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William Gould e le formiche ingles

William Gould, naturalista e reverendo inglese nato nel 1715, è conosciuto in particolare per il suo An Account of English Ants, la prima raccolta scritta di osservazioni sulle formiche pubblicata nel 1747, che suscitò non poche controversie al momento dell’uscita. Il suo trattato, accanto a quello di Lesser, è un’importante e precoce testimonianza per la mirmecologia, nonostante l’autore fosse riuscito a catalogare solo poche specie. In particolare ne enumera e descrive cinque, alle quali è dedicato il primo capitolo: “the Hill Ant, the Jet Ant, the Red Ant, the common Yellow Ant, the small Black Ant”48, delle quali

distingue anche le differenti abitazioni.

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Da subito ritiene che spesso si commette l’errore, nelle indagini sulla natura, di essere vaghi e superficiali, e che questo dipenda in particolare dalla scelta dell’oggetto. Per questo anziché dedicarsi a più creature, fra tutte sceglie “next to the Bees, the most extraordinary amongst the numerous Race of Insects”49, ovvero le formiche, sperando con

il suo scritto di promuovere “the Glory of God and Improvement of knowledge”50.

I formicai vengono descritti dettagliatamente, elogiati come sempre per la complessa struttura e il tipo di architettura, eseguite con operosità e maestria: si compongono di varie camere, tutte comunicanti tramite dei canali sotterranei ben levigati, tali da permettere il passaggio in entrata e in uscita di più abitanti contemporaneamente, e da evitare che l’acqua possa penetrare in profondità e causare allagamenti. Tutta la colonia si adopera per mantenere pulita l’abitazione e difenderla da eventuali minacce, e nel caso uno dei componenti muoia viene immediatamente trasportato all’esterno “without Ceremony or Rites of a Funeral”51 (Plinio52 riferiva che le formiche del suo paese, quindi italiane,

avessero l’abitudine di seppellire i propri morti, ma Gould ritiene che questa non fosse un’usanza delle specie inglesi).

Gould delinea i tratti generali delle colonie, formate dalla regina circondata da molte operaie, anche da lui considerate asessuate, che si prendono cura delle uova (nell’ordine a suo dire di cinque o seimila) deposte nell’arco di sette o otto mesi.

Le regine, il cui aspetto fisico viene descritto scrupolosamente (in particolare prende come modello le formiche gialle, dalle quali le altre differiscono per alcuni dettagli), sono oggetto costante di rispetto da parte delle operaie, che si prodigano in vari modi per mostrar loro lealtà e ammirazione. Addirittura narra di un esperimento durante il quale aveva confinato una regina e varie operaie all’interno di un contenitore. Le operaie come sempre le

49Ivi, Preface. 50Ibidem. 51 Ivi, p. 17.

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obbedivano e mentre alcune si allontanavano in cerca di cibo, altre le rimanevano accanto come per proteggerla. Anche quando sfortunatamente la regina morì, le operaie continuarono nel loro servizio, spostandola all’occorrenza da una parte all’altra e portandola con sé al momento di lasciare la scatola in cui erano state forzate.

Ma Gould ha anche delle ragioni per credere che questa fedeltà sia limitata nel tempo:

There is great Reason to presume that the Obedience of the Common Ants to the Queens, is temporary, and limited to particular Cells; for on putting several in Boxes, I observed that after laying their Eggs, their Attendants grew more cool towards them, and the Queens seemed unsettled and discontented. It is certain that in the Summer Months, the Queen is to be met with in various Places of the Colony; that in several of the Lodgments you may find new-laid Eggs; and that the Size of her Body decreases in Proportion. From whence I am inclined to believe that having deposited a Parcel in one, she retires to another Cell and does the same; and thus in the laying Season from January, to September, she often changes her Situation, and likewise her Attendants; furnishing each Company in their turn with a Supply of Eggs. She is received into the new Apartment with universal Pleasure, and until she has given them their Charge, is caressed with the highest Marks of Honour and Esteem. As there are always a Number of Lodgments void of Eggs, but full of Ants, she is never at a loss for an agreeable Settlement and submissive Retinue; and by the Time she has gone round the Colony in this Manner, the Eggs she first laid are brought to Perfection, and her old Attendants are glad to admit her again53.

Nonostante ciò, a differenza di quanto accade nella società delle api, le operaie continuano a manifestare la loro lealtà alla regina nutrendo e prendendosi cura delle uova anche in sua assenza.

La deposizione a suo dire avviene solitamente a partire dalla primavera, anche se variazioni climatiche potrebbero posticipare o anticipare l’evento. Le uova, sostiene Gould, possono essere femmine, maschi o neutre. I primi due tipi vedono la luce generalmente in

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primavera, e il terzo tra luglio e agosto, o prima se si ha un’estate particolarmente calda. La differenza fra i vari tipi di uova è minima, e si limita a colore e grandezza, e tutte passano al successivo stadio di larva attraverso un bozzolo ruvido composto da numerosi fili che si uniscono in anelli; sono inizialmente immobili, e incapaci di spostarsi da un luogo all’altro, mancanza subito ovviata dalla presenza delle operaie, pronte a trasferire le larve in caso di pericolo o bisogno. L’intero ciclo, dallo stadio di uovo fino al raggiungimento dell’età “adulta”, si svolgerebbe secondo l’autore nell’arco di un anno circa, mentre oggi sappiamo richiedere approssimativamente un mese.

Il passo successivo vede le larve trasformarsi in ninfe: le femmine sarebbero le prime a subire il cambiamento, seguite dai maschi e infine dagli individui cosiddetti neutri; a questo punto le operaie smettono di cibarle, anche se continuano comunque ad averne cura per tutto il resto. Le ninfe si ricoprono di un sottile strato setoso e cominciano a produrre un liquido di cui si nutrono per tutto il tempo in cui permangono in questo stato. Questo passaggio è d’obbligo per tutte le specie descritte da Gould, tranne che per le formiche rosse, che invece non si avvolgono in un bozzolo siffatto e in pochi giorni diventerebbero più chiare assumendo le sembianze dell’insetto adulto.

Osservando la ninfa, nel giro di qualche settimana si può scorgere il profilo di una formica in crescita: cominciano ad apparire le zampe e la testa con tutti i suoi organi. Progressivamente gli individui cambiano colore, ma solo alla fine del processo è possibile stabilirlo con certezza. Per prima cosa cominciano a vedersi deboli movimenti delle zampe e delle antenne, e da questi prende il via il loro percorso di liberazione dal proprio involucro: appena le operaie ne intuiscono l’avvio, praticano un piccolo foro nella tela che ricopre le ninfe per dar loro aria, e da questo usciranno nel giro di un paio di giorni gli individui adulti. Generalmente la femmina più grande e alata è la prima a completare la trasformazione, e dopo di lei si hanno in successione i maschi alati, più piccoli, e le ninfe “neutre”, destinate a diventare “common ants”, ovvero operaie.

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Uno dei grandi meriti di Gould è di aver capito che le formiche alate sono sia maschi sia femmine, mentre prima era credenza comune che fossero solo maschi. Va ricordato che lo scritto di Réaumur Histoire des fourmis non venne pubblicato, perciò il naturalista inglese non poteva essere al corrente degli studi del collega:

That the large Ant-Flies are Females, and that some of them become 'Queens, is exceeding probable from the following remarkable Incidents. […] If you strip a large Ant-Fly of its Wings, when a Week old or more, which is very easily done, for they will come off by the most gentle Touch imaginable, and then place it in a Microscope with a Queen, you will perceive no manner of difference as to their Frame. The like indented Places, or little Hollows in the Breast where the Wings commonly lie, will be observed in both; from whence there is great Reason to believe the Queen was originally adorned with such Gayety, and appeared in the Character of a Fly. It is also observable, as a strong Confirmation of this Sentiment, that abundance of the large Ant-Flies, just before or soon after leaving the Colonies, actually drop their Wings, and except, a small Difference in Complexion, which has not yet attained its true Gloss, are not to be distinguished from the Queens. You may, the latter End of July, and great Part of August, often meet with these unwinged Ants travelling about as it were at Random. If you place a Number of large Ant-Flies in a Box, the Wings of many of them will, after some Time, gradually fall off like Autumnal Leaves. This Circumstance is peculiar to the large Sort; for if you confine the small ones ever so long, their Wings will continue fixed, and cannot be separated without some Difficulty. Nor is it indeed common to all the large Flies; for you may frequently observe many of them dead, and others roving with their Wings on; but they make little or no Use of them in Flight: Whereas the Male can waft themselves to considerable Distances. The final Cause of this different Appearance will be considered in another Place.54

Già Réaumur aveva ritenuto la perdita delle ali frutto di un processo naturale, ma le osservazioni di Gould risultano più accurate. Inoltre nel suo testo si trovano considerazioni

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circa le differenti colorazioni fra maschi e femmine, cosa che Réaumur invece non aveva menzionato.

Come ho già accennato, a Gould viene solitamente attribuita anche la prima osservazione di una regina fecondata nell’atto di fondare una colonia. In realtà come si è visto già Réaumur ne era stato testimone; nonostante ciò le osservazioni in An Account of English Ants meritano quantomeno di essere ricordate. L’autore infatti osserva come la perdita delle ali sia la premessa necessaria alla regina per raggiungere il suo stato, e come per le formiche questo rappresenti un fatto del tutto peculiare:

The casting of their Wings is an Instance peculiar to the large Ant-Flies. These are to other Insects their highest Decorations, and they Want of them lessens their Beauty, and shortens their Life. On the reverse, a large Ant-Fly gains by the Loss, and is afterwards promoted to a Throne; and drops these external Ornaments, as Emblems of too much Levity for a Sovereign.55

Un altro aspetto singolare delle formiche operaie riguarda la mancata acquisizione delle ali: mentre gli altri insetti della stessa casta che ne prevedono lo sviluppo le guadagnano nel passaggio da ninfa a insetto adulto, nelle formiche “comuni” ciò non avviene e, diversamente da quanto avviene in genere in questo gruppo, ne restano sprovviste.

Come già fatto da tutti gli autori citati, anche Gould non manca di elogiare la laboriosità delle formiche: le operaie si premurano di fornire il formicaio di tutti i materiali necessari, e li dispongono in modo tale da facilitare la fuga in caso di attacco ostile da parte di altri animali, l’uscita nelle ore più calde e soprattutto la crescita delle uova fino alla fine della loro trasformazione. Una volta disposto il formicaio, il loro lavoro consiste principalmente nel prendersi cura dei piccoli durante tutta la crescita.

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A differenza di Réaumur, Gould aveva intuito il ruolo delle operaie nell’apertura del bozzolo, suddividendo infatti la cura nei confronti della prole in tre diversi compiti: “1. The Transferring them to various Parts of the Colony. 2. Giving them proper Sustenance. 3. And dismantling the Nymphs”56. Il tutto ovviamente eseguito “with equal Assiduity,

Constancy, and Exactness”57.

Gould dà grande rilievo al nutrimento che le operaie danno alle larve: le formiche adulte scelgono con cura ciò di cui cibare se stesse in modo da secernere la sostanza da somministrare ai piccoli per soddisfarne il fabbisogno. Anche lo “smantellamento” del bozzolo costituisce un compito di primaria importanza, che occupa gran parte del loro tempo dal momento in cui inizia l’operazione, da un lato perché i tessuti pur essendo sottili sono molto resistenti, e dall’altro perché solitamente le operaie si ritrovano a gestire centinaia se non migliaia di individui contemporaneamente.

Uno dei punti più interessanti del testo riguarda la presunta abitudine delle formiche di predisporre una dispensa all’interno dell’abitazione, nella quale conservare scorte di cibo per l’inverno, le cui rigide temperature impediscono loro di uscire all’aperto per procacciarsene. A favore di questa tesi, fortemente sostenuta da fonti come Plinio, Virgilio, Orazio, viene ripreso l’estratto di una lettera scritta da un membro dell’accademia francese, e pubblicata da Joseph Addison e Richard Steele nel secondo volume di The Guardian. La lettera spiega come attraverso una serie di esperimenti e osservazioni, l’autore fosse giunto a questa conclusione: “I make no doubt but they lay up provisions against winter. We read it in holy scripture; a thousand experiments teach us the same; and I don't believe that any experiment has been made that shews the contrary”.58

Gould quasi si scusa nel farlo e contraddice questa tesi:

56Ivi, p. 74. 57Ibidem.

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But leaving this to be more evidently determined by Foreign Virtuosi, let us return to the Conduct of the English Ants; and it will appear, from a repeated Series of Observation and Experiments, that our Ants do not lay up Corn or other Food against Winter; have not Magazines peculiar to this Purpose; but that, in reality, their unwearyed Diligence in collecting Provisions is chiefly caryied on for the noble Design of maintaining Posterity. Upon the most exact and frequent Examination of numerous Settlements in the Winter, I could never trace out any Reservoirs of Corn or other Aliment. […] They have, perhaps, sufficient Force not only to raise a considerable Weight from the Ground, but also to transfer a Wheat Corn, or other Grain, to some Distance. But, upon Examination of their Settlements, I never could find any Magazines or Collections of Food.59

Inizialmente ipotizza che la divergenza di opinioni potrebbe derivare dalle differenti temperature che caratterizzano l’ambiente in cui le formiche vivono: essendo l’inverno inglese piuttosto rigido, le formiche probabilmente non hanno bisogno di scorte perché passano la stagione fredda in uno stato di addormentamento60. Resta il loro incessante

impegno durante la stagione calda, che inizia con l’arrivo della primavera e si estende fino ad autunno inoltrato, ma non ci sono segnali, almeno per quanto riguarda le formiche inglesi, di un lavoro rivolto alla fornitura di eventuali granai.

In una prospettiva teleologica, tra le principali utilità di questi insetti Gould menziona il fatto di costituire il pasto perfetto per certi tipi di uccelli, in particolare pernici e fagiani, ma non dimentica altri aspetti, tra cui quello già ricordato da Réaumur, ovvero di essere oggetto di distillazione da cui trarre un acido, un liquido utile nella cura di certi disagi fisici.

Mi sembra opportuno chiudere il discorso su Gould riportando le sue ultime e celebrative parole nei confronti delle formiche, e della loro esemplare vita:

Many are the moral Instructions arising from the Sight of a Colony of Ants; with a few of which it may not be impertinent to close this Account. Their surprizing

59 Gould (1747, p. 81, 83). 60 Cfr. Gould (1747, p. 80).

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incredible Affection towards the Young, might teach us to value Posterity and promote its Happiness. The Obedience they pay their respective Queens might read us a Lecture Of true Loyalty and Subjection. Their incessant Labours may serve to enliven the industrious, and shame the lazy Part of Mankind. The unanimous Care exerted by each Colony for the common Emolument, might let us know the Consequence of Public Good, and tempt us to endeavour the Prosperity of our Countrymen. From their Economy we may learn Prudence; from their Sagacity Wisdom. If, lastly, we call to Mind the infinite Curiosities that distinguish a Settlement of Ants; the Form and Structure of the common Workers; the glorious Character of the Queen; the strange unparalleled Circumstances that attend the Flies; the many stupendous Metamorphoses of the Young; the different Species, and particular Use they answer in the Scale of Beings; we cannot but extol the Majesty of God, who has arrayed the Universe with so much Beauty, and embellished each Part of it with such a Scene of Wonders.61

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II

L’Ottocento