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La governance del Family business. Il caso Savema S.p.A.

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UNIVERSITA’

DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E MANAGEMENT

Corso di Laurea

Strategia,

La Governance del Family Business

Il Caso Savema S.p.A.

Candidata Relatrice

Chiara Picchi

Anno Accademico 2013/2014

UNIVERSITA’ DI PISA

DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E MANAGEMENT

Corso di Laurea Magistrale in

Strategia, Management e Controllo

Tesi di Laurea

La Governance del Family Business

Il Caso Savema S.p.A.

Candidata Relatrice

Prof.ssa Giuseppina Iacoviello

Anno Accademico 2013/2014

1

DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E MANAGEMENT

Management e Controllo

La Governance del Family Business.

Candidata Relatrice

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2

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3

INDICE

Considerazioni introduttive

PARTE PRIMA

L’Azienda Familiare: i profili economico-aziendali

1.1Il Family business: aspetti definitori

1.2I criteri di classificazione delle aziende familiari 1.3Le dimensioni del fenomeno Family business

1.4L’evoluzione storica degli studi sul Family Business e le prospettive future 1.5Family effect: tipicità e criticità dell’azienda familiare

1.6Institutional overlap: sistema famiglia e sistema azienda

PARTE SECONDA

La governance del Family business

2.1 Corporate governance: aspetti introduttivi 2.2 Le regole del (buon) governo familiare

2.3 Il Consiglio di Amministrazione nell’azienda familiare 2.4 Gli organi di governo del Family business: tratti distintivi 2.5 La professionalizzazione del Family business

2.6 Il finanziamento dell’azienda familiare

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4

PARTE TERZA

Il caso SAVEMA S.P.A.

3.1 Aspetti metodologici

3.2 Il Settore ed il Comprensorio Apuo-Versiliese del marmo 3.3 Il profilo della Società

3.4L’evoluzione della governance 3.4.1 La fondazione (1975-2008)

3.4.2 Il passaggio generazionale e la crisi finanziaria (2008-2010) 3.4.3 Il 2010: l’apice della crisi

3.4.4 L’Amministratore unico e l’uscita dalla crisi (2011-2013) 3.4.5 Il ritorno al Consiglio di Amministrazione

3.5 Le prospettive di sviluppo future

Conclusioni

Allegati

Riferimenti bibliografici

Ringraziamenti

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5

Alla Mia Famiglia

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7

CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE

L’azienda familiare può essere considerata una costante diffusa internazionalmente e nei diversi modelli di capitalismo, rappresentando il motore tanto dei paesi industrializzati quanto delle economie in via di sviluppo e contribuendo significativamente alla crescita socio-economica dei Paesi.

Demattè1 ha definito il sistema capitalistico italiano come un “giardino dei bonsai” per la rilevante diffusione di aziende di piccole e medie dimensioni.

E’ opportuno inoltre sottolineare come nel nostro Paese risulti più marcata che in altri la presenza di aziende familiari non solo di piccole dimensioni, ma anche di dimensioni medie e grandi, comunemente organizzate nella forma di gruppi.

L’influenza della famiglia sul business è legittimata dalla titolarità di tutto o parte del capitale di rischio e può essere esercitata anche mediante la partecipazione di alcuni suoi membri ai processi di gestione.

Per lungo tempo in dottrina sono stati avanzati dubbi circa la reale efficacia dell’archetipo di azienda familiare. Negli ultimi decenni, invece, i risultati ottenuti dalle aziende familiari di diverse dimensioni ed operanti in diversi settori e la loro incontestabile vitalità hanno fatto sì che si sia dato maggior risalto in letteratura alle sue caratteristiche distintive ed al suo ruolo nei processi di industrializzazione e di sviluppo imprenditoriale.

In particolare sono state studiate, soprattutto in passato, le sue condizioni di longevità e di successo.2

1

DEMATTÈ C., Il difficile passaggio verso la grande dimensione, in “Economia e Management”, settembre

1988.

L’elevato grado di frammentazione della struttura produttiva italiana, rispetto a quella degli altri principali paesi europei, è comune a tutti i settori. Nella manifattura la dimensione media è pari a 9,3 addetti in Italia, a 14,7 in Francia, a 34,4 in Germania; nel settore dei servizi di mercato, dove il peso delle imprese con meno di 20 addetti supera, nel nostro paese, il 98 per cento, la dimensione media di impresa è pari a 3,2 addetti, contro 5,4 della Francia e 9,9 della Germania.

Fonte: Relazione annuale della Banca d’Italia 2013.

2

“Aunque en la literatura académica había sido tradicionalmente cuestionada su eficacia, la figura de la empresa familiar se ha revalorizado en las últimas décadas, en las que académicos y consultores han resaltado las potenciales ventajas competitivas que tiene este modelo de propiedad”.

Tapies J., Empresa familiar: un enfoque multidisciplinar, in “ Universia business review”, cuarto trimestre, 2011.

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8

Negli studi realizzati a partire dagli anni Settanta si riscontra una focalizzazione prevalente sul tema del ricambio generazionale mentre sono stati per lungo tempo trascurate dalla letteratura le criticità derivanti dalla sovrapposizione tra il sistema famiglia ed il sistema azienda.

L’ultimo trentennio ha visto l’affermazione dello studio delle aziende familiari come ambito di ricerca autonomo nelle scienze sociali. Tale processo si è sviluppato di pari passo a livello internazionale ed italiano.

Rilevante si è mostrato il contributo offerto dalle numerose istituzioni internazionali volte a promuovere gli studi su tale tipologia aziendale.

Negli ultimi decenni del XX secolo il pensiero dominante interpretava il controllo familiare come una fase del percorso evolutivo aziendale, destinato ad essere abbandonato con la crescita dimensionale e l’incremento della complessità. Il controllo familiare veniva, infatti, considerato non idoneo ad una efficace ed efficiente gestione delle aziende di maggiori dimensioni.

La presa di coscienza di come le realtà aziendali a controllo familiare rappresentino uno dei motori fondamentali per lo sviluppo economico di un paese3 ha spinto studiosi e policy makers a rivolgere una maggiore attenzione verso tale categoria di aziende ed a proporre norme, regolamenti e strumenti che consentano di supportare la loro continuità.

L’interesse verso il fenomeno del family business manifestato dagli studiosi negli ultimi decenni consegue oltre che al rilievo quantitativo del fenomeno anche alla sua accentuata poliedricità. Si sottolinea, infatti, come quello delle aziende familiari rappresenti un campo interdisciplinare, che interessa gli studiosi di discipline quali l’economia, il management, il diritto, la psicologia e la sociologia. Nel presente lavoro l’analisi del fenomeno azienda familiare è limitata agli studi di economia e di management, per ragioni di economia espositiva e non per ragioni di minore interesse verso le altre discipline.

Le aziende familiari costituiscono un genere con molteplici specie. Esse rappresentano un oggetto di indagine multiforme, classificabile in diverse specie secondo differenti criteri, la cui comprensione richiede la realizzazione di approfonditi studi empirici di varia natura.

3

“Las empresas familiares constituyen la columna vertebral de la actividad económica de los países desarrollados y continuarán siéndolo, pues es propio de la libertad humana el querer emprender y es proprio de los padres de familia preocuparse por la formación y por la seguridad económica de los hijos. La empresa, cuando está bien orientada, es un medio que la familia puede emplear eficazmente en la consecución de sus fines”. GALLO M.A., Tipologia de las empresas familiares, in “Revista y Humanismo”, 2004.

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9

E’ sorprendente l’estensione della categoria azienda familiare, che include al suo interno entità tra di loro anche estremamente differenziate per la combinazione di fattori rilevanti, quali lo stadio di sviluppo, il settore di appartenenza, la generazione al comando, le dimensioni in termini di numero di addetti, la struttura organizzativa e le modalità con cui la famiglia si relaziona con il business. Diversa da azienda ad azienda risulta naturalmente anche l’area di sovrapposizione tra i due sistemi fondanti: famiglia e business.

Azienda e famiglia devono convivere ed operare in maniera sinergica, ciascuna decisione dovrà essere assunta non seguendo le logiche proprie dell’uno o dell’altro sistema, ma piuttosto tenendo sempre presente l’obiettivo del sano sviluppo del complessivo sistema.

Dalla letteratura internazionale emerge come il modello di azienda che maggiormente necessiterebbe di un’attenta pianificazione del futuro, andando incontro al critico appuntamento della successione generazionale, e di un pervasivo controllo, risulti invero quello che vi fa minore ricorso.

La capacità di sopravvivenza nel tempo del modello di azienda familiare è la risultante dell’esercizio di più forze di segno opposto quali la crescita e lo sviluppo del business, la stabilità della famiglia, l’apertura all’esterno ed al cambiamento, la continuità.

L’essenza di tale tipologia aziendale è data proprio dalla ricerca di un equilibrio tra il cambiamento ed il mantenimento, tra l’apertura all’esterno e la chiusura volta a preservare l’integrità della famiglia, tra l’innovazione necessaria per affrontare le sfide del business e la tradizione della famiglia da proteggere.

Con particolare riguardo ai meccanismi di governance, tema centrale del presente lavoro, si ritiene fattore critico per la sopravvivenza ed il successo dell’azienda familiare il perseguimento di un equilibrio tra la componente esterna e quella familiare all’interno degli organi deputati al governo ed alla gestione operativa dell’azienda.

Di fondamentale importanza risulta la creazione di organi di governo che permettano ed agevolino la manifestazione delle legittime istanze dei diversi portatori di interesse alla presenza dei soggetti stessi e nell’ambito di un contesto adeguatamente regolamentato.

Obiettivo della Tesi è l’analisi del contributo degli Studiosi italiani ed internazionali con riguardo ai sistemi di governance dell’azienda familiare.

Il lavoro non prevede la sola analisi teorico-dottrinale, ma intende sottoporre a verifica empirica i modelli teorici attraverso l’analisi del caso Savema S.p.A., azienda familiare toscana operante nel

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10

settore della lavorazione e commercializzazione del marmo e dei graniti. L’indagine empirica è realizzata secondo la metodologia del case study.

Obiettivo del primo capitolo è quello di fornire un inquadramento del fenomeno oggetto di indagine, l’azienda familiare, attraverso una disamina della dottrina italiana ed internazionale. In particolare, si affronta il problema definitorio del family business, ampiamente trattato in letteratura, oltre a presentare una sintesi dell’evoluzione storica degli studi sull’azienda familiare. Si affronta dunque il tema della sovrapposizione istituzionale tra sistema famiglia e sistema azienda, con un’analisi del contributo di Lansberg.

Nel secondo capitolo si approfondiscono i sistemi di governance dell’azienda familiare, tema centrale del presente lavoro.

Ampiamente sviluppati sono i temi del funzionamento e della composizione del Consiglio di Amministrazione nelle aziende familiari e delle implicazioni sulla governance del momento più delicato della vita di tali aziende, il passaggio generazionale.

Il terzo capitolo è dedicato all’analisi del caso Savema S.p.A. L’evoluzione della governance della Società è illustrata successivamente ad una breve analisi delle caratteristiche del settore e alla descrizione del profilo della Società.

La Tesi si conclude con alcune osservazioni in merito alle prospettive future della ricerca sul family

business e le considerazioni in merito alle differenze tra quanto affermato dalla dottrina e quanto

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11

PARTE PRIMA

L’AZIENDA FAMILIARE: I PROFILI

ECONOMICO-AZIENDALI

1.1 IL FAMILY BUSINESS: ASPETTI DEFINITORI

In ogni processo di ricerca il punto di partenza è rappresentato proprio dall’accurata definizione dell’oggetto di studio. Tale fase assume però nel caso del family business caratteri di elevata complessità.

Tema centrale nel dibattito accademico nell’ambito della disciplina del family business è quello di delineare una definizione condivisa ed unanimemente accettata dell’oggetto di indagine, che si adatti ad aziende appartenenti a Paesi diversi, operanti in settori diversi e di diverse dimensioni. Tale problema di ordine metodologico risulta tutt’oggi irrisolto in dottrina, nonostante numerosi studiosi abbiano apportato contributi significativi. L’analisi è infatti caratterizzata da un’elevata interdisciplinarietà, che rende difficoltosa la demarcazione dei confini tra i fenomeni che rientrano nell’ambito del family business e quelli che invece ne sono estranei. Tra gli studiosi non vi è ancora un comune accordo sulle caratteristiche peculiari e sugli elementi discriminanti delle aziende familiari. Ciascun Autore sulla base dell’osservazione del fenomeno oggetto di indagine individua e pone l’accento sulle variabili ritenute discriminanti nella delimitazione del fenomeno stesso.

E’ importante sottolineare come ciascuna definizione utilizzata debba includere nel novero delle aziende familiari tutte e sole le realtà nelle quali una o poche famiglie siano in grado di determinare le decisioni strategiche aziendali.

Il mondo del family business comprende una varietà di entità che presentano strutture proprietarie, sistemi di governo, e modelli di gestione anche profondamente diversi. Questo spiega perché la letteratura si sia ampiamente preoccupata nel tempo di fornire dettagliate classificazioni delle varie tipologie di azienda familiare. I contributi proposti dagli studiosi alla definizione e delimitazione del fenomeno oggetto di indagine si basano su approcci e prospettive anche significativamente differenti tra loro. Un significativo ostacolo all’attività di definizione e di classificazione è rappresentato inoltre dal carattere di mutevolezza e di difficile standardizzazione delle variabili chiave che descrivono le dinamiche del fenomeno.

Si riportano alcune delle definizioni di family business proposte dai più autorevoli studiosi italiani. Un insieme di definizioni pone l’attenzione sul fatto che una o più famiglie siano coinvolte nella

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12

proprietà dell’azienda, mentre un altro insieme, oltre alla proprietà della famiglia, aggiunge anche il suo diretto coinvolgimento nella gestione aziendale. Ad oggi l’evoluzione della letteratura in tema di family business ha visto il superamento degli approcci mono-variabili, ovvero approcci nei quali l’attenzione dell’autore si focalizza su un’unica variabile discriminante nel definire l’azienda familiare, a vantaggio di una prospettiva multivariabile, fondata sull’individuazione di più elementi che consentano di meglio delineare il fenomeno e di cogliere a pieno la sua intrinseca complessità. Oltre alla proprietà familiare, dunque, gli studiosi considerano anche ulteriori elementi quali il coinvolgimento in azienda di più generazioni ed il ruolo rivestito dai membri della famiglia.

Per quanto riguarda la proprietà, il possesso di una quota che consenta di esercitare il controllo sull’azienda da parte di una o più famiglie tra loro collegate viene ritenuto condizione sufficiente per definire un’azienda come familiare, il che significa che non necessariamente deve essere posseduta la maggioranza assoluta del capitale sociale.

La valutazione del coinvolgimento dei membri della famiglia nella gestione dell’azienda4 presenta invece maggiori difficoltà. Si osserva infatti come accogliendo diverse entità del coinvolgimento della famiglia sia nella proprietà che nel management la dimensione quantitativa del fenomeno si modifichi anche significativamente.

L’influenza della famiglia sul governo economico dell’azienda può avvenire direttamente, nel caso in cui i familiari ricoprano la maggioranza dei ruoli negli organi di governo o nel management, o indirettamente, attraverso la nomina di rappresentanti di fiducia all’interno del Consiglio di Amministrazione.

Dell’Amore5 propone una definizione ristretta di azienda familiare, individuando come

appartenenti a tale categoria tutte e sole le aziende i cui portatori di capitale di rischio ed i prestatori di lavoro appartengano ad un’unica famiglia o a poche famiglie collegate tra loro da vincoli di parentela o di affinità. Si osserva però come in tale definizione ricadano le sole aziende

familiari di minori dimensioni in termini di numero di addetti, i quali sono membri della famiglia occupati in azienda. Per questo motivo tale definizione non può essere accolta in quanto appare eccessivamente restrittiva, non includendo tutte quelle aziende nelle quali non si realizza la completa sovrapposizione tra sistema famiglia e sistema azienda.

4

“A family firm is an organization in which decisions regarding its ownership or management are influenced

by a relationship to a family”. DYER W.G. Jr., Cultural change in family firms, Jossey-Bass Publishers, San Francisco, 1986.

5

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13

Ferrero6 evidenzia come all’interno di tale categoria di aziende si istituiscano relazioni di reciproco

condizionamento tra l’azienda di produzione e l’azienda di consumo di una o più famiglie legate da vincoli di parentela o affinità che detengono la proprietà del capitale conferito col vincolo del pieno rischio. Tale definizione consente di includere una grande varietà di aziende di diverse

dimensioni. La relazione di reciproco condizionamento, dell’azienda di consumo sull’azienda di produzione7 e viceversa può presentare diversi gradi di intensità, a seconda della quota di capitale di rischio posseduta dalla famiglia e dell’esercizio del potere di governo da parte dei suoi membri. Anselmi8 afferma che “una unità produttiva può essere definita azienda familiare quando ricorrano

i requisiti di “aziendalità” ed il soggetto economico di essa sia una famiglia (o più collegate e coordinate)”. La ricorrenza dei requisiti di aziendalità e la presenza di membri della famiglia

all’interno dell’area del soggetto economico rappresenta dunque per l’Autore una conditio sine qua

non per poter definire un’azienda familiare.

La definizione di Anselmi rientra tra gli approcci definitori di tipo soggettivo, in quanto focalizza l’attenzione verso l’aspetto prettamente soggettivo del fenomeno.

Angiola9 definisce familiare “l’impresa costituita da un nucleo familiare oppure da due o più nuclei

legati da stretti legami di parentela o affinità, i quali mettono a disposizione dell’impresa capitali finanziari “a pieno rischio” o a “rischio limitato”, garanzie personali o reali e skill manageriali.”.

Schillaci individua invece l’azienda familiare in “un’attività imprenditoriale che possa intimamente

identificarsi in una famiglia (od anche in una o più famiglie), per una o più generazioni.”10

6

FERRERO G., Impresa e management, Giuffrè, Milano, 1989. 7

“Secondo l’approccio tradizionale, riconducibile al pensiero di Besta, le aziende orientate alla produzione sarebbero finalizzate all’accrescimento di ricchezza, le aziende di consumo, o di erogazione, secondo la denominazione coniata da Zappa, al soddisfacimento diretto dei bisogni umani. Con le aziende di produzione i bisogni sarebbero soddisfatti, cioè, per via indiretta per il tramite dell’economicità ottenuta dalle svolgimento delle attività di produzione e di vendita. Comunque l’unicità di fine e di scopo del fenomeno azienda determina il superamento della precedente impostazione dottrinale che, in virtù della duplicità di fine, il profitto ed il consumo, asseriva l’esistenza di due categorie logiche dell’azienda, appunto quella orientata alla produzione e quella orientata al consumo”. LAZZINI A., Il governo dell’azienda familiare. Criticità, modelli e prospettive, G. Giappichelli Editore, Torino, 2012.

8

ANSELMI L., Aziende familiari di successo in Toscana, Franco Angeli, Milano, 1999.

9

ANGIOLA N., Corporate governance e impresa familiare, G.Giappichelli Editore, Torino, 2000. 10

L’influenza della famiglia sull’impresa è legittimata dalla titolarità di tutto o parte del capitale di rischio ed è esercitata anche attraverso la partecipazione di alcuni suoi membri al management. SCHILLACI C.E., I

processi di transizione del potere imprenditoriale nelle imprese familiari, G. Giappichelli Editore, Torino,

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Con l’espressione “intimamente identificarsi” l’Autrice richiama la condivisione di valori e di obiettivi tra il business ed il sistema famiglia.

Montemerlo ha individuato come elementi caratterizzanti dell’azienda familiare l’interdipendenza tra azienda e famiglia, intesa non solo in senso economico ma anche nella sua dimensione sociale e la pluralità di ruoli (all’interno della compagine societaria ed all’interno degli organi di governo) che i familiari possono occupare in azienda.11

La definizione maggiormente condivisa nella letteratura italiana è quella di Demattè e Corbetta12, i quali hanno definito aziende familiari le unità economiche nelle quali “un’unica famiglia o poche

famiglie collegate tra loro da vincoli di parentela, di stretta affinità o da solide alleanze, detengono una quota di capitale di rischio sufficiente ad assicurare il controllo dell’impresa”.

La definizione focalizza l’attenzione sul concetto di soggetto economico; non considera invece rilevante la presenza di componenti della famiglia nel Consiglio di Amministrazione o nel top

management team dell’azienda, in virtù della facoltà degli azionisti di esercitare il potere di

controllo tramite la nomina e la revoca degli Amministratori.

Con tale definizione gli Autori intendono dunque includere all’interno della categoria:

- le aziende nelle quali una o poche famiglie esercitano i poteri di governo pur non detenendo la maggioranza del capitale, fattispecie che si verifica frequentemente nelle entità di maggiori dimensioni;

- le aziende nelle quali i membri della famiglia non costituiscono la maggioranza negli organi di governo o addirittura non sono presenti in tali organi ma esercitano il proprio potere di controllo attraverso la nomina e la revoca degli Amministratori;

- le aziende nelle quali i membri della famiglia non partecipano alla gestione, situazione che si può verificare nelle aziende familiari oltre la seconda generazione; tale fattispecie deve essere inclusa in quanto, come insegnatoci dai nostri Maestri13, il soggetto economico influenza le scelte adottate in azienda anche quando non è coinvolto nella gestione;

11

MONTEMERLO D., Il governo delle imprese familiari. Modelli e strumenti per gestire i rapporti tra proprietà e impresa, Egea, Milano, 2000.

12

DEMATTÈ C., CORBETTA G. (a cura di), I processi di transizione delle imprese familiari, Mediocredito Lombardo, Milano, 1993.

13

Giannessi definisce il soggetto economico come la figura per conto della quale l’attività aziendale si svolge; su di esso grava la responsabilità del successo o dell’insuccesso dell’azienda; ad esso compete

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- le aziende nelle quali il controllo è esercitato da due o più famiglie non collegate da vincoli di parentela ma piuttosto da solide alleanze.14

La definizione di Demattè e Corbetta non presenta la limitazione propria di quei tentativi definitori che indicano come requisito fondamentale la presenza di almeno due generazioni di rappresentanti della famiglia all’interno dell’azienda. Le specificità derivanti dal condizionamento della famiglia infatti mutano nel tempo ma sono a giudizio di chi scrive sicuramente presenti fin dalla prima generazione.

Un criterio definitorio ampio come quello previsto dai due Autori consente di ricomprendere le varie manifestazioni di azienda familiare secondo una prospettiva allargata del fenomeno, ma è importante sottolineare come nel tempo l’attenzione degli studiosi si sia prevalentemente concentrata su quelle imprese nelle quali si verifica il coinvolgimento della famiglia non solo nella proprietà ma anche nel governo.15

Diversi Autori, riconducibili in particolare al filone di studi di matrice anglo-americana, nel delineare il fenomeno in oggetto focalizzano l’attenzione sul trasferimento della proprietà e della gestione dal fondatore alle generazioni successive, ponendo l’accento sulla loro permanenza all’interno della famiglia fondatrice16. Tali Autori ritengono il passaggio generazionale un elemento distintivo delle realtà familiari dalle altre categorie di aziende e considerano dunque familiari solo quelle aziende nelle quali la proprietà ed il controllo rimangono a capo di una o più famiglie per almeno due generazioni.

Tale criterio definitorio presenta però una portata restrittiva, in quanto esclude tutte quelle aziende familiari che sono ancora alla prima generazione e dunque guidate dal fondatore. L’accettazione di

l’ottenimento di un compenso proporzionale ai risultati raggiunti o il sostenimento di una determinata perdita. GIANNESSI E., Appunti di Economia aziendale, Pellegrini, Pisa, 1970.

14

E’ quest’ultimo il caso di Savema S.p.A., l’azienda analizzata nella Parte terza del presente lavoro.

15

Un criterio definitorio in linea con quello di Demattè e Corbetta è quello proposto da Chua, Chrisman e Sharma: “Una empresa familiar es un negocio gobernado y/o manejado con la intención de formar y seguir la visión de la empresa formada por una coalición dominante, controlada por los miembros de una misma familia o de una pequeña cantidad de familias de una manera que es potencialmente sostenible a través de las generaciones de la familia o de las familias”. CHUA J.H., CHRISMAN J.J., SHARMA P., Defining the

family business by behaviour, in “Entrepreneurship Theory & Practice”, summer 1999.

16

“Family business is a founder-operated business that will pass on for the family’s next generation to

manage and control”. WARD J.L., Keeping the Family Business healthy. How to plan for continue growth,

profitability and family leadership, Jossey Bass Publishers, San Francisco, 1987.

Tra gli altri si veda DONNELLEY R.G., op. cit., 1964; CHURCHILL N., HATTEN K., Non-market-based

transfers of wealth and power: a research frame work for family business, in “American Journal of Small

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16

una tale definizione comporterebbe una significativa sottostima della dimensione quantitativa del fenomeno ed in particolare del contributo offerto da tale categoria di aziende al prodotto interno dei vari Paesi ed al loro livello occupazionale.17

Davis18 definisce l’azienda familiare come un’organizzazione imprenditoriale nella quale una o più famiglie esercitano un’influenza sulla proprietà e/o sul management. Come la letteratura prevalente, l’Autore individua il fondamentale carattere distintivo del family business nella relazione esistente tra la famiglia ed il business, che si esprime tramite l’esercizio del diritto di proprietà ed altre forme di influenza sul governo e sulla gestione.

La disamina presentata consente di osservare come la maggior parte dei criteri definitori del fenomeno family business proposti in dottrina, e quelli maggiormente condivisibili a giudizio di chi scrive, siano accomunate dalla costante sovrapposizione del sistema famiglia e del sistema azienda. Per completezza espositiva si riporta anche la definizione di impresa familiare prevista dal Codice Civile. La nozione giuridica di impresa familiare è stata introdotta nel nostro ordinamento con la riforma sul diritto di famiglia conclusasi nel 1975. Il legislatore ha scelto di inserire la disciplina in materia in un’apposita sezione all’interno della sezione dedicata alla famiglia (Sezione VI: Dell’impresa familiare), piuttosto che inserirla nella sezione V dedicata alle società.

L’art. 230-bis Codice Civile (introdotto con legge n.151 del 1975) definisce familiare l’impresa nella quale collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo. Precisa inoltre che “salvo che sia configurabile un diverso rapporto il familiare che presta in modo continuativo la sua attività di lavoro nella famiglia o nell’impresa familiare ha diritto al mantenimento secondo la condizione patrimoniale della famiglia e partecipa agli utili dell’impresa familiare ed ai beni acquisiti con essi nonché agli incrementi dell’azienda, anche in ordine all’avviamento, in proporzione alla quantità e qualità del lavoro prestato. Le decisioni concernenti l’impiego degli utili e degli incrementi nonché quelle inerenti alla gestione straordinaria, agli indirizzi produttivi e alla cessazione dell’impresa sono adottate, a maggioranza, dai familiari che partecipano all’impresa stessa”.

17

“Il problema della definizione del fenomeno ha condizionato, nel tempo, la disciplina stessa. Gli studi sulle

aziende familiari assumono una rilevanza autonoma sin dai primi anni Novanta, ma solo recentemente sono approdati ad una significativa disciplina di ricerca autonoma. Tra le ragioni di tale processo evolutivo compare proprio l’assenza di una definizione univoca dell’impresa familiare, sottolineata in letteratura come il family business definition dilemma” . FRAQUELLI G., Family Business: una presenza rilevante di non

facile definizione e misura, in Dinamiche di sviluppo e internazionalizzazione del family business,

DEVECCHI C, FRAQUELLI G. (a cura di), Bologna, 2008.

18

DAVIS J.A, The influence of life stage on father-son work relationship in family companies, doctoral dissertation, Harvard University, 1982.

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17

Il Codice Civile fornisce una definizione restrittiva, identificando l’impresa familiare con l’impresa individuale e ponendo l’accento sull’attività di lavoro svolta per il solo vincolo di parentela, e non sulla base di un rapporto di lavoro subordinato. Nella dottrina giurisprudenziale è aperto il dibattito sulla natura giuridica dell’istituto impresa familiare, con una corrente di pensiero orientata alla natura individuale dell’impresa e l’altra corrente che le attribuisce natura collettiva. La scelta di una o dell’altra corrente comporta l’adozione di posizioni diverse nell’individuazione del soggetto o dei soggetti in capo ai quali debba essere attribuita la responsabilità per le obbligazioni assunte e nella determinazione della natura giuridica dei diritti e degli obblighi riconosciuti ai familiari che prestano la loro attività di lavoro nell’impresa. L’impostazione maggiormente condivisa risulta ad oggi quella che attribuisce all’impresa familiare natura individuale.

Scopo del legislatore e ratio della disciplina è, in effetti, quello di puntualizzare la posizione dei familiari dell’imprenditore che prestano la loro attività di lavoro all’interno dell’impresa, ovvero la disciplina e la salvaguardia del lavoro familiare. Tale definizione si riferisce dunque alle imprese che si trovano ancora allo stadio “imprenditoriale”, nelle quali si ha la piena coincidenza e sovrapposizione tra impresa, famiglia e proprietà, non consentendo però di ricomprendere all’interno della categoria la vasta gamma di tipologie di impresa familiare che si riscontrano nella realtà.

Il Codice Civile non definisce alcuna formalità necessaria per la costituzione dell’impresa familiare, che dunque potrebbe avvenire indipendentemente dalla sottoscrizione di un atto negoziale o di una dichiarazione di volontà.

L‘European Family Businesses19, in collaborazione con la Commissione europea, ha lavorato all’elaborazione di una definizione di azienda familiare condivisa a livello europeo. L’individuazione di parametri condivisi che indichino quando un’azienda possa essere definita familiare risulta necessaria per facilitare la raccolta e l’elaborazione di dati statistici riguardanti il fenomeno che siano comparabili tra i diversi Paesi. Si riporta il criterio definitorio proposto:

“A firm, of any size is a family business, if:

1. The majority of decision making rights are the possession of the natural person(s) who established the firm, or in the possession of the natural person(s) who has/have acquired the

19

The objectives of European Family Businesses are to promote a full understanding of the key role of

family-owned enterprises in Europe’s economy, to press for policies that will support the creation of a level playing field for family businesses compared to all other types of companies, and to ensure recognition of their contribution to the entrepreneurial culture and social cohesion in Europe. In addition, European Family Businesses represents and supports the next generation of entrepreneurs.

(18)

18 share capital of the firm, or in the possession of their spouses, parent, child or children's direct heirs.

2. The majority of decision-making rights are indirect o direct.

3. At least one representative of the family or kin is formally involved in the governance of the firm.

4. Listed companies meet the definition of family enterprise if the person who established or acquired the firm (share capital) or their families or descendants possess 25 per cent of the decision-making rights mandated by their share capital.”20

Applicando i parametri indicati dall’EFB si osserva come all’interno di questa definizione ricada un insieme di aziende dalle caratteristiche altamente eterogenee, potendosi considerare “familiari”: - le aziende a totale controllo familiare o quotate in Borsa o partecipate da società di private equity; - le realtà aziendali di prima generazione o nelle quali sono già presenti membri delle generazioni successive;

- le aziende che vedono la presenza all’interno della compagine proprietaria e degli organi di governo di un numero di familiari ristretto e quelle che invece si caratterizzano per la presenza di una famiglia “allargata”;

- le realtà di dimensioni piccole, medie o grandi;

- le aziende che vedono i membri della famiglia proprietaria coinvolti nelle posizioni manageriali o in possesso delle quote di capitale sociale ma estranei al governo aziendale.

I progressi compiuti nello studio di una definizione condivisa del fenomeno family business facilitano la realizzazione di studi comparati, la confrontabilità dei risultati delle diverse ricerche empiriche e l’analisi delle differenze tra aziende familiari e non familiari21. L’affermazione di una definizione ampiamente condivisa tra gli studiosi consente di quantificare la dimensione del fenomeno in termini di numerosità, contributo al PIL dei diversi Paesi ed in termini di occupazione della forza lavoro. Gli sforzi definitori dovranno dunque essere rivolti all’identificazione di criteri di individuazione delle aziende familiari condivisi internazionalmente, al fine di consentire la realizzazione delle analisi comparate.

20

Fonte: http://www.europeanfamilybusinesses.eu/about-us/fb-concept Data visualizzazione: 11 Aprile 2014.

21

“Azienda familiare è azienda in senso pieno ed a tutti gli effetti con le caratteristiche peculiari aggiuntive di essere appunto familiare”. ANSELMI L., op. cit.

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19

A giudizio di chi scrive, le difficoltà riscontrate dagli studiosi nell’individuazione di una definizione unanimemente condivisa di azienda familiare riflettono la poliedricità del fenomeno, la sua predisposizione all’essere osservato sotto molteplici prospettive, nonché l’intrinseca complessità che lo caratterizza.

1.2 I CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE AZIENDE FAMILIARI

La varietà di forme organizzative che si colloca all’interno delle definizioni di azienda familiare ha indotto gli studiosi nel tempo a proporre metodologie di analisi e modelli che consentano una loro sintesi e classificazione, oltre alla comprensione della concreta “dimensione” del fenomeno family

business.22

Si riporta un criterio classificatorio delle aziende familiari ampiamente condiviso in dottrina originariamente proposto da Gallo23 e successivamente riformulato da Tomaselli24.

L’Autore individua quattro categorie di aziende familiari, assumendo come variabili la relazione che la famiglia proprietaria mantiene con l’azienda ed il grado di coinvolgimento della prima nella seconda:

- azienda familiare di lavoro; - azienda familiare di direzione; - azienda familiare di investimento;

22

Tra gli altri si veda SHARMA P., A tipology of family firms using internal stakeholders, proceedings of

the Administrative Sciences Association of Canada’s annual conference in Halifax, Entrepreneurship division, 24; KLEIN S.B., ASTRACHAN J.H., SMYRNIOS K.X., The F-PEC Scale of Family Influence:

Construction, Validation and Further Implication for Theory, in “Entrepreneurship Theory & Practice”, May

2005.

“Family firm come in many shapes and forms, ranging from the local “Ma and Pa” store to the huge multinational”. LANSBERG I.S., Managing human resources in family firms: the problem of Institutional

Overlap, in “Organizational Dynamics”, summer 1983.

“Sin embargo, conforme avanza la investigación sobre las empresas familiares, cada vez es mayor la

evidencia de que no se puede hablar de ellas como si todas respondieran a un único modelo. Por el contrario, hoy en día es posible identificar y clasificar muchos y muy diferentes tipos de empresas familiares, observándose empíricamente que lo que en unos tipos resulta ser cierto en otros es falso”. GALLO M.A.,

Tipologia de las empresas familiares, in “Revista y Humanismo”, 2004. 23

GALLO M.A., Cultura en Empresa Familiar, nota tecnica IESE, Barcelona, 1992.

24

TOMASELLI S., Longevità e sviluppo delle imprese familiari. Problemi, strategie e strutture di governo,

(20)

20 - azienda familiare congiunturale.

Le quattro tipologie presentate da Gallo costituiscono rappresentazioni teoriche raramente riscontrabili nella realtà in forma pura, ma si è ampiamente osservato empiricamente come le aziende familiari plurigenerazionali di maggior successo abbiano in genere seguito il percorso evolutivo segnato dall’Autore. Le aziende familiari tendono, infatti, ad assumere nei primi stadi del loro ciclo di vita le caratteristiche dell’azienda familiare di lavoro, per poi evolversi in azienda familiare di direzione ed ancora, successivamente, passare alla configurazione di azienda familiare di investimento o azienda familiare congiunturale.

L’azienda familiare di lavoro si caratterizza per la promozione della partecipazione al business dei membri della famiglia e per l’impegno alla creazione delle condizioni affinché ciascun familiare possa apportare il proprio contributo, che varierà a seconda delle capacità e competenze professionali possedute.

Nell’azienda familiare di direzione, invece, la tendenza diventa quella di favorire l’ingresso in azienda dei soli membri della famiglia dotati di qualificate competenze imprenditoriali e manageriali, i quali saranno chiamati a ricoprire le posizioni dirigenziali. Si pone, dunque, enfasi sui requisiti in termini di istruzione, formazione ed esperienze professionali precedenti per poter occupare le posizioni di vertice dell’azienda. L’obiettivo è quello di supportare la crescita e lo sviluppo attraverso un graduale e fisiologico processo di professionalizzazione25, necessario per garantire la sopravvivenza dell’azienda e la sua competitività sul mercato oltre che per attirare soci esterni nel caso in cui la famiglia scelga di ampliare la compagine sociale.

Nell’azienda familiare di investimento i membri della famiglia modificano il proprio ruolo, andando ad occuparsi delle decisioni di investimento e dunque del controllo degli investimenti realizzati e del generale andamento del business, piuttosto che della direzione delle attività nelle quali si è investito.

25

“By a simple extension to family firms professionalization means hiring full-time, nonfamily employees, particularly with the delegation of managerial authority. In studies of family

firms, this is often the core meaning.[…] Professionalizing the family firms often includes educating the succeeding generation in high-quality business schools”.

Gli Autori sulla diffusione della professionalizzazione nelle aziende familiari:“Strong conceptual and empirical arguments favor the professionalization of family firms. Nonetheless, as Schulze et al. (2001) observed, not all family firms professionalize. For example, some CEOs of successful family firms have a low opinion of “professional management” STEWART A., HITT M.A., Why Can’t a Family Business Be

More Like a Nonfamily Business? Modes of Professionalization in Family Firms, in “Family Business

Review”, 2012.

(21)

21

Nell’azienda familiare congiunturale la permanenza dei membri della famiglia nella proprietà e nella direzione aziendale è derivante da motivi storici, ovvero dal fatto di essere gli eredi selezionati dalla generazione precedente o direttamente dal fondatore, piuttosto che dalla concreta volontà e possibilità di portare avanti l’impegno della gestione dell’azienda bene di famiglia. Tale categoria è definita dall’Autore congiunturale in quanto, al verificarsi di un cambio nella congiuntura che comporti la possibilità per i familiari di vendere la propria partecipazione o di aprire la compagine sociale a terzi esterni, tale occasione verrebbe molto probabilmente sfruttata senza preoccuparsi delle conseguenze sulle performance di un “allontanamento” della famiglia, e senza che i precedenti legami tra famiglia ed azienda rappresentino un vincolo.

Ampiamente condiviso in letteratura è anche il modello di classificazione delle aziende familiari proposto da Corbetta, il quale intende individuare, all’interno del vasto “genere” delle aziende familiari, delle “specie” più limitate e dunque maggiormente omogenee.26

Le variabili considerate sono il modello di proprietà del capitale sociale, la presenza di familiari nel Consiglio di Amministrazione e nel top management team e la dimensione dell’organismo personale.

Sulla base di tali caratteristiche, l’Autore ha individuato quattro diverse tipologie di aziende familiari:

- le aziende familiari domestiche, di modeste dimensioni, che vedono la presenza nella compagine societaria, nonché nell’organo di governo e di direzione, del solo imprenditore o di un numero ristretto di familiari;

- le aziende familiari tradizionali, che, a differenza della categoria precedente, vedono la presenza di soggetti esterni alla famiglia proprietaria negli organi di direzione;

- le aziende familiari allargate, di maggiori dimensioni e caratterizzate dall’apertura del capitale del capitale ad un numero maggiore di soci familiari, nonché dalla presenza di soggetti esterni alla famiglia nel Consiglio di Amministrazione e nel top management team;

- le aziende familiari aperte, le quali, rispetto alla categoria precedente, vedono la partecipazione al capitale sociale anche di soggetti esterni alla famiglia proprietaria.

Le quattro categorie elencate possono essere interpretate in senso evolutivo, associando alla crescita dimensionale dell’azienda una progressiva diluizione della presenza della famiglia proprietaria all’interno della proprietà e degli organi di governo e di direzione.

26

(22)

22

Si richiama, infine, un ulteriore criterio di classificazione delle aziende familiari, che opera la distinzione tra aziende nelle quali l’accento viene posto sulla sfera del business e quelle nelle quali l’attenzione viene focalizzata sulle dinamiche interne al nucleo familiare.

Quando a prevalere sono i valori imprenditoriali, la gestione ed il processo decisionale saranno orientati agli obiettivi di crescita e sviluppo, di redditività e di incremento della quota di mercato. Nel secondo caso, invece, quando sono prevalenti i valori incentrati sulla famiglia, l’azienda viene posta al servizio delle esigenze della famiglia proprietaria, ed è considerata dai familiari come un mezzo di sostentamento dal quale attingere risorse in caso di necessità, nonché come una fonte di posti di lavoro ad essi riservati, realizzando la subordinazione delle esigenze proprie del business agli interessi della famiglia.27

1.3 LA DIMENSIONE DEL FENOMENO FAMILY BUSINESS

Il problema definitorio ha significativamente condizionato nel tempo la disciplina stessa del family

business. L’assenza di una definizione univoca e condivisa è definita in letteratura come il family business definition dilemma28.

La difficoltà nel definire, sotto il profilo teorico, l’azienda familiare si ripercuote sui tentativi di misurare l’effettiva dimensione quantitativa del fenomeno oggetto di indagine.

Nei diversi Paesi sono stati condotti studi e ricerche empiriche volte a quantificare l’effettiva portata del fenomeno a livello internazionale. Indagini empiriche vengono periodicamente condotte da Università e centri di ricerca, istituzioni e società di consulenza.

E’ possibile osservare come, a seconda delle fonti di riferimento, la percentuale relativa di presenza delle aziende familiari nelle varie economie assuma dimensioni talvolta anche notevolmente differenti. Ciò non si verifica a causa di errori nelle rilevazioni, ma piuttosto a causa dei differenti criteri definitori e di classificazione delle aziende familiari presi a riferimento dai diversi Autori. Secondo i dati del campione EFIGE29 le aziende italiane che fanno capo a una famiglia proprietaria sono l’86 per cento, un dato solo lievemente superiore a quello che si registra in Francia (80 per

27

Il tema della sovrapposizione istituzionale tra sistema azienda e sistema famiglia sarà approfondito nel proseguo della trattazione.

28

ASTRACHAN J.H., KLEIN S.B., SMYRNIOS K.X., The F-PEC scale of family influence: a proposal for

solving the family business definition problem, in “Family Business Review”, 2002. 29

The EU-funded project ‘European firms in a global economy: Internal policies for external competitiveness’ (EFIGE) studied different aspects of European firms.

(23)

23

cento), in Spagna (83 per cento) e nel Regno Unito (81 per cento), ma inferiore a quello tedesco (90 per cento). 30 PAESE PERCENTUALE DI PRESENZA AZIENDE FAMILIARI CONTRIBUTO AL PIL CONTRIBUTO AL LIVELLO DI OCCUPAZIONE FONTE AMERICA Argentina 65% Perkins (2003)

Brasile 90% 65% Bernhoeft Consulting

Group,2002

Canada 45% Deloitte e Touche, 1999

Cile 75% 50-70% Martines, 1994

USA 96% 40% 60% Astrachan e Shanker,

1996 EUROPA Belgio 70% 55% Crijns, 2001 Cipro 80% Poutziouris, 2002 Finlandia 91% 41% Family Business International Monitor, 2008 Francia 83% 49% Family Business International Monitor, 2008 Germania 79% 44% Family Business International Monitor, 2008 Grecia 80% Poutziouris, 2002 Italia 73% 52% Family Business International Monitor, 2008 Olanda 61% 31% Family Business Internationl Monitor, 2008 Polonia 50-80% 35% Niedbala, 2002 Portogallo 70% 60% Regojo, 1997 Spagna 85% 42% Family Business International Monitor, 2008 Svezia 79% 61% Family Business International Monitor, 2008

Tab. 1 Diffusione delle aziende familiari a livello internazionale

Fonte: adattato da TAPIES J., Empresa familiar: un enfoque multidisciplinar, in “Universia Business review”, cuarto trimestre 2011.

30

BANCA D’ITALIA, Questioni di Economia e Finanza. Il sistema industriale italiano tra globalizzazione

(24)

24

Dai dati riportati emerge con chiarezza come il controllo familiare rappresenti la forma proprietaria maggiormente diffusa nel panorama economico mondiale. Le aziende familiari giocano un ruolo significativo nelle economie emergenti come in quelle sviluppate, sia in termini di contributo alla crescita del prodotto interno lordo che alla generazione di nuovi posti di lavoro.

Si evidenzia, inoltre, come quella familiare sia una tipologia aziendale capace di sopravvivere e svilupparsi in contesti competitivi ed in modelli di capitalismo diversi.31

La rilevante dimensione del fenomeno e la sua marcata presenza nell’economia mondiale giustificano la necessità di approfondirne lo studio e la conoscenza, promuovendo lo sviluppo di teorie ad hoc e l’estensione di costrutti teorici precedentemente riferiti alle solo realtà non familiari. Le aziende familiari non rappresentano una realtà omogenea ma, al contrario, risultano contraddistinte da una rilevante varietà di manifestazioni, in termini di dimensione, forma giuridica e settore di appartenenza.

Pur trattandosi di un fenomeno internazionalmente diffuso, il legame tra azienda e famiglia appare più intenso nel nostro Paese, dove la connotazione familiare non riguarda solo la prevalenza delle aziende minori, ma anche la maggior parte delle grandi aziende private quotate in Borsa.

E’ infatti opportuno sottolineare come non si possa individuare una sovrapposizione concettuale tra l’azienda di piccole dimensioni ed il controllo familiare, nonostante in Italia il fenomeno della piccola e media azienda familiare sia chiaramente il più diffuso.

L’Osservatorio AUB sulle aziende familiari promosso da Aidaf (Associazione italiana delle aziende familiari) ha realizzato uno studio basato sui bilanci delle 4.249 aziende familiari italiane medio-grandi (rientrano nella categoria le aziende con ricavi superiori ai 50 milioni di euro) che ha evidenziato come la loro già sostanziale incidenza sul tessuto industriale del Paese continui ad aumentare nel tempo, essendo passata dal 57,4% del totale delle aziende nel 2011 al 58% nel 2012.32

31

“The business environment is changing. But the general vision, principles and foundations of family

businesses persevere”. EUROPEAN FAMILY BUSINESSES, KPMG, European Family Business

Barometer. Sustaining future growth. 32

Fonte: CORBETTA G., MINICHILLI A., QUARATO F., Osservatorio AUB su tutte le aziende familiari

(25)

25

1.4 L’EVOLUZIONE STORICA DEGLI STUDI SUL FAMILY

BUSINESS E LE PROSPETTIVE FUTURE

Fino agli anni Ottanta del secolo scorso, quando iniziano ad essere prodotti scritti monografici sul

family business, il pensiero prevalente di studiosi ed accademici vedeva il controllo familiare come

uno stadio, una fase di passaggio del processo di crescita e di sviluppo aziendale.

Intorno agli anni Trenta negli Usa si sviluppa una corrente di pensiero che, oltre ad analizzare la separazione tra la proprietà ed il controllo delle grandi corporation americane ad azionariato diffuso, intende dimostrare la progressiva decadenza delle aziende familiari di maggiori dimensioni.33

La crescita dimensionale imporrebbe, infatti, l’allargamento della compagine societaria a soggetti non appartenenti alla famiglia che apportino le risorse necessarie a finanziare lo sviluppo, e la conseguente perdita delle tipicità del family business.

La forma dell’azienda familiare sarebbe dunque destinata ad essere superata contestualmente alla crescita dimensionale, che comporta inevitabilmente anche un aumento della complessità aziendale. Si considerava dunque non solo opportuno, ma addirittura fisiologico, il superamento del modello di controllo di tipo familiare oltre una certa soglia dimensionale, in quanto la proprietà ed il controllo familiare al crescere delle dimensioni venivano giudicati non più idonei a garantire una gestione efficace ed efficiente.

Gli studiosi si sono concentrati in passato sull’evidenziazione dei limiti propri di tale categoria aziendale, unanimemente considerata come un modello in via di superamento.

Sono stati dunque quasi completamente trascurati lo studio e l’indagine delle condizioni che ne consentono la sopravvivenza ed il sano sviluppo.

L’attenzione era infatti diretta all’individuazione dei fattori di “disturbo” e di minaccia alla razionalità economica derivanti dalla commistione tra le dinamiche familiari ed i processi aziendali. Secondo tale impostazione, le aziende familiari sarebbero caratterizzate da limiti di natura dimensionale, patrimoniale e finanziaria che comportano una loro minore redditività rispetto alle aziende a conduzione manageriale.

I lavori di matrice prettamente nord-americana hanno concentrato la loro attenzione sulla separazione tra la proprietà del capitale, il controllo e la gestione delle aziende, oltre ad essersi posti

33

Si veda BERLE A. A., MEANS G.C., The modern corporation and private property, Macmillan, New York, 1932.

(26)

26

l’obiettivo di dimostrare come la connotazione familiare caratterizzi solo una fase del ciclo di vita aziendale.

L’azienda familiare veniva comunemente considerata come un soggetto destinato a scomparire piuttosto che un fenomeno in espansione, un modello istituzionale proprio delle organizzazioni di minori dimensioni che doveva necessariamente essere superato nella transazione verso la grande azienda.34

L’impostazione di tali ricerche è orientata alla pratica e risente di una certa debolezza in termini di rigore scientifico, in quanto gli Autori erano spesso consulenti delle stesse realtà familiari analizzate.

Tali posizioni devono essere inquadrate nell’ambito del periodo storico in cui sono state elaborate, periodo di grande espansione quantitativa della produzione finalizzata al soddisfacimento di una domanda in costante crescita, e che presupponeva percorsi di crescita prevalentemente interni. A partire dagli anni Sessanta, negli studi nord-americani si sviluppa una nuova corrente di pensiero, che guarda al sistema famiglia come ad un elemento di “disturbo” nell’ambito aziendale, che ne impedisce l’efficace ed efficiente gestione.

Gli studiosi di strategia ed organizzazione superano gradualmente la visione della non continuità del controllo familiare, considerato come una fase del processo evolutivo dell’azienda e destinato ad essere superato da forme di controllo più efficienti.35

E’ solo dagli anni Ottanta che si osserva il diffondersi dell’interesse degli studiosi di varie discipline verso tale categoria di aziende.36

La sopravvenuta inadeguatezza delle teorizzazioni precedenti è resa manifesta dalla sopravvivenza, dallo sviluppo e dal successo di numerose aziende a controllo familiare.

34

En la era del capitalismo global, la empresa familiar, especialmente para los economistas neoclasicos, era

practicamente un reducto del pasado, un modelo ineficaz con dificultades para crecer y incluso para sobrevivir”. TAPIES J., Empresa familiar: un enfoque multidisciplinar, in “Universia Business review”, cuarto trimestre 2011.

“L’azienda a proprietà familiare è stata per lungo tempo considerata un fenomeno tendenzialmente

transeunte, negandosi o limitandosi ad eccezione i casi, in effetti non numerosi, che sfuggivano alla regola dimostrando la continuità del fenomeno aziendale al succedersi delle generazioni”. ANSELMI L.,op. cit.

35

Tra gli studiosi di organizzazione che affrontano il tema dell’impresa familiare: DONNELLEY R.G., The

Family Business, in “Harvard Business Review”, July-August, 1964.

36

“In short, family businesses were effectively a persona non grata in business school settings. Although

there were rare exceptions, such as the occasional practitioner piece or doctoral dissertation the predominant pattern was one of either outright omission, that is, not bothering with family businesses or reluctant relegation of the family enterprise to the categories of either small business or the outright inaccessible”. LITZ R. A., PEARSON A.W., LITCHFIELD S., Charting the Future of Family Business Research:

(27)

27

Gli studiosi iniziano a focalizzare l’attenzione sull’individuazione delle condizioni di sviluppo di tale categoria aziendale e sul momento critico per la sua sopravvivenza, ovvero il passaggio generazionale. E’ proprio sul tema del passaggio generazionale, aspetto che differenzia il controllo familiare dalle altre forme di controllo dell’impresa, che si sono concentrati gli studiosi, trascurando invece altri temi quali ad esempio la corporate governance.

Per quanto riguarda il contesto italiano, si osserva come questo non sia mai stato interessato in misura rilevante dal fenomeno di frammentazione della struttura proprietaria, ma come il controllo familiare abbia da sempre rappresentato la forma proprietaria maggiormente diffusa tra le aziende di qualsiasi dimensione.

E’ opportuno comunque sottolineare come fino agli anni Ottanta non si siano registrati significativi contributi monografici di Autori italiani sulle aziende familiari, a differenza di quanto avvenuto per altre tipologie aziendali, nonostante siano state sempre individuate come una categoria distinta dalle altre, con peculiari problemi di gestione, organizzazione e rilevazione.

Le ragioni di tale mancanza non possono essere ricondotte unicamente alla tesi della non continuità dell’azienda familiare, diffusa tra gli studiosi di management nord-americani e condivisa solo in parte dagli Autori italiani, ma devono essere ricercate anche nella valutazione del sistema famiglia e delle relazioni interne ad esso come elementi di pertinenza di discipline diverse dall’economia aziendale, quali la psicologia e la sociologia, e nella necessità di privilegiare una teoria generale d’azienda, piuttosto che l’evidenziazione delle peculiarità delle diverse sottocategorie.

L’approccio tipico degli studi di economia aziendale nella dottrina italiana si caratterizza per una matrice prevalentemente teorica, che si differenzia dall’impostazione di matrice anglosassone contraddistinta da uno spiccato pragmatismo.

Particolarmente sentita era infatti la necessità di costruire una teoria generale attraverso la ricerca di elementi ricorrenti ed omogeneità all’interno delle diverse tipologie aziendali.

Ed ancora, è necessario sottolineare come in passato per gli studiosi italiani possa essere risultato arduo lo svolgimento di accurate indagini empiriche, alla luce delle politiche di scarsa trasparenza che venivano comunemente adottate dagli imprenditori.

L’impulso registrato dagli studiosi a partire dagli anni Ottanta a rivolgere l’attenzione al tema deriva dalla crescente diffusione di aziende a controllo familiare di diverse dimensioni e soprattutto

(28)

28

dall’avvio dei processi di ricambio generazionale di molte delle aziende fondate tra l’inizio del secondo dopoguerra e gli anni Sessanta.37

Le aziende familiari si rivelano infatti essere una realtà persistente nel capitalismo, smentendo le precedenti ipotesi che le consideravano modelli istituzionali di natura transitoria.

A ravvivare l’interesse verso le aziende familiari si aggiungono anche i sintomi di debolezza che affliggono le corporation manageriali di maggiori dimensioni.

Ai testi monografici si sono affiancati i forum sulle riviste economiche, ed in seguito anche le riviste specializzate.38 Ancora, a partire dagli anni Ottanta, sono state istituite le prime associazioni di professionisti e studiosi e le prime cattedre in Family business in molte università nord-americane ed europee. Il fenomeno dell’azienda familiare trova dunque pieno riconoscimento accademico.39 L’attenzione di studiosi di economia ed accademici al tema delle aziende familiari cresce nel nostro Paese parallelamente a quanto avviene in ambito internazionale.

Non rientra tra gli scopi del presente lavoro l’analisi dettagliata dei singoli contributi degli Autori; obiettivo del paragrafo è piuttosto quello di inquadrare i principali filoni di studio che si sono sviluppati a partire dagli anni Ottanta, successivamente dunque all’affermarsi dell’interesse degli studiosi verso la disciplina del family business ed all’accantonamento della tesi di non continuità dell’azienda familiare.40

37

COMPAGNO C., La ricerca sull’impresa familiare. Stato dell’arte e problemi aperti, in DEVECCHI C.,

FRAQUELLI G., a cura di, Dinamiche di sviluppo ed internazionalizzazione del family business, Il Mulino, Bologna, 2008.

38

Family Business review, la prima rivista monografica sulle imprese familiari, ha iniziato le proprie pubblicazioni nel 1988.

39

Tra le associazioni si ricordano il Family Firm Institute, l’associazione leader a livello mondiale per i

professionisti, gli studiosi ed i ricercatori che si occupano del fenomeno impresa familiare nata a Los Angeles nel 1984, che ad oggi coinvolge oltre 1600 privati ed organizzazioni di tutto il mondo. Per l’Europa si segnala il Family Business Network, l’organizzazione di aziende familiari fondata nel 1989 che ad oggi coinvolge oltre 2,700 imprese di 58 Paesi. In Italia nasce nel 2001 l’Italian Family Research Academy, un network di ricerca aperto, dedicato alla condivisione ed alla diffusione dei risultati delle ricerche promosse dalle diverse Università italiane. In seguito è stato inoltre costituito un Gruppo di Studio e di Attenzione dell’Accademia Italiana di Economia Aziendale (AIDEA) denominato “Economia delle aziende familiari”, che ha approfondito i temi della strategia e crescita aziendale, assetti istituzionali e corporate governance, strutture organizzative e processi decisionali, misurazione e valutazione delle performance e continuità generazionale.

40

“La percezione dell’esistenza di un problema a cui dedicare una ricerca rappresenta la prima importante scelta compiuta dallo studioso. Nell’individuare l’argomento a cui rivolgersi quest’ultimo può seguire diversi criteri dai quali scaturiscono, in buona sostanza, le dimensioni della scelta operata. Si tratta di principi di ordine personale o soggettivo, espressivi cioè da un lato di interesso o valori personali dall’altro di criteri più globali, cioè politici e sociali”. FERRARIS FRANCESCHI R., op. cit.

(29)

29

Un primo filone di studi focalizza l’attenzione sull’individuazione delle condizioni di sopravvivenza e sviluppo delle aziende familiari.

Il sistema famiglia, precedentemente considerato come elemento ostacolante, di “disturbo”, diviene uno dei “fattori di sviluppo” dell’azienda.41

In particolare, sono state ampiamente analizzate le condizioni alle quali è possibile garantire la convivenza dei sistemi famiglia ed azienda e le differenze tra aziende familiari e non.

Gli Autori che possono essere fatti rientrare nell’ambito della prima corrente di studi sul family

business continuano, comunque, a prendere come riferimento le sole organizzazioni a controllo

familiare di piccola e media dimensione, dedicando ampie trattazioni al momento della successione generazionale.

E’ possibile dunque individuare un secondo filone di studi in cui il campo di analisi si allarga, arrivando a comprendere anche le realtà familiari di maggiori dimensioni.

Oltre al processo di successione, si è passati ad analizzare anche le condizioni di funzionalità economica dell’azienda familiare, le complesse dinamiche di intersezione tra famiglia e business e le tecniche da adottare per mantenere stabile la compagine proprietaria familiare. Grande attenzione è dedicata all’analisi del ruolo degli organi di governo nell’ambito del family business.42

Si individua, infine, un ulteriore filone di studi, che mira ad analizzare la relazione tra la presenza di aziende familiari all’interno di un Paese ed il suo sviluppo economico.

Il tema assume particolare rilevanza all’interno del nostro Paese, dove una percentuale estremamente elevata di aziende, anche di grandi dimensioni, sono a controllo familiare.43

I tre filoni di studio individuati, che ad oggi sono portati avanti parallelamente dagli studiosi, inducono dunque a considerare ormai ampiamente superata la fase precedente degli studi sul fenomeno del family business, ed a ritenere ormai assodati alcuni punti, quali la continuità dell’azienda familiare, che a certe condizioni è in grado di superare i passaggi generazionali e la varietà delle dimensioni delle realtà appartenenti a tale categoria.

Si è assistito in particolare ad un processo di graduale presa di coscienza da parte degli studiosi di come le aziende familiari possano rappresentare una forza trainante per lo sviluppo dei sistemi economici all’interno dei quali sono inserite.

41

CORBETTA G., Le imprese familiari. Caratteri originali, varietà e condizioni di sviluppo, Egea, 1995.

42

Tra gli altri, DYER W.G., Cultural change in family firms, Jossey-Bass Publishers, San Fancisco, 1986.

43

(30)

30

Ed ancora, dal considerare l’azienda familiare come un’entità indifferenziata, si è passati all’individuazione e classificazione delle diverse “specie” di realtà familiari, corrispondenti a distinti livelli della relazione tra famiglia proprietaria ed azienda.

L’evidente poliedricità del fenomeno family business ha condotto infatti gli studiosi ad elaborare dettagliati sistemi di classificazione.

E’ possibile infine osservare come nel tempo si sia registrata una crescita del rigore metodologico delle costruzioni teoriche e delle ricerche empiriche nell’ambito del family business.44

Le prospettive future nella ricerca sul family business

Gli evidenti progressi compiuti nelle ricerche sul fenomeno non escludono la presenza di interessanti opportunità di approfondimento in diversi ambiti della disciplina del family business, relativamente giovane, e con evidenti potenzialità di sviluppo.

E’ auspicabile il proseguimento del trend di graduale introduzione ed integrazione di diverse metodologie di analisi ed interpretazione, caratterizzate da un crescente grado di sistematicità, che ha determinato nel tempo un significativo arricchimento della disciplina.

Certamente, nei futuri studi sul ruolo del capitalismo familiare nei processi di sviluppo globale, si renderà necessario mantenere e valorizzare l’orientamento multidisciplinare che ha caratterizzato fino ad oggi gli studi sul family business.

La comprensione delle dinamiche delle aziende familiari si realizza solo rapportandosi contemporaneamente al sistema famiglia ed al sistema azienda.

Si sottolinea, inoltre, come risulti opportuno che i due sistemi siano entrambi considerati quali oggetto primario di indagine, evitando che l’uno si trasformi in fattore condizionante o condizionato dall’altro.

La corrente di studio ad oggi prevalente, e ad giudizio di chi scrive la più autorevole, considera il fenomeno azienda familiare caratterizzato da elementi strutturali, organizzativi e di governo peculiari, che ne giustificano una trattazione separata e l’attribuzione di un certo rilievo nell’ambito del campo di ricerca dell’economia aziendale.

Come affermato da Lazzini45, è possibile ritenere la convivenza ed i rapporti di interconnessione che si instaurano tra i due sistemi, famiglia e azienda, una condizione sufficiente a rinvenire differenze sostanziali rispetto alle categorie aziendali, e dunque a motivare un’analisi ad hoc.

44

“La diffusione degli studi è stata esponenziale e si può ormai sostenere senza tema di smentita che moltissimi ricercatori di management si sono preoccupati di conoscere questo tipo di imprese e di pubblicare su temi ad esse connesse”. CORBETTA G., Le imprese familiari: un ambito di lavoro promettente per

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