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Il II pilastro della PAC: il quadro di riferimento per lo sviluppo rurale

“Negli ultimi anni, la politica agricola europea ha dato minore importanza ai mec- canismi del mercato e attraverso misure di sostegno mirate si è orientata maggiormente verso la soddisfazione delle crescenti richieste del grande pubblico per quanto concerne la sicurezza alimentare, la qualità degli alimenti, la differenziazione dei prodotti, il benes- sere degli animali, la qualità ambientale e la salvaguardia della natura e dello spazio ru- rale” (Conclusioni del Consiglio europeo di Göteborg del giugno 2001).

La politica di sviluppo rurale costituisce il secondo pilastro della politica agricola co- mune. La sua evoluzione è andata di pari passo con l’evoluzione della PAC; da una poli- tica che affrontava i problemi strutturali del settore agricolo si è trasformata in una politi- ca interessata alla molteplicità dei ruoli che l’agricoltura può svolgere nella società (mul- tifunzionalità dell’agricoltura) e, in particolare, alle sfide che si devono raccogliere nel più

ampio contesto rurale.

In seguito alla revisione del primo pilastro della politica agricola comune (PAC) nel 2003 e 2004, il Consiglio “Agricoltura” ha adottato nel settembre 2005 una riforma radi- cale della politica di sviluppo rurale per il periodo 2007–2013 sulla base della proposta del- la Commissione del 14 luglio 2004:

La politica di sviluppo rurale viene integrata in un quadro finanziario e in una pro- grammazione unica. Il Consiglio ha stabilito orientamenti strategici per il periodo 2007- 2013 che sono confluiti nei piani strategici nazionali. Dal 1° gennaio 2007 tutte le azioni sono finanziate da un unico fondo: il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FE- ASR).

Con l’approvazione del regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio in data 20 set- tembre 2005 è iniziata, pertanto, una nuova fase per la politica di sviluppo rurale che de- ve accompagnare e integrare le politiche di sostegno ai mercati e costituisce lo strumento fondamentale per migliorare l’ambiente e il paesaggio rurale, nonché per promuovere la crescita e creare posti di lavoro nelle aree rurali in linea con le principali priorità politiche definite nella strategia di Lisbona e con gli obiettivi di sostenibilità fissati a Goteborg.

La politica di sviluppo rurale 2007-2013 è incentrata su tre settori di attività, in linea con i tre assi tematici tracciati dal nuovo regolamento:

- potenziamento della competitività dell’attività agricola e silvicola; - ambiente e paesaggio rurale;

- miglioramento della qualità della vita e diversificazione dell'economia rurale.

Un quarto asse denominato Leader, in quanto basato sull'esperienza delle iniziative comunitarie Leader, apre nuove possibilità di approcci locali allo sviluppo rurale che si muovono dal basso verso l'alto.

La crescita della competitività è assicurata da azioni che hanno come obiettivo il ca- pitale umano e fisico nonché i prodotti alimentari, compresa la produzione di qualità. Ven- gono introdotte misure di protezione delle risorse naturali e di miglioramento dei sistemi agricoli e dei prodotti della silvicoltura ad alto valore naturale nonchè dei paesaggi cul- turali. La qualità della vita nelle zone rurali è migliorata dall'incoraggiamento della diver- sificazione delle attività economiche e dallo sviluppo delle infrastrutture locali. Infine, l'iniziativa Leader si prefigge la diversificazione delle attività economiche dei territori ru- rali attraverso l'attuazione di strategie innovatrici di sviluppo territoriale, integrate e par- tecipative.

Per ciascun gruppo di priorità, gli orientamenti strategici comunitari propongono le azio- ni chiave da realizzare. L’Italia ha elaborato la propria strategia nazionale di sviluppo rurale in base a sei orientamenti strategici comunitari finalizzati a:

- individuare i settori in cui l'erogazione del sostegno comunitario allo sviluppo rurale crea il massimo valore aggiunto a livello comunitario;

- correlarsi alle principali priorità dell'Unione (Lisbona, Göteborg);

- garantire la coerenza con le altre politiche dell'Unione, in particolare con le politiche di coesione e dell'ambiente;

- accompagnare l'attuazione della nuova politica agricola comune orientata al mercato e la necessaria ristrutturazione sia nei nuovi che nei vecchi Stati membri.

Nel periodo 2000 - 2006 la politica di sviluppo rurale , in Italia, ha percorso due bi- nari paralleli differenziandosi a seconda della sua applicazione territoriale (Regioni “Obiettivo 1” e Regioni “fuori Obiettivo 1”).

Per le Regioni Obiettivo 1, essa ha finanziato:

- le misure strutturali di sviluppo rurale nell’ambito dei Programmi Operativi Regiona- li (POR 2000-2006) attraverso il FEOGA sez. Orientamento (Fondi strutturali) - le misure di ex accompagnamento della PAC: indennità compensative, prepensiona-

mento e impegni agroambientali) attraverso il FEOGA sez. Garanzia nell’ambito del Piano di Sviluppo rurale (PSR).

Per le regioni “fuori Obiettivo 1”, invece, ha finanziato:

- tutte le misure di sviluppo rurale nell’ambito dei PSR elaborati dalle Regioni finan- ziati dal FEOGA sez. Garanzia.

Inoltre, il ciclo di programmazione 2000-2006 ha continuato a finanziare l’Inizia- tiva comunitaria Leader+ (Liason entre actions de development rural – Collegamento tra le azioni di sviluppo rurale) attraverso l’adozione di Programmi Leader nazionali/regio- nali e Piani di Sviluppo Locale attivati dai Gruppi di Azione Locale (GAL) delle regio- ni italiane.

La programmazione delle politiche di sviluppo rurale 2007-2013, invece, contiene grandi elementi di innovazione a partire proprio dall’architettura delle nuove politiche. Le principali novità riguardano l’adozione di nuovi e più efficaci principi che age- volano i processi di programmazione e attuazione.

Innanzitutto, il principio di semplificazione (un unico strumento di finanziamento e di programmazione, il Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale FEASR), che permet- te il passaggio dal finanziamento dello sviluppo rurale da parte della sezione Garanzia del FEAOG e dalle misure finanziate dalla sezione Orientamento del FEAOG al funzio- namento del Fondo unico FEASR introdotto dal regolamento comunitario e in corso di applicazione dal 2007.

L’approccio strategico: una vera strategia UE per lo sviluppo rurale, che punti più decisamente sui settori di intervento prioritario per l’UE.

L’introduzione di un sistema di audit di verifica dei conti appropriato e generaliz- zato a tutti gli aspetti dello sviluppo rurale, consente un potenziamento dei controlli, del- la valutazione e delle relazioni.

Infine, il rafforzamento dell’impostazione di tipo ascendente (“bottom up"): gli Sta- ti membri, le Regioni e i gruppi d’azione locale hanno maggiore voce in capitolo per quanto riguarda l’adeguamento dei programmi alle esigenze locali.