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nei nuovi sviluppi industriali

ZONA ACQUA

Pertanto, nella parte di ter-reno da cui, superficialmente o sotterraneamente, potranno provenire acque inquinate, si dovrà proibire di creare indu-strie che possano generare tali danni; lo stesso, per l'aria. Non è difficile individuare le indu-strie che possono attenersi a tali dettami: anzi, per il futuro sviluppo sarà facile elencare quelle industrie che non hanno potere di danneggiarsi l'una coll'altra, tenuto conto della loro proposta ubicazione. In altre juarole, non si deve per-mettere a industria inquinante di istallarsi « a monte » di zona in cui « a valle » cresceranno numerose industrie che ne deri-verebbero danno. Colla deno-minazione « a monte » si deve tenere conto del moto di tutte le acque e dell'aria sovrastante. Tante industrie, di cui oggi si discute ripetutamente, poste sul Mare Adriatico e vicine a città importantissime, non sarebbero sorte se si fosse investigato, anche debolmente, a riguardo degli effetti di cui ci stiamo occupando. Infatti le industrie producono, per i quantitativi d'acqua di cui hanno bisogno, un abbassamento dello strato acquifero che, pur essendo un serbatoio, non è limitato ma bensì esteso anche per decine di chilometri, e riceve acqua anche nelle sue regioni lonta-nissime, acqua che si trasporta, per naturale pendenza, fino alla città industriale. Vicino ai mari, parrebbe che le ubicazioni delle città industriali dovessero essere le migliori; perché la inquinazione — quasi inevita-bile quantunque assai riduci-bile, delle acque —• non inte-ressa altre città poste a valle di fiume, o di corrente sotter-ranea delle acque del sottosuo-lo, ma vi sono altre difficoltà che, conosciute, possono essere in buona parte evitate. Infatti, dato che gli elementi granulo-metrici dello strato acquifero vi sono sottili assai, perché

trasportativi da acque lente, mentre quelli maggiori di dia-metro sono stati posti a monte, laddove le correnti erano più veloci causa la maggiore pen-denza, tali elementi sottili po-tranno, purtroppo, essere aspi-rati dal moto dell'acqua estratta dallo strato e portati fuori dallo strato stesso. Ora questo fatto crea una marcata diminuzione di resistenza portante dello stra-to stesso; e coll'andare del tempo vi si producono affos-samenti che si propagano fino alla superficie del suolo, come si osserva a Venezia, posta vicino a potenti zone industriali. Pertanto, nelle regioni « a mon-te » delle correnti d'acqua, spe-cialmente di quelle sotterranee, si nota una porosità del ter-reno pericolosissima, e capace di assorbire acque impure di scarico da industria o da abita-zioni riunite. È facile capire che non vi è molta libertà nel scaricare tali acque, perché esse possono facilmente essere rias-sorbite dal terreno circostante, e anche di molto a valle, e rimesse in circolo nella stratigrafia idrica sotterranea: e pertanto la difesa verte in un dato senso, e con metodi facili da individuare, in proibizioni di scarico delle acque non trattate e non rese meno pericolose. Mentre a valle, ossia, al massimo presso il mare, ivi si determinano altri pericoli, che vanno combattuti con altri accorgimenti: quelli derivati dall'asportazione di granuli sottili — i minori — dalla stratigrafia idrica sotter-ranea.

La zona di riserva idrica — paragonabile a quelle zone che si stabiliscono per ripopo-lare la fauna, o la flora — e di cui nella fig. 4 abbiamo pro-posto un esempio, va studiata in relazione ai due principi tenuti in evidenza qui sopra: porosità promotrice di facile inquinamento, e granulometria sottilissima, capace di fuoru-scire per il pompamento spinto

laddove sono industrie, e fonte di diminuzione di resistenza dello strato — e del terreno sovrastante — alla compres-sione, alla capacità portante degli edifici sovrapposti.

Le decisioni del come usare tali zone di riserva idrica — più che altro di ricostituzione della ricchezza e di difesa, in senso generico — vanno anche considerate sotto la luce della riimmissione negli strati di

ac-qua in misura maggiore di quella che la natura vi invia, per naturale percolazione super-ficiale, e per le caratteristiche assorbenti del terreno superfi-ciale unite alla ricchezza delle precipitazioni. In fìg. 4, e nel caso particolare di Sangano, le difficoltà acce mate, non esisto-no: siamo ancora nella fase torrentizia, ossia di acque veloci che trasportano elementi sas-sosi, porosissimi; e sarebbe fa-cile eliminare le ragioni di inquinamento: perché è ovvio che in tali lavori di sviluppo, l'inquinamento dovuto agli sca-richi industriali e urbani va soppresso, diremmo quasi, se-guito anche nei suoi possibili o attuali cambiamenti. Le leggi esistono: altre verranno create; quello che non è ancora suf-ficiente è l'interessamento di tutti, perché tutti siamo sot-toposti ai danni, personali e finanziari, che derivano dal tra-scurare tali elementi ormai ar-rivati a valore sociale collet-tivo, e di natura non facile ed elevata.

In tutto l'arco alpino, in tutta la distesa, veramente im-ponente della catena appenni-nica, esistono disposizioni nu-merosissime, per le quali le leggi naturali di autodifesa idri-ca ed aerea, sono valide: meglio, in funzione dalla creazione.

Occorre individuarle, e non solamente col semplice sguardo non armato dei necessari stru-menti. Non basta la percezione intuitiva: è necessario misurare le permeabilità degli strati

sot-terranei, della superfìcie del terreno che riceve le acque di scarico, dei fiumi e torrenti interessati a tali scarichi, dei canali in cui potranno even-tualmente avvenire: questo per l'acqua. Aggiungasi la situa-zione a monte, da cui perviene la nuova acqua, annualmente, in causa delle piogge assorbite dal terreno ed inviate nello strato acquifero: tutte situa-zioni da studiare a fondo, prima di far nascere industrie che siano poste sin dall'inizio in condizioni tali da non subire critiche in seguito, o addirit-tura addebiti.

Per l'aria la situazione è più facile. Non vi sono vere difficoltà per misurare lo

spo-stamento d'aria in una data zona, quando, bene inteso, in-combono situazioni non ecce-zionali; e il tempo è calmo, e la stagione è calda, priva di cicloni e di anticicloni. La diretta osservazione potrebbe essere di orientamento; in se-guito, i traccianti fumogeni sia verticali che orizzontali potran-no, fotografati, indicarci la de-formazione di « meridiani » « pa-ralleli », tracciati nell'aria, nel tardo mattino e nelle ultime ore del pomeriggio lavorativo, per ispirarci sulle possibilità reali della microatmosfera locale a scaricarsi delle inquinazioni giornaliere, portate da indu-strie e abitazioni agglomerate.

Istintivamente, gli uomini

an-tichi fondarono le loro città lungo i fiumi, lungo le sponde dei laghi, e ivi si svilupparono le strade, sorsero le abitazioni, le fortezze, e oggi, le officine: oggi, è tanto breve il tempo nostro, confronto a quello pas-sato, che è bene includere il passato recente al recente fu-turo, di cui ci stiamo occu-pando. Nell'ingegneria civile, base di ogni futuro sviluppo, è bene includere, più che altro in naturale sequenza, tutte quel-le nozioni che sono indispensa-bili alla formazione delle leggi fisiche, pratiche, e giudiziarie da seguirsi nella ricerca o nella conferma delle zone di stabile e proficuo sviluppo industriale e urbano.

tra i libri

IN BIBLIOTECA

Camere (li commercio italiane ed estere.

C C I A A - A R E Z Z O - Fiere e mercati - Calendario 1972

- Tip. Smatti - Arezzo, 1971 - pagg. 7 - s.i.p.

C C I A A - F O R L Ì - A C U R A D E L L ' U F F I C I O P R O V I N C I A L E D I S T A T I S T I C A - Pubblica amministrazione - Conti con-suntivi - Quad. di Statistica - n. 5 - Tip. Moderna F.lli Zauli - Forlì, 1971 - s.i.p.

C C I A A - F O R L Ì - A C U R A D E L L ' U F F I C I O P R O V I N C I A L E D I S T A T I S T I C A - Il movimento della popolazione nel 1970

- Quad. di statistica - n. 4 - Tip. Moderna F.lli Zauli - Castrocaro Terme, 1971 - pagg. 61 - s.i.p.

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CCIAA - M I L A N O - Prodotti di industrie varie (non com-prese ìlei precedenti fascicoli) - Elenco indicativo di esportatori della provincia di Milano - n. 9, settembre 1971 - Milano, 1971 - pagg. 209 - s.i.p.

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1963-1970 - Coli. Studi e Ricerche - Franco Angeli editore - Milano, 1972 - pagg. 359 - L. 5.000.

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I N D I S U N I O N E I T A L I A N A D E L L E C C I A A R O M A

-Vitalità delle aziende commerciali di minime dimen-sioni - Indagine condotta per conto del Ministero del-l'industria, commercio e artigianato - Quad. n. 10 -Roma, dicembre 1971 - pagg. 70 - s.i.p.

I N D I S U N I O N E I T A L I A N A D E L L E C C I A A R O M A

I canali di distribuzione delle carni bovine in Italia -Indagine condotta per conto del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato - Quad. n. 12 - Roma, dicembre 1971 - pagg. 127 - s.i.p.

C E N T R O S T U D I E R I C E R C H E E C O N O M I C O - S O C I A L I - U N I O N E R E G I O N A L E D E L L E C C I A A D E L L A C A M P A N I A - N A P O L I

- La congiuntura in Campania - Gennaio-settembre 1971 - Napoli, 1971 - pagg. 77 ciclostilate - s.i.p.

U N I O N E R E G I O N A L E D E L L E C A M E R E D I C O M M E R C I O D E L L E M A R C H E - E N T E D I S V I L U P P O N E L L E M A R C H E (a cura)

- Le Marche e i loro vini - Ancona, 1971 - pagg. 145 - s.i.p.

U N I O N E R E G I O N A L E D E L L E C C I A A D E L L E M A R C H E C E N T R O S T U D I E R I C E R C H E E C O N O M I C O S O C I A L I

-Relazione sulla situazione economica delle Marche 1970 - Trifogli stabilimento tipografico - Ancona, 1971 - pagg. 332 - s.i.p.

U N I O N E R E G I O N A L E D E L L E C C I A A D E L L A T O S C A N A -C E N T R O D I S T U D I E D I R I -C E R -C H E E -C O N O M I -C O - S O -C I A L I F R I G E R I O L A Z Z A R E S C H I - Istruzione professionale e sviluppo economico della Toscana - Stab. grafico commerciale - Firenze, 1971 - pagg. 173.

C A M A R A O F I C I A L D E C O M E R C I O I N D U S T R I A Y N A V E G A -C I O N D E P A L M A D E M A L L O R -C A - Memoria comercial y de trabajos - Ano 1969 - Palma de Mallorca, 1971 - pagg. 195 - s.i.p.

C H A M B R E D E C O M M E R C E E T D ' I N D U S T R I E D E P A R I S

-Comment établir un certificai communautaire d'origine?

- Coli. Documentation pratique n. 17 - Paris, 1971 - pagg. 14 - F. 1.