Con il Rinascimento si apre un vero e proprio divario tra norme giuridiche e precetti religiosi da un lato e reali comportamenti sessuali degli uomini dall’altro. Nonostante il perdurare di un clima di persecuzione e condanna per ogni forma di devianza sociale (in continuità con l’epoca medievale), il culto della pederastia rinasce sotto forma di una corrente di erotismo artistico. Il più raffinato esempio è costituito dalle opere di BOTTICELLI, VERROCCHIO, LEONARDO, nelle quali sono evidenti le giovanissime età dei modelli/e che posano nudi. I dipinti del BRUEGHEL, inoltre, testimoniano la frequenza di attività sessuali con bambini durante feste goliardiche e la notevole diffusione di tale pratiche99.
All’inizio del XVI secolo, malgrado il terrore del contagio da sifilide100 e il conseguente bando dei rapporti sessuali extra coniugali, taluni comportamenti sessuali devianti continuano a essere praticati.
Nemmeno la malattia rappresenta un deterrente abbastanza forte da scoraggiare gli uomini dalla frequentazione dei postriboli. La paura del contagio, anzi, porta con sé conseguenze inaspettate e mortificanti. In primis, sulla suggestione di una curiosa credenza popolare secondo cui il rapporto sessuale praticato con una vergine risani dalla sifilide, un’ingente quantità di prostitute illibate comincia a esser richiesta dai frequentatori delle case di meretricio. Successivamente, già nel XVI secolo, si diffondono ulteriori devianze sessuali che portano all’incremento esponenziale della domanda di prostituzione infantile101. Nel contempo, ancor mossi dalla paura per le malattie veneree, si assiste a una nuova ondata repressiva nei confronti delle devianze sessuali, la quale conduce per un breve periodo all’abolizione delle case di tolleranza 102.
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99 BONAFIGLIA, Pedofilia Perché? (4), p. 39.
100 Patologia venerea importata, secondo alcuni medici, dal continente americano.
101 G. PERSICO, op. cit., p. 16 - 17
102 BONAFIGLIA, Pedofilia Perché? (4), p. 39.
5.1 Il Rinascimento
5.2 La pedofilia nel XVI secolo
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Con l’avvento del XVII secolo, terminate le costrizioni e le forti ostilità nei confronti della promiscuità sessuale, riemergono i costumi libertini di un tempo e si amplia la comunità omosessuale. Le perversioni dilagano in modo allarmante in molteplici paesi d’Europa e nel mentre fiorisce e si diffonde una forma di letteratura erotica ispirata a una maggiore disinibizione ed emancipazione. In Italia, per esempio, si ha la sconcertante testimonianza del CASANOVA: in un passo delle sue Memoires, egli descrive Cecilia di 12 anni e Marina di 11 come «due boccioli di rosa che per aprirsi attendevano non già il soffio di zefiro, ma dell’amore»103, peraltro non sottacendo i copiosi rapporti sessuali con minori di sesso maschile e femminile. Esempio simile ci è proposto dal francese DE SADE, che dà il proprio nome al fenomeno oggi noto come
“sadismo”. Le sue due più note opere, “Justine” e “Juliette”, sono improntate alla perversione sessuale e al piacere sadico che trova la sua massima espressione nel tormentare giovani inermi104.
Malgrado persistano devianze sessuali di ogni genere, verso la seconda metà del XVII secolo si assiste all’ennesimo cambiamento di rotta dell’opinione pubblica, nuovamente sdegnata da coloro che si dedicano a tali pratiche. La Francia, in questo senso, recita un ruolo di primo piano: la cultura transalpina, per prima, sviluppa una letteratura pedagogica a uso di genitori ed educatori, con il fine specifico di tutelare l’innocenza infantile. Si comincia a capire come certe risalenti usanze possano rompere gli argini del gioco e impregnare di tracce negative la psiche ancora in formazione105, maturando una sensibilità del tutto nuova nei confronti del fanciullo. L’adulto è ora esortato a un maggior distacco nei confronti del bambino, ciò che comporta la sua tendenziale ritenzione dal coccolare il figlio o dal lasciarlo dormire con lui nello stesso letto. Rientrano in questo nuovo modo di percepire l’infanzia anche i comportamenti di controllo, come sorvegliare le loro letture o non affidarli troppo ai domestici.
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103 PERSICO,I labirinti (17), p. 16.
104 BONAFIGLIA, Pedofilia Perché? (4), p. 39.
105 CIFALDI, Pedofilia (18), p. 8.
5.3 La pedofilia nel XVII secolo
5.4 Nuove tendenze pedagogiche
CAP.I–PROFILI STORICI
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Nel XVIII secolo, sull’onda di una nuova e dilagante moralità, alcune nazioni europee iniziano a sanzionare con pene severe l’increscioso fenomeno di violenza sessuale ancora diffusa nel Continente. Per primo, il Codice Napoleonico del 1810 contempla l’abuso dei minori106 e l’oltraggio al pudore107 nel novero dei comportamenti sessuali devianti. È sempre la Francia, nel 1832, a coniare il concetto di oltraggio al pudore senza violenza su bambini sotto gli undici anni108; la novella del 1863 riporterà invece l’età massima a tredici anni109. Il numero dei casi di stupro di bambini e fanciulli, nel contempo, raggiunge vette vertiginose; in genere, le tecniche di approccio utilizzate dai molestatori sono, in gran parte, le medesime del nostro tempo: dolciumi, caramelle, particolari attenzioni, giochi110. Sebbene oggigiorno un adolescente sia riconosciuto vittima di abusi sessuali già solo per aver intrattenuto rapporti consenzienti con il proprio molestatore, non risulta essere stato sempre così. Prima del 1800, infatti, la giovane età di un fanciullo non lo rende automaticamente “vittima” di un adulto per il solo fatto di intrattenere con questi dei rapporti sessuali. Al contrario, a quel tempo si reprime ogni rapporto fisico consumato al di fuori dei legami del matrimonio e, qualora uno dei due partner sia adolescente, quest’ultimo è a sua volta ritenuto colpevole (seppur la sua giovane età costituisca un’attenuante della sua condotta contra ius). In ogni modo egli non può confidare di
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106 Art. 331 : «Quiconque aura commis le crime de viol, ou sera coupable de tout autre attentat à la pudeur, consommé ou tenté avec violence contre des individus de l'un ou de l'autre sexe, sera puni de la réclusion.». Art. 332 : «Si le crime a été commis sur la personne d'un enfant au-dessous de l'âge de quinze ans accomplis, le coupable subira la peine des travaux forcés à temps.»
107 Art. 330 : «Toute personne qui aura commis un outrage public à la pudeur, sera punie d'un emprisonnement de trois mois à un an, et d'une amende de seize francs à deux cents francs.».
108 L'article 311 del codice penale, novellato a seguito dello scandalo generato dal caso dell’assoluzione del curato di Benfeld, in Alsazia, per mancato uso della violenza fisica, recita che «tout attentat à la pudeur, consommé ou tenté sans violence sur la personne d'un enfant de l'un ou l'autre sexe âgé de moins de 11 ans, sera puni de réclusion».
109 PERSICO,I labirinti (17), p. 16.
110 BONAFIGLIA, Pedofilia Perché? (4), p. 40.
5.5 XIII secolo:le prime norme a tutela dell’infanzia
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essere riconosciuto quale vittima di abusi sessuali111, un risultato che sarà compiutamente raggiunto solo due secoli più tardi. Nondimeno, in Europa diverse legislazioni elevarono l’età che permette a un giovane di intrattenere relazioni sessuali consenzienti: da 10-12 anni a 13 anni in Francia (1863), a 14 anni in Austria (1852) e Germania (1871), a 15 in Svezia (1864) e addirittura a 16 anni in Inghilterra (1885).
A dispetto di quanto sinora detto, nel medesimo periodo alcuni poeti inglesi, conosciuti con il nome di Uraniani, tentano di riesumare la speculazione greca sulla pederastia modificandone però l’asse di riferimento: da privilegio riservato alle classi agiate, il percorso formativo tipico della cultura ellenica viene ora aperto alla classe economica meno abbiente, i cui adolescenti vengono posti sotto l’ala protettrice di uomini ricchi e sapienti allo scopo di amarli, aiutarli e guidarli. La pederastia uraniana, in verità, è espressione di una relazione molto più complessa rispetto a quella greca. Nella visione di questo movimento, infatti, il rapporto pederastico offre una collocazione importante alla personalità del ragazzo e alla molteplicità dei livelli di interazione. Sovente, il giovane non si limita a occupare il rango di oggetto ma è considerato un vero e proprio interlocutore, se non addirittura un innamorato112. Esponente di questo movimento fu ALFRED DOUGLAS, la cui relazione con OSCAR WILDE portò alla condanna del celebre autore per sodomia113. Alcuni esponenti di questo movimento inglese114 sono tuttora attivi.
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111 MARTIN KILLIAS, The emergence of a new taboo: the desexualisation of youth in western societies since 1800, p. 462.
112 PERSICO,I labirinti (17), p. 18.
113 ALBERTO VITTOR UGO ZIONI, Il garofano blu. Per la prima volta, tutto il racconto della vita di Lord Alfred Douglas l'adorato amico di Oscar Wilde, Simonelli, Milano 1999, passim.
114 PERSICO,I labirinti (17), p. 17.
5.6 Gli Uraniani
CAP.I–PROFILI STORICI
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