 in cui – sostiene – Luciano sta interpretando alla lettera

Zenodoto.

311SimilmenteNÍ MHEALLAIGH 2014, p. 237: “the progenitor of Greek literature asserts himself as non-

Greek”.

312 MATTEUZZI 2000-2002, che ritiene che i nomi dei popoli orientali fossero abbastanza

interscambiabili, e NESSELRATH 2002.

313 In effetti, è curioso notare che Martin L. West, a conclusione del suo libro The East Face of Helicon,

sia arrivato a delle conclusioni molto simili alla satira lucianea: ritiene, infatti, che per l’epica arcaica si possa pensare ad un “Assyrian poet […] becoming Hellenized in the course of a few years, and turning into a Greek poet” (WEST 1997,p. 629).

314 Si vedano e. g. Procl., Vit. Hom. 3; Suda “Homer” 3; Anon. Vit. Hom. 1. Il Certamen Hom. et Hes.

11-12 riporta questa etimologia e anche quella di ὅµηρος come cieco. (BASSINO 2019, p. 121).

315 Cert. Hom. et Hes., 3: ὀνοµασθῆναι δὲ αὐτόν φασί τινες Ὅµηρον διὰ τὸ τὸν πατέρα αὐτοῦ ὅµηρον

δοθῆναι ὑπὸ Κυπρίων Πέρσαις, οἱ δὲ διὰ τὴν πήρωσιν τῶν ὀµµάτων· παρὰ γὰρ τοῖς Αἰολεῦσιν οὕτως οἱ πηροὶ καλοῦνται. Si veda BASSINO 2019, p. 88.

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φασι πρότερον Μελησιγένη316, mutando poi il suo nome in Omero. Quando Luciano fornisce come primo nome di Omero ‘Tigrane’ e, ricordando la sua origine babilonese, non possiamo non associarlo ad uno dei due fiumi della Mesopotamia, il Tigri317: in questo modo, l’autore conferma quanto avevamo ipotizzato a proposito del fiume vinoso e, cioè, che esso fosse la reificazione di Omero e della poesia in generale, che come il vino fa perdere lucidità e ragionevolezza.