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I finanziamenti e gli incentivi per il settore agricolo

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Academic year: 2021

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I FINANZIAMENTI E

GLI INCENTIVI PER IL

SETTORE AGRICOLO

a cura di

L. Briamonte e S. Vaccari

INEA 2009

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I FINANZIAMENTI E

GLI INCENTIVI PER IL

SETTORE AGRICOLO

Istituto Nazionale di Economia Agraria

Collana Spesa agricola regionale

a cura di

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Il presente volume è stato elaborato nell’ambito del progetto MIDA Agricoltura che l’INEA realizza a supporto dell’at-tività RICA finanziata dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (DM 16/2006).

Per l’attività di MIDA Agricoltura operano i seguenti gruppi di lavoro:

Comitato tecnico-scientifico

Stefano Vaccari (Responsabile scientifico), Lucia Briamonte (Coordinamento), Guido Bonati, Luca Cesaro, Maria Assun-ta D'Oronzio, Roberto Giordani, Luciana Libutti, Franco Mari, Iraj Namdarian, Rachele Rossi.

Gruppo di lavoro normativa nazionale

Lucia Briamonte (Coordinamento), Roberto Giordani, Sabrina Giuca, Luciana Libutti, Rachele Rossi, Stefano Vaccari.

Gruppo di lavoro normativa comunitaria

Rachele Rossi (Coordinamento), Lucia Briamonte, Antonella De Cicco, Palma Esposito, Roberto Giordani, Sabrina Giu-ca, Daniela Guida.

Gruppo di lavoro regionale

Lucia Briamonte (Coordinamento), Stefania Facciuoli Celea (Sede regionale INEA Valle d’Aosta), Ilaria Borri (Sede re-gionale INEA Piemonte), Stefano Dell'Acqua (Sede rere-gionale INEA Lombardia), Giorgia Modolo (Sede rere-gionale INEA Trento e Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia), Nadia Marchetti (Sede regionale INEA Liguria), Francesco Marseglia (Sede regionale INEA Emilia-Romagna), Lucia Tudini (Sede regionale INEA Toscana), Luca Turchetti (Sede regionale INEA Umbria), Frida Paolella (Sede regionale INEA Marche), Alessio Leonelli (Sede regionale INEA Lazio), Stefano Pa-lombo (Sede regionale INEA Abruzzo); Maria Felicia Pasquale (Sede regionale INEA Molise), Raffaella Pergamo (Se-de regionale INEA Campania), Rosa Chiarella (Se(Se-de regionale INEA Puglia), M. Assunta D'Oronzio (Se(Se-de regionale INEA Basilicata), Carmelo Legato (Sede regionale INEA Calabria), Teresa Cirivello (Sede regionale INEA Sicilia), Gian-luca Serra (Sede regionale INEA Sardegna).

Segreteria del progetto: Roberta Capretti, Novella Rossi I contributi al testo sono di:

Introduzione: Lucia Briamonte Capitolo 1: Lucia Briamonte

Capitolo 2: Stefano Vaccari (2.1 2.1.9 2.2 2.3), Lucia Briamonte (2.1.1 2.1.2 2.1.3 2.2.1), Rachele Rossi (2.1.4 -2.1.5 - 2.1.6 - 2.1.7 - 2.2.2 - 2.2.3 - 2.2.4 - 2.2.5 - 2.3), M.Cristina Nencioni (2.4.1), Sabrina Giuca (2.1.8), M. Assunta D’Oronzio (2.4.2);

Capitolo 3: Daniela Guida (3.1- 3.2.1: carni avicole e uova, carni ovicaprine, prodotti lattiero-caseari, 3.3 - 3.4), Antonel-la De Cicco (3.2.2 - 3.2.4: olio d’oliva), Palma Esposito (3.2.1: carni bovine - 3.2.3: riso, seminativi, zucchero e barbabietole da zucchero 3.2.4: prodotti viti vinicoli 3.2.5), Rachele Rossi (3.2.1: carni suine 3.2.3: luppolo e tabacco -3.2.6), Sabrina Giuca (3.1.3), M. Assunta D’Oronzio (3.5.1), Roberto Giordani (3.5.2), Raffaella Pergamo (3.5.3), Fran-cesca Marras (3.5.3: commercializzazione di prodotti agricoli di qualità)

Capitolo 4: Sabrina Giuca (4.1 - 4.2), Rachele Rossi (4.3 - 4.4) Capitolo 5: Salvatore Capezzuto

La consulenza editoriale è di Moira Rotondo

Segreteria tecnica di redazione: Elisabetta Capocchi, Giulio Viggiani Coordinamento editoriale: Benedetto Venuto

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PRESENTAZIONE

Nel 2003 nasceva MIDA Agricoltura (acronimo di Modello Informativo per la Do-manda di Agevolazioni in Agricoltura), un servizio informativo accessibile via internet, che si proponeva di offrire un quadro informativo completo e aggiornato sugli strumenti di fi-nanziamento a favore degli imprenditori agricoli oltre che sulle notizie e gli eventi di maggiore interesse per chi opera nel settore, il tutto con un livello di dettaglio regionale. L’idea di creare tale servizio era nata in seguito al passaggio della rilevazione della rete contabile agricola RICA al campione casuale; tale passaggio portava con sé la previ-sione di alcuni servizi da rendere disponibili per le aziende che decidevano di partecipare alla rilevazione RICA. Proprio per questo, il servizio era articolato su due livelli di acces-so: un’area pubblica con informazioni di carattere generale e un’area riservata contenen-te informazioni dettagliacontenen-te sui finanziamenti e gli incentivi per le imprese agricole che par-tecipavano alla rilevazione RICA. Questa struttura è stata successivamente aggiornata, co-me riportato nell’introduzione al voluco-me, per dare al sito una nuova veste grafica e nuovi contenuti disponibili per tutti gli utenti e poter inserire una nuova e più evoluta applicazio-ne: MIDA Opportunità, ovvero una sezione del sito che consentisse una simulazione assi-stita per l’utente nell’elaborazione di strategie di finanziamento e gestione ottenibili dal-l’impresa.

MIDA Agricoltura vuole oggi rappresentare un punto di accesso unico alle informa-zioni sulle agevolainforma-zioni per l’imprenditore agricolo, dal momento che alla molteplicità di finanziamenti e incentivi a disposizione delle imprese agricole, da un lato, e dei soggetti coinvolti nella loro gestione, dall’altro, naturalmente corrisponde una moltitudine di fon-ti di informazione, con la conseguenza di un insieme di dafon-ti molto dispersi, e frammenta-ti e di non facile reperimento. Inoltre, il sito si propone di diventare uno strumento di la-voro e di consultazione quotidiana, con un servizio di informazione sulla normativa in tem-po reale che consenta di differenziare la fruizione dei contenuti a seconda delle esigenze informative dei diversi target di utenza; un servizio, quindi, che senza sostituire il ruolo del consulente aziendale, può aiutare l’imprenditore nelle sue scelte strategiche e nella cono-scenza delle opportunità a disposizione.

La necessità di una tale iniziativa e di un volume come questo nasce, come si dice-va, dalla complessità del sistema italiano delle agevolazioni per il settore agricolo.

Il mondo della produzione, per accedere ai programmi di sostegno alle imprese, si trova a dover dialogare con molteplici interlocutori in base a logiche programmatiche as-sunte a livello centrale e regionale o a seguito di emergenze sociali, crisi di mercato e/o al verificarsi di calamità naturali che sempre più di frequente si abbattono sul territorio nazionale.

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Tutto questo ha determinato una situazione spesso confusa, con provvedimenti a volte in sovrapposizione e caratterizzati da procedure complesse e di difficile interpretazio-ne soprattutto per i piccoli imprenditori, con il conseguente rischio che spesso opportuni-tà anche importanti non vengano colte.

L’obiettivo perseguito da MIDA Agricoltura è quindi quello di presentare in tempo reale tutti i provvedimenti rivolti alle imprese, tentando di dare ordine e chiarezza ai prov-vedimenti disponibili per gli imprenditori agricoli. Il medesimo obiettivo ha anche questo volume che, sfruttando l’enorme lavoro svolto dal gruppo di lavoro MIDA, ha raccolto i contributi relativi ai finanziamenti per le imprese agricole, siano essi di fonte comunitaria, nazionale o regionale, con lo scopo di rispondere nel modo più completo possibile al bi-sogno di informazione delle imprese.

Grazie ai servizi offerti attraverso MIDA Opportunità, inoltre, l’imprenditore si tro-va di fronte ad un sistema ragionato di presentazione delle informazioni, proposte in mo-do tempestivo, chiaro e mo-documentato, per poter individuare l’agevolazione più adatta per la nascita o lo sviluppo della propria attività.

Tutto questo con l’auspicio di fornire alle imprese un servizio che promuova il loro sviluppo, la loro competitività ed il complessivo miglioramento dell’economia del Paese.

On. Lino Carlo Rava Presidente INEA

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INDICE

INTRODUZIONE. . . 9

CAPITOLO 1 IL QUADRO DEGLI INTERVENTI PER IL SETTORE AGRICOLO 1.1 Il sistema degli incentivi e delle agevolazioni alle imprese . . . 13

1.1.1 Le regole comunitarie . . . . 14

1.1.2 Le regole nazionali e regionali . . . . 18

1.1.3 Le tipologie di agevolazioni e le procedure di erogazione . . . . 19

CAPITOLO 2 GLI STRUMENTI OPERATIVI A LIVELLO NAZIONALE 2.1 Incentivi agli investimenti d’impresa. . . 25

2.1.1 Architettura rurale . . . . 27

2.1.2 Imprenditoria femminile . . . . 28

2.1.3 Filiera e distretti . . . . 29

2.1.4 Meccanizzazione agricola . . . . 32

2.1.5 Giovani agricoltori . . . . 33

2.1.6 Premio di concentrazione per le PMI. . . 35

2.1.7 Innovazione tecnologica . . . . 36

2.1.8 Biomasse agroforestali e bioenergia . . . . 37

2.1.9 Gli interventi diretti dello Stato per infrastrutture, servizi e per l’orientamento d’impresa . . . . 43

2.2 Gli aiuti alla gestione e per il superamento delle crisi di mercato . . . 44

2.2.1 Calamità naturali, crisi di mercato, assicurazioni e Fondo di solidarietà nazionale . . . . 45

2.2.2 Aiuti al settore bieticolo-saccarifero . . . 47

2.2.3 Aiuti al settore avicolo danneggiato dalla crisi dell’influenza aviaria . . . 48

2.2.4 Previdenza agricola . . . 49

2.2.5 Regime di aiuti, per favorire l’accesso al mercato dei capitali delle imprese agricole ed agroalimentari (Fondo di investimento nel capitale di rischio) . . . . 51

2.3 Gli incentivi fiscali. . . 52

2.3.1 Provvedimenti fiscali . . . . 54

2.3.2 Integrità fondiaria . . . . 56

2.4 Gli interventi regionali . . . 59

2.4.1 Gli strumenti normativi previsti dai bilanci regionali . . . . 59

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CAPITOLO 3

GLI INTERVENTI COMUNITARI

3.1 Gli interventi nell’ambito del I pilastro della PAC . . . 69

3.1.1 Le tappe storiche: dalla Riforma Mac Sharry ad oggi . . . . 70

3.1.2 Metodi e procedure . . . 73

3.1.3 Le norme sulla condizionalità . . . . 83

3.2 Gli interventi comunitari per settori produttivi . . . 106

3.2.1 Le produzioni zootecniche . . . 106

3.2.2 Le produzioni ortofrutticole . . . 110

3.2.3 I seminativi e le colture industriali . . . 115

3.2.4 La vite e l’olivo . . . 118

3.2.5 Le colture proteiche . . . 121

3.2.6 I prodotti dell’apicoltura . . . 121

3.3 Il II pilastro della PAC: il quadro di riferimento per lo sviluppo rurale. . . 122

3.4 Complementarietà e integrazioni tra sviluppo rurale e politiche di coesione . . . 125

3.5 Le principali misure di Agenda 2000 . . . 125

3.5.1 Sostegno produttivo agricolo e agroindustriale . . . 125

3.5.2 Miglioramento dell’ambiente rurale . . . 128

3.5.3 Sviluppo integrato del territorio rurale . . . 131

CAPITOLO 4 I PROGRAMMI DI PROMOZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DELLA PRODUZIO-NE AGRICOLA 4.1 Le politiche per la valorizzazione della qualità e della tipicità della produzione agricola . . . 135

4.2 Gli strumenti per la promozione della qualità e della tipicità della produzione agricola . . . 142

4.2.1 La promozione istituzionale e il marketing territoriale . . . 142

4.2.2 Gli itinerari enogastronomici: dalle “strade del vino” alle “strade dei sapori”. . 144

4.2.3 La valorizzazione dei prodotti tipici attraverso l’agriturismo . . . 144

4.2.4 L’inserimento dei prodotti tipici e biologici nelle mense pubbliche. . . 146

4.2.5 Il marchio collettivo istituito dall’ente locale. . . 147

4.2.6 Sostegno ai concessionari del marchio collettivo regionale . . . 150

4.2.7 Concessione di contributi per azioni promozionali e promo-pubblicitarie . . . . 151

4.2.8 Sostegno dei sistemi di certificazione della qualità e della rintracciabilità delle produzioni agricole e agroalimentari. . . 153

4.2.9 Il ruolo delle Camere di Commercio per la promozione dei prodotti agroalimentari. . . 154

4.2.10 Servizi e innovazioni volti a garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti agroalimentari. . . 155

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4.3.1 I programmi di promozione e informazione finanziati dall’Unione europea . . . 156

4.3.2 Le iniziative nazionali per la promozione del Made in Italy all’estero: alcuni esempi . . . 159

4.4 Incentivi per l’internazionalizzazione . . . 161

CAPITOLO 5 SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA E INNOVAZIONE NELL’ATTUAZIONE DEI PROGRAMMI IN AGRICOLTURA 5.1 La riforma della pubblica amministrazione e l’attuazione dei programmi di sviluppo rurale . . . 165

5.2 La semplificazione amministrativa nella presentazione delle domande di contributo. . . 167

5.3 La semplificazione amministrativa nella concessione di contributi per il primo insediamento . . . 167

5.4 La semplificazione amministrativa nella concessione di contributi per l’ammodernamento delle aziende agricole . . . 171

5.5 Le scelte amministrative nella concessione di aiuti alle imprese di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli . . . 174

5.6 L’innovazione in agricoltura ed il ruolo della pubblica amministrazione . . . 177

5.6.1 Gli incentivi per il potenziamento della politica di sviluppo rurale. . . 179

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INTRODUZIONE

Gli operatori del settore agricolo si confrontano con una pluralità di finanziamen-ti e incenfinanziamen-tivi a disposizione delle loro imprese. Al molfinanziamen-tiplicarsi di soggetfinanziamen-ti isfinanziamen-tituziona- istituziona-li preposti all’erogazione dei finanziamenti e alla gestione degistituziona-li incentivi corrisponde una moltitudine di fonti di informazione. Tali canali di informazione sono spesso poco fruibili dall’imprenditore agricolo per diversi ordini di motivi: alle volte vengono offer-te unicamenoffer-te informazioni su singoli comparti produttivi, come ad esempio siti inoffer-ternet dedicati a determinati prodotti agricoli; altre volte vengono trattate solo specifiche cate-gorie di agevolazione, come, ad esempio, è il caso degli incentivi fiscali o delle agevo-lazioni in materia previdenziale; altre fonti ancora riguardano specifici territori o si limi-tano a essere semplici archivi della normativa disponibile, omettendo un qualsiasi servi-zio di sintesi o guida alla lettura delle norme di interesse. Si tratta, quindi, di informaservi-zio- informazio-ni frammentarie e disperse di non facile reperimento.

Alla luce di tali considerazioni, nel 2003 l’INEA ha deciso di implementare un punto di accesso unico che introducesse ad un luogo virtuale in cui fossero raccolte e diffuse le in-formazioni sugli incentivi e le agevolazioni per l’imprenditore agricolo. Un servizio quin-di, che, senza sostituire il ruolo del consulente aziendale, aiutasse l’imprenditore nella co-noscenza delle possibilità a disposizione della propria impresa.

MIDA Agricoltura (acronimo di Modello Informativo per la Domanda di Agevolazio-ni in Agricoltura) è un servizio informativo accessibile via internet, che si propone di offri-re un quadro informativo completo e aggiornato sugli strumenti di finanziamento a favooffri-re degli imprenditori agricoli e sulle notizie e gli eventi di maggiore interesse per chi opera nel settore, fornendo agli imprenditori agricoli le informazioni di interesse provenienti da tutti i livelli di programmazione: comunitario, statale e regionale. In particolare, MIDA Agricol-tura è volto a offrire un servizio alle imprese agricole, che affianchi alle informazioni di ba-se per l'accesso ai finanziamenti (normativa di riferimento, scadenze e modalità di parteci-pazione a bandi, ecc.), una sintesi dei provvedimenti legislativi. Negli ultimi due anni è sta-ta condotsta-ta un’attività di aggiornamento del servizio che ha prodotto tre nuovi filoni di at-tività:

- una nuova versione del sito internet http://www.midagri.inea.it, che riprende i contenu-ti della precedente versione, migliorandone la fruibilità, e concontenu-tiene esclusivamente infor-mazioni a cui possono accedere tutti gli utenti;

- un servizio on line denominato MIDA Opportunità, ovvero una nuova sezione del sito che permette di effettuare una simulazione del finanziamento ottenibile dall’impresa in

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base alle sue caratteristiche e che costituisce, perciò, uno strumento di analisi per esegui-re verifiche di pesegui-re-fattibilità delle iniziative di investimento dell’impesegui-renditoesegui-re;

- il presente volume dedicato ai finanziamenti e agli incentivi per le imprese agricole, che si pone l’obiettivo di divulgare l’attività svolta.

Per la realizzazione e la gestione di tali servizi è stato realizzato, dunque, un sito inter-net, che consente di differenziare la fruizione dei contenuti a seconda delle esigenze informa-tive dei diversi target di utenza. Inoltre, il servizio oggi consente non solo l’individuazione di specifiche opportunità di finanziamento per l’impresa agricola ma anche il calcolo conte-stuale dell’ammontare dell’agevolazione ottenibile (“MIDA Opportunità”). Si tratta di un'ap-plicazione web che consente di simulare ipotesi di investimento e di verificarne gli effetti in termini di spese agevolabili oltre che di agevolazioni concedibili.

Il presente volume rappresenta pertanto uno degli strumenti divulgativi a disposizione degli imprenditori e, seppur non aggiornabile in tempo reale come il servizio on-line, mira a diffondere le informazioni anche a quegli operatori non esperti di internet per fornire uno sta-to dell’arte degli incentivi pubblici nel setsta-tore.

Esso nasce dall’esigenza avvertita nell’ambito del gruppo di lavoro di promuovere la voluminosa attività di analisi svolta in relazione ai tre livelli normativi e istituzionali princi-pali: comunitario, nazionale e regionale. Un impegno sicuramente notevole che ha richiesto un adeguamento dello stesso gruppo di lavoro in termini di risorse umane e un forte coordi-namento centrale.

Il lavoro di analisi e sintesi dei singoli ambiti normativi e del relativo sistema di incen-tivi e agevolazioni esistente ha richiesto diversi mesi di lavoro, confluiti in questo volume, cui va certamente il merito non solo di aver accorpato le informazioni fino a oggi disponibi-li solo in maniera frammentaria e disomogenea ma, soprattutto, di averlo fatto in maniera chiara, ordinata e completa, fornendo in maniera sintetica un quadro organico degli interven-ti di sostegno alle atinterven-tività economiche e produtinterven-tive del sistema agricolo.

Questo progetto editoriale nasce perciò dalla volontà di portare a conoscenza degli ope-ratori economici, singoli o associati, le varie opportunità a disposizione nel settore agricolo.

Solo dalla conoscenza di tutte le diverse forme di incentivi e agevolazioni esistenti può scaturire una scelta consapevole dello strumento che meglio si adatta alla propria condizio-ne di imprenditore agricolo.

Innanzi tutto si è reso necessario fornire al lettore una panoramica dei principi fonda-mentali che regolano la concessione degli aiuti e le varie competenze dell’Unione europea, dello Stato e delle Regioni in questo settore vengono, quindi, premiati i principali incentivi previsti dalle tre fonti di finanziamento: comunitaria, nazionale e regionale, con particolare attenzione alle metodologie di accesso ai singoli finanziamenti.

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at-tivati negli ultimi anni nell’ambito della normativa nazionale, comunitaria e regionale, an-che se naturalmente non si può dimenticare an-che essi sono in continua evoluzione.

Quella presentata è pertanto una fotografia delle opportunità di finanziamento dispo-nibili per l’imprenditore agricolo che si ferma in alcuni capitoli al 2007, spartiacque tra i due periodi di programmazione comunitaria 2000-2006 e 2007-2013.

Un’attenzione particolare è stata riservata, nel quarto capitolo, a quei programmi di promozione, valorizzazione e commercializzazione della produzione agricola, che rappre-sentano la vera novità degli ultimi anni. In questo caso si va dal conferimento a determi-nati prodotti della denominazione d’origine (DOC, DOP, DOCG, IGT), fino ai recenti svi-luppi del marketing territoriale come le “strade del vino”, le”strade dei sapori”, ecc..

Il quinto ed ultimo capitolo è, infine, dedicato alle ricadute sui programmi di svilup-po rurale, in termini di efficienza e trasparenza, della riforma della pubblica amministra-zione avviata agli inizi degli anni novanta.

La pubblica amministrazione italiana in passato si caratterizzava per un’impostazio-ne eccessivamente formalistica, rispettosa della forma degli atti amministrativi ma poco at-tenta alle valutazioni di sostanza e, soprattutto, a soddisfare l’utenza. Si è riscontrato che una simile rigidità delle procedure e una carente organizzazione delle strutture amministra-tive può causare ritardi nell’erogazione dei contributi o addirittura scoraggiare le richieste di accesso ai finanziamenti. Al contrario, un efficiente coordinamento delle strutture, la semplificazione delle procedure e l’apertura delle pubbliche amministrazioni al confron-to con i soggetti richiedenti e beneficiari rappresentano i pilastri su cui si fonda un pro-gramma di sviluppo rurale che abbia ottime probabilità di successo.

Attraverso un’analisi comparata delle diverse misure di incentivazione allo sviluppo rurale previste nei singoli strumenti di programmazione regionale si evidenzia come la pubblica amministrazione possa contribuire al rilancio dell’agricoltura, oltre cha attraver-so la semplificazione delle procedure amministrative, anche e attraver-soprattutto attraverattraver-so la pre-visione di azioni innovative che favoriscano lo sviluppo di attività non tradizionali con cui ampliare le potenzialità dell’agricoltura moderna (turismo, artigianato, salvaguardia del paesaggio, prevenzione dei rischi naturali).

Non volendo appesantire ulteriormente il testo, tutti gli approfondimenti di caratte-re tecnico, caratte-relativi ad esempio alle spese ammissibili e non, alla tipologia del contributo, ai vincoli e alle condizioni di ammissibilità, fino agli indirizzi a cui rivolgersi per informa-zioni su bandi e scadenze, sono stati inseriti in un CD-ROM allegato.

Si evidenzia, infine, che l’evoluzione continua della normativa sugli incentivi può aver introdotto elementi nuovi rispetto a quanto indicato nel testo, tenuto conto dei tempi di stampa: gli aggiornamenti, rispetto al 1 trimestre 2009 saranno tuttavia presenti sul si-to interenet di MIDA Agricoltura.

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CAPITOLO 1

IL QUADRO DEGLI INTERVENTI PER IL SETTORE

AGRICOLO

1.1 Il sistema degli incentivi e delle agevolazioni alle imprese

Il tentativo di offrire un quadro organico degli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive del sistema agricolo nasce dalla sempre maggiore esigenza di opportunità che un operatore economico, singolo o associato, ha a disposizione.

La conoscenza dei singoli strumenti a disposizione diventa quindi sempre più im-portante in quanto consente all’operatore di scegliere quello che più si adatta alla propria situazione e gli consente di conoscere le differenze, i vantaggi e gli svantaggi che inter-corrono tra i diversi tipi di agevolazione.

Ciò è fondamentale in un quadro di risorse limitate.

In Italia siamo attualmente in presenza di una sommatoria di incentivi spesso com-plessi nelle loro regole applicative e che talvolta si sovrappongono. L’analisi del siste-ma di agevolazioni e incentivi alle imprese mette in evidenza un quadro articolato che ri-guarda sia gli strumenti a disposizione che la varietà di interventi.

Nel corso degli anni, tuttavia, gli impegni assunti a livello europeo e i vincoli di fi-nanza pubblica hanno contribuito a ridurre il livello di risorse finanziarie destinate agli aiuti pubblici che sono sempre più concentrate su pochi fondamentali obiettivi.

Le politiche di finanziamento pubblico in favore delle imprese sono volte principal-mente a favorire la nascita e lo sviluppo di imprenditorialità, la riduzione di divari ter-ritoriali, lo sviluppo e l’utilizzo di nuove tecnologie. La concessione di incentivi e age-volazioni finanziarie e fiscali è indirizzata al potenziamento delle attività economiche delle imprese e al miglioramento delle condizioni operative e di vita dei contribuenti al fine di contribuire a superare situazioni congiunturali negative e/o a indirizzare gli sfor-zi degli operatori economici verso nuove forme di investimento e di produsfor-zione.

Il sistema degli incentivi pubblici per il settore agricolo è stato intensamente segna-to da processi di riforma che, nel corso degli anni, sono stati avviati principalmente a li-vello comunitario e che hanno portato ad una profonda modificazione del sistema di ero-gazione degli stessi, caratterizzati sempre più da un approccio sistemico che interessa tutte le variabili del territorio al quale sono diretti. La tendenza, sia a livello comunita-rio che nazionale, è quella di mettere in atto meccanismi sempre più integrati e più di-rettamente collegati al mercato, al fine di ottenere una maggiore selettività delle

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inizia-tive e allocare le risorse verso obiettivi di innovazione e competitività.

Non sempre è facile esplicitare gli obiettivi di ciascun intervento normativo, ma oc-corre procedere ad un’interpretazione del testo di legge e ad un’analisi delle variabili più importanti che caratterizzano il singolo intervento (area di intervento, soggetti beneficia-ri, tipologia di agevolazione, ecc.).

Come anticipato, le fonti degli interventi agevolati possono essere suddivise in tre tipologie in relazione alla normativa da cui sono generate: normativa comunitaria, nazio-nale e regionazio-nale.

Prima di esaminare nel dettaglio i singoli incentivi che compongono il sostegno pubblico al sistema agricolo ed agroalimentare può essere utile ripercorrere brevemen-te i principi fondamentali che regolano la concessione degli aiuti e le compebrevemen-tenze comu-nitarie, nazionali e regionali in materia di gestione degli aiuti stessi.

Figura 1 – Le fonti degli interventi agevolativi per il sistema agricolo

1.1.1 Le regole comunitarie

A livello comunitario è prevista un’ampia serie di strumenti di finanza agevolata (programmi quadro, fondi strutturali, ecc.) sia direttamente applicabili negli Stati membri e quindi direttamente utilizzabili dalle imprese sia indirettamente gestiti dal legislatore na-zionale (Governo o Regioni). I fondi comunitari rappresentano complessivamente oltre il 50% delle risorse a disposizione del settore agricolo, riconducibili fondamentalmente a programmi strutturali condotti nell’ambito delle politiche di coesione economica e socia-le, politiche di mercato e politiche regionali.

Nell’ambito di queste politiche distinguiamo: Finanziamenti pubblici per l’agricoltura UE Fondi PAC Fondi strutturali e sviluppo rurale Finanziamenti

diretti Fondi MSE Fondi MEF

Fondi MiPAAF Fondi altri enti Fondi regionali Fondi nazionali Gestione Fondi comunitari Stato Regioni

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- gli aiuti di mercato gestiti direttamente dall’AGEA o dagli organismi pagatori regiona-li, attraverso pagamenti diretti ad imprese singole e/o associate;

- i progetti strutturali e per lo sviluppo rurale, le cui risorse sono invece assegnate allo Stato membro e della cui attuazione e gestione sono investiti ministeri o enti locali at-traverso appositi programmi (PON, POR, PSR) definiti sulla base di una programmazio-ne programmazio-negoziata tra gli Stati membri e la Commissioprogrammazio-ne europea, che indica le azioni finan-ziabili, i soggetti beneficiari e gli iter procedurali. I vari programmi sono suddivisi in sottoprogrammi, che a loro volta sono composti da un certo numero di misure. Le sin-gole misure vengono normalmente attivate con la pubblicazione di appositi bandi sui bollettini ufficiali regionali. I fondi strutturali prevedono contributi a fondo perduto per le spese relative ai progetti agevolabili, dove la percentuale di contribuzione varia in funzione dei settori e degli interventi;

- i progetti comunitari, definiti sulla base di esigenze sociali di portata europea in diver-si campi di attività (es. i Programmi Quadro), sono gestiti direttamente dalla Commis-sione attraverso bandi pubblicati sulla GUCE e applicabili a tutto il territorio dell’Unio-ne e, in alcuni casi, a Paesi terzi.

Il mantenimento di un sistema di libera concorrenza e senza distorsioni costituisce uno dei principi fondamentali dell’Unione europea. Il rispetto della politica della concor-renza riguarda anche il settore agricolo che è quindi direttamente interessato al rispetto del-le regodel-le comunitarie in materia di aiuti di Stato. Le norme sugli aiuti di Stato nel settore agricolo obbediscono non solo ai principi generali della politica di concorrenza, ma devo-no essere coerenti con la politica agricola comune e le politiche di sviluppo rurale dell’UE ed, infine, compatibili con gli obblighi dell’Unione sul piano internazionale, in particola-re, con le decisioni prese in seno all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) sul-l'agricoltura.

L’insieme dei suddetti vincoli è all'origine di una serie di strumenti giuridici in vigo-re esclusivamente nel settovigo-re agricolo.

Il punto di partenza per esaminare gli incentivi pubblici è costituito dunque dalle re-gole comunitarie sugli aiuti di Stato, che in campo agricolo hanno come principali riferi-menti normativi:

- il Trattato CE, in particolare l’articolo 36 che prevede l’applicazione alla produzione e al commercio dei prodotti agricoli delle regole sulla concorrenza solamente nella misu-ra determinata dal Consiglio e, gli articoli 87, 88 e 89, relativi agli aiuti di Stato; - il regolamento (CE) n. 1698 del 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del

FEASR, e in particolare, il Titolo VIII (articoli 88 e 89), che costituisce la base di rife-rimento per le tipologie e le intensità di aiuto alle imprese agricole, specificando che agli aiuti per lo sviluppo rurale si applicano gli articoli 87, 88 e 89 del Trattato CE;

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- il regolamento (CE) n. 1857 del 2006, il cosiddetto “regolamento di esenzione”, relati-vo all’applicazione degli articoli del Trattato CE sugli aiuti di Stato alle imprese operan-ti nel settore agricolo, confluito poi nel regolamento CE n. 800/2008

- gli Orientamenti della Commissione europea sugli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013 di cui alla Comunicazione (CE), n. 2006/C 319/01, pubblicati sul-la Gazzetta Ufficiale delsul-la Comunità europea del 27 dicembre 2006.

Un principio basilare per erogare aiuti nel settore agricolo è che qualsiasi incentivo, qualunque forma abbia e indipendentemente dall’amministrazione che lo concede, deve es-sere compatibile con la regolamentazione comunitaria e con le organizzazioni comuni di mercato (OCM) che caratterizzano la politica agricola comune. Gli aiuti di Stato che inter-feriscono con i meccanismi delle OCM sono vietati in quanto gli Stati membri, nell’adot-tare i regolamenti sulle OCM, hanno escluso la possibilità di ricorrere a misure di aiuto uni-laterali che interferiscano con il sostegno UE a favore di tali prodotti.

Inoltre, conformemente ai principi sanciti dalla Corte di giustizia, gli aiuti di Stato vono effettivamente contribuire allo sviluppo di determinate attività economiche o di de-terminate regioni. Gli aiuti di Stato intesi semplicemente a migliorare la situazione finan-ziaria del beneficiario, senza che quest'ultimo sia tenuto a fornire una contropartita, non possono essere considerati compatibili con il Trattato CE.

Alla luce di questi principi di carattere generale, le principali regole relative all’ero-gazione di aiuti di Stato da parte degli Stati membri possono essere così riassunte: 1) per gli investimenti nelle imprese agricole, il sostegno agli investimenti viene

conces-so unicamente ad aziende agricole che dimostrino redditività, rispettino requisiti mini-mi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali e siano gestite da un impren-ditore in possesso di conoscenze e competenze professionali adeguate.

Il sostegno agli investimenti nelle aziende agricole contribuisce al miglioramento dei redditi agricoli, nonché delle condizioni di vita, di lavoro e di produzione. Tali investimen-ti sono finalizzainvestimen-ti a uno o più dei segueninvestimen-ti obietinvestimen-tivi:

- ridurre i costi di produzione,

- migliorare e riconvertire la produzione, - migliorare la qualità,

- tutelare e migliorare l'ambiente naturale, le condizioni di igiene e il benessere degli ani-mali,

- promuovere la diversificazione delle attività nell'azienda.

Sono vietati gli aiuti agli investimenti nelle aziende agricole che superano le percen-tuali previste dal regolamento stesso. Il valore totale degli aiuti, espresso in percentuale, non può superare il 40% del volume d'investimento ma può raggiungere il 50% nelle

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zo-ne svantaggiate. Qualora gli investimenti siano effettuati da giovani agricoltori, tali percen-tuali possono invece raggiungere rispettivamente il 50% e il 60% (reg. (CE) n. 1783/03).

Deroghe a tali percentuali possono essere previste per aiuti destinati a:

- investimenti realizzati principalmente nell'interesse pubblico in relazione alla conserva-zione dei paesaggi tradizionali modellati da attività agricole e forestali o al trasferimen-to di fabbricati aziendali;

- investimenti in materia di tutela e miglioramento dell'ambiente;

- investimenti volti a migliorare le condizioni di igiene e di benessere degli animali. 2) per gli investimenti in favore del miglioramento delle condizioni di trasformazione e di

commercializzazione dei prodotti agricoli il sostegno deve poter aumentare la compe-titività e il valore aggiunto dei prodotti e deve essere pertanto finalizzato a uno o più dei seguenti obiettivi:

- orientare la produzione in base all'andamento prevedibile dei mercati o favorire la crea-zione di nuovi sbocchi per la producrea-zione agricola,

- migliorare o razionalizzare i circuiti di commercializzazione o i processi di trasforma-zione,

- migliorare la presentazione e il confezionamento dei prodotti o contribuire a un miglio-re impiego o a una eliminazione dei sottoprodotti o dei rifiuti,

- sviluppare e applicare nuove tecnologie, - migliorare e controllare la qualità,

- migliorare e controllare le condizioni sanitarie,

- proteggere l'ambiente. E’ importante sottolineare che il regolamento (CE) n. 1698/05 esclude dal sostegno comunitario gli investimenti realizzati dalle “grandi imprese” at-tive nel settore della trasformazione e commercializzazione. In pratica, le industrie agroalimentari, comprese le cooperative agricole che non rientrano nei parametri della piccola e media impresa1, possono accedere agli incentivi pubblici solo nell’ambito di

regimi di aiuto a finalità regionale, non specifici per l’agricoltura.

Per le PMI agricole e agroalimentari, il valore totale del sostegno, espresso in percen-tuale del volume di investimento che può beneficiare degli aiuti, è limitato:

- al 50%, per quanto riguarda le Regioni dell'Obiettivo 1, - al 40%, nelle altre Regioni.

Le regole comunitarie per la concessione degli aiuti nel settore agricolo vengono,

1 I parametri per la definizione di PMI sono dettati dal reg. (CE) n. 70/2001, pubblicato sulla GUCE n. L10 del

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inoltre, specificate nei singoli Piani di Sviluppo Rurale (PSR) che le Regioni devono pre-disporre in applicazione del regolamento (CE) n. 1698/05: il PSR approvato dalla Commis-sione europea diviene così la base giuridica per la concesCommis-sione sul territorio regionale di aiuti di Stato analoghi a quelli indicati nel Piano stesso.

Il quadro comunitario sopra descritto è quello che si applica agli aiuti di Stato appro-vati a partire dal 1° gennaio 2007: vi è tuttavia una fase transitoria entro cui gli Stati mem-bri dovranno adeguare al predetto quadro tutti gli aiuti di Stato preesistenti. Il punto 196 degli Orientamenti C 319 del 2006 ha infatti previsto che gli Stati membri conformino i lo-ro regimi di aiuto ai nuovi orientamenti entlo-ro il 31 dicembre 2007.

1.1.2 Le regole nazionali e regionali

Definite le regole comunitarie a cui tutti i soggetti della pubblica amministrazione de-vono sottostare, è necessario far cenno al riparto delle competenze interne tra Stato e Re-gioni in campo agricolo.

Dopo l’approvazione della riforma costituzionale nel 2001, la competenza delle Re-gioni nel settore agricolo si è ulteriormente rafforzata: ad esse spettano, in pratica, tutti i compiti amministrativi in materia agricola, compresa l’erogazione di incentivi alle impre-se agricole.

Anche l’agroindustria è materia di competenza regionale, tuttavia, in base a specifi-che intese tra lo Stato e le Regioni, è possibile attivare a livello centrale misure di soste-gno aventi carattere interregionale. E’ il caso dei contratti di filiera, dei contratti di pro-gramma o dei sostegni operati nel settore agroindustriale o creditizio da enti economici o società come ISMEA e ISA.

Rimangono di competenza statale gli incentivi di carattere fiscale e previdenziale, che per loro natura necessitano di applicazione unitaria al fine di non alterare le condizioni di concorrenza sul mercato, nonché i benefici fiscali e previdenziali legati alle figure sogget-tive nel settore, come quelli riservati all’imprenditore agricolo professionale o alle socie-tà agricole.

Sono incentivabili a livello nazionale interventi a sostegno delle denominazioni d’origine, il cui riconoscimento avviene a livello di Ministero delle politiche agricole ali-mentari e forestali in quanto assimilabili ai diritti di proprietà intellettuali.

Sono altresì incentivabili le iniziative legate alla sicurezza alimentare e le misure di profilassi internazionale.

Ovviamente, il confine che discrimina la competenza statale da quella regionale non è così marcato, lo testimonia il notevole contenzioso instaurato presso la Corte Costituzio-nale a seguito della riforma costituzioCostituzio-nale. Per evitare contrasti, quindi, è ormai divenuta

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prassi la sottoposizione preventiva alle Regioni dei regimi di aiuto nazionali varati dal Go-verno, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione che la stessa Co-stituzione prevede. Anche per i finanziamenti di carattere statale, come per i contratti di fi-liera, comunque vi è un’istruttoria preliminare che vede protagoniste le Regioni sul cui ter-ritorio vengono operati gli interventi.

Volendo riassumere:

- a livello nazionale, il Governo attraverso i vari ministeri attiva una serie di nuovi prov-vedimenti normativi, leggi, decreti e regolamenti riferiti a politiche di agevolazioni delle imprese. I fondi nazionali per il sistema agroalimentare sono costituiti da una se-rie di elementi facenti capo a diversi centri di costo e capitoli di bilancio: stanziamenti che annualmente vengono previsti dalla legge finanziaria e trasferiti al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministero dell’economia e delle finanze, al Ministero dello sviluppo economico, ai Ministeri dell’istruzione, dell’università e del-la ricerca, alle Regioni e ad altri organismi e istituzioni legate al settore e che fanno ri-ferimento alle regole sugli aiuti di Stato di cui sopra;

- a livello regionale, le Regioni attuano delle politiche di intervento a favore delle impre-se attraverso la pubblicazione di leggi regionali di aiuto e attraverso l’elaborazione e la gestione di programmi cofinanziati a livello comunitario (POR, PSR). I fondi regiona-li consistono in risorse proprie di ciascuna Regione che si aggiungono annualmente a quelli statali e comunitari. Le Regioni, quindi, finanziano alcuni interventi in agricoltu-ra anche con i propri bilanci. In realtà, tali risorse sono ancoagricoltu-ra irrisorie dal momento che finora tutte le Regioni italiane hanno quasi esclusivamente identificato la propria pro-grammazione agricola con quella comunitaria (POR e PSR). Gli interventi regionali che finanziano alcune materie con fondi regionali o nazionali sono normalmente caratteriz-zati da un limite d’intervento derivante dall’applicazione del regime comunitario de minimis2e delle regole sugli aiuti di Stato.

1.1.3 Le tipologie di agevolazioni e le procedure di erogazione

La normativa sulle agevolazioni alle imprese, indipendentemente dalla forma e dal-la natura delle agevodal-lazioni, definisce le tipologie degli investimenti agevodal-labili, dal-la loro

in-2 Il de minimis è un meccanismo comunitario che definisce la soglia al di sotto della quale gli aiuti di Stato

posso-no considerarsi compatibili con le regole della concorrenza previste dal Trattato UE. Vigente da alcuni anni per i settori diversi da quello agricolo, dal 2004 il de minimis è stato esteso anche al settore agricolo. Il reg. (CE) 1535/2007 ha definito in 7.500 euro nel triennio per beneficiario e in una certa percentuale della produzione lor-da vendibile agricola (lo 0,75%) di ogni singolo Stato membro, l’ammontare massimo di aiuto concedibile. Per l’Italia tale importo è di circa 320 milioni di euro nel triennio.

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tensità e l’ente erogatore del contributo. In particolare, la percentuale di contribuzione di-pende da precisi parametri:

1) la tipologia dell’iniziativa (investimento agricolo, ricerca, investimento industriale, ecc.);

2) la dimensione aziendale; 3) il settore produttivo; 4) l’ubicazione dell’impresa3.

L’ente erogatore è il soggetto, a livello europeo, nazionale o regionale, deputato al-la gestione dello strumento finanziario di agevoal-lazione e, di conseguenza, il riferimento principale per ottenere tutte le informazioni tecniche ad esso relative.

A livello di Commissione europea le agevolazioni sono gestite da diverse Direzioni generali, ognuna delle quali ha le sue competenze specifiche mentre, in alcune occasioni, la gestione dei programmi è appaltata a società esterne.

A livello nazionale le agevolazioni vengono concesse generalmente attraverso gli in-terventi gestiti dai vari Ministeri ed enti/agenzie a carattere nazionale (AGEA, Ente Risi, Sviluppo Italia, ICE, ecc.).

A livello regionale troviamo le Regioni4, le Province, i Comuni, le Camere di

Com-mercio, le Comunità montane ecc.

Le agevolazioni concesse alle imprese possono essere ricondotte alle seguenti tipo-logie:

- contributo in conto capitale: consiste nel classico contributo “a fondo perduto” e non è prevista alcuna restituzione di capitale o pagamento di interessi. Viene concesso a fron-te di un investimento dell’imprenditore per la realizzazione di opere o l’acquisto di be-ni strumentali che abbiano effetti durevoli sull’impresa ed è calcolato in percentuale sul totale dell’investimento. Inoltre, viene erogato a fronte della presentazione di un’appo-sita documentazione di spese (fatture dei fornitori saldate). Fiscalmente si tratta di una sopravvenienza attiva e viene tassato in base al criterio di cassa, con possibilità di ripar-tizione su cinque periodi d’imposta a partire da quello dell’incasso;

3 La definizione di “zona d’intervento” è molto importante perché permette all’imprenditore di sapere se sul

terri-torio in cui opera sono previsti strumenti agevolativi. Alcune tipologie di finanziamento sono applicabili su tut-to il territut-torio nazionale, altre si riferiscono a specifiche zone, più o meno svantaggiate oppure prevedono percentuali di agevolazioni differenti a seconda che l’investimento sia realizzato o meno in queste zone.

4 Le Regioni rivestono un ruolo fondamentale nell’erogazione di contributi alle imprese anche e soprattutto alla

lu-ce del delu-centramento istituzionale e del passaggio delle funzioni in tema di agricoltura dagli organi lu-centrali a quel-li periferici. Tale passaggio ha comportato un’autonomia crescente degquel-li enti locaquel-li che con propri fondi posso-no governare lo sviluppo e l’ecoposso-nomia su base regionale.

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- contributo in conto esercizio (gestione): corrisponde a un contributo in conto capitale e differisce solo per quanto riguarda l’imposizione fiscale alla quale viene assoggettato. In questo caso, infatti, il contributo viene identificato come ricavo e deve essere tassa-to nel periodo di competenza e per l’intero importassa-to. Normalmente questa tipologia di agevolazione viene concessa per contribuire alle spese di gestione (personale, pubblici-tà, viaggi, locazioni immobiliari, oneri finanziari, ecc.) che i beneficiari devono soste-nere a fronte di un determinato progetto;

- contributo in conto interessi: si tratta di un contributo che viene concesso quando si sti-pula un finanziamento a medio e lungo termine. Il contributo viene erogato direttamen-te dall’istituto finanziatore, il quale se ne servirà per abbassare il tasso di indirettamen-teresse ap-plicato al finanziamento dell’impresa beneficiaria. L’entità dell’agevolazione è calcola-ta attualizzando la differenza tra calcola-tasso ordinario e calcola-tasso agevolato. Non vengono richie-ste particolari garanzie da parte dell’ente agevolatore, in quanto normalmente si ritiene sufficiente l’esito positivo dell’istruttoria effettuata dall’istituto finanziatore;

- contributi alla produzione: trasferimenti correnti effettuati dallo Stato, dall’UE o da al-tri organismi internazionali alle imprese operanti in specifici settori (per es. determina-te produzioni agricole oggetto della politica agricola comune) allo scopo di regolare i prezzi dei loro prodotti o di garantire ai produttori una remunerazione sufficiente; - mutuo agevolato: consiste in pratica in un contributo in conto interessi, poiché la

stipu-la del finanziamento e stipu-la concessione dell’agevostipu-lazione avvengono contemporaneamen-te. L’agevolazione consiste in un finanziamento a medio/lungo termine con un tasso di interesse inferiore a quello di mercato;

- contributo in conto canoni: è paragonabile a un contributo in conto interessi, l’agevo-lazione (a fondo perduto) è concessa per abbattere il costo di un contratto di locazione finanziaria (leasing) stipulato a costi di mercato;

- concessione di garanzia: in alcuni casi l’agevolazione consiste nell’offrire garanzie per finanziamenti a medio e lungo termine che altrimenti l’imprenditore non sarebbe stato in grado di fornire. A questo scopo particolare importanza rivestono i fondi di ga-ranzia normalmente istituiti presso i Consorzi di gaga-ranzia collettiva fidi e, per il setto-re agricolo, psetto-resso ISMEA;

- bonus fiscale/credito d’imposta: si tratta di un contributo in conto capitale a tutti gli ef-fetti (compreso l’aspetto fiscale), che viene erogato sotto forma di detrazione dall’im-porto spettante dall’ammontare delle varie imposte che l’azienda deve pagare sul pro-prio conto fiscale. Questo tipo di agevolazione non è considerata un ricavo.

Un’impresa, quindi può ottenere una o più delle diverse tipologie di agevolazioni e incen-tivi sopra descritte che vengono erogate in base ad una delle seguenti procedure: - procedura automatica: si applica quando non è necessaria, per effettuare l’intervento,

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un’istruttoria di carattere tecnico, economico o finanziario. Questo tipo di intervento è concesso in misura percentuale, ovvero in misura fissa di ammontare predeterminato, sulle spese ammissibili sostenute, successivamente alla presentazione della domanda, ovvero nel corso dell’esercizio precedente.

Il Ministero competente per materia o la Regione o gli enti locali competenti determi-nano preventivamente per tutti i beneficiari degli interventi, sulla base delle risorse fi-nanziarie disponibili, l’ammontare massimo del contributo concedibile e gli investimen-ti ammissibili, nonché le modalità di erogazione. Gli inceninvestimen-tivi automainvestimen-tici sono normal-mente aiuti che vengono erogati sotto forma di bonus fiscale (es. credito d’imposta, age-volazioni previdenziali, ecc.). Tale forma di intervento è contraddistinta dalla velocità di presentazione della domanda e dal tempo di istruttoria5. Non è infatti necessario

pre-sentare alcun piano e quasi tutto si basa sull’autocertificazione da parte dell’impresa. In fase di istruttoria, di conseguenza, non viene fatto altro che un formale controllo sulla completezza documentale.

- procedura valutativa: si applica a progetti o programmi organici e complessi, che ver-ranno realizzati dopo la presentazione della domanda. A differenza della procedura au-tomatica in quella valutativa l’ente erogatore non valuta solo il rispetto dei requisiti for-mali di ammissibilità, ma procede ad una vera e propria istruttoria sul merito del proget-to e sulla sua validità tecnica, economica e finanziaria: in quesproget-to caso sono prese in con-siderazione la redditività, le prospettive di mercato e il piano finanziario per la realiz-zazione dell’iniziativa.

Per gli incentivi valutativi sono previste procedure più complesse. Questi interventi ven-gono applicati per agevolare importanti programmi di investimento. E’ necessario pre-sentare un progetto e la concessione dell’agevolazione è condizionata a un giudizio po-sitivo su tale progetto, espresso da un ente istruttore relativamente alle caratteristiche qualitative del progetto presentato, che viene valutato tecnicamente in termini di corri-spondenza con i principi, con lo spirito e con le indicazioni specifiche della normativa.

All’interno della procedura valutativa si possono distinguere:

a. il procedimento a graduatoria, che prevede nel bando di gara una dettagliata esposizio-ne dei contenuti, delle risorse, dei termini iniziali e finali di presentazioesposizio-ne della doman-da. La selezione delle domande è basata su parametri oggettivi predeterminati,

attraver-5 Il ricorso a forme di incentivo automatico non comporta per lo Stato alcun esborso di denaro, ma solo una

ridu-zione del gettito tributario annuale, compensabile con altre entrate; consiste per l’operatore in un risparmio d’imposta e quindi in un vantaggio indiretto; consente agli operatori di non dover attendere lunghi tempi per ot-tenere l’aiuto e di avere la certezza dell’aiuto ottenibile (si tratta di aiuti automatici che consentono vantaggi im-mediati in termini di versamenti fiscali e contributivi); offre all’erario forme di controllo semplice, rapido ed ef-ficace.

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so una valutazione comparata, all’interno di specifiche graduatorie;

b. il procedimento a sportello, l’istruttoria delle agevolazioni avviene, in questo caso, in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande e, per l’ammissibilità all’at-tività istruttoria, alla definizione di soglie e condizioni minime, anche di natura quanti-tativa, legate alle finalità dell’intervento e alle tipologie delle iniziative. Le agevolazio-ni vengono assegnate in base all’ordine cronologico di arrivo delle domande presenta-te fino all’esaurimento delle risorse disponibili.

- procedura negoziale: questo tipo di procedura è utilizzata nell’ambito di interventi di sviluppo territoriale e settoriale, realizzati da una sola impresa o da un gruppo di impre-se, con le forme della programmazione concertata (ad es. patti territoriali e contratto d’area). Il soggetto competente per l’attuazione della procedura individua preventiva-mente i criteri di selezione dei contraenti, adottando idonei strumenti di pubblicità, provvede alla pubblicazione di appositi bandi e acquisisce le manifestazioni di interes-se da parte delle impreinteres-se nell’ambito degli interventi definiti dai bandi stessi su bainteres-se ter-ritoriale o settoriale. Si apre così una fase di “negoziazione” in cui l’ente erogatore ac-quisisce le manifestazioni di interesse da parte degli operatori economici interessati. Gli incentivi negoziali prevedono una fase di concertazione fra soggetti privati e pubblici e hanno normalmente un’applicazione locale.

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CAPITOLO 2

GLI STRUMENTI OPERATIVI A LIVELLO NAZIONALE

Prima di passare alla descrizione delle incentivazioni che le amministrazioni a livel-lo nazionale hanno attivato nel periodo che va dal 1° gennaio 2003 al 1° gennaio 2007 in favore del settore agricolo si propone il seguente schema al fine di fornire un ausilio alla descrizione delle stesse.

1. INCENTIVI AGLI INVESTIMENTI D’IMPRESA Contributi in c/capitale; contributi in c/interessi; crediti d’imposta; concessioni di garanzie f idejussorie; acquisto di terreni; leasing agevolato;

partecipazione al capitale di rischio; sostegno ai giovani imprendi tori

agricoli.

2. ACCESSO AL CREDITO E AIUTI ALLA GESTIONE E

PER IL SUPERA MENTO DELLE CR ISI D I MERCA TO

Agevolazioni assicurative; sostegni nazionali in caso di crisi di mercato;

garanzie fideiussorie.

3. INCENTIVI FISCALI

Sgravi fiscali per gli imprenditori agricoli e le cooperative agricole; ammortamenti accelerati; erogazione di carburante agevolato;

misure connesse a favorire i bio carburanti.

4. RIDUZIONE D EL COSTO DEL LAVORO E INCENTIVI ALL’OCCUPAZIONE

Riduzio ne del cuneo delc osto del lavoro;

fiscalizzazione e sgravi degli oneri sociali; premi per occupato; minori oneri per determinate categorie di lavoratori.

5. INTERVEN TI DIRETTI DELLO STATO PER INFRASTRUTTURE, SERVIZI E INTERV ENTI D I

ORIENTAMENTO

Fornitura di servizi reali; infrastrutture del territorio; interventi delle imprese pubbliche;

indirizzi di carattere generale e strumenti vincolanti; interventi amministrativi.

Si riportano di seguito i singoli provvedimenti suddivisi per tipologia d’intervento. Il paragrafo 2.5, invece, riporta un’analisi degli interventi che le amministrazioni regionali hanno portato avanti nel periodo di riferimento.

2.1 Incentivi agli investimenti d’impresa

Gli incentivi agli investimenti d’impresa costituiscono la categoria più articolata degli aiuti statali sia per il numero di regimi di aiuto attivati sia per le differenti artico-lazioni degli stessi.

Nel prospetto seguente sono indicati i principali riferimenti dei regimi di aiuto attivati a partire dal 2003: si ricorda che, come tutti i regimi di aiuto approvati prima del 1° gennaio 2007, sono stati adeguati ai nuovi Orientamenti comunitari del nuovo periodo di programmazione 2007-2013.

Si tratta di un filone di intervento pubblico che ricomprende numerose misure, volte sia alle imprese agricole che a quelle agroindustriali, gestite da diversi soggetti. Può trattarsi di strutture ministeriali, come nel caso dei contratti di programma o dei contratti di filiera, di ban-che, come nel caso della legge 488 e della legge Sabatini o di enti e società di rilevanza nazio-nale, come nel caso delle garanzie creditizie concesse da ISMEA o del sostegno agli investi-menti concesso da ISA spa.

Sotto il profilo della materiale erogazione degli aiuti, a partire dal 20036è cresciuto for-6 A seguito di quanto disposto dall’articolo 72 della legge n. 289 del 2002.

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REGIME DI AIUTO GESTORE TIPO DI INCENTIVO OBIETTIV I BENEFICIARI OPERATIVITÀ

Contratti di filiera e di distretto Ministero delle

politiche agricole alimentari e forestali

Contributo per metà in conto capitale e per metà in conto interessi.

Intensità dell’aiuto contenuta nel DM del 1° agosto 2003.

Favorire l'integrazione di filiera del sistema agricolo e agroalimentare e il rafforzamento dei distretti agroalimentari nelle aree sottoutilizzate.

Intervento riservato alle aree sottoutilizzate per : - cooperative, consorzi di PMI, , organizzazioni di produttori riconosciute; - soggetti a carattere interprofessionale riconosciuti; - società costituite tra soggetti che esercitano l'attività agricola e le imprese commerciali e/o industriali e/o addette alla distribuzione, purché almeno il 51 per cento del capitale sociale sia controllato stabilmente da imprenditori agricoli, cooperative agricole o da organizzazioni di produttori; - forme associative temporanee costituite dai soggetti agricoli.

Vigente, anche se in attesa di rifinanziamento

Contratti di programma Ministero dello

sviluppo economico e Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Contributo parte in c onto capitale e parte in conto interessi, con presenza di finanziam ento bancario.

Realizzare piani di sviluppo territoriali. Con la legge 81/06 approvati anche i contratti di progra mma agroenergetici.

Intervento riservato alle aree sottoutilizzate e, per i soli interventi agricoli con le limitazioni di cui alla legge n. 448/01, art. 67, esteso anche alle aree non sottoutilizzate Consorzi di piccole e medie imprese. Vigente in attesa di rifinanziamento. Finanziamento investimenti agroalimentari Istituto Sviluppo Agroalimentare (ISA) Partecipazioni temporanee al capitale sociale, finanziamenti agevolati, operazioni di merchant banking.

Favorire gli investimenti nel settore agroalimentare.

Imprese agroalimentari di tutto il territorio nazionale, con priorità per quelle operanti negli obiettivi 1 e 2.

Vigente anche nel 2009.

Credito d’imposta in agricoltura Agenzia delle entrate Incentivo automatico, se ne

usufruisce attraverso il modello fiscale F24. Tipol ogie di aiuti recate dal DM 2 agosto 2002.

Favorire gli investimenti nuovi (cioè non le mere sostituzioni di attrezzature) nel settore agricolo.

Imprenditori agricoli di tutto il territorio nazionale.

Vigente negli anni 2002-2004 e rifinanziato per il 2007-2009 dal comma 1075 della legge finanziaria 2007. Credito d’imposta per

l’internazionalizzazione del settore agricolo e agroalimentare

Incentivo automatico c on detassazione in bilancio.

Favorire gli investimenti pubblicitari all’estero.

Imprenditori agricoli e agroalimentari di tutto il territorio nazionale.

Vigente nel 2009.

Credito d’imposta per spese sostenute per la certificazione di qualità Credito d’imposta, se ne usufruisce attraverso il modello fiscale F24. Favorire la certificazione di qualità e la registrazione delle denominazioni d’origi ne . Imprenditori agricoli e agroalimentari di tutto il territorio nazionale. Vigente in attesa di rifinanziamento.

Acquisto di terreni ISMEA Finanziamento agevolato

trentennale per l’acquisto dei terreni agricoli. Favorire l’accorpamento fondiario. Imprenditori agricoli di tutto il territorio nazionale. Vigente.

Finanziamenti per il capitale di rischio

ISMEA Prestiti agevolati e

partecipazione al capitale di rischio. Favorire la nascita ed il rafforzamento delle imprese agricole. Imprenditori agricoli di tutto il territorio nazionale. Vigente. Legge 488 /92. Finanziamento investimenti

Banche convenzionate. Contributo parte in c onto

capitale e parte in conto interessi, con presenza di finanziam ento bancario.

Favorire gli investimenti: è operativa anche nel settore agroalimentare.

Imprese di tutto il territorio nazionale, con priorità per quelle operanti negli obiettivi 1 e 2.

Vigente anche nel 2009

Legge Sabatini Finanziamento investimenti

Banche convenzionate. Leasing agevolato per il

rinnovo delle attrezzature.

Favorire il ricambio dei macchinari produttivi: è operativa anche nel settore agricolo, in particolare per l’acquisto dei trattori.

Imprese di tutto il territorio nazionale, con priorità per quelle operanti negli obiettivi 1 e 2.

Vigente anche nel 2009.

Concentrazione d’impresa Agenzia delle entrate. Credito d’imposta derivante

da spese funzionali ad operazioni di concentrazione d’impresa.

Aumentare la dimensione aziendale.

Imprese del settore e cooperative.

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temente il peso del sostegno sotto forma di conto interessi, cioè di finanziamento agevolato, a scapito del contributo in conto capitale, cioè a fondo perduto, che ha costituito a lungo la mo-dalità di incentivazione preferita dalle imprese.

Inoltre, la legge 80 del 2005, nel varare la riforma degli incentivi, ha previsto che il contributo in conto capitale debba essere inferiore o uguale al finanziamento con capitale di credito, composto, per pari importo, da un finanziamento pubblico agevolato e da un nanziamento bancario ordinario a tasso di mercato. Il tasso di interesse da applicare al fi-nanziamento pubblico agevolato non deve essere inferiore allo 0,50 per cento annuo ed è previsto l'impegno creditizio dei soggetti che valutano positivamente le istanze di ammis-sione agli incentivi e curano il rimborso unitario del finanziamento pubblico e ordinario.

Va sottolineato il notevole successo ottenuto dal credito d’imposta in agricoltura che, grazie all’articolo 11 del decreto legge 138/02 convertito nella legge 178/02, consen-te al beneficiario del contributo all’investimento di goderne non attraverso la maconsen-teriale ri-cezione dello stesso, bensì mediante un credito d’imposta che può utilizzare in sede di ver-samento delle imposte e dei contributi previdenziali.

La legge finanziaria del 2007 ha rilanciato lo strumento del credito d’imposta, limi-tandone l’applicazione ai territori di Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata, Sarde-gna, Abruzzo e Molise, ammissibili alle deroghe previste dal Trattato CE (art. 87, par. 3, alle lettere a) e c), per un importo dell’incentivo pari a 10 milioni di euro per il 2007 e 30 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009.

2.1.1 Architettura rurale

L’architettura rurale è una delle testimonianze più significative della storia delle po-polazioni, delle comunità rurali e delle economie agricole tradizionali e costituisce uno de-gli elementi essenziali del paesaggio rurale. La sua tutela è quindi determinante per la con-servazione del patrimonio tradizionale e sociale delle campagne italiane ed è strettamen-te connessa al ruolo multifunzionale dell’agricoltura.

Lo strumento principale di sostegno pubblico per la conservazione dell’architettura rurale è costituito dalla legge 24 dicembre 2003, n. 378, recante “Disposizioni per la tute-la e tute-la valorizzazione dell’architettura rurale”.

In vigore dal 1° febbraio 2004, la legge 378 è stata resa operativa dal decreto del Mi-nistero per i beni e le attività culturali del 6 ottobre 2005 adottato congiuntamente alle Re-gioni e di concerto con il Ministero delle politiche agricole e forestali. Il decreto ha defi-nito le diverse tipologie di architettura rurale presenti sul territorio nazionale, insieme ai criteri tecnico-scientifici per la realizzazione degli interventi di tutela e valorizzazione.

La legge lascia alle Regioni la programmazione degli interventi e prevede un “Fon-do nazionale per la tutela e la valorizzazione dell’architettura rurale” con cui finanziare

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l’attuazione dei programmi regionali: lo Stato partecipa agli oneri di spesa ma possono concorrere anche sponsorizzazioni. Per gli anni 2003-2005, la dotazione del Fondo è sta-ta di 8 milioni di euro mentre dal 2006 al finanziamento si provvede attraverso la legge fi-nanziaria. Il 30 ottobre 2008 il Ministero per i beni e le attività culturali ha emesso una nuova direttiva in materia di interventi per la tutela e la valorizzazione dell'architettura ru-rale, in attuazione del combinato disposto dell'art. 4, comma 3 del DM 6.10.2005 e art. 2, comma 1 della legge 378/2003. La direttiva indica le modalità applicative delle disposizio-ni di cui alle citate norme, che hanno l'obiettivo di: salvaguardare e valorizzare, attraver-so l'attuazione di programmi di intervento di risanamento conservativo e recupero funzio-nale, tutelare le aree circostanti, preservare i tipi e i metodi di coltivazione tradizionali, av-viare e recuperare le attività compatibili con le tradizioni culturali tipiche e le tipologie di architettura rurale, garantendo la conservazione degli elementi tradizionali e delle caratte-ristiche storiche, architettoniche e ambientali degli insediamenti oggetto del provvedi-mento.

Per ulteriori approfondimenti si veda la Scheda Tecnica – A1 contenuta nel CD-ROM allegato.

2.1.2 Imprenditoria femminile

La scarsa presenza di donne nel mondo del lavoro in Italia, testimoniata da un tasso di occupazione femminile del 42,7% a fronte di una media UE del 56,1%, ha sempre rap-presentato un punto di debolezza per il Paese, che non è riuscito a realizzare condizioni rea-li di pari opportunità tra i generi e vanta spesso non invidiabirea-li primati di bassissima rap-presentanza delle donne nei diversi settori di attività.

E’ utile ricordare che solo il 26,5% degli imprenditori operanti in Italia sono donne7,

peraltro concentrate soprattutto nelle regioni del Nord.

Per quanto riguarda il settore agricolo, esso registra una tra le più alte percentuali di presenza femminile dopo il commercio, con una concentrazione sopra la media nell’Italia meridionale (31,2%), insulare (30,4%) e nel Nord Est (30,4%), mentre si registrano valo-ri infevalo-riovalo-ri alla media nel Centro (22,0%) e nell’Italia Nord occidentale (14,5%)8.

Due sono gli strumenti più importanti per incentivare la nascita e lo sviluppo di “imprese rosa”:

- la legge n. 125/91 “Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel la-voro”, che concede finanziamenti per progetti che rispondono ai criteri individuati nei

7 Fonte: 2° Osservatorio sull’imprenditoria femminile in Italia, a cura del Centro Studi Sintesi, 2005.

8 Rapporto promosso dal Ministero delle attività produttive e da Unioncamere “Impresa in genere - 1° Rapporto

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programmi obiettivo annuali, finalizzati alla promozione della presenza femminile nel mondo del lavoro;

- la legge n. 215/92 “Azioni positive per l’imprenditoria femminile”, che rappresenta uno degli strumenti agevolativi più noti in questo ambito di riferimento.

La legge n. 215/92 ha visto nel corso della sua esistenza l’emanazione di sei bandi di attuazione. L’ultimo bando, chiusosi il 17 marzo del 2006, ha apportato sostanziali modi-fiche nella formula di erogazione del contributo rispetto ai bandi precedenti. In particola-re, il contributo a fondo perduto viene concesso per il 50% sotto forma di contributo in conto capitale e per il restante 50% sotto forma di finanziamento agevolato, ad un tasso pa-ri allo 0,50% annuo per una durata massima di dieci anni. Inoltre l’agevolazione pa-riguarda soltanto i programmi di spesa di importo compreso tra un minimo di 60 mila euro ed un massimo di 400 mila euro.

Le risorse complessivamente stanziate (statali e regionali) per il VI bando ammonta-no a più di 88 milioni di euro9,

Per ulteriori approfondimenti si veda la Scheda Tecnica – A2 contenuta nel CD-ROM allegato.

2.1.3 Filiera e distretti

Negli ultimi anni sono stati adottati diversi provvedimenti per favorire l’integrazione dei sistemi agricoli e agroalimentari, soprattutto nelle aree meno sviluppate, al fine di aumentare la quota di valore aggiunto delle produzioni agricole di cui beneficiano i produttori stessi.

I contratti di filiera

Introdotto dalla legge finanziaria del 2003, il contratto di filiera è definito dal decre-to del MIPAAF del 1° agosdecre-to 2003 come il contratdecre-to tra i soggetti della filiera agroalimen-tare (cioè tra le imprese che concorrono direttamente alla produzione, raccolta, trasforma-zione e commercializzatrasforma-zione di prodotti agricoli e agroalimentari e le imprese che fornisco-no servizi e mezzi di produzione nell’insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari) e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, finalizzato alla realizzazione di un program-ma di investimenti integrato a carattere interprofessionale e avente rilevanza nazionale che, partendo dalla produzione agricola, si sviluppi nei diversi segmenti della filiera agroalimen-tare in un ambito territoriale multiregionale.

9 Si evidenzia che per il V bando, chiuso il 15 aprile 2003, furono stanziati 154 milioni di euro e che per il IV

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I contratti di filiera vengono stipulati nelle aree sottoutilizzate tra i soggetti della fi-liera interessati ad attuare un programma di investimenti e il MIPAAF, che concede i contributi per la loro realizzazione. Con la circolare 30 giugno 2006 n. 357 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 9 ottobre 2006, n. 235), il MIPAAF ha apportato modifiche ri-guardanti criteri, modalità e procedure per l'attuazione dei contratti di filiera, per tene-re conto dell'affidamento all’Istituto sviluppo agroalimentatene-re (ISA spa) delle funzioni e dei servizi per la gestione dell'attuazione dei contratti di filiera. In seguito a tali modifi-che, salvo quanto diversamente previsto nel contratto, l'erogazione delle agevolazioni è richiesta con una domanda, da redigere secondo lo schema riportato nel contratto stes-so, corredata dalla documentazione prevista e indirizzata a ISA spa.

L’ultimo provvedimento intervenuto in materia, il DM 22 novembre 2007, fa segui-to all’entrata in vigore dei nuovi Orientamenti sugli Aiuti di Stasegui-to nel comparsegui-to agrico-lo ed agroalimentare, periodo 2007-2013. Il Ministero per le politiche agricole, agroali-mentari e forestali, di concerto con i Ministeri dell’economia e dello sviluppo economi-co, ha riscritto infatti le regole per accedere alle agevolazioni in tema di contratti di fi-liera. Il provvedimento definisce gli aspetti legati alle modalità di gestione dei nuovi contratti di filiera e altresì entra nel merito di alcune questioni fondamentali quali la de-finizione dei soggetti interessati, gli investimenti ammissibili, la modalità di presentazio-ne delle domande e di erogaziopresentazio-ne del contributo. Nel merito, in particolare, va eviden-ziato che tra i soggetti proponenti e beneficiari delle agevolazioni sono previste anche le cooperative agricole e agroalimentari a mutualità prevalente e loro consorzi. Significa-tive le novità per quanto riguarda i criteri di attuazione a partire dalla possibilità di ac-cesso anche per le filiere agroenergetiche. Il limite degli investimenti ammissibili previ-sti dai piani progettuali deve essere compreso tra un minimo di 5 e un massimo di 50 mi-lioni di euro (nel vecchio regime era contemplato un limite minimo di 7 mimi-lioni di eu-ro). Inoltre, non è più previsto rispetto alle vecchie disposizioni l’obbligo del coinvolgi-mento nel progetto di almeno tre differenti regioni. Il nuovo provvedicoinvolgi-mento impone l’ob-bligo di sviluppare programmi integrati a carattere interprofessionale e di rilevanza na-zionale in un ambito multi-regionale. Il decreto ha poi richiesto l’emanazione di un de-creto attuativo, avvenuta con il DM 21 aprile 2008, che ha ulteriormente specificato le spese ammissibili e i limiti agli investimenti.

I contratti di distretto

La legge finanziaria 2006 ha stabilito che alle imprese appartenenti ai distretti produttivi e ai distretti rurali e agroalimentari definiti dalla legge di orientamento e mo-dernizzazione del settore agricolo (d.lgs. n. 228 del 18 maggio 2001), possono essere ap-plicate misure di semplificazione fiscali, amministrative e finanziarie, come specificato nell’apposita scheda tecnica. Inoltre, la legge finanziaria 2007, nel mantenere pressoché

Figura

Figura 1 – Le fonti degli interventi agevolativi per il sistema agricolo
Tabella 1 - La legge Sabatini nel periodo 2000-2006
Tabella 2 - Ripartizione regionale delle imprese ammesse alle agevolazioni di cui al d.lgs
Tabella 3 - Interventi regionali competitività 1 1 associazioni 20 1 1 10 1 2 1 1 2 1 formazione 2 1 1 pensionamento 1 1 servizi 6 2 2 1 1 cooperazione 94 5 1 1 1 1 13 3 1 7 7 2 8 6 4 1 28 2 3 credito 53 3 1 1 1 2 1 4 4 5 3 3 1 5 5 1 4 4 5 fiere 3 1 1 1 di
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