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2. L'INNOVAZIONE NEI SERVIZI

2.10 Web 2.0: Internet volta pagina

Con la rapida evoluzione delle tecnologia negli ultimi 15 anni, la conoscenza dell'ambiente in cui un'azienda opera è diventata una componente essenziale del panorama mondiale economico. È quindi importante prevedere all'interno dell'organizzazione dei corsi di apprendimento delle nuove tecnologie per i dipendenti e managers. Un'innovazione che è

venuta alla ribalta negli ultimi anni, e che sta venendo adottata da un numero di aziende sempre più numeroso, è il cosiddetto Web 2.0.

Internet non si può più considerare una semplice "rete di reti", né un agglomerato di siti Web isolati e indipendenti tra loro, bensì la somma delle capacità tecnologiche raggiunte dall’uomo nell’ambito della diffusione dell’informazione e della condivisione del sapere. Queste sono le considerazioni alla base del cosiddetto Web 2.0 che, lungi dal rappresentare il culmine dell’evoluzione del mondo Internet negli ultimi dieci anni, è un punto di partenza per nuove metodologie e applicazioni software, all'insegna della condivisione e della collaborazione tra esseri umani.

Il termine "Internet 2.0" o "Web 2.0" è quindi l’espressione del dibattito attualmente in corso in merito alle nuove possibilità di fruizione del sapere e delle informazioni offerte dalla Rete. Non è quindi un’evoluzione della tecnologia TCP/IP alla base della Rete, ma dei mezzi e degli strumenti che utilizzano l’infrastruttura tecnologica sulla quale poggia Internet. E' un nuovo modo di intendere la Rete, che pone al centro i contenuti, le informazioni, l'interazione.

Si parla di Internet e non di Web, anche se spesso sono considerati sinonimi, dal momento che oltre ai computer fanno parte della rete globale altre periferiche quali il cellulare, la televisione, la radio, che possono interagire tra loro utilizzando le nuove tecnologie di condivisione del dato digitale.

Il concetto di Web 2.0 pone l’accento sulle capacità di condivisione dei dati tra le diverse piattaforme tecnologiche, sia hardware che software. Dietro a queste evoluzioni troviamo tecnologie quali:  Web services  API  XML  RSS  Ajax

Il filo conduttore è una nuova filosofia all'insegna della collaborazione. Questo è il Web 2.0, interazione sociale realizzata grazie alla tecnologia.

I servizi e gli strumenti del Web 2.0 trasformano ogni utente da consumatore a partecipante, da utilizzatore passivo ad autore attivo di contenuti, messi a disposizione di chiunque si affacci su Internet, indipendentemente dal dispositivo che utilizza.

Per fare chiarezza su concetti talvolta troppo astratti, facciamo l'esempio di un servizio già esistente di nome "Ringfo" che permette di verificare il costo e i giudizi del pubblico per un libro o un cd venduto su Amazon, semplicemente componendo un numero telefonico e digitando il codice ISBN. Ci risponderà una signorina virtuale, dandoci tutti i dettagli. Il servizio sfrutta la tecnologia e le informazioni residenti in Amazon e le ridistribuisce tramite il cellulare. Le principali tecnologie utilizzate sono le API di Amazon che comunicano tramite interfaccia dati XML con l’applicativo "Ringfo", che a sua volta utilizza lo standard VXML per dar vita alla signorina virtuale che risponde al telefono.

Un altro esempio della natura multipiattaforma e relazionale del Web 2.0 è rappresentato da "HousingMaps", che sfrutta due distinte risorse, "Craigslist" e "GoogleMaps", per offrire un servizio di ricerca di annunci immobiliari sul territorio americano. La particolarità di questo servizio sta nel visualizzare gli annunci direttamente sulla cartina stradale o satellitare, permettendo di avere subito il dettaglio dell’immobile, con le foto e le informazioni collegate. Le mappe sono caricate sfruttando le API del servizio "Google Maps", mentre i dati relativi agli annunci sono estrapolati dal database di inserzioni "Craigslist".

La "Craigslist" si può considerare a pieno titolo un'applicazione Web 2.0 in virtù del metodo di categorizzazione, non più basato sulle directory, ma sulla folksonomy (folks + taxonomy), un sistema di classificazione basato sulle parole (tag) scelte dagli utenti per descrivere un determinato argomento. In concreto, quando una persona vuole aggiungere un contenuto, non decide in quale categoria inserirlo, ma ne dà una o più parola chiave, utili a descriverlo per le future ricerche degli altri utenti. La ricerca avviene scorrendo liste incrociate di link, generate in base alle scelte e agli interventi dei singoli utenti.

 blog  wiki

 social network  podcasting  vodcast

Tutte permettono la partecipazione nonché la diffusione di ciò che viene prodotto all’interno delle comunità interattive di fruitori/autori di contenuti.

Le materie e gli argomenti trattati spaziano lungo tutti i campi del sapere, rendendo ogni informazione immediatamente visibile e rielaborabile per qualsiasi media. Può capitare che un articolo apparso su un quotidiano online sia commentato su un blog, per poi essere arricchito dall’aggiunta di contenuti audio e video, essere condiviso all’interno di una comunità, diventando a ogni passaggio sempre più approfondito e "popolare".

Il fiore all'occhiello del Web 2.0 è senza dubbio il blog, vero e proprio luogo di incontro, discussione e condivisione di argomenti e contenuti, disponibili come testo, immagini, audio e video. L’elemento più innovativo di questo strumento/sito è la tecnologia RSS (Really Simple Syndication), grazie alla quale i contenuti dei feed RSS sono fruibili tramite appositi software che interpretano i file in linguaggio XML, rendendo visibili le informazioni ivi contenute senza bisogno di navigare il blog o il sito che li ha prodotti. E' anche possibile aggregare più feed, filtrandoli e rielaborandoli, per presentarli su un altro sito Web o su un servizio di news navigabile tramite il cellulare.

La diffusione dell’informazione avviene anche tramite i podcast (file audio) e i vodcast (file video), leggibili da programmi dedicati allo stesso modo dei feed RSS.

Scorrendo l'elenco delle soluzioni Web 2.0 troviamo i wiki, l’espressione più democratica della diffusione della conoscenza attraverso la tecnologia. La logica che muove e sviluppa i wiki è la partecipazione degli utenti a un obiettivo comune, come la realizzazione della più grande enciclopedia mondiale, la "Wikipedia", o la creazione di un glossario informatico, o di una knowledge base dedicata a un argomento specifico. Il metodo di lavoro è in questo caso l’elemento innovatore; chiunque può aggiungere o modificare il contenuto (testo,

immagini e video) presente in un wiki. Ecco perché si può affermare che la partecipazione libera del singolo produce un bene culturale comune, fruibile da tutti gratuitamente.

Non possiamo non menzionare i social network, o reti sociali, che consistono in gruppi di persone, con vincoli familiari e non, con passioni e interessi comuni, intenzionati a condividere pensieri e conoscenze. Si trovano online comunità di persone che condividono i link ai siti che ritengono interessanti, oppure alle proprie foto o video, come anche poesie, o anche resoconti di eventi cui hanno partecipato. Persone che hanno la capacità e la voglia di distribuire contenuti multimediali relativi ai propri interessi. Questi gruppi si rivelano spesso una preziosa fonte di informazioni e al contempo divulgatori specializzati in argomenti di nicchia.

Il feed RSS accomuna tutte le applicazioni sopra citate, perché permette di diffonderne il contenuto con una modalità semplice e immediata. Questa capacita divulgativa può essere applicata a qualsiasi sito voglia informare i propri utenti sulle novità, come avviene per i quotidiani online che diffondono le proprie news, o per i grandi motori di ricerca che informano sui nuovi servizi attivi o in corso d'opera.

Il cuore del Web 2.0 è il contenuto, fruibile in tutte le sue applicazioni multimediali, prodotto dall’interazione delle persone tramite piattaforme ad hoc.

Le applicazioni sono le più disparate, da quelle a scopo commerciale come Amazon a quelle votate alla libera circolazione del pensiero.

Le formule che generano ricavi sono molteplici; le prime soluzioni che vengono in mente sono sicuramente la vendita di pubblicità o di servizi professionali, ma non vanno trascurate la visibilità e la credibilità che un'azienda può acquisire aprendo il proprio blog, o partecipando a comunità di nicchia i cui interessi coincidono con i prodotti offerti. Per non parlare dei vantaggi nel campo delle relazioni pubbliche e della comunicazione d'impresa, il cui principio guida è proprio "lavorare bene e farlo sapere a tutti". E cosa c'è di meglio di un blog, o un wiki, o una community, per farlo sapere a tutti?

Con lo sviluppo e l’evoluzione dei servizi le opportunità di guadagno cresceranno, offrendo soluzioni orientate a diverse nicchie di mercato. Il solo limite pare proprio essere l'immaginazione (Montalto 2005).

David Wyld fornisce alcune statistiche riguardanti la popolarità e la potenziale forza del blog come uno strumento di gestione. Il blog è stato il primo esempio in cui internet ha conferito “poteri” agli utenti: chiunque può pubblicare idee per un'audience di massa attraverso il click del proprio mouse. I blog possono essere pubblici (generalmente riguardanti argomenti politici, culturali e popolari), o ristretti a una piccola audience. La loro forza per emancipare vari gruppi è indiscutibile: due dei siti più visitati negli USA sono MySpace e Facebook, ai quali seguono YouTube e Blogger.com. Siti di questo genere, che generano soddisfazione per gli utenti, sono parte del nuovo fenomeno del Web 2.0.

Wyld discute ampiamente ciò che la “blogosfera” rappresenta per il pubblico in generale, prima di discutere di come questa tecnologia può essere usata nel mondo gestionale. I blog innegabilmente lasciano molto potere agli utenti dando la facoltà a chiunque di promuovere discussioni libere attraverso un forum pubblico. Un blog è creato mediamente ogni secondo; 54.000 messaggi sono creati ogni ora. La blogosfera è 60 volte più grande rispetto a tre anni fa, e questo tipo di crescita esponenziale incoraggia uno scambio internazionale di idee.

Il blog è spesso visto come una forma di terapia dagli utenti. La possibilità ti trasmettere frustrazioni e opinioni on line in un ambiente anonimo è catartica, e, come afferma Wyld, benefico per il blogger. Tuttavia i problemi cominciano quando c'è un'eccessiva esposizione al blog, particolarmente a lavoro. Alcune ricerche indicano come un numero crescente di impiegati stanno venendo licenziati per il loro utilizzo eccessivo del blog. Il blog può incoraggiare comportamenti inappropriati o non professionali. L'effetto democratico del blog può, se non monitorato appropriatamente, incoraggiare una “troppa” libertà di parola.

Come possono i blog essere usati per accrescere una struttura di un'organizzazione o la sua produttività? Wyld articola alcuni problemi che possono affrontare le organizzazioni come ad esempio la possibilità per gli impiegati di esporre inavvertitamente segreti dell'azienda, violare leggi sulla sicurezza, o lasciare messaggi su proprietà intellettuali protette. Per questa ragione, è sostenitore di una politica di blog fatta su misura e coerente. IBM, Harvard Law School, e Sun Microsystems, per esempio, hanno sviluppato una serie di linee guida per le attività di blog all'interno delle loro organizzazioni. Mentre potrebbe essere fondamentalmente contraddittorio inserire restrizioni per un forum creato essenzialmente per

un dibattito libero, queste linee guida aiuteranno a definire uno specifico tipo di discorso proficuo e produttivo attraverso tutta l'organizzazione.

Wyld inoltre avverte il management contro l'uso inappropriato e nascosto della blogosfera. Sforzi fatti da alcuni buisiness per usare il blog al fine di promuovere servizi o prodotti sono emersi nonostante ci siano stati forti ostacoli. Il management si deve occupare del blog, devono partecipare nei dibattiti del blog. Questo discorso può potenzialmente indebolire la loro posizione di autorità nell'organizzazione, ma se usato correttamente, può presentare il management come umano e disponibile. I blog possono anche essere usati come forum per critiche costruttive, mantenendo i managers e gli impiegati responsabili delle loro azioni e decisioni. Permettono commenti, feedback, e dialogo. Monitorare i blog porta anche ampi benefici nella strategia del management. Wyld riporta l'esempio di Jeff Jarvis, un famoso blogger, il cui blog si lamentò del prodotto e servizio fornito da Dell che aveva “un impatto diretto sulle performance delle aziende finanziarie”. Similmente, la compagnia di frutti di mare Gorton's subì un attacco simile sul cyber spazio da Greenpeace, che lanciò una campagna contro la loro collaborazione con la compagnia giapponese Nissui, che possedeva un terzo della flotta baleniera giapponese. Per questa ragione quindi, se il management fosse allenato a monitorare queste uscite, sarebbero più efficienti nell'eliminare o diminuire queste potenziali trappole.

Il management dovrebbe essere più accorto del potere di questo nuovo, libero mezzo di pubblicazione istantaneo: facendo questo, sarebbe capace di usare le discussioni on line a proprio vantaggio. Se un'organizzazione vuole implementare un blog per uso del management, dovrebbe prima però metter giù delle chiare linee guida per un suo uso corretto ed appropriato. Un mezzo così democratico deve avere parametri ben definiti e deve essere usato con grande senso di responsabilità, sia dal management che dagli impiegati.

Capitolo 3