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OSSERVATA E COMMENTATA
A N G E L O G A T T I
Capitano di Stato Maggiore.I PRIMI CINQUE MESI
(a g o sto-d icem b re 19 14 )
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Fr a t e l l i T r e v e s, Ed i t o r i
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D E L M E D E S I M O A U T O R E :
La Guerra, conferenza tenuta a Milano il 5 febbraio 1915
La
Guerra senza confini
OSSERVATA E COMMENTATAA N G E L O G A T T I
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Capitano di Stato Maggiore.
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$4 l fc*I PRIMI CINQUE MESI
(agosto-dicembre 1914)SISTEMA BIBLIOTECARIO DI ATENEO-SALERNO
M I L A N O Fr a t e l l i Tr e v e s, Ed i t o r 1915.
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P R O P R I E T À L E T T E R A R I A .
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesir compresi i Regni di Svezia, di Norvegia e d'Olanda.
Copyright by Fratelli Treves, 1915.
Si riterrà contraffatto qualunque esemplare di quest’opera che non porti il timbro a secco della Società Italiana degli Autori.
AL SENATORE
LUIGI ALBERTINI
SUSCITATORE D ’ENERGIE QUESTO DURO LOGICO LIBRO
CHE STUDIA LA GUERRA COME UN PROBLEMA E NE SUBORDINA L’ORRORE
IN TRO D U ZIO N E.
In questo libro sono raccolti quasi tutti gli articoli co m p arsi nel Corriere della Sera dal 7 agosto al 31 di cem bre del 1914, sotto il titolo di Guerra delle Nazioni. Gli altri, pubblicati dopo il prim o di gennaio del 1915, saran n o riu n iti forse an ch ’essi in volum e: quando e co me, non è an co ra possibile dire, perchè la lotta dilaga o rm ai senza confini e non è dato prevederne il term ine. N on sono rip ro d o tti i pochi (non più di cinque o sei) che erano rad d o p p iam en ti di altri, o che avevano tratto im p o rtan za giornalistica da avvenim enti, che poi si sono dim ostrati troppo tenui e fugaci.
T utti gli articoli sono ristam p ati nell’interezza di giu dizi e di conclusioni, con cui giorno p e r giorno furono scritti. Si ap p o rtaro n o ad essi soltanto le correzioni di form a im poste dalla p rim a troppo affrettata com pilazio n e ; poiché essi nacquero spesso febbrilm ente, di m ano in m ano che giungevano notizie, o si intuiva stessero p er accadere gravi avvenim enti. Ma tu tti sono qui tra sfo r m ati in capitoli senza m utam enti essenziali, anche dove i fatti, che furono poi conosciuti, parvero d a r torto ai n o stri ragionam enti e alle n o stre deduzioni. Così è, p e r esempio, dello scritto L'A ustria in campo, in cui, nei prim issim i giorni della guerra, sostenevam o l’intervento dell’A ustria sul Reno a fianco della G erm ania: e l’in tervento invece non si avverò. Così è del capitolo II pro
blem a tedesco derivante dal trasferim ento della capitale da Parigi a B ordeaux, in cui, p e r m ancanza di notizie,
continuavam o a vedere nella battaglia detta della M arna la conseguenza di u n a delib erata volontà di agire tedesca, m en tre la b attag lia era effetto della necessità, nella quale i tedeschi si trovavano, di difendersi d a ll’attacco francese. E così, forse, può essere anche degli scritti L'errore ger
m anico e Le leggi della guerra, nei quali attribuivam o
Va-X INTRODUZIONE
ljevo e di Belgrado p rin cip alm en te (non esclusivam ente) a gravissim e im provvise dim inuzioni di forze dei due eserciti: e non abbiam o ancora, fino ad oggi, nessuna p ro va sicura della n o stra asserzione. Ma credem m o necessa rio rip ro d u rre senza pentim enti quanto ci parve un gior no di p o ter logicam ente dire, p rim a che gli avvenim enti, retti talvolta d alla ragione e spesso dalla fo rtu n a, san zionassero o no coll’esito il nostro pensiero.
È n o stra opinione, in fatti, che no n sia assolutam ente tem po di scrivere sulla guerra, che si sta svolgendo, li b ri che vogliano essere di vera e p ro p ria storia. M anca no an co ra tro p p i elem enti (starem m o p er dire tu tti) p e r po ter stabilire con esattezza i fatti. A ncora oggi non si sa, p er esempio, quale sia stato il vero posto dell’esercito inglese nella battaglia della M arna, nè come esso fu form ato, nè come agì: e in che m odo si p o trà allo ra descrivere l’in te ra battaglia? La verità (se p u re è l’in d i scutibile verità) sulla g u erra del 1870-71 si è fatta strad a faticosam ente solo in questi ultim i anni, con la p u b blicazione della Relazione storica francese: m a ne h a n no dovuto tra sc o rre re più di q u a ra n ta dal conflitto. I lib ri scritti o ra con intenzioni definitive, anche da au to ri egregi, ci paiono destinati a dare idee inesatte e spesso ad d irittu ra false sugli uom ini e sulle cose, e a cadere ben presto. Si p o trà obiettare che soddisfanno un bi sogno di conoscere, e che è p u r necessario com inciare u n a volta dal m eno perfetto p e r giungere alla perfe zione: m a p rim a di tutto questa è ragione che ha p iu t tosto l’a ria di scusa; e poi, aspettiam o a llo ra le Rela zioni ufficiali, che succintam ente m a certam ente i varii Governi no n m an ch eran n o di pubblicare. P e r quante in e sattezze ed esagerazioni contengano, ne conterranno sem p re m eno delle opere di scrittori, che non hanno p o tuto conoscere e giudicare gli avvenim enti se n o n d a tavolino, lontani dai luoghi dove si svolgevano, senza n essu n a com unione con i com battenti, che non fosse quel la dei «bollettini» degli stati m aggiori o delle lettere dei co rrisp o n d en ti dei giornali.
L ibri d ’im pressioni, sì, si possono scrivere, com e que sto che noi presentiam o. Sono libri del tu tto soggettivi, nei quali gli avvenim enti sono esam inati in complesso, e costituiscono più che altro m a te ria p e r ragionam enti e p er conclusioni, il più possibilm ente pratiche, sull’an dam ento generale della guerra. R ap p resen tan o essi lo sforzo com piuto da un osservatore m ilitare per tracciarsi la stra d a m igliore tr a la selva dei fatti e giungere ad u n giudizio. In essi gli uom ini e le cose si colorano a
se-INTRODUZIONE X I
conda delle virtù e dei difetti dell’occhio del critico ; ed hanno tanto m aggior pregio e tanto m aggior forza quanto più sono sinceri: quanto più, cioè, sono rip ro dotti come furono p en sati e scritti originariam ente. So no libri di prim o im peto: traggono la loro forza d alla q ualità di chi li scrive: se i fatti conferm ano in tutto o in gran p a rte i loro ragionam enti e le loro deduzioni, possono diventare im portanti, come segno delle idee e dei sentim enti di un tem po: ma, avanti e so p ra tutto, ripetiam o, debbono essere genuini.
Se non andiam o errati, questa form a di libro dovreb be sp erare fortuna. Sono specie di «Memorie» a ro vescio: di Memorie p rim a degli avvenim enti. Sono la fedele testim onianza di ciò che un m ilitare potè pen sare o prevedere della guerra, n o n avendo altre inform azioni che i com unicati così detti ufficiali od ufficiosi, così spes so contradittorii, e le lettere dei corrispondenti, esage rate o m onche a seconda della volontà di chi le p erm et teva. R icostruiscono razio n e del cervello di un soldato dinanzi alle incertezze e ai co n trasti delle «situazioni» giornaliere. Fanno assistere, prim a, alla form azione di idee generali e fondam entali sulla g u erra eu ro p ea; poi, a lla nascita delle prim e m alsicure deduzioni; poi, fati cosam ente m a sem pre più precisam ente, all’avviam ento verso u n a concezione definitiva, qualunque sia, della guer ra. Ricalcano insom m a la strad a che, con ben a ltra po tenza d ’ingegno, i buoni e i grandi capitani percorrono, p e r guidare gli eserciti.
Q uando gli articoli com parivano nel grande giornale m ilanese, avevano un interesse p er ciò che annunziavano, ed erano letti p er co m p ararli con quanto poteva avve n ire od avveniva: o ra possono avere un altro interesse, di com parazione postum a con quanto è avvenuto. Ma questo secondo interesse non ci p are m eno grande del p rim o ; anzi, e specialm ente p er i m ilitari, ci pare forse a n co r più grande. N on accade facilm ente di poter m et tere a confronto ciò che è stato pensato p rim a dell’azio ne con ciò che è veram ente avvenuto. N on parliam o dei condottieri di eserciti i quali, non avendo naturalm ente m ai spiegato il loro pensiero p rim a di agire, hanno tu tta la facilità di d im o strare poi, che avevan tutto preveduto: si sa che n u lla è più artificioso di un «bollettino» di guer ra. Ma anche m oltissim i scritto ri m ilitari, p er molte ra gioni, sono alieni dal rip ro d u rre dopo gli avvenim enti
ciò che avevano sostenuto prim a. Come dissezione di un pensiero m ilitare e, diciamo così, dal lato puram ente artistico di osservazione dell’origine, dello sviluppo e
X II INTRODUZIONE
della conclusione di alcuni ragionam enti strategici o tattici, questo libro, e i suoi simili, p o treb b ero essere utili.
Certo, alcuni di quei ragionam enti e alcune deduzioni tra tte da essi n on d aran n o più, chiusi nelle pagine u n ifo r m i del volume, il senso di novità, nè p a rra n n o avere più l’im m ediata necessità di quando erano stam p ati p er la p rim a volta, p reco rren d o gli avvenim enti o cam m inan do di p a ri passo con essi. P e r rim etterli in am biente (e anche p e r collegarli, e p e r d are al lettore un a b revis sim a sto ria della guerra, come finora è conosciuta, al m eno nei tra tti p rin cip ali) abbiam o fatto precedere tu tti i capitoli, che non fossero di sole considerazioni, dai
com unicati degli Stati m aggiori o dalle notizie dei gior
nali. F o rse in questo m odo no n sarà difficile, e o ffrirà qualche curiosità, rin tra c c ia re in talune pagine l’origine di alcune idee generali, che o ra sono diventate p a tri m onio di tu tti coloro che si sono occupati della guerra, e p rim i noi sostenem m o, spesso contro l’opinione co m une. L a d ata anteposta ad ogni capitolo, la quale in dica il giorno in cui l’articolo co rrisp o n d en te fu p u b b li cato, attesta che no n facciam o p o m p a del senno del poi. Alcune nuove relazioni di cause e di effetti, alcune de duzioni, alcuni apprezzam enti di valori degli elem enti della lotta, alcuni insegnam enti, in principio vigorosa m ente com battuti e poi così intim am ente accettati, che ci accadde di vederli letteralm ente rip ro d o tti in giornali italian i o stran ieri, o di sen tirli ripetere, quasi con le stesse n o stre parole, in pubbliche conferenze, sono ben nostri.
R iproduciam o qui le p rin cip ali fra quelle conclusio ni, perchè costituiscono il succo del libro. Se al lettore paiono tro p p o scarse e tro p p o vaghe, ram m en ti egli che non si possono, p e r ora, tr a r r e dai fatti se non larghissim i e assai incerti principii. Chi vive in mezzo agli avveni m enti, e p a rte cip a delle passioni che li generano, ed è at to re volontario o involontario di essi, non può che in trav - vedere le leggi che li regolano. E può stim arsi fo rtu n ato , se riesce a sco p rire la verità u n a volta sola: la diffici lissim a, l’introvabile, l’irraggiungibile verità.
Noi sostenem m o dunque, dall’inizio, che la g u erra sa rebbe stata assai lunga, p erch è due delle gran d i potenze belligeranti, la R ussia e l’In g h ilterra, sarebbero en trate con ritard o nella lo tta ; e tu tte e due, e specialm ente l’In g h ilterra, non avrebbero perm esso che la g u erra fosse finita senza il loro concorso.
s-INTEODUZIONE X III
sia, Polonia e Galizia, avrebbe avuto grandissim o valore rispetto a quello occidentale, F ra n c ia e Belgio : che la lotta franco-tedesca non sarebbe stata la più im p o rtan te del conflitto, e che la R ussia sarebbe stata la regolatrice della g u erra terrestre.
Sostenem m o che i due te atri d ’operazioni, non ostante la distanza, si sarebbero com penetrati: ciò è a dire, che nessuna operazione si sarebbe p o tu ta svolgere in uno di essi, che n on tenesse conto degli avvenim enti dell’al Irò o no n avesse su quelli u n a ripercussione im m ed iata; tanto che ogni arresto o avanzata o ritira ta di tru p p e avrebbe avuto due cause: u n a vicina, dja ricercarsi nel p ro p rio teatro d ’operazioni, u na lontana, d,a ricercarsi nell’altro.
Sostenem m o che, contrariam ente alle d ottrine m ilitari generalm ente accettate e alle previsioni dei più, l’avanzata dell’esercito tedesco p e r il Lussem burgo ed il Belgio non era nè u n a finzione, nè u n ’operazione di poche tru p p e : m a era il m ovim ento in avanti di tu tto l’esercito, che, spinto d alla necessità di fa r presto, preferiva tro v are un nem ico di p iù in cam po aperto, piuttosto che essere a r restato d alla triplice linea di fortezze francesi dell’est.
Sostenem m o che la G erm ania avrebbe dovuto ad ogni costo fin ir la g u erra contro la F ran c ia p rim a di rivol gersi contro la R ussia: che fu e rro re l’aver perseguito dal 5 settem bre contem poraneam ente due obiettivi ; e che la G erm ania vide scom parire la sua fo rtu n a nei giorni, che precedettero im m ediatam ente la battaglia che venne d etta della Marna.
Sostenem m o, p rim a dell’avvenim ento, che era neces sario che il governo francese abbandonasse Parigi, e la sciasse contro all’a w e rsa rio il solo esèrcito, perchè que sto, libero d a ogni preoccupazione, potesse prolungare la p ro p ria resistenza fino all’intervento dell’alleato inglese.
Sostenem m o che era necessario che la Russia agisse energicam ente contro l’Austria, resistendo sem plicem ente nel frattem po alla Germania. N ell’un ità di scopi m ilitari che doveva legare le Potenze della T riplice Intesa contro quelle della D uplice Alleanza, la ripartizione n atu rale dei com piti era la seguente: la F ran cia e l’In g h ilterra con tro la G erm ania, la Russia contro l’Austria. Ricordiam o che abbiam o detto interessi m ilitari, non politici.
Sostenem m o che, delle cinque grandi Potenze bellige ra n ti, l’A ustria, p e r diverse ragioni, era la più debole. Se, perciò, le Potenze della Triplice Intesa volevano spe ra re di ottenere qualche buon risultato dalla guerra, do vevano rivolgere tutti gli ssforzi all’abbattim ento delì’Au- stria, obbligando la G erm ania a in terro m p ere i p ro p ri
XIV INTRODUZIONE
disegni, p e r c o rrere in aiuto dell’alleata. Così l’A ustria sarebbe stata un giorno il motivo della lo tta finale.
Sostenem m o infine, che n ella g u erra attuale le nazioni si erano sostituite agli eserciti, e che quindi il valore del «num ero», della folla, era diventato assai p iù grande di quanto n o n fosse stato finora. L a lotta doveva m irare, d ’o ra innanzi, alla continua, m etodica, paziente, d ire tta (noi dicem m o fro n tale) distruzione di questa folla, in m odo d a strem are p e r lungo tem po la nazione av v ersa ria, piuttosto che alla b rillan te m anovra, che infliggeva al nem ico u na sco n fitta clam orosa, m a era facilm ente r i parab ile, come dim ostrava il passato, fino alla g u erra russo-giapponese. Soltanto l’incessante fa lc iatu ra degli uo m ini poteva distruggere le forze vive di un popolo. L a p rin cip ale conseguenza di questa nuova necessità era, che ia g u erra p e r lunghissim o tem po, e forse anche in fine, sarebbe stata indecisa, perchè i due gruppi di nazioni ne m iche sono presso a poco p a ri di forza, e certam ente p ari di volontà e d ’energia.
Nel cam po più strettam en te m ilitare sostenem m o poi: che i fatto ri della g u e rra — uomo, spazio, tem po — erano così sm isuratam ente ingranditi, da non potersi più nè intendere nè im piegare come u n a volta: e che questo sm isurato ing ran d im en to di Valori aveva m utato l’in te n sità di m olte relazioni di cause e d i effetti. Quel risultato, che p rim a si otteneva in poche ore, adesso richiedeva settim ane intere. B isognava quindi ab itu are la m ente e l’anim o ad insistere p e r giorni e giorni in un disegno, a no n lasciarsi sgom entare da perdite, distanze e fatiche, e ad attendere pazientissim am ente le conseguenze della p ro p ria opera. L a disciplina delle mediti, la tem p ra dei corpi erano le doti principalissim e degli eserciti attu a li;
che il periodo di p rep arazio n e, d i m obilitazione e d i ra d u n a ta dell’esercito e ra diventato assai più im p o rtan te che p e r il passato, perchè l’elem ento im previsto il quale produce la vittoria, la sorpresa, si poteva o ra quasi u n i cam ente m an ifestare p rim a dell’inizio della lotta. Dal m o m ento che gli eserciti erano schierati e avviati ai loro obiettivi, tro p p o diveniva difficile cam biare lo scopo e la direzione di m arcia, poiché troppo essi erano num erosi, e tro p p o in b alìa degli svariatissim i mezzi di sco p erta de gli av v ersari;
che, finalm ente, la m anovra era diventata, non d i ciamo im possibile, m a assai difficile; e, so p ra tutto, no n dava risu ltati decisivi im m ediati. Aveva bisogno di essere rip e tu ta più volte p er o tten erli: anche se era vasta e ferm a di disegno, e all’inizio piena di m ovim ento,
rista-INTRODUZIONE XV
gnava a poco a poco e si a lla rg a la poi in u na pressio ne frontale, eseguita m eccanicam ente da tutte le truppe. Avrebbe avuto sem pre grandissim a p arte nella condotta della g u erra ; sarebbe stato sem pre il mezzo col quale, nel m om ento risolutivo, il com andante avrebbe potuto com pen sare il difetto del num ero o la sfo rtu n a: m a sarebbero stati specialm ente i fatti m orali che, dopo il trasco rrere di mesi e m esi, avrebbero fatto cadere in qualche setti m ana, quando si fossero m anifestati interi, resistenze che altrim en ti sareb b ero sem brate eterne.
Alcune di queste conclusioni paiono già dim ostrate dagli avvenim enti: altre, benché divenute opinioni co m uni, sono ancora sub judice. Q uante e quali siano re a l m ente giuste e vitali, soltanto il tem po p o trà dire.
Aprile del 1915.
P A R T E P R I M A .
Il pensiero militare all’inizio della guerra.
Capitolo Primo.
(Berlino, 7 agosto 1914.) Nel 1870 l ’ordine di mobilitazione fu dato
il 15 luglio e soltanto dopo tre settimane si ebbe il primo grande combattimento. Così anche ora, malgrado le estese reti ferroviarie, il concentramento delle masse dell’esercito per uno scontro decisivo richiederà ancora qualche tempo.
Il Wolff Bureau è informato da fonte competente che.allo stato
maggiore generale non pervenne notizia del più piccolo inconveniente durante la mobilitazione. I trasporti ferroviarii si compiono nel mas simo ordine, secondo il piano prestabilito in tempo di pace.
(Stefani.)
.. . . Se non teniamo conto delle condizioni politiche, possiamo rappresentarci così una guerra offensiva della Germania contro la Francia : l’ala settentrionale dell’esercito tedesco avanzerebbe a sca glioni attraverso l’Olanda e il Belgio, con l’estrema destra lungo il mare, mentre a sud il grosso delle forze schiverebbe l’urto nemico, e sfuggirebbe per l’Alsazia e la Lorena verso nord, per lasciare li bera all’avversario la via della Germania meridionale. L’avanzata a scaglioni dell’ala marciante tedesca costringerebbe l’ala sinistra fran cese a un grande cambiamento di fronte, e la porrebbe, per ciò solo, in una situazione svantaggiosa. Un buon successo dei tedeschi a nord li condurrebbe immediatamente a Parigi, e turberebbe gli or gani vitali dell’esercito francese, assai prima che questo potesse otte nere un risultato decisivo nella Germania meridionale....
(Generale von Beenhabdi, La guerra d'oggi. Traduz. francese, 1913.) (Parigi, 6 agosto 1914.) Quale vento di follia ha dunque soffiato sul
mondo germanico? Chi dunque ha spinto la Germania a scatenare contro sè stessa una formidabile coalizione di quattro Potenze ? Quale piano aveva essa formato per contare sulla certezza della vittoria?
Certo, la Germania preparava da tempo l ’attacco contro la Francia. T utti i sintomi che sembravano discutibili trovano ora nella realtà dei fatti la luminosa conferma. Essa aveva moltiplicato nella zona della frontiera le linee strategiche, aumentate le forze di copertura e coperta l ’intera Francia di una fitta rete di spionaggio. Si vedeva che aspettava l’occasione propizia per creare un incidente.
4 Disegni di operazione
DISEGNI DI OPERAZIONE
DEGLI ESERCITI FRANCESE E TEDESCO.
7 agosto 1914.
D a circa dieci giorni si p a rla di g u erra, da cinque è istata in d etta in F ran c ia la m obilitazione palese: e del l’esercito francese, del luogo in cui si è ra d u n a to , del modo di ra d u n a rsi, specialm ente delle sue intenzioni no n si h a notizia alcuna. S em bra che l’esercito francese no n esista.
L a cosa può dipendere prin cip alm en te d a questo : l'e sercito francese deve avere am m esso, poiché 1‘am m issione si fonda su dati di fatto, che gli occorre m aggior tem po del tedesco p e r m obilitarsi. D u ran te questo periodo di crisi, in cui tutto è d a fare, deve quindi so ttra rsi all’azione dell’avversario : deve allestirsi, m a lontano dal nem ico, in luoghi dove no n possa essere raggiunto di prim o balzo. L ’esem pio del 1870, in cui un falso apprezza m ento della re a ltà p o rtò alla fro n tiera tutto l’esercito im p rep arato , e lo dissem inò su u n a lunghissim a linea, senza un unico com ando, con le conseguenze d isastro se che tu tti sanno, deve essere rim asto n ella m ente dei capi francesi, ed avere avuto efficacia sulla raccolta a t tuale.
Ma dove si sarà co ncentrato? In uno dei capitoli se guenti vedrem o, d all’ esam e del teatro di operazioni e dell’ assetto difensivo di esso, le ragioni che conducono alle conclusioni che qui diam o: cioè, che assai p ro b a b il m ente il grosso dell’esercito francese è, o meglio e ra (poi ché, in questi p rim i giorni di ra d u n a ta e di co n cen tra m ento gli schieram enti possono m u tare di o ra in ora) riunito verso il centro del territo rio di confine, in co r
rispondenza della trouée, o passaggio no n fortificato, fra É pinal e Toul. Che cosa v o rrà fare? Im possibile dire. Se il Belgio non fosse stato invaso dai tedeschi, e non si fosse schierato quindi con i fran c esi; se l’In g h ilte rra
degli eserciti francese e tedesco ò
non avesse m inacciato di accorrere terza nella lotta te r re s tre ; se, insom nia, la F ran c ia si fosse tro v ata sola di fro n te alla G erm ania, si sarebbe potuto su p p o rre che l’esercito francese, in posizione centrale, avrebbe atteso che il tedesco si fosse im pigliato n ella form idabile tr i plice rete di fortezze che la F ran c ia h a dissem inato a difesa sulle sue te rre orientali, p er attaccarlo risolutam en te al m om ento opportuno. Con l’intervento del Belgio e dell’In g h ilterra n ella guerra, questa ipotesi non co rrisp o n de forse più alla verità.
Accettata, come p rim a ragione della m om entanea di fensiva, la tard iv a m obilitazione, c’erano però altri m o tivi che tenessero im m obile p er un certo tempo l’eser cito francese? Noi crediam o di si. Esso deve avere ob bedito, nell’assum ere il suo attuale atteggiam ento, allo spirito strategico che lo inform a. La questione è im p o r tantissim a, e la prospettiam o subito qui, all’inizio della guerra, perchè crediam o che d a rà la spiegazione di m olti disegni e di m olte operazioni future.
L ’esercito francese com batte an cora oggi secondo il modo lum inosissim am ente rinnovato da Napoleone. Con centrato in u n a regione abbastanza ristre tta indaga e vaglia, con le inform azioni, le mosse del nemico : e, se guendo un concetto ferm am ente prestabilito, con i mezzi e i m odi suggeriti dalle circostanze, si snoda nel m o m ento oppo rtu n o , p e r piom bare addosso all’avversario con le forze riunite. È inutile discutere i pregi o i difetti di questo m etodo: esso è tanto più proficuo, quanto più grande è il genio di colui che lo m ette in azione. Diremo solo che nelle ultim e m anovre francesi del 1913, dirette dal generalissim o Joflre, che o ra com anda l’esercito, fu esam inato sottoposto a controllo e proclam ato ancora u n a volta ottimo fra tu tti; e che è l’opposto del metodo di com battere tedesca. I tedeschi, fo rti dei loro «grossi bat taglioni, con i quali è D io», p arto n o infatti, secondo le loro teorie, con grandi forze d a u n a larghissim a fronte, avendo già nella parten za determ inati gli obiettivi; e avanzano sem pre, cercando di cogliere in un cerchio, o alm eno in un arco di ferro, l’avversario. L ’attitudine di
6 Disegni di operazione
ap p aren te raccoglim ento e di aspettativa dei francesi può dunque appunto dipendere, oltre che d alla lenta m obi litazione, d alla volontà di agire contro i tedeschi a r a gion veduta, e con un nucleo ben forte e saldo contro forze dissem inate.
N on avranno dunque i francesi nessun disegno di of fensiva, o ra che l’offensiva, com e del resto sem pre, si p ro clam a l’unico mezzo p e r giungere alla vittoria? Sì, certam ente: e, sem pre p rim a della com plicazione del Bel gio, quel disegno si prevedeva, o pronosticava, così. Il Reno, passato il p rim o tem po della difensiva, doveva costituire l’im m ediato obiettivo : poi, al di là del Reno, l’obiettivo doveva essere l’aperto paese fra il T au n u s e la F o resta N era, ossia lo sbocco della valle del Meno. In fatti il Meno, co rren te d a ovest ad est, traccia p e r circa 250 km. la via dell’invasione nel cuore della Ger m ania. Si am m etteva perciò un disegno di g u e rra simile
a quello del 1806 e anche della p rim av era del 1813: nei quali la base di operazione era il Reno, d a S tras burgo a Magonza, la d irettrice d ’invasione era segnata d al Meno, e la zona di passaggio dell’E lba p e r gettarsi poi su B erlino era quella fra D resd a e W ittem berg. Le vittorie di Je n a e A uerstàdt condussero N apoleone al com piuto sviluppo di questo piano nel 1806; l’arm istizio im posto d all’attitudine dell’A ustria dopo la gio rn ata di Bautzen im pedì la sua ripetizione nel 1813.
*
C ontro questa probabile azione francese che cosa ha previsto e fatto la G erm ania?
Diciam o subito che la G erm ania, avendo u n a m obi litazione più ra p id a della F ran cia, potendo quin d i m u o vere p er p rim a all’offesa ed essendo condotta, d alla
sua d o ttrin a guerresca, a im pegnare subito l’azione, of fre allo studio del critico m aggiori elem enti d ’indagini. Se l’esercito francese è scom parso n ella sua te rra , il
degli eserciti francese e tedesco 7
tedesco è en trato in cam po, anche dove non si aspet tava.
Ammesso da tu tti che l’esercito tedesco, a m eno d ’un caso quasi im possibile, dovesse avere la precedenza delle mosse, si credeva in fatti generalm ente che, eseguita r a d u n ata sulla linea del Reno con tre nuclei p rin cip ali intorno a Colonia, M agonza e Strasburgo, esso avrebbe subito avanzato, diviso in tre frazioni, contro il paese nemico, presso a poco con questi compiti. I due eserciti laterali dovevano p aralizzare le offese provenienti d a l l’esercito francese della Mosa (nord) e da quello proce dente controffensivam ente da Épinal e d a Belfort (sud) : l’esercito del centro, il principale, doveva spingersi offen sivam ente e con grande rap id ità attraverso la trouée della Mosella, fra Toul ed Épinal, attaccando vigorosam ente i fo rti fran cesi che avessero potuto inceppare la m arcia, ed investendo i cam pi trin cerati di Toul e di Épinal. Se questa p rim a operazione riusciva, l’esercito centrale avrebbe potuto riu n irsi a quello del nord, p er m arciare con esso verso il punto dove avesse ripiegato l’esercito fran cese; m en tre l’esercito del sud avrebbe rib u ttato in p a tria le tru p p e nem iche che avessero già invasa l’Al sazia.
E ra questa la soluzione più semplice, m a la più m as siccia, diciam o co sì; quella che pigliava il toro p er le corna, e tentava di raggiungere subito il m assim o risu l tato, a costo di q ualunque perdita. I cam pi trin cerati di Toul e di Épinal, in fatti, costruiti come sono attual mente, avrebbero con i loro forti ristretto ancor più l’e stensione della trouée che, tutta, no n è superiore ai 45 km. P er questi 45 km. doveva passare l’esercito più pode roso tedesco : e no n c’è chi non veda q u an ta sarebbe stata la difficoltà del passaggio. Chi potrebbe poi dire che cosa avrebbe potuto accadere, quando, al p resen tarsi delle varie teste di colonna nel paese ad ovest della trouée^ le prim e tru p p e fossero state attaccate du ran te lo spie gamento e quindi in piena crisi dalle tru p p e francesi, che, come abbiam o accennato, non si sa dove siano scom parse?
8 Disegni di operazione
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Il piano e ra quindi m olto audace. Ma, oggi, due nuovi fatti debbono avere, col riconoscim ento di quell’audacia, m odificato il p rim o pro b ab ile disegno di g u e rra tedesco. Uno, già avvenuto da qualche anno, consistette nell’asse- stam ento difensivo del te rrito rio francese: assestam ento che di m ano in m ano assunse tale potenza, da ren d e re più tem ibile ra z io n e delle fortezze, ed im p ro b ab ile la vitto ria di p rim o im peto. L ’altro, previsto m a non assolutam ente certo, fu l’e n tra ta con tem p o ran ea in cam po della R ussia e della F ran c ia contro la G erm ania. Questo intervento im m ediato della R ussia am pliò sm i su ratam en te la guerra, che già m inacciava di diventare g u e rra delle nazioni europee, e im pose nuovi obblighi alla G erm ania. U n nuovo p ro b lem a si delineò p e r questa nazione: sb arazzarsi nel m in o r tem po possibile della r i vale dell’ovest, p e r poterle poi rivolgersi, b a ttu ta questa, all’a ltra dell’est. Ma m en tre questa im prescindibile n e cessità richiedeva che l’azione co n tro la F ran c ia fosse r i solta rap id am en te, l’accresciuta potenza delle fortezze fa ceva prevedere lunghi indugi se l’esercito si fosse a tta r dato contro le zone fortificate.
Di qui l’invasione tedesca del L ussem burgo e del Bel- gio. Le gravi difficoltà devono avere condotto il Co m ando suprem o tedesco a no n im pegnare subito u n ’a zione fro n tale lungo la linea di confine franco-tedesca, m a a ten tare d ’ indebolire la difesa nem ica, sp u n tan d o n e u n ’ala. N on avendo nella fro n tiera, lunga 280 chilom etri, abbastanza a ria p e r tutto l’esercito, deve avere cercato uno sfogo alle estrem ità. Stretto d alla necessità di fa r presto ed energicam ente, deve essersi deciso a fa r p assare p arte delle tru p p e p e r il Belgio e p er il L ussem burgo, violando la n e u tra lità dei due paesi, ed attiran d o si contro a ltri 150 000 uom ini circa, che appunto costituiscono
l’eser-degli eserciti francese e tedesco 9
cito del Re Alberto. Il calcolo dello stato m aggiore te desco è stato giusto? Le fortezze non investite valgono i 150 000 uom ini di m ilizie attive, che possono rim an ere sul fianco dei tedeschi o sulle retrovie, se e quando questi avanzeranno in F ran cia? E se ad essi si aggiun gono, come p are, uno o più corpi d ’esercito inglesi (che l’In g h ilte rra sem b ra voglia inviare p er la violata n e u tra lità del Belgio) quale sa rà la proporzione n u m erica fra i belligeranti? E se i belgi ro m p eran n o le ferrovie, a d ie conseguenze p o rte rà il rim an ere p er sei o sette giorni nel Belgio, fra un popolo che si difenderà? Certo, non tutte le tru p p e tedesche sono o ra nel Belgio : anche del l’esercito tedesco no n sappiam o se non l’azione di u n a p arte, che può essere la m inore. Può d arsi che il nucleo p rin cip ale sia verso il centro della zona di confine fran co tedesca ed en tri in azione quando l’esercito che si potrebbe d ire del n o rd avrà attirato verso sè le tru p p e francesi delle trouées. Ma p o trà l’esercito del n o rd difendersi con tem poraneam ente dai francesi, dai belgi e dagli inglesi? E se avverrà il suo schiacciam ento, prodotto dai fran cesi sulla fronte, e dai belgi e forse dagli inglesi sul fianco, serv irà alm eno il sacrificio a facilitare la fun zione del rim an en te esercito tedesco? Questo è il p ro
blem a, che o ra si p resen ta al com ando tedesco e che è arduo risolvere.
Capitolo II.
AlVesercito, alla marina tedeschi!
Ho fiducia che l’antico spirito guerresco viva ancora nel popolo tedesco : quel potente spirito militare, che attacca il nemico dovunque 10 trova ed a qualunque costo, che fu sempre finora il terrore e lo spavento dei nostri nemici.
Confido su di voi, soldati tedeschi. In ciascuno di voi sia ar dente ed incrollabile la volontà di vincere; ciascuno di voi sappia, se occorre, morire da eroe. Pensate al nostro grande e glorioso passato. Pensate che siete tedeschi: e che Dio vi aiuti. Berlino, Castello Beale, 6 agosto 1914.
Firmato: Guglielmo.
(Proclama dell’imp. Guglielmo II ai soldati di terra e di mare.) Evidentemente anche le autorità germaniche credettero troppo alla lettera a ciò che scrivevano e dicevano i francesi. La mania autocritica, comune a tu tti i popoli latini, spingeva i francesi a g e mere sulla insufficiente preparazione militare. La realtà ha già di mostrato che la lezione del 1870 non fu vana. La mobilitazione è proceduta in maniera ammirevole.
Il contrasto col 1870 è impressionante. I soldati francesi difen dono adesso la patria e la libertà, i tedeschi difendono il sovrano, 11 trono. Il pensiero di difendere 1’esistenza del suo paese, in giu stamente attaccato, esalta il patriottismo del soldato francese.
Per una curiosa coincidenza il generalissimo Joffre è sopranno minato negli ambienti militari il Taciturno, precisamente come
Moltke. (Corriere della Sera.)
L’ANIMA DEI DUE ESERCITI.
IO agosto.
Si apprezza in un esercito, so p ra tutto, lo spirito che si chiam a offensivo, perchè la sto ria d im o stra che chi h a ferm a volontà di agire riesce a in c aten a re e sotto p o rre a sè l’avversario ; e si ritien e che l’esercito tede sco abbia spirito em inentem ente offensivo. L ’opinione è giusta. D alla cam pagna di D an im arca a quella di Boemie e a quella del ’70, è venuta sem pre più rad ican d o si negli
L'anima dei due eserciti 11
anim i germ anici l’idea della necessità di m arciare avanti, verso il luogo dove tu o n a il cannone. T utta la coltura m ilitare tedesca è stata d iretta a confortare con ragio nam enti ed esem pi la necessità dell’offesa/: e la d o ttrin a di g u erra tedesca ne fa fede. Si può tem ere che questo spirito offensivo, app u n to in ragione dei buoni successi fin o ra ottenuti, sia stato p o rtato all’esagerazione. Se è utile osare tutto dopo avere m isu rati gli ostacoli, può essere dannoso volerli su p erare ad ogni costo e quali e qu an ti siano, soltanto p erchè la fo rza tedesca è im m ensa. Il m otto di Moltke e ra più p ru d en te: «Prim a bilanciare, poi osare».
Fino al 1870 si gloriavano i francesi di personificare questo spirito offensivo, dal quale, ram m entando N apo leone il G rande, sp erav an o tutto. Il disastro li fece du bitare di sè e li rese guardinghi, forse anche più di quanto non si confacesse al loro carattere. Ma un buon successo nei p rim i giorni della cam pagna può rid estare l’antica fiducia e l’antico sp irito , reso più prudente dai dolorosi insògnam enti. Sicché i due eserciti stanno o ra di fronte, con un anim o aggressivo che nei tedeschi è forse esasperato e nei francesi forse dubbioso p er effetto, in tutti e due, dell’esperien za del passato. I prossim i av venim enti possono ro m p ere il non n a tu ra le equilibrio.
Dei due stati m aggiori, considerati come m acchine di lavoro, forse può riten ersi m igliore il tedesco. Spieghia moci subito. Le basi gettate dal grande Moltke, la tr a dizione sem pre risp ettata, lo spirito di disciplina, di con cordia, d ’ordine, rendono lo stato m aggiore tedesco arnese senza p a ri di in terp retazio n e e di com unicazione di volon tà dei capi. Lo stato m aggiore francese, più sciolto, forse più acuto, no n h a l’assoluta un ità ed anonim ità, diciam o così, deH’avversario. L a differenza, ad ogni modo, può stimar,si lievissim a. Può fa r pencolare la bilancia da un lato o d a ll’altro il genio del capo, del quale nessuno può p e r o ra d are un giudizio, perchè del generale von Moltke e del generale Joffre non si conoscono che le belle c arrie re del tem po di pace.
1 2 L ’ànima dei due eserciti
il generale tedesco von B ern h ard i: «Stimo m oltissim o il corpo degli ufficiali francesi, ed am m iro senza lim iti la sua potenza di lavoro e la sua attività intellettuale. Credo nondim eno che il n o stro gli sia uguale, e che, di più, sia cem entato d a u n ’unione m orale più solida. Gli ufficiali francesi sono travagliati dalle divisioni politiche. L 'a r dente patriottism o francese si m anifesta in certo qual modo p e r linee centrifughe, m en tre da noi le forze m o ra li dell’esercito irrad ia n o da un punto unico. Credo a n co ra che regni nei n o stri soldati uno spirito m ilitare m igliore di quello che anim a i soldati francesi, i quali sono stati in p a rte contam inati d alla p ro p ag an d a an ti m ilitarista e d alla disciplina tro p p o rilassata. Ciò p o trà so p ra tutto avere azione dopo qualche com battim ento sfortunato. D a noi invece lo spirito disorganizzatore so cialista non h a alcuna efficacia, nè sulle tru p p e attive, nò su quelle di riserv a ».
In queste parole, i caratte ri dei due eserciti sono po sti abbastanza bene, anzi, p e r quanto rig u a rd a l’esercito tedesco, benissim o in luce. Ma p e r l’esercito francese il von B ern h ard i h a descritto i c aratte ri del tem po di pace, e probabilm ente, come dice egli stesso, quelli della scon fitta: non gli attuali, con i qu ali i fran cesi en tran o in cam pagna. O ra i dissensi sono spaiati, la nazione in te ra si è levata in a rm i; e, indizio d ella volontà di re sta re tutti uniti, nessun grido di m inaccia in co n su lta o di scioc ca ja tta n z a h a ro tto il silenzio solenne della raccolta.
La relazione delle gran d i m anovre francesi del 1913, svoltesi fra q u attro co rp i d ’esercito al com ando dei ge nerali P au e Chomes, sotto la direzione del generalissi mo Joffre, dà questo ultim o apprezzam ento d ella p re p arazione francese: «Le m anovre hanno perm esso di con statare il vigore e la scioltezza della fanteria, che non è m ai stata fiaccata d alla fatica, benché alcuni reggim enti abbiano com piuto p e r più giorni m arce n o ttu rn e e d iu rn e su p erio ri ai 35 km. P erò, essa no n h a sufficientem ente tratto p artito dal terren o , e m olti uom ini sparavano sen za m irare. La cavalleria è stata in trap re n d e n te, sciolta, vo lo n tero sa: m a m anca di pratica, p e r causa della breve
du-L'anima dei due eserciti 13
ra ta della ferm a. L 'artig lieria ha m eritato tu tti gli elogi. Il com ando h a dato luogo a provvedim enti contro q u al che capo, dim ostrando invece la capacità e l’attività dei com andanti suprem i».
La relazione delle m anovre im periali tedesche pu re del 1913 n ella Slesia, fa suppergiù gli stessi elogi alle tru p p e germ aniche, dove, forse, sono m igliori delle fra n cesi le tru p p e di cavalleria, e meno m anovriere e unite d ’indirizzo quelle d’artiglieria. Dell’audacia della caval leria tedesca può essere già esempio, in questa guer ra, rin c u rsio n e degli ulani in Liegi, p rim a della caduta dei forti.
Come valore m orale i due eserciti, dunque, su p p er giù si equivalgono. Questo valore è più stabile nell’e-
sercito tedesco, più m utevole in quello francese. I te deschi persev ereran n o nella buona e nell’avversa fo rtu n a: i 'francesi, a seconda di questa, si m ostreranno o deboli o meravigliosi.
Capitolo III.
.... Se la Germania dovesse sostenere una doppia guerra contro la Francia e la Russia dovrebbe proporsi, politicamente, di portare un colpo fulmineo alla Francia, la cui ostilità contro noi sarebbe sicuramente più accanita di quella della Russia. Si raggiungono le stesse conclusioni, se si considera che la Francia sarà pronta assai prima della Russia, la quale ha bisogno di molto tempo per la mo bilitazione e la concentrazione : si può sperare di battere i francesi, prima che i russi diventino terribili....
(Generale von Bernhakdi, La guerra d'oggi.)
Il Governo Imperiale seppe notizie sicure circa la progettata entrata delFesercito francese nella valle della Mosa, per la via Givet- Namur, che non lasciano alcun dubbio sull’intenzione della Francia di marciare contro la Germania attraverso il territorio belga. Il Go verno non può non preoccuparsi del fatto che il Belgio, malgrado la migliore volontà, non sarà capace, senza appoggio, di impedire un’avanzata. Avendo i francesi simili probabilità di buon successo, suf ficienti per costituire una sicura minaccia contro la Germania, è ne cessario per la Germania di prevenire un attacco nemico. Il Governo tedesco proverebbe un grandissimo rammarico, se il Belgio vedesse un atto di ostilità diretto contro di esso nelle misure a cui la Germa nia è costretta a ricorrere dai suoi avversari, e cioè di penetrare ancb’essa da parte sua in territorio belga a scopo di controdifesa.
(Istruzioni telegrafiche dirette al mini stro di Germania a Bruxelles, 2 agosto.) Le fortezze belghe destinate a sostenere l’urto tedesco compren dono Liegi, Namur, Huy.
Liegi ba una importanza strategica di primo ordine. Essa è difesa da sei forti di grandi dimensioni e da altri sei forti di dimensioni più ridotte con un armamento totale di quattrocento pezzi. Dodici forti formano una linea elittica di cinquantacinque chilometri.
Namur è difesa da una cinta fortificata a forma di trapezio con un perimetro di una cinquantina di chilometri. L’armamento di Namur è rappresentato da cinquanta pezzi. Questa piazza ha una importanza strategica capitale per la Francia essendo situata alla confluenza della Sambra colla Mosa per sbarrare l’ invasione verso la Francia.
Huy, vecchia fortezza instaurata, sbarra due ponti sulla Mosa.
Azioni dell'assetto difensivo della frontiera sull'inizio delle operazioni 15
AZIONI DELL’ASSETTO DIFENSIVO
DELLA FRONTIERA SULL’INIZIO
DELLE OPERAZIONI FRANCO-TEDESCHE.
8 agosto.
Q uella p a rte dell’esercito tedesco, forte, a quanto pare, di cinque o sei corpi, che h a violato la n eu tralità del Belgio p e r cadere sull’esercito francese, celer emente e senza l’im paccio delle fortezze avversarie, sta com bat tendo a sp ram en te nella regione Liegi-N am ur-H uy con tro le tru p p e belghe e contro le loro opere di fortifica zione; e sem b ra che la sorte non le a rrid a del tutto. E ssa no n avanza più d a quasi tre giorni: e questo co stituisce certam ente uno svantaggio. Sem pre, in guerra, il fatto re tem po h a il m assim o valore: specialm ente in questo inizio di operazioni, in cui ogni o ra che passa rende più grave p e r la G erm ania il pericolo russo, che già com incia a disegnarsi verso oriente. Se, come anche p are, p a rte dell’esercito francese si spostasse a no rd per d are la m ano a quello belga, le condizioni diventereb bero an co r peggiori p e r i tedeschi, i quali sarebbero at taccati sulla fro n te e sul fianco destro, e tratten u ti in una azione difensiva, là dove avevano creduto di svilup pare u n a ra p id a vigorosa offesa.
Questo non significa affatto che la situazione d e b ili terò esercito tedesco sia com prom essa. Facciam o notare an cora u n a volta che di tutte le tru p p e tedesche scese in cam po, soltanto quelle del n o rd p e r o ra agiscono, e molto ru m o ro sam en te ; m a delle rim anenti non si sa nulla di certo. H anno deciso di p u n ta re d iritto ad ovest, a traverso la regione fo rtificata francese, p er liberare i c o rp i del Belgio, rendendo loro così quell’aiuto che da essi attendevano? 0 , fidando p er la difesa del proprio territo rio sul paese potentissim am ente m unito della sini stra del Reno e sul Reno, si stanno spostando, nella
1 6 Azioni dell’assetto difensivo della frontiera
m aggior p arte, a no rd , dietro alla m a sc h e ra delle tru p pe o ra com battenti, p e r d are di lì il colpo di m aglio che stritoli la resistenza avversaria? Poiché p e r tan ti anni hanno convinto il m ondo che dovevano assalire i fra n cesi fra Toul ed Spinai, sboccheranno inco n tro al ne mico, al m om ento opportuno, di so p ra V erdun? Chi sa? In g u erra h a grandissim a p ro b ab ilità di vincere chi fa ragionatam ente l’im previsto.
Di sicuro no n c’è fin o ra che questo : nel Belgio l’eser cito tedesco h a in co n trato un ostacolo forse m aggiore di quello che credeva, e perciò le o perazioni d’insiem e sono, come dire? un p o ’ scom pigliate. Forse, p e r il m o m ento, non c’è più la co rrispondenza delle funzioni e dei tem pi fra le tru p p e invadenti del Belgio, che dovevano pro b ab ilm en te essere im pegnate, e il nucleo principale della L orena, che avrebbe forse dovuto essere risolvente. Avendo le p rim e ritard a to , il secondo h a dovuto atten dere gli eventi.
Il calcolo delle previsioni dell’attuale Com ando tedesco è dunque erra to ? Aveva ragione dunque il vecchio Moltke, quando o rd in av a che l’azione p rin cip ale dovesse essere la centrale anche a costo di gravissim i sacrifici, o hanno ragione i capi attu ali e gli scritto ri d ’arte m ilitare, che hanno deciso o consigliato, in un p rim o tem po, di p as sare piuttosto «sul ventre» del Belgio che sulle fortezze francesi? Si sente a tra tti p a rla re di un m ovim ento an sioso, come di u n ’affan n ata ricerca di spazio dell’esercito tedesco, an co r più a n o rd del Belgio, verso l’O landa: significa questo che lo stato m aggiore germ anico insiste nel suo disegno?
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Noi crediam o ferm am ente che nella m odificazione del l’antico disegno di g u erra tedesco, attrib u ito al grande m aresciallo, o, p e r essere p iù sicuri di ciò che diciam o, nella form azione dell’attuale disegno, abbia avuto g ra n dissim a efficacia l’esame dell’assetto difensivo della F r a n cia. Balza così fuori, p er l’indagine del critico, la
que-su ll’esito delle operazioni franco-tedesche 1 7
stione deirassestam ento difensivo dei due te rrito ri: e si d im o stra u n a volta di più l’im p o rtan za grandissim a che la fortificazione beh concepita può avere sulle prim e ope razioni di guerra.
L a G erm ania, avendo im posto con la pace di F ra n coforte, nel 1871, la linea di fro n tiera alla Francia, è stata fav o rita nella rip a rtizio n e del te rrito rio adiacente. A pprofittando d ella posizione geografica della L orena, che si ad d en tra come u n cuneo nella te rra francese ed è p ro te tta a settentrione dal Lussem burgo neutrale, h a fatto d ella L o ren a come u na grande o p era avanzata, m inac ciante il cuore della Francia. Il form idabile cam po trin cerato di Metz e la fortezza di D iedenhofen (Tliionville) p o rtan o in fatti le tru p p e am m assate in L o ren a in vici nan za delle valli dell’Aisne e della M arna, che scendono verso Parigi.
D ietro questo p rim o nucleo offensivo, creato d all'u o mo, la n a tu ra h a accum ulato gli ostacoli natu rali. I r i lievi m ontani, in fatti, di m ano in m ano che si avvicinano a lla sin istra del Reno, divengono più a sp ri; e ciò costi tuisce un vantaggio p e r la G erm ania, che, superate le faticose catene nel p ro p rio territo rio , può invece opporle p resid iate e fortificate all’avversario. Il Reno, col suo corso am piam ente concavo verso la F ran cia, lim ita i r i lievi, p u re concavi, verso ovest: e abbraccia e cinge così u n grande tra tto del paese nemico. P e r conseguenza, le tru p p e tedesche avanzanti verso P arig i m arciano concen tricam en te, restringendo cioè sem pre più la fronte quanto m aggiorm ente avanzano, m en tre le tru p p e francesi pro g re dienti ad o rien te si disperdono a ventaglio, o m arciano eccentricam ente.
Nè basta. D ietro la forte regione avanzata della L orena, dietro il vasto aspro territo rio , che conduce alla disp er sione le tru p p e nem iche che lo percorrono, ecco, terzo ostacolo, il Reno difensore. Questo fium e m aestoso, di al veo larghissim o, in m olti pu n ti dilagante in acquitrini e p e r lunghi tra tti non attrav ersato da ponti, h a m oltissim e linee ferro v iarie di grande potenza che fan capo ad esso,
1 8 Azioni deirassetto difensivo della frontiera
provenendo dai paesi dell’im pero : e sulle sue rive vede sorgere q u attro delle più m u n ite fortezze dell’E u ro p a, Colonia, Magonza, S trasburgo e N eu-B reisach. U na qu in ta città fortificata, Coblenza, h a m inore im p o rtan za di que ste prim e. Le q u attro gran d i fortezze soddisfanno un dop pio com pito, offensivo e difensivo, di a rre sta re l’avanzata nem ica, se è giunta al fium e; di p erm ettere e di appog giare lo sbocco delle forze tedesche, quando queste si sono ra d u n a te e com pletate in te rrito rio proprio. Spe cialm ente im p o rtan te, fra le q u attro , è S trasburgo, che, p a d ro n a dei passi dei Vosgi, concede o im pedisce il p as saggio all’alta Lorena.
Appoggiato a n o rd ai paesi n eu trali del Lussem burgo e del Belgio, e a sutd alla Svizzera p u re n eu trale, è fa cile capire come l’assetto difensivo e offensivo tedesco sia form idabile. Il su’o difetto consiste n ella ristrettezza della fronte. L a fro n tiera franco-tedesca m isu ra circa 300 km. : e questo spazio n o n è davvero tro p p o grande p e r un esercito come il germ anico.
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La F ran c ia si è trovata, p e r le condizioni topografiche dei te rrito ri di fro n tiera, assai peggio della G erm ania. Poiché scarsi ostacoli n a tu ra li sb arran o efficacemente le vie d ’invasione su Parigi, h a dovuto im piegare senza r i sparm io cem ento e acciaio, dove appena ap p en a è p arso che la spesa com pensasse l’opera.
T raendo p artito da tutte le linee fluviali e d a tu tti i rilievi del suolo, essa h a contrapposto così fortezze a fo r tezze. C ontro N eu-B reisach e S trasburgo h a costruito Bel- fort ed Épinal ; contro D iedenhofen e Metz, Toul e Ver dun. Ma u n a seconda linea h a eretto a vigilare, a rin c a l zare e sostenere la p rim a: ed h a costruito dietro la fronte B elfort-Épinal il triangolo Langres-D ijon-B esan- con; dietro la fronte Toul-V erdun la lin ea R eim s-Laon- La Fère. In terza linea, sola, nucleo e p ern o di ogni d i fesa, h a lasciato Parigi.
sull'inizio delle operazioni franco-tedesche 1 9
Belfort, Épinal, Toni, Verdun, Parigi, tu tti cioè i ca pisaldi delle linee difensive, sono cam pi trin cerati. Bel fo rt lia due linee di fortificazioni, d istan ti rispettivam ente 7 e 22 chilom etri d alla città, che chiudono le provenienze dell’alto Reno. Toul, la più im p o rtan te fortezza francese dopo Parigi, centro della difesa orientale, possiede u n a cinta di forti, che si sviluppa p e r 115 chilom etri. V erdun conta 75 opere, che occupano un circuito di 70 chilo m etri. Il triangolo difensivo Langres-D ijon-B esangon, coi lati di 50, 60, 70 chilom etri, è a d d irittu ra u n a regione fortificata. La cinta delle opere esterne di P arigi si m i s u ra sorpassando i 100 chilom etri. E tutte queste fo r tezze sono recenti e potenti ; m entre sono di dubbio valore i fo rti che le rilegano fra loro, e p er i quali furono spesi m ilioni, forse non m olto bene.
F ra i tra tti di terren o fortificati si aprono quegli spazii sgom bri, che i francesi chiam ano trouées, e noi p o trem mo ch iam are passaggi o sbocchi. Sono: lo sbocco di Bel fo rt, a sud, largo u n a q u a ra n tin a di chilo m etri; quello fra
É pinal e Toul al centro, im portantissim o fra tutti, di circa 45 chilom etri ; e quello della Chiers, a settentrione di Ver d un, di circa 30 chilom etri. Ma essi no n sono u na facile via d ’accesso all’invasore. N essun esercito vi si ingolfe rebbe volentieri, anche dopo avere m ascherato i cam pi trin c e ra ti che li lim itano, poiché non avrebbe spazio per spiegarsi, e le sue teste di colonne correreb b ero il rischio di essere b attu te ad u n a ad u na nello sboccare. Sono p iu t tosto luoghi di attesa p e r le tru p p e francesi, che vogliano, a un certo m om ento, p recip itarsi sul nemico che assedia le fortezze, o è im pigliato ‘in m arce a rrisch iate: e si possono p a ssa re con sicurezza soltanto quando i cam pi trin c e ra ti sono caduti.
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L ’assetto difensivo dei due territo rii, m ostruoso come fo rza ed im ponente come o p era d ’arte, deve avere avuto indubbiam ente azione sulla concezione dei disegni di
guer-20 Azioni dell’assetto difensivo della frontiera su ll’inizio delle operazioni
ra dei belligeranti, specialm ente su cpiello tedesco, poiché i tedeschi prevedevano di essere gli attaccanti.
Di qui, l’azione tedesca svoltasi fino ad oggi, la quale può riassu m ersi così: un esercito, spinto nel Belgio p e r girare l’assetto difensivo francese e l’esercito ad esso ap poggiato, e fav o rire così l’avanzata verso ovest di un nucleo p rin cip ale della Lorena, è arrestato nella sua m a r cia offensiva; e m asch era uno spostam ento di forze am i che a nord, dietro sé, o viene al più presto soccorso dell’azione in avanti di quelle tru p p e, che dovevano da lei essere agevolate.
CAriTOLO IV.
.... Si può ritenere.... che una rapida vittoria sulla Francia para lizzerebbe subito il Coniando russo e avrebbe un effetto sedativo sull’Inghilterra.... Ma non è facile difendere la frontiera orientale con forze poco numerose, e Berlino sarebbe minacciata assai presto da un nemico vittorioso sui campi dell’est.
.... Se però l’Austria intervenisse in favore della Germania e pren desse l’offensiva contro la Russia da sud-ovest, o se soltanto la minacciasse di questa offensiva, la Russia disporrebbe di forze assai minori per un attacco in direzione di Berlino.
.... Data la vastità dell’ impero russo, non si potrebbe pensare nè a una disfatta, nè a una conquista totale della Russia. La Ger mania dovrebbe quindi proporsi un’offensiva limitata, nella quale fosse già considerato il passaggio alla difensiva. Bisognerebbe quindi che non solo battesse l’esercito russo, ma conquistasse una posi zione che da un lato obbligasse i russi a prendere alla loro volta l ’offensiva e dall’altro favorisse la difesa tedesca.
(Generale von Bernhardi, La guerra d ’oggi.)
Fra i capi di stato maggiore generali degli eserciti tedeschi ed austro-ungarico gli stessi rapporti personali, esistenti da anni, si sono consolidati con la maggior reciproca fiducia.
(Stefani, da Berlino, 18 agosto.)
CONCETTO DETERMINANTE
L’ASSETTO DIFENSIVO DELLE FRONTIERE
TEDESCO-AUSTRO-RUSSA.
IO agosto.
L a fro n tiera tr a R ussia, G erm ania e A ustria corre p e r circa 900 chilom etri dalle foci del N iem en sul Bal tico alla città di N ovoselitza sul P ru th , dove cominciai la R om ania: m a n o n è rettilinea. Con la Polonia, la R ussia si incunea violentem ente fra le due nazioni av v ersarie: le quali, a loro volta, stringono con le braccia
2 2 Concetto determinante Cassetto difensivo
potenti della P ru ssia orientale e della Galizia la m inac ciosa regione polacca. Poiché nessun ostacolo del terren o è così serio da arre stare , in caso di g u erra, un nem ico prem unito, questa configurazione della fro n tie ra p o rta a gravi conseguenze. Se la R ussia h a u na ra p id ità di m o bilitazione su p erio re a quella degli avversami, le sue tr u p pe riu n ite nel saliente polacco e lanciate in avanti sono subito nel cuore del paese nem ico. Se la G erm ania e l’A ustria sono invece in grado di p re p a ra re con m aggiore velocità i mezzi offensivi, gli eserciti tedesco ed austriaco, m inacciando alle spalle la Polonia, im pediscono q u alu n que concentram ento di forze in essa, ed obbligano la m obilitazione ru ssa a com piersi m olto più ad est. Siccome la P o lo n ia è p ro fo n d a circa 300 chilom etri, ognuno cap i sce che cosa significhi ra d u n a re tru p p e al lim ite occiden tale di essa, piuttosto che a quello orientale.
L a Russia, convinta di non po ter co p rire tutto il saliente con le sue tru p p e , h a abb an d o n ato il paese ad occidente della Vistola, ed h a organizzato la sua difesa s o p ra e ad oriente di questo fiume. Il m aestoso corso d ’acqua, la cui larghezza v a ria d a 800 a 1200 m etri, e la cui p ro fo n d ità è sem pre su p erio re a m etri 1,80, form a così il fosso del triangolo difensivo polacco, alla cui base stanno i cam pi trin c e ra ti di Novo-Georgievsk e di Ivangorod (V istola), ed al vertice il cam po di Erest- Litow ski (Rug). L a distanza fra le due p rim e fortezze è di circa 130 IcMLometri ; la p ro fo n d ità del triangolo di 180. Costituisce esso u n a v e ra regione fortificata, a t to rn o a cui stanno vasti 'acquitrini, fium i paludosi e boschi.
U no degli ostacoli n a tu ra li più poderosi che si cono scano dell’E u ro p a, sostiene q u e st’o p era avanzata della di fesa russa. D ietro la P o lo n ia si estende u n ’im m ensa re gione lunga ciprea 400 chilom etri, che si chiam a il Poliessie. È fo rm ata dal vastissim o te rrito rio com preso nel triangolo B rest-Litow ski, Bobruisc, Kiew, tutto sta gni e foreste, con pochissim e strade a fondo natu rale, con u n a sola linea fe rro v iaria che la p e rc o rre da n o rd a sud, e poveram ente popolato : il fium e P rip e t vi dilaga
delle frontiere tedesco-austro-russa 2 3
con le sue acque pigre e con quelle dei suoi affluenti, su un a estensione doppia di quella della valle del Po. È inutile fortificare questa im m ensa palude: essa si difende
da se, d ’estate coi m iasm i, d ’inverno coi ghiacci.
Il Poliessie in tran sitab ile divide il territo rio russo die tro alla Polonia in due gran d i scacchieri : uno a nord, (in corrisp o n d en za della P ru ssia orientale, ed uno a sud, in co rrispondenza della Galizia.
P e r lo scacchiere n o rd passano le strade che dalla P ru ssia conducono p iù d irettam en te a P ietrogrado o a Mosca, e m inacciano più validam ente il fianco e il tergo del triangolo polacco. N essun ostacolo naturale, nem m eno qui, s b a r ra le strad e d ’invasione, all’infuori dei fiumi. Sul N iem en, largo 400 m etri, la R ussia h a quindi fatto sorgere i cam pi trin ce ra ti di Kowno e di Grodno, e le due teste di ponte di Olita e di Mereazi. Nello spa zio intercedente fra queste difese e la regione Novo Georgievsk, Ivangorod, Brest-Litow ski, vigilano, tr a le p a ludi del B obr e del N arew , la piazzaforte di Ossoviec je cinque teste di ponte occasionali (Lomza, Ostrolenka, Ro- zan, Pulhesk e Zegrze).
P e r lo scacchiere sud passano le strade che condu cono a Kiew, cen tro di u n a fertilissim a regione, e p o rta della R ussia m eridionale. Le due fortezze di Luzk e di Rowno in tercettan o la linea di m a rc ia principale d a Leo- poli a K iew ; p iù a sud, le a ltre due fortezze di Kome- niccz e di Cliotin, di m in o r valore, le sostengono. Kiew, m unita di u n a c in tu ra di fo rti m oderni, rap p resen ta, più indietro, l’u ltim a difesa della R ussia m eridionale.
Nel vastissim o te rrito rio di fro n tiera le fortificazioni che abbiam o ric o rd a te sono quasi sperdute, assai lontane u n a dall’altra. L ’appoggio che si prestano vicendevolm ente non lè m olto valido. Costituiscono piuttosto i punti p rin cipali della difesa, che un assetto difensivo vero e p ro p rio : la vera, sicu ra salvaguardia della fro n tiera ru ssa è la te rra stessa, piana, sconfinata, m alsana, difficilmente percorribile.
2 4 Concetto determinante l ’assetto difensivo
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/ L a G erm ania h a seguito l’esem pio della Russia, e sulla p ia tta fro n tie ra o rien tale h a costruito an ch ’essa poche fortezze. Fidando di attaccare assai più rap id am en te l’av versario di quanto questi no n possa, h a riposto la difesa del te rrito rio prin cip alm en te n ell’azione delle tru p p e m o bili. La g u erra, secondo i calcoli d ella G erm ania, deve accadere nel te rrito rio russo, n o n in quello tedesco. Mol tissim e linee ferro v iarie (tra im p o rtan ti e m eno im p o r tan ti) fanno quindi capo, d a tutte le regioni dell’im pero, alla te rra ru ssa : e, giunte lì, finiscono. L a R ussia n o n ha potuto an co ra, o non h a giudicato conveniente, p ro lu n gare quelle vie di sicu ra invasione sul p ro p rio suolo. N ella P ru ssia orientale dove il te rre n o ro tto a laghi e a g ran d i boschi si difende d a sè, ed è un im paccio all’avanzata, nem ica m en tre può divenire un aiuto alla ritira ta p ro p ria, le linee ferro v iarie tedesche sono più rade. Ma la grande rete delle ferrovie è il fondam ento della azione g erm a nica contro la Russia.
Due sole linee di fortezze, invece, ap p ro fittan d o del corso in ferio re dei v arii fium i, sorgono a g u aren tire l’in tegrità ed il possesso della P ru ssia orientale, e a m in ac ciare il fianco destro del nem ico che, riuscito eventual m ente a raccogliersi in Polonia, voglia p u n ta re celere- m ente su Berlino. Stanno in p rim a linea Danzica, G rau- denz e T h o rn sulla Vistola, Posen sulla W arth a e B resla- via suH’Oder, benché le opere di questa città, erette negli ultim i tem pi, siano di c ara tte re occasionale. Sorgono in seconda linea K u strin e Glogau, sull’Oder.
Scarse sono anche le fortificazioni dell’A u stria n ella Galizia. P iuttosto che co stru ire opere ossidionali, l’Au stria h a addensato n ella zona di confine m olte tru p p e, con le quali può celerem ente p o rta re l’offesa in te rri torio avversario. N ella Galizia occidentale stanno, a g ran de distanza fra loro, la d o p p ia testa di po n te di Jaroslaw , il cam po trin ce ra to di Przem ysl sul San e il cam po trin