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2.8.1 – La voce mediata: l’espressività orale nel tempo e nello spazio

Rispetto alla spazialità della voce mediata, Arnt Maasø461, nel suo articolo intitolato The proxemics of the mediated voice462 (in italiano, La prossemica della voce mediata)463 – cerca di approfondire le questioni proposte da Hall, in suo studio sulla prossemica, neologismo creato dall’autore. L’ambito è quello della voce umana nella comunicazione e delle questioni estetiche e tecniche emerse dalla mediazione fra la voce nel suo spazio naturale e i diversi tipi di microfoni e di manipolazione fonica.

Lo studioso cerca di provvedere alcune risorse basiche per rispondere alle seguenti domande: com’è possibile analizzare il modo in cui il segnale vocale sia comunicativamente vicino (closeness) o lontano (distance) rispetto all’audience? Come l’atto della mediazione incide sul suono della voce e la percezione della distanza comunicativa? Quali sono le differenze fra le voci interpersonali (non-mediate) e quelle mediate?464 L’autore così cerca di capire il ruolo della mediazione attraverso il suggerimento di uno strumento d’analisi che riguarda il rapporto spaziale nelle voci mediate465. Quando si analizzano gli aspetti spaziali della voce, tre fattori acustici sembrano essere di speciale importanza:

 Il volume o livello sonoro del suono;  Le caratteristiche della frequenza;

461 Professore nel Dipartimento di Media e Comunicazione dell’Università di Oslo.

462 A. Maasø, The Proxemics of the Mediated Voice: an Analytical Framework for Understanding Sound

Space in Mediated Talk, in J. Beck, T. Grajeda, Lowering the Boom: Critical Studies in Film Sound,

University of Illinois Press, Urbana 2008, pp. 36-50. 463 Traduzione mia.

464 Ivi, p. 36. 465 Ivi, pp. 40-50.

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 Il rapporto fra la direzione e il riflesso del suono.

L’aspetto più importante per valutare la distanza vocale nel quotidiano è l’intensità della voce. E qui vale la pena aprire una parentesi, dal momento che si tratta della percezione della voce umana, introducendo i concetti di pitch e di loudness, anziché frequenza, volume e intensità.

Anche se è possibile misurare oggettivamente la frequenza e il volume della voce tramite le unità di misura hertz e decibel, rispetto all’energia sonora emessa da un parlante, la percezione di queste frequenze e intensità può cambiare una volta che viene influenzata dal rapporto soggettivo, costituito nell’anatomia e nella fisiologia vocale, fra fonte e filtro. La fonte, ossia la vibrazione delle corde vocali, è influenzata a sua volta dalla quantità d’aria, dalla pressione sottoglottica, dalla qualità della chiusura glottica e dalle caratteristiche della vibrazione della mucosa che copre le pieghe vocali466, mentre il filtro, corrispondente agli aspetti della riverberazione di questa energia sonora tramite la tensione e il posizionamento della muscolatura e delle strutture del tratto laringofaringeo467, si aggiunge alle caratteristiche della mucosa che copre questo tratto – umidità, secchezza, presenza di corpi estranei o muco.

Nella vita quotidiana si usano aggiustamenti vocali a seconda delle persone a cui indirizziamo le nostre parole: si parla più delicatamente a una persona vicina che a un pubblico distante468.

Per quanto riguarda il pitch, una voce più vicina fa sentire meglio le sue frequenze più gravi, mentre un parlante più lontano fa sentire meglio le sue frequenze più acute. Un terzo parametro importante è la percezione del luogo in cui si trova il parlante – se

466 S. Magnani, F. Fussi, op. cit., pp. 152-171. 467 Ivi, pp. 173-182.

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siamo vicini a chi parla, il suono diretto sarà predominante, mentre se siamo lontani, saranno i suoi riflessi sulle pareti, sul soffitto e sul pavimento a predominare469.

Maasø spiega che le categorie di analisi dell’espressività della voce esistono fuori dal campo dei Media e Film Studies, ma non erano state ancora adattate all’impiego in questi contesti470. Una voce sussurrata delicatamente ha un limitato raggio di riflessione come suono diretto. Quando il suono è mediato, le leggi della fisica e l’esperienza quotidiana sono sospese. Con il suono elettro-acustico, la voce diventa schizofonica, come definisce R. Murray Schafer471.

[...] il greco schizo vuol dire divisione, separazione; il vocabolo greco phoné significa voce. La parola schizofonia indica, pertanto, la frattura esistente tra un suono originale e la sua trasmissione o riproduzione elettroacustica472.

Basandosi sugli studi dell’interazione sociale, Hall473 ha delineato quattro zone prossemiche personali, che risultano di particolare importanza se rilevate in determinati tipi di comportamento: una zona intima, quando i soggetti sono a 46 centimetri tra di loro; una zona personale, dai 46 centimetri all’incirca, fino ai 4,2 metri; una zona sociale, dal 1,2 ai 3,6 metri; e una zona pubblica, più di 3,6 metri.

Fra queste quattro zone, Hall ha proposto l’articolazione in zone vicine e lontane, sempre ricordando che questi valori variano a seconda degli standard culturali, sia fra la distanza fisica corporale che fra la distanza acustica delle voci. Allora, le zone sociali e pubbliche possono essere classificate a loro volta tra vicine o lontane. Le caratteristiche di ogni zona prossemica variano rispetto alla distanza vocale, alla prospettiva del microfono e delle orecchie destinatarie:

469 Ibidem.

470 Ivi, p. 41.

471 R.M. Schafer, The new soundscape: a handbook for the modern music teacher, BMI Canada, Toronto 1969, pp. 43-47.

472 Ivi, p. 131.

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Zona prossemica intima: 5-46 cm

Distanza vocale - suono/funzione: gemito, fiato, sussurro tra gli amanti; confessione intima; confidenzialità; esclusione di altri ascoltatori; comportamento di sfondo (back region).

Prospettiva del microfono - suono/funzione: soltanto suoni diretti; riflessioni non udibili; effetto di prossimità e voci bassissime; suono asciutto (dry

sound); suoni orali chiaramente evidenti (il respiro, lo scatto della lingua,

ecc.).

Orecchio destinatario - suono/funzione: percezione normale del sussurro nell'orecchio; le parole ad alto volume sono invadenti; le urla possono fare male.

Zona prossemica personale: 45-120 cm

Distanza vocale - suono/funzione: la voce è morbida e l'ambiente è chiuso - soft 'indoors' voice; conversazione personale tra 2-3 amici; timidezza; vicinanza; non-esclusività.

Prospettiva del microfono - suono/funzione: le riflessioni appena udibili; un senso del tono della stanza/luogo; assenza di una particolare riflessione asciutta 'dry' reflection - o parole bassissime - 'bassy speech'; suoni delle bocca e il respiro sono udibili, ma non in primo piano.

Orecchio destinatario - suono/funzione: percezione normale di un parlare leggero - soft speech; sussurri sono chiaramente intelligibili; le parole in volume forti sono invadenti; urli possono fare male.

Zona prossemica sociale (vicina): 1,2 - 2,2 m

Distanza vocale - suono/funzione: conversazione a volume leggero a regolare tra 5-6 persone; vicinanza; modo di rivolgersi personale e sociale; comunità; non-intima. Prospettiva del microfono - suono/funzione: un ovvio misto di suoni diretti e riflessi, anche se i suoni diretti sono predominanti; ricchezza di

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suoni a mezzo tono; alcuni suoni orali e il respiro sono udibili. Orecchio destinatario - suono/funzione: percezione normale di conversazioni leggere e regolari; i sussurri sono sentiti; ma non necessariamente intelligibili; le urla non fanno male, ma sono considerate invadenti.

Zona prossemica sociale (lontana): 2,2 - 3,7 m

Distanza vocale - suono/funzione: dalla conversazione regolare a quella parzialmente elevata tra diverse persone, o all’interno di un piccolo gruppo; comunità; estroversione; sociale; parzialmente pubblica.

Prospettiva del microfono - suono/funzione: chiaro aumento dei suoni riflessi; prospettiva e distanza sono chiare; suoni a mezzo tono normali; suoni orali appena udibili.

Orecchio destinatario - suono/funzione: percezione normale di una conversazione da normale a elevata; i sussurri possono essere sentiti, ma forse difficilmente compresi; le urla forti possono essere invadenti.

Zona prossemica pubblica (vicina) 3,7 - 7,6 m

Distanza vocale - suono/funzione: la voce è elevata a molti ascoltatori; lettura; pubblica; comunità; fiducia in se stessi; autorità; attenzione.

Prospettiva del microfono - suono/funzione: predominanza dei suoni riflessi, ma senza pregiudicare l'intelligibilità; suoni leggermente sottili; il respiro e i suoni orali non sono udibili.

Orecchio destinatario - suono/funzione: percezione normale all'orecchio rispetto ai discorsi e alle conversazioni pubbliche; la parola a basso volume suona debole; le conversazioni intime sono difficilmente intelligibili, ma possono essere percepite.

Zona prossemica pubblica (lontana) > 7,6 m

Distanza vocale - suono/funzione: gridare per le strade; parlare a un grande pubblico; urlare per aiuto; pubblica; autorità; attenzione; potere.

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Prospettiva del microfono - suono/funzione: i riflessi sono esagerati; si può sentire un’eco notevole di 'schiaffo' oltre i 12-13 metri; suoni sottili-fini con riduzione chiara dei bassi; l'intelligibilità è ridotta.

Orecchio destinatario - suono/funzione: percezione normale all'orecchio di una parola particolarmente forte fino alla massima distanza delle urla; le parole leggere sono difficilmente comprese; i sussurri sono appena udibili.

Allora la voce acusmatica promuove una relazione diversa col pubblico, che la percepisce in un altro tempo, lontana dal corpo originale che la produce, favorendo la fruizione fantastica della finzione. Inoltre, per esempio, può essere alzato il volume delle voci sussurrate, se è nell’intenzione del regista farle sentire. Allo stesso modo, una voce urlata viene registrata a distanza da un microfono, probabilmente di tipo “boom”, per non fare ‘esplodere’ il segnale acustico registrato. La percezione di una voce sussurrata viene amplificata, insieme al segnale del respiro, avvicinando all’orecchio dello spettatore la percezione del suono mediato.

II.2.8.2 – L’analisi interpretativa: l’espressività orale in un contesto socio-